Israele, Mosca propone una bozza all'Onu su Gaza: sfida agli Usa

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La Russia ha presentato al Consiglio di sicurezza una propria bozza di risoluzione su Gaza, in opposizione a quella americana. Nel testo Mosca non menziona la smilitarizzazione della Striscia e si oppone alla permanenza di Israele oltre la Linea Gialla. Inoltre non cita il Board of Peace per l'amministrazione transitoria dell'enclave, previsto dal piano Trump. Intanto, gli Usa e diversi paesi arabi hanno chiesto l'adozione "rapida" della bozza di risoluzione Usa all'Onu. Israele ha bloccato di nuovo gli aiuti a Gaza attraverso l'Egitto

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La Russia sfida gli Stati Uniti sul futuro di Gaza, presentando una propria bozza di risoluzione al Consiglio di sicurezza dell'Onu, in opposizione a quella americana. Nel testo, visionato da Reuters e Channel 12, Mosca non menziona la smilitarizzazione della Striscia e si oppone alla permanenza di Israele oltre la Linea Gialla. Inoltre non cita il Board of Peace per l'amministrazione transitoria dell'enclave, previsto dal piano Trump, e affida al Segretario generale il compito di valutare le "opzioni per il dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione". "I tentativi di seminare discordia avranno gravi conseguenze per i palestinesi", avverte la missione Usa.

Intanto, gli Stati Uniti e diversi paesi arabi hanno chiesto l'adozione "rapida" della  bozza di risoluzione Usa all'Onu su Gaza. Secondo fonti diplomatiche, Washington chiederebbe un voto in Consiglio di Sicurezza già lunedì,  ma non è chiaro se sia fattibile o se comporterebbe il rischio di un  veto da parte di Russia e Cina.

Gli Stati Uniti starebbero pianificando una divisione a lungo termine di Gaza in una “zona verde” sotto il controllo militare israeliano e internazionale, dove la ricostruzione inizierebbe, e una “zona rossa” da lasciare in rovina. Lo riporta il Guardian citando alcuni documenti di cui ha preso visione e diverse fonti.

Israele ha chiuso nuovamente, come già venerdì scorso, i valichi di Kerem Shalom e Al Awja tra l'Egitto, Israele e la Striscia di Gaza, impedendo di fatto il passaggio degli aiuti umanitari: lo ha fatto sapere la Mezzaluna rossa egiziana e lo hanno confermato fonti dirette ai passaggi di frontiera.

L'Autorità nazionale palestinese ha denunciato l'uccisione di due ragazzi quindicenni uccisi dal fuoco israeliano nei pressi di Hebron, nella Cisgiordania meridionale, dove l'esercito israeliano aveva precedentemente annunciato di aver "eliminato due terroristi". 

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Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo

La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

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Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

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Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza

Dopo la firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori hanno lavorato alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

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Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni

Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.

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Israele respinge ipotesi visita norvegese Store

Il mese scorso Israele ha respinto la richiesta del primo ministro norvegese Jonas Gahr Stre di visitare il Paese. Le autorita' israeliane hanno detto alla Norvegia che una visita del genere non sarebbe gradita. Lo riporta il notiziario locale Dagens Naeringsliv, citando fonti anonime. Le tensioni tra i due Paesi sono esplose a seguito delle critiche di Oslo a Israele per la guerra a Gaza e del riconoscimento da parte della Norvegia di uno Stato palestinese.

Media: "Ferita una donna nell'esplosione a Damasco"

La televisione di Stato siriana ha riferito che una donna è rimasta  ferita nell'esplosione di questa sera a Damasco, causata da un attacco  di "assalitori sconosciuti", aggiungendo che le forze di sicurezza  stanno indagando. Anche l'agenzia di stampa statale siriana Sana ha  affermato che una donna è rimasta ferita questa sera e che l'esplosione è  stata causata da razzi sparati da un lanciatore mobile. Il sito  israeliano Haaretz ricorda che le esplosioni non sono rare nella  capitale siriana, sebbene siano diminuite negli ultimi mesi. Dalla  caduta del governo del presidente Bashar al Assad, nel dicembre dello  scorso anno, dopo che gli insorti hanno preso il controllo nella  capitale, si sono verificate diverse esplosioni a Damasco. Anche Israele  ha effettuato centinaia di attacchi aerei in tutto il Paese dalla fine  della dinastia Assad, durata 54 anni, prendendo di mira principalmente  le risorse dell'esercito siriano.

