Secondo Hossam Badran, membro dell'ufficio politico di Hamas, Israele continua "a sottrarsi ai propri impegni”. Poi esorta i Paesi mediatori a esercitare “pressioni” su Israele affinché rispetti la prima fase dell'accordo. Tony Blair non occuperà una posizione chiave nel "consiglio di pace" di Donald Trump per Gaza, lo riporta il Financial Times. Hamas ha difficoltà "oggettive" nel ritrovare il corpo di Ran Gvili, l'ultimo ostaggio deceduto a Gaza
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La seconda fase dell'accordo di pace per Gaza non potrà iniziare fino a quando Israele continuerà "le sue violazioni" del cessate il fuoco, entrato in vigore il 10 ottobre scorso. Lo ha ribadito all'Afp Hossam Badran, membro dell'ufficio politico di Hamas, denunciando che Israele continua "a sottrarsi ai propri impegni” ed esortando i Paesi mediatori a esercitare “pressioni” su Israele affinché rispetti la prima fase dell'accordo.
Tony Blair non occuperà una posizione chiave nel "consiglio di pace" di Donald Trump per Gaza, dopo che, secondo quanto riportato, nazioni arabe e musulmane si sarebbero opposte al coinvolgimento dell'ex primo ministro britannico. Secondo il Financial Times, Blair è stato silenziosamente escluso dalla lista dei candidati per il consiglio che Trump ha dichiarato di voler presiedere personalmente.
Hamas ha difficoltà "oggettive" nel ritrovare il corpo di Ran Gvili, l'ultimo ostaggio deceduto a Gaza, ma "e' possibile riportarlo indietro". Lo ha dichiarato il maggior generale Nitzan Alon, uomo di punta dell'Idf nelle trattative per la liberazione degli ostaggi dopo l'attacco guidato da Hamas del 7 ottobre 2023.
Gli approfondimenti:
- Piano di pace per Gaza: il testo integrale dell'accordo
- Da Oslo a Sharm el Sheik, i piani di pace degli ultimi decenni
- Chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas
- Dagli ostaggi rilasciati alle vittime, i numeri della guerra
- Quali Paesi riconoscono lo Stato palestinese e quali sono contrari. LA MAPPA
- Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
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Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza
Il giorno dopo la firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori hanno lavorato alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile. Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?
Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza
Vai al contenutoGaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas
Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?
Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas
Vai al contenutoGaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo
La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.
Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo
Vai al contenutoLa guerra Israele-Hamas e il sì al piano Usa: cos’è successo in 2 anni
Il 7 ottobre del 2023 i terroristi sono penetrati nel Sud dello Stato ebraico, attaccando i kibbutz vicini al confine con la Striscia di Gaza, uccidendo famiglie e sequestrando persone. Le vittime del massacro, in totale, sono state circa 1.300.
Israele ha risposto lanciando l’operazione 'Spade di Ferro' con massicci bombardamenti su Gaza, a cui poi è seguita un'offensiva di terra che ha portato all’invasione della Striscia, che ancora oggi è stretta nella morsa israeliana. Si contano oltre 60mila morti. Nel corso dei mesi, il conflitto si è allargato a Hezbollah nel Sud Libano e all'Iran.
La guerra Israele-Hamas e il sì al piano Usa: cos’è successo in 2 anni
Vai al contenutoLa questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025.
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
Vai al contenutoJared Kushner, chi è il genero di Trump e il ruolo tra Israele e Hamas
Del genero del presidente americano Donald Trump (marito della figlia Ivanka), si è tornati a parlare dopo l'accordo di tregua tra Israele e Hamas, siglato dopo oltre due anni di conflitto. Insieme a Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina e in Medio Oriente, Kushner ha avuto un ruolo attivo nelle trattative tra le parti: ecco chi è.
Jared Kushner, chi è il genero di Trump e il ruolo tra Israele e Hamas
Vai al contenutoAccordi di Abramo, cosa sono e cosa prevedono
Nel 2020 gli sforzi diplomatici hanno portato a una serie di intese con l’obiettivo di normalizzare le relazioni tra Israele e diversi Paesi arabi. Gli accordi furono mediati dagli Usa durante la prima presidenza di Donald Trump. L’escalation in Medio Oriente degli ultimi due anni ha più volte fatto vacillare gli accordi. Ecco cosa sapere.
