Covid Piemonte, Cirio: “Governo spieghi logica di queste scelte”

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Il presidente della Regione, sui social, chiede perché le decisioni siano state prese “su dati vecchi di almeno 10 giorni” e perché non sia stato considerato “il netto miglioramento dell’Rt”

"Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili". Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio affida ai social il commento alla decisione del Governo di mettere il Piemonte in zona rossa. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI).

"Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte, pretendo dal Governo chiarezza", rimarca Cirio. "I dati utilizzati dal governo sono vecchi di almeno dieci giorni. Non tengono conto per esempio del fatto che il nostro Rt è passato da 2,16 a 1,91 grazie alle misure di contenimento adottate", attacca il governatore piemontese che parla di "fragilità dell'impianto scientifico della classificazione": "almeno 4 o 5 regioni non erano valutabili, perché non hanno trasmesso tutti i dati. Chiedo che il Piemonte venga classificato per i dati reali, come le altre regioni. Per questo ho chiesto una verifica". Il presidente della Regione spiega poi che la richiesta è stata accolta dal Governo: "Ci è stato chiesto di inviare nuovamente i dati relativi al monitoraggio della nostra Regione, come delle altre, e domani il ministro Speranza interverrà in conferenza delle Regioni per approfondire i dati che ci sono stati richiesti". 

"Rispetto lo Stato, ma anche Piemonte merita rispetto"

"Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte - ribadisce su Facebook Cirio -. Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza", scrive su Facebook il governatore piemontese, che confessa di "aver dormito poco", e si chiede "perché per Regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso". "Chiedo che venga prevista uniformità di trattamento per tutta Italia. Non posso chiedere alle attività piemontesi di chiudere quando in altre regioni, con situazioni difficili come quella del Piemonte, riescono a continuare a condurre una vita normale", sottolinea ancora Cirio lasciando questa sera gli uffici regionali nel centro di Torino. "Non ho spirito polemico, ma voglio tutelare il mio Piemonte - aggiunge - e voglio poter dire ai piemontesi che le misure sono giuste perché sono quelle che servono".

"Governo mette in crisi Regioni che migliorano"

"Che fosse necessario irrobustire anche duramente le misure di contenimento al virus era evidente - prosegue Cirio - tant'è che io nella mia Regione l'avevo già anticipato con ordinanze che avevano riguardato la scuola, la capienza del trasporto pubblico e i centri commerciali. Il fatto che il governo abbia scelto sulla base di dati vecchi di dieci giorni rischia però di non tenere in considerazione tutti questi elementi". Secondo il governatore, si rischia di porre "in una situazione più critica Regioni che sono in fase di miglioramento e non tenere invece conto del peggioramento di altre realtà del nostro Paese". 

"Manca metodo di valutazione oggettivo"

"Manca una visione complessiva, manca un metodo di valutazione oggettivo per tutti", ribadisce parlando con l'ANSA il governatore del Piemonte, che a proposito dei provvedimenti presi sottolinea: "Quello che manca sono le misure omogenee. E mancano anche le risorse: ristori immediati ed esenzione dalle tasse per le attività chiuse sono indispensabili". 

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