Guardian: "Piano Usa per dividere in due Gaza"

Gli Stati Uniti stanno pianificando la divisione a lungo termine di Gaza in una "zona verde" sotto il controllo militare israeliano e internazionale, dove inizierebbe la ricostruzione, e una "zona rossa" da lasciare in rovina. Secondo i documenti di pianificazione militare degli Stati Uniti visionati dal 'Guardian' e da fonti informate sui piani americani, inizialmente le forze straniere saranno schierate insieme ai soldati israeliani nella parte orientale di Gaza, lasciando la striscia devastata divisa dall'attuale "linea gialla" controllata da Israele. "L'ideale sarebbe che tutto fosse sistemato, giusto? Ma e' un obiettivo ambizioso", ha detto un funzionario statunitense, parlando a condizione di anonimato. "Ci vorra' del tempo. Non sara' facile".

Media: "Trump verso ok alla vendita di F-35 all'Arabia Saudita"

Donald Trump si appresta a concedere all'Arabia Saudita la possibilità di acquistare F-35. Il presidente dovrebbe infatti raggiungere un accordo con il principe della corona saudita Mohammed bin Salman che prevede la vendita di F-35 e acquisti di gas naturale liquefatto. Lo riporta l'agenzia Bloomberg in vista della visita martedì alla Casa Bianca del principe.

Rubio: "Risoluzione all'Onu gode di ampio sostegno"

"Lo storico Piano Globale per porre fine al conflitto di Gaza e' la strada migliore per la pace in Medio Oriente. La nostra Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite rendera' possibile tale piano e gode di un ampio sostegno internazionale e regionale. Siamo grati a Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Indonesia, Pakistan, Giordania e Turchia per il loro sostegno. Il Medio Oriente non e' mai stato cosi' vicino a una pace reale e duratura". Lo scrive il Segretario di Stato Usa, Marco Rubio.

Tregua Gaza, chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas. FOTO

Venti persone rapite nell’attacco del 7 ottobre 2023 sono state liberate, consegnate alla Croce Rossa e riportate in Israele. Ecco le loro storie.

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Media: "Trump venderà caccia F-35 ad Arabia Saudita"

Secondo quanto riportato da Bloomberg News, citando un funzionario della Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dovrebbe raggiungere un accordo con il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, che consentira' a Riad di acquisire i caccia stealth F-35. Trump e il principe ereditario hanno in programma di firmare accordi economici e di difesa durante una visita alla Casa Bianca prevista per martedi' prossimo, aggiunge la notizia.

Media: "Gli ostaggi rilasciati il mese scorso incontreranno Trump"

Il media israeliano Haaretz, citando una fonte a conoscenza della questione, scrive che gli ostaggi rilasciati il ;;mese scorso nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza sponsorizzato dagli Stati Uniti si recheranno alla Casa Bianca la prossima settimana, giovedì, per incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La stessa fonte ha poi precisato che il governo israeliano finanzierà il viaggio, nonostante non sia stato coinvolto nell'organizzazione della visita.

Media: "Piano Usa per Gaza divisa in due zone"

Gli Stati Uniti stanno pianificando una divisione a lungo termine di Gaza in una 'zona verde' sotto il controllo militare israeliano e internazionale e dove la ricostruzione inizierebbe, e una 'zona rossa' da lasciare in rovina. Lo riporta il Guardian citando alcuni documenti di cui ha preso visione e diverse fonti. 