Accordi di Abramo, cosa sono e cosa prevedono
Vai al contenutoIsraele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni
Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.
Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni
Vai al contenutoBlair fuori dal Board of peace per Gaza: "Escluso dal veto dei Paesi arabi"
Due mesi di sostanziale cessate il fuoco a Gaza, sebbene più volte violato da Israele e Hamas, segnano un primo successo del piano di pace di Donald Trump. Ma adesso che il presidente americano punta a passare alla fase successiva entro la fine dell'anno, sorgono nuovi ostacoli che rimettono in questione parte dei 20 punti dell'accordo. L'ultimo, solo in ordine di tempo, riguarda la composizione del Board of Peace, l'organismo presieduto dalla stesso Trump che guiderà l'amministrazione provvisoria della Striscia insieme a un governo di "tecnocrati" palestinesi. Secondo il Financial Times, Tony Blair ne sarebbe stato escluso su pressione dei Paesi arabi e musulmani, sponsor dell'intesa. I sostenitori dell'ex premier britannico - che aveva contribuito alla stesura del piano con il Tony Blair Institute for Global Change - avevano sottolineato il suo ruolo nel porre fine a decenni di violenza nell'Irlanda del Nord. Ma il mondo arabo non gli ha perdonato i suoi scarsi successi da inviato speciale del Quartetto (Usa, Russia, Ue e Onu) per il processo di pace in Medio Oriente, e soprattutto il suo coinvolgimento attivo nella guerra di George W. Bush in Iraq nel 2003. La notizia arriva dopo che il Times of Israel aveva riferito di un incontro, non reso pubblico, tra Blair e Benyamin Netanyahu avvenuto appena 10 giorni fa per discutere dei piani futuri.
Pizzaballa: "Servono volti nuovi in Israele e Palestina"
"È chiaro che chi è responsabile di tutto questo, in un modo o nell'altro, direttamente o indirettamente, è ormai compromesso, è una figura compromessa. Se si vuole avere qualcosa nuovo, abbiamo bisogno anche di nuovi volti in Israele e anche in Palestina". Lo ha detto il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, intervistato durante la presentazione di Photoansa 2025. "Abbiamo bisogno dunque di ripensare in maniera creativa il futuro di questa terra - ha aggiunto -. La soluzione a due popoli e a due Stati è l'unica accettabile. In questo momento è molto difficile da realizzare, non solo perché Israele non la vuole ma anche perché le condizioni sul territorio sono molto problematiche, non c'è contiguità del territorio palestinese, la presenza di insediamenti e l'espansione degli insediamenti. Per cui bisogna pensare a qualcosa, ma è chiaro che comunque dal punto di vista politico, sociale, anche i palestinesi vogliono questa soluzione e si deve riconoscere, almeno dal punto di vista di principio, il loro diritto davvero".
Autorità di Gaza: "Israele ha violato il cessate il fuoco almeno 738 volte"
Secondo l'Ufficio Stampa del Governo di Gaza, Israele ha violato l'accordo di cessate il fuoco di Gaza almeno 738 volte dalla sua entrata in vigore a ottobre. E' quanto scrive Al-Jazeera. "Ciò costituisce una palese violazione del diritto internazionale umanitario e un deliberato indebolimento dell'essenza del cessate il fuoco e delle disposizioni del protocollo umanitario allegato", ha affermato in una nota. Secondo il Ministero della Salute di Gaza, gli attacchi israeliani dall'inizio del cessate il fuoco hanno ucciso almeno 377 persone e ne hanno ferite 987.
Unicef: "A Gaza la malnutrizione delle donne ha effetti devastanti sui neonati"
La malnutrizione tra le donne incinte e in allattamento nella Striscia di Gaza sta avendo un "effetto domino devastante" su migliaia di neonati, hanno avvertito le Nazioni Unite. L'Unicef, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia, ha segnalato un allarmante aumento del numero di bambini nati con un peso inferiore a 2,5 chilogrammi (5,5 libbre) nei territori palestinesi. "Madri malnutrite" danno alla luce bambini sottopeso o prematuri, che "muoiono... o sopravvivono, solo per poi affrontare a loro volta la malnutrizione o potenziali complicazioni mediche permanenti", ha dichiarato la portavoce dell'Unicef Tess Ingram in una conferenza stampa a Ginevra, parlando dal centro di Gaza. Ha aggiunto che i neonati sottopeso alla nascita hanno circa 20 volte più probabilità di morire rispetto ai neonati di peso normale. Nel 2022, prima dell'attacco di Hamas del 7 ottobre in Israele e della successiva offensiva israeliana a Gaza, il 5% dei bambini nati a Gaza era sottopeso: una media di 250 bambini al mese, secondo i dati del Ministero della Salute nel territorio controllato da Hamas, considerati affidabili dalle Nazioni Unite. Nonostante il calo delle nascite nella prima metà del 2025, il 10% dei bambini è nato sottopeso durante questo periodo: circa 300 bambini al mese. E da luglio a settembre, i tre mesi precedenti il ;;fragile cessate il fuoco del 10 ottobre, la cifra è salita a 460 bambini al mese, ha affermato Ingram. "Il basso peso alla nascita è generalmente causato da una cattiva alimentazione materna, da un aumento dello stress materno e da un'assistenza prenatale limitata", ha affermato. "A Gaza, assistiamo a tutte e tre le cause, e la risposta non sta procedendo con sufficiente rapidità né con la portata richiesta". Ingram ha affermato che a ottobre l'Unicef ha curato 8.300 donne incinte e in allattamento per malnutrizione acuta, osservando che non vi era stata alcuna malnutrizione evidente in questo gruppo prima di ottobre 2023. L'Unicef ha affermato che il numero di bambini che muoiono il primo giorno di vita è aumentato da una media di 27 nel 2022 a 47 tra luglio e settembre di quest'anno. "Si segnala che almeno 165 bambini sono morti per morti dolorose e prevenibili legate alla malnutrizione durante la guerra", ha affermato Ingram. Ingram ha chiesto maggiori aiuti per entrare a Gaza e l'apertura del valico di Rafah dall'Egitto.
Siria, media: "Esplosioni nella zona di Damasco, attaccato l'aeroporto militare"
Esplosioni sono state segnalate nell'area di Damasco. Lo riporta l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, aggiungendo che per il momento non sono segnalate vittime. Il canale Al-Ikhbariya, affiliato al regime siriano, ha riferito che "proiettili sono caduti nell'area dell'aeroporto militare di Al-Mezzeh, nella capitale siriana".
Media: "Le Idf collaborano con i coloni per costruire nuovi avamposti in Cisgiordania"
Le Idf sono pienamente consapevoli e stanno collaborando con i coloni israeliani che stanno costruendo nuovi avamposti agricoli in Cisgiordania. Lo ha riferito un ufficiale dell'esercito israeliano all'emittente pubblica Kan, spiegando che da quando il Maggior Generale Avi Bluth è stato nominato a capo del Comando Centrale delle Idf nel luglio 2024, "un meccanismo formale per l'istituzione di fattorie ha realmente iniziato a prendere forma in piena collaborazione con il comando". Il comando, ha aggiunto l'ufficiale, non solo "sa che verranno istituite delle fattorie", ma anche che l'esercito è "un partner nel processo di coordinamento preliminare".
Rsf: "In un anno uccisi 67 giornalisti, quasi metà a Gaza"
Il nuovo bilancio annuale di Reporter senza frontiere segnala un totale di 67 giornalisti uccisi nel mondo nell’ultimo anno. Quasi la metà delle vittime si concentra nella Striscia di Gaza "sotto il fuoco delle forze israeliane"
Rsf: 'In un anno uccisi 67 giornalisti, quasi metà a Gaza'
Vai al contenutoRubio a colloquio con il ministro egiziano Abdelatty, focus su Gaza e Sudan
Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha parlato con il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty con il quale ha discusso dell'attuazione del piano in 20 punti del presidente Usa Donald Trump per porre fine al conflitto a Gaza. Lo ha riferito il vice portavoce del dipartimento di Stato, Tommy Pigott, aggiungendo che i due hanno inoltre discusso della cooperazione bilaterale, nonchè degli impegni in corso per raggiungere un cessate il fuoco umanitario in Sudan.