Jared Kushner, chi è il genero di Trump e il ruolo tra Israele e Hamas

Del genero del presidente americano Donald Trump (marito della figlia Ivanka), si è tornati a parlare dopo l'accordo di tregua tra Israele e Hamas, siglato dopo oltre due anni di conflitto. Insieme a Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina e in Medio Oriente, Kushner ha avuto un ruolo attivo nelle trattative tra le parti: ecco chi è.

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Iran: l'impegno della Farnesina per gli studenti iraniani

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e' costantemente impegnato a migliorare i processi legati alla trattazione dei visti di studio, consapevole dell'importanza del ruolo della cooperazione culturale e accademica nel rafforzamento dei rapporti tra popoli. In relazione ad alcuni articoli apparsi su vari organi di informazione relativi a dinieghi di visti a studenti iraniani e alle difficolta' per gli studenti di prendere appuntamento presso l'Ambasciata d'Italia a Teheran, preme segnalare che per l'anno accademico 2025-2026 l'Ambasciata in Iran ha gia' offerto 4.500 appuntamenti per gli studenti: a parita' di forza lavoro, si tratta di circa un quarto in piu' di tutti gli studenti che hanno depositato domanda di visto l'anno scorso, e quasi il 40% di tutte le domande di visto attualmente raccolte alla Sede. A cio' si aggiunge l'impatto della temporanea chiusura forzata dell'Ambasciata nel giugno scorso, determinata dalle tensioni belliche e dalla fase di guerra tra Iran e Israele: una situazione che ha reso necessario ridurre il personale italiano presente nel Paese e sospendere totalmente le attivita' consolari per diversi giorni. Nonostante cio', l'Ambasciata d'Italia e' stata tra le prime a riaprire al pubblico e a riprendere il rilascio dei visti dopo gli accadimenti politici che hanno colpito il Paese, dando particolare priorita' proprio alla lavorazione delle pratiche di visto per gli studenti. La domanda di visto per l'Italia - prosegue la Farnesina - risente anche delle politiche sensibilmente piu' restrittive tuttora adottate da alcuni importanti partner Schengen in materia di visti per studio, sia in termini di requisiti che di numero di domande accettate. Tali scelte - come l'introduzione di un voto minimo obbligatorio per gli studenti iscritti al primo anno o l'accettazione esclusiva di domande per master e dottorati - hanno inevitabilmente deviato verso l'Italia un numero elevato di richiedenti che altrove non avrebbero avuto accesso alla procedura. Del resto, la quasi totalita' dei 4.500 appuntamenti sopra menzionati sono stati riempiti in soli otto giorni dall'apertura del portale, circostanza mai verificatasi in precedenza e che conferma una pressione atipica sui nostri servizi consolari. Inoltre, il Testo Unico sull'immigrazione, che rappresenta la normativa di riferimento per i visti nazionali, quali quello per motivi di studio, dispone l'obbligo di verificare con accuratezza la documentazione sottoposta a corredo della domanda di visto, che comporta i necessari tempi di lavorazione. Si tratta infatti di misure volte a tutelare la sicurezza nazionale e il rischio di immigrazione irregolare. Si ricorda infine che lo scorso anno la nostra Ambasciata e' stata la terza tra i Paesi Schengen per numero di domande ricevute, trattando un volume di richieste nettamente superiore alla media Schengen (9.400 visti per breve soggiorno a fronte di una media di 5.400), confermandosi come una delle Rappresentanze straniere con il piu' alto carico di lavoro nel Paese.

Onu, non sappiamo perche' Israele ha chiuso accesso Rafah

L'Onu ha dichiarato che Israele non ha fornito spiegazioni sul perche' le autorita' militari non hanno ancora aperto l'accesso a Gaza da Rafah, ingresso chiave per la consegna di aiuti umanitari alla popolazione palestinese. "Penso - ha aggiunto il portavoce Stephane Dujarric - che la domanda vada fatta sia agli israeliani sia agli egiziani". 