Israele riaprirà domani l'accesso agli aiuti per Gaza dalla Giordania
Israele riaprirà domani la principale via di transito per gli aiuti umanitari provenienti dalla Giordania a Gaza, dopo oltre due mesi di chiusura. Lo ha annunciato un funzionario della sicurezza israeliano. "A partire da domani, il trasferimento di beni e aiuti dalla Giordania alla Striscia di Gaza sarà consentito attraverso il valico di Allenby", ha dichiarato il funzionario sotto anonimato. Il valico tra la Giordania e la Cisgiordania era stato chiuso da Israele ai camion degli aiuti a fine settembre, dopo l'attacco da parte di un autista di camion giordano che uccise due soldati israeliani. "Nelle ultime settimane, i necessari adeguamenti di sicurezza al valico di Allenby sono stati completati sia dal lato israeliano che da quello giordano", ha dichiarato il funzionario, menzionando anche il rafforzamento delle "procedure di controllo e identificazione di sicurezza per gli autisti giordani e il carico dei camion".
Idf irrompe e perquisisce 2 università in Cisgiordania
Le forze armate israeliane hanno fatto irruzione e perquisito i due principali atenei palestinesi in Cisgiordania, l'Università di Birzeit, a nord di Ramallah, e quella di Al-Quds ad Abu Dis, a Gerusalemme Est. Lo hanno riferito i media palestinesi. In filmati circolati si vedono truppe e veicoli militari in entrambi i campus. Secondo fonti locali citate dall'agenzia di stampa palestinese Wafa, le truppe israeliane hanno arrestato cinque addetti alla sicurezza nell'ateneo di Birzeit e confiscato i loro telefoni, insieme a sei giovani della cittadina. In base ai dati forniti dall'organizzazione Palestinian Prisoners' Society, almeno 40 persone sono state arrestate dalle forze israeliane in Cisgiordania da ieri sera, principalmente nei governatorati di Hebron, Nablus e Betlemme, ma anche nelle aree di Ramallah, Jenin, Salfit e Qalqilya. Inoltre, secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese due persone, tra cui un ragazzo di 13 anni, sono state ferite alle gambe da colpi d'arma da fuoco dell'Idf nel campo profughi di al-Am'ari, vicino a Ramallah.
Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni
Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.
Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni
Vai al contenutoA Gaza 68 milioni di tonnellate di detriti, pesanti come 186 Empire State Building
La guerra a Gaza ha ridotto gran parte dell'enclave in macerie, generando circa 68 milioni di tonnellate di detriti, secondo il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite. Distribuire tale quantità di macerie uniformemente su Manhattan, scrive il Wall Street Journal, lascerebbe circa 97 kg di detriti per metro quadrato, mentre il peso complessivo equivale a quello di circa 186 Empire State Building o di 162 ponti come il Golden Gate. Sgomberare la Striscia per aprire la strada alla ricostruzione sarà un compito colossale che si prevede richiederà anni e costerà oltre un miliardo di dollari. Migliaia di attacchi aerei israeliani, insieme ai combattimenti sul terreno e alle demolizioni controllate, hanno distrutto oltre 123.000 edifici a Gaza e ne hanno danneggiati altri 75.000 in varia misura, pari all'81% di tutte le strutture dell'enclave, secondo l'ultima analisi delle immagini satellitari condotta dalle Nazioni Unite. Le macerie sono miste a ordigni inesplosi: bombe, missili, razzi e proiettili di artiglieria che non sono esplosi. Ci sono anche resti umani: i corpi di circa 10.000 persone che rimangono intrappolate sotto le macerie, secondo le autorità sanitarie palestinesi. I lavori di rimozione delle macerie possono iniziare seriamente solo se le autorità israeliane consentiranno l'ingresso a Gaza di macchinari e attrezzature pesanti necessari per spostare i detriti e distruggere gli ordigni inesplosi. È improbabile che ciò accada finché Hamas e Israele non raggiungeranno un accordo sulla seconda fase del piano di pace delineato dal presidente Trump. Al momento i colloqui sono bloccati, poiché Hamas si rifiuta di disarmarsi e persistono disaccordi su chi alla fine controllerà l'enclave.
Policlinico Umberto I: ricoverati altri 4 bimbi da Gaza
Nel quadro delle operazioni umanitarie condotte dall'Italia per la popolazione civile di Gaza, coordinate dal Ministero degli affari esteri, prosegue l'impegno della Sapienza e del Policlinico universitario Umberto I per favorire l'accoglienza dei bambini e assicurare loro le cure necessarie. Sono arrivati ieri sera all'aeroporto di Ciampino altri piccoli pazienti provenienti dalla Striscia, insieme ad alcuni familiari. Ad accoglierli, con il vice presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, anche la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni. Quattro di loro, accompagnati da circa quaranta persone tra genitori, fratelli e sorelle, sono stati presi in carico dalle differenti Unita' operative della Clinica Pediatrica dell'Umberto I.
Zamir: Linea Gialla nuovo confine per Israele; ira Hamas
La Linea Gialla che segna il ritiro delle truppe israeliane a Gaza e divide orizzontalmente in due la Striscia e' un nuovo confine per lo Stato ebraico. Lo ha dichiarato il capo di Stato maggiore dell'Idf, Eyal Zamir, spiegando che si tratta di "una nuova linea di confine", che "funge da linea difensiva avanzata per le nostre comunita' e da linea di attivita' operativa". "Abbiamo il controllo operativo su ampie zone della Striscia di Gaza e rimarremo su quelle linee di difesa", ha aggiunto il capo dell'esercito israeliano. Immediata la reazione di Hamas: per Hussam Badran, membro dell'ufficio politico del gruppo palestinese, le parole di Zamir mostrano il mancato rispetto da parte di Israele dei termini della fase uno del cessate il fuoco. Le truppe dell'Idf continuano a demolire le case palestinesi all'interno della LInea Gialla, prolungando le operazioni militari che avrebbero dovuto concludersi il primo giorno dell'accordo, all'inizio di ottobre.
Israele riaprirà valico Giordania a camion aiuti Gaza
Israele riaprirà il valico di Allenby con la Giordania ai camion di aiuti umanitari diretti a Gaza. Lo ha riferito una fonte israeliana. A settembre il posto di confine era stato chiuso dopo che un camionista giordano diretto nella Striscia aveva sparato e ucciso due soldati israeliani. La mossa, decisa dal potere politico israeliano sotto pressione Usa, consentira' il transito di merci e aiuti tra Giordania, Cisgiordania e Gaza. Sono state apportate modifiche sia sul lato israeliano che su quello giordano del valico e sono state rafforzate le procedure di sicurezza e di controllo per gli autisti giordani e i loro carichi.
Hamas: "No inizio fase 2 finché violazioni Israele"
La seconda fase dell'accordo di pace per Gaza non potrà iniziare fino a quando Israele continuerà "le sue violazioni" del cessate il fuoco, entrato in vigore il 10 ottobre scorso. Lo ha ribadito all'Afp Hossam Badran, membro dell'ufficio politico di Hamas, denunciando che Israele continua "a sottrarsi ai propri impegni” ed esortando i Paesi mediatori a esercitare “pressioni” su Israele affinché rispetti la prima fase dell'accordo.
Quattro bambini palestinesi a Roma al Policlinico Umberto I
Nel quadro delle operazioni umanitarie condotte dall'Italia per la popolazione civile di Gaza, coordinate dal ministero degli affari esteri, prosegue l'impegno della Sapienza e del Policlinico universitario Umberto I per favorire l'accoglienza dei bambini e assicurare loro le cure necessarie.Sono arrivati ieri sera all'aeroporto di Ciampino altri piccoli pazienti provenienti dalla Striscia, insieme ad alcuni familiari. Ad accoglierli, con il vice presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, anche la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni. Quattro di loro, accompagnati da circa quaranta persone tra genitori, fratelli e sorelle, sono stati presi in carico dalle differenti Unità operative della Clinica Pediatrica dell'Umberto I. "L'incontro con i bambini di Gaza è un'emozione difficile da tradurre in parole: arrivano da territori profondamente martoriati e portano con sé non solo la fragilità della malattia, ma anche le storie delle loro famiglie - racconta la rettrice Antonella Polimeni - Sono vicende che entrano nel vissuto di ciascuno di noi e che si aggiungono a quelle dei piccoli pazienti già accolti nei mesi scorsi con i loro cari. La mia speranza è che l'emergenza che ancora colpisce la popolazione della Striscia possa presto lasciare spazio a una pace duratura, fondata sul dialogo e sulla cooperazione tra i popoli." "Il Policlinico Umberto I - dichiara il direttore generale Fabrizio d' Alba - già nei mesi scorsi è stato il luogo di cure e di accoglienza per bambini e bambine testimoni e vittime di una guerra terribile che ha martoriato le loro vite e quelle delle loro famiglie. I professionisti tutti del nostro Ospedale saranno come già da mesi stanno facendo, pronti e disponibili a prendersi cura di questo piccoli pazienti mettendo a disposizione le loro competenze e capacità professionali mediche unitamente ad un approccio umano e di solidarietà colmo di gesti concreti."
Sondaggio, 53-71% israeliani teme altra guerra nel 2026
In Israele, un sondaggio rilanciato dal quotidiano Times of Israel, rivela che la maggioranza degli israeliani teme che il Paese sia coinvolto in un'altra guerra nel prossimo anno. Secondo l'Israel Voice Index di novembre 2025 dell'Israel Democracy Institute, il 71% degli israeliani ritiene che le ostilita' con Hezbollah in Libano riprenderanno. Il 69% pensa che ci sara' un'altra guerra con l'Iran e il 53% prospetta che Israele riprendera' a combattere Hamas a Gaza. Inoltre, il 47% valuta che potrebbe esserci un nuovo conflitto con il gruppo ribelle Houthi in Yemen, che ha lanciato centinaia di missili e droni contro Israele negli ultimi due anni. Il sondaggio rileva inoltre che il 59% degli israeliani ritiene che una nuova rivolta potrebbe scoppiare in Cisgiordania nel prossimo futuro. Tuttavia, questa cifra mostra una spaccatura interna, con il 64% degli ebrei israeliani che teme un'intifada, mentre solo il 36% degli arabi israeliani la considera una possibilita'. Il sondaggio rivela inoltre che il 55% degli israeliani ritiene che il piano degli Stati Uniti di vendere i moderni jet F-35 all'Arabia Saudita danneggera' la sicurezza di Israele.
Rapporto Migrantes: in Italia a ottobre 1.200 arrivati da Gaza
Il reinsediamento dei rifugiati da Paesi di primo asilo, iniziato in Italia dieci anni fa, appare in forte rallentamento. Dopo le 985 persone accolte nel 2017, i numeri sono scesi drasticamente: 182 nel 2023, 84 nel 2024 e praticamente zero per buona parte del 2025. Nel primo semestre 2025 l'Italia ha accolto 304 persone tramite evacuazioni umanitarie, contro le 1.034 del 2024. Verso fine ottobre 2025 il ministero degli Esteri ha annunciato l'accoglienza di 1.200 palestinesi nell'ambito degli interventi umanitari legati alla guerra di Gaza. Dal febbraio 2016 all'ottobre 2025, grazie ai corridoi umanitari promossi da organizzazioni religiose e associative, quasi 8.300 persone hanno raggiunto l'Europa in sicurezza, di cui oltre 7.100 arrivate in Italia. A partire dal 2019, circa 300 studenti rifugiati hanno potuto accedere all'universita' italiana grazie al progetto UNICORE. L'Italia rimane uno dei principali Paesi europei impegnati nei corridoi umanitari, un modello riconosciuto a livello internazionale.
Domani flash mob #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza in oltre 50 ospedali
Sono già 51 gli ospedali, da Trento a Palermo, che mercoledì 10 dicembre 'Giornata Internazionale dei Diritti Umani', parteciperanno alla mobilitazione promossa dalle reti #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza per chiedere la liberazione degli oltre 90 sanitari palestinesi illegalmente detenuti nelle carceri israeliane. Tra questi il pediatra Hussam Abu Safiya, direttore del Kamal Adwan Hospital nella Striscia di Gaza, un simbolo della sanità civile colpita dal conflitto. Il flash mob si svolgerà tra le 10 e le 19, davanti agli ospedali e alle strutture sanitarie di tutta Italia verranno esposti i poster dei sanitari palestinesi detenuti e sul canale Youtube @digiunogaza alle 17 partirà la maratona online 'Una giornata di lavoro e solidarietà per Gaza' con medici e attivisti che interverranno in live streaming dalla Striscia di Gaza e dagli ospedali mobilitati in tutta Italia. La maratona sarà l’occasione per presentare la campagna di raccolta fondi a sostegno dell’ospedale Emergency di Al-Qarara, nella striscia di Gaza. “Oltre agli ospedali italiani il 10 dicembre saranno con noi anche strutture sanitarie internazionali – sottolinea Francesco Niccolai, tra i fondatori della rete #DigiunoGaza – ad oggi hanno aderito anche reti di operatrici e operatori sanitari di Francia, Regno Unito, Belgio e Stati Uniti (Doctors against Genocide, Physicians for Humanity e Health Workers 4 Palestine Connecticut (Usa); Blouses Blanche Pour Gaza (Francia); British Arab Nursing & Midwifery e Health Workers 4 Palestine Uk (Gran Bretagna); Health Workers 4 Palestine Belgium (Belgio). Dopo il flash mob di agosto e di ottobre (digiuno per Gaza e Luci per la Palestina) a cui hanno aderito oltre 60 mila operatrici e operatori del sistema sanitario, abbiamo continuato a mantenere alta l’attenzione perché a Gaza il genocidio non è terminato e continuano le incursioni dei coloni in Cisgiordania. Ricordo che abbiamo anche aperto una raccolta fondi a favore di Emergency, il nostro obiettivo è raccogliere 150mila euro per la clinica di Emergency a Khan Yunis, è importante – conclude Niccolai - raggiungere rapidamente questa cifra perché la popolazione di Gaza non ha più tempo”.
Egitto chiede alla Fao di aumentare gli aiuti per Gaza e Sudan
L'Egitto ha chiesto all'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao) di assumere un ruolo più incisivo nel sostenere i Paesi che affrontano gravi crisi dell'approvvigionamento alimentare, sottolineando le crisi a Gaza e in Sudan come priorità urgenti. E' stato il primo ministro Mostafa Madbouly a lanciare l'appello a nome del presidente Abdel-Fattah El-Sisi in apertura del terzo incontro globale dei rappresentanti della Fao svolto nella nuova capitale egiziana, presente il direttore generale dell'agenzia, Qu Dongyu. "I sistemi alimentari sono sottoposti a crescenti pressioni a causa dei cambiamenti climatici, delle interruzioni della catena di approvvigionamento e dell'aumento dei prezzi delle materie prime - ha detto -, e la cooperazione regionale sarà essenziale per gestire queste pressioni". L'incontro del Cairo dovrebbe far progredire gli sforzi già in atto - ha aggiunto - migliorando la qualità dei programmi e ampliando le partnership a supporto di sistemi alimentari sostenibili. In un contesto di peggioramento delle condizioni umanitarie, ha concluso, "le agenzie delle Nazioni Unite, in particolare la Fao, devono intensificare il sostegno ai Paesi che affrontano gravi interruzioni dell'approvvigionamento alimentare", citando Gaza e Sudan tra i più critici.
Media: "Blair non avrà ruolo nel board di pace per Gaza"
Tony Blair non occuperà una posizione chiave nel 'consiglio di pace' di Donald Trump per Gaza, dopo che, secondo quanto riportato, nazioni arabe e musulmane si sarebbero opposte al coinvolgimento dell'ex primo ministro britannico. Secondo il Financial Times, Blair è stato silenziosamente escluso dalla lista dei candidati per il consiglio che Trump ha dichiarato di voler presiedere personalmente. Mentre i sostenitori di Blair avevano sottolineato il suo ruolo nel porre fine a decenni di violenza nell'Irlanda del Nord, i critici avevano sottolineato il suo scarso curriculum di successi come rappresentante del cosiddetto Quartetto - Onu, Unione Europea, Stati Uniti e Russia - per contribuire alla mediazione della pace in Medio Oriente. Nel mondo arabo in generale, ricorda il Guardian, Blair era visto con scetticismo e ostilità anche per il suo ruolo nella disastrosa invasione dell'Iraq guidata dagli Stati Uniti nel 2003. Blair era stata l'unica persona pubblicamente indicata per un potenziale ruolo nel consiglio quando il presidente degli Stati Uniti presentò a settembre il suo piano in 20 punti per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas.
Vertice Idf: difficoltà oggettive Hamas a ritrovare corpo
Hamas ha difficolta' "oggettive" nel ritrovare il corpo di Ran Gvili, l'ultimo ostaggio deceduto a Gaza, ma "e' possibile riportarlo indietro". Lo ha dichiarato il maggior generale Nitzan Alon, uomo di punta dell'Idf nelle trattative per la liberazione degli ostaggi dopo l'attacco guidato da Hamas del 7 ottobre 2023. Una situazione "legata al caos che ha dovuto affrontare subito dopo il 7 ottobre", ha affermato Alon in un'intervista a Ynet, la prima da quando ha concluso i suoi oltre due anni di incarico, durante i quali ha anche guidato le attivita' di raccolta di informazioni dell'Idf su prigionieri e persone scomparse. "Ciononostante, crediamo che sia possibile riportarlo indietro. C'e' un collegamento tra la pressione esercitata su Hamas e i risultati, quindi non possiamo arrenderci", ha insistito Alon.
Generale Nitzan Alon: Hamas ha difficoltà "oggettive" a trovare il corpo ultimo ostaggio
Hamas ha difficoltà "oggettive" a trovare il corpo di Ran Gvili, l'ultimo ostaggio deceduto a Gaza la cui salma deve essere restituita a Israele. A dichiararlo è stato il generale Nitzan Alon, che ha ricoperto il ruolo di referente delle Idf, le Forze di difesa israeliane, nelle trattative sugli ostaggi dopo il 7 ottobre 2023. Hamas ha "difficoltà oggettive" a trovare il corpo, ha dichiarato in un'intervista a Ynet. "Tuttavia, crediamo che sia possibile riportarlo indietro. C'è un legame tra la pressione esercitata su Hamas e i risultati, quindi non possiamo arrenderci," ha aggiunto Alon nell'intervista, la prima da quando ha concluso i suoi oltre due anni di missione in cui ha anche guidato l'attività di raccolta di informazioni dell'IDF su prigionieri e persone scomparse.
"Giallo Blair" su Gaza. Ft: escluso da board, Usa smentisce
Mentre crescono i dubbi sul futuro postbellico di Gaza e sull'attuazione della fase due del piano Trump, si infittisce il giallo sulla posizione che dovra' ricoprire Tony Blair nel 'Board of Peace'. Secondo il Financial Times, l'ex primo ministro britannico sarebbe stato escluso dalla lista dei candidati per l'amministrazione provvisoria voluta da Trump nella Striscia, in seguito alle obiezioni di diversi stati arabi e musulmani. Blair, finora era stata l'unica persona pubblicamente identificata per un potenziale ruolo nel consiglio quando Trump, a fine settembre, aveva svelato il suo piano in 20 punti per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas. E Blair, dal suo canto, aveva definito il piano di Trump come "audace e intelligente", aggiungendo che sarebbe stato felice di far parte del Board, presieduto dal presidente degli Stati Uniti, considerato anche il fatto che aveva lavorato per piu' di un anno a un piano per Gaza, utilizzando il suo Tony Blair Institute per formulare le sue idee, e collaborato con Jared Kushner, genero di Trump e inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, durante il primo mandato del presidente. Ma a mettere in discussione la sua presenza, sarebbe stato il ruolo dell'ex premier durante l'invasione dell'Iraq guidata dagli Stati Uniti nel 2003, che lo renderebbe incompatibile per tutti i Paesi della regione mediorientale. L'ufficio di Blair ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni, mentre un funzionario statunitense, al Times of Israel, ha respinto categoricamente l'articolo del Financial Times, definendolo "fuorviante". Secondo il funzionario, Blair e' infatti pronto a far parte di quel comitato, insieme ai principali collaboratori di Trump, Jared Kushner e Steve Witkoff, nonche' all'ex inviato delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente, Nikolay Mladenov.
Rsf: nel 2025 uccisi 67 giornalisti, quasi metà a Gaza
Sono 67 i giornalisti uccisi nel mondo in un anno, di cui quasi la metà nella Striscia di Gaza "sotto il fuoco delle forze israeliane". Lo rende noto Reporter senza frontiere nel suo bilancio annuale pubblicato oggi. "Il numero dei giornalisti uccisi (dal primo dicembre 2024 al primo dicembre 2025) è tornato a crescere, a causa delle pratiche criminali delle forze armate regolari e non e della criminalità organizzata", spiega l'associazione secondo la quale "i giornalisti non muoiono, vengono uccisi".