Gaza, quali Paesi potrebbero entrare nella forza multilaterale di pace

Dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, nella Striscia di Gaza cresce l’attesa per la riapertura dei valichi di frontiera e l’ingresso degli aiuti umanitari alla popolazione. Nel frattempo, il ritiro dell’Idf pone la questione della sicurezza con diversi Stati che hanno dato la disponibilità a inviare forze di peacekeeping. Di questo si è parlato in una puntata di "Numeri", approfondimento di Sky TG24.

Gaza, quali Paesi potrebbero entrare nella forza multilaterale di pace

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Onu, a Gaza tende allagate da intense piogge

Dopo la guerra, Gaza sta soffrendo adesso le condizioni del maltempo. L'Onu ha dichiarato che centinaia di tende e ripari improvvisati sono stati allagati a causa delle intense piogge di oggi, che hanno avuto un forte impatto sulla popolazione in tutta la Striscia. "Temiamo - ha aggiunto il portavoce, Stephane Dujarric - che migliaia di famiglie sfollate siano completamente esposte alle dure condizioni meteo, aggravate da problemi di salute e protezione". Le organizzazioni umanitarie hanno inviato squadre di risposta rapida. "Stanno facendo tutto il possibile - ha detto Dujarric - per ridurre l'impatto delle piogge previste a Gaza". 

New York Times: Witkoff lavora a incontro con capo negoziatore Hamas

L'inviato speciale Usa Steve Witkoff starebbe lavorando all'organizzazione di un incontro con il capo negoziatore di Hamas, Khalil al-Hayya. Lo ha riferito il New York Times, citando due persone a conoscenza dei piani che tuttavia non hanno dato indicazioni sulla data. Il faccia a faccia, secondo il quotidiano, segnala la volontà della Casa Bianca di mantenere un canale aperto con il gruppo militante palestinese. Si tratterebbe del secondo incontro tra Witkoff e Hayya, dopo quello all'inizio di ottobre - al quale partecipo' anche Jared Kushner - per finalizzare l'accordo per un cessate il fuoco a Gaza. I primi contatti diretti si sono avuti lo scorso marzo nell'ambito di negoziati per la liberazione di ostaggi. L'iniziativa desto' scalpore, e anche irritazione in Israele, dal momento che Washington non si era mai impegnata direttamente con Hamas, designata come organizzazione terroristica nel 1997. Allora protagonista del colloquio era stato l'inviato Usa per gli ostaggi Adam Boehler. 

Sudafrica accetta 153 palestinesi su un aereo ombra

Dopo quasi 12 ore di attesa sulla pista, il Sudafrica ha permesso a 153 passeggeri palestinesi di Gaza di sbarcare da un misterioso volo charter giunto dal Kenya all'aeroporto internazionale di Tambo. Il ministero degli Interni ha autorizzato i passeggeri a scendere solo dopo che un'organizzazione umanitaria locale ha garantito che avrebbe fornito alloggio ai passeggeri durante la loro permanenza in Sudafrica. Ai passeggeri palestinesi non era stato permesso di scendere dall'aereo dopo che si era scoperto che "non avevano i consueti timbri di uscita nei loro passaporti". Nigel Branken, un assistente sociale sudafricano che ha aiutato le persone trattenute sull'aereo, ha dichiarato che i passeggeri provenienti da Gaza gli hanno raccontato di essere stati costretti dalle autorità israeliane a lasciare tutti i loro effetti personali prima di salire su un aereo senza contrassegni in una base dell'aeronautica israeliana. 

21 parlamentari Usa presentano risoluzione su "genocidio"

La deputata democratica statunitense Rashida Tlaib, insieme ad altri 20 parlamentari, ha presentato una risoluzione che riconoscerebbe ufficialmente che il governo israeliano ha commesso il crimine di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza. Chiede inoltre agli Stati Uniti di adottare misure immediate e concrete per adempiere ai propri obblighi giuridici vincolanti in quanto parte della Convenzione sul Genocidio, al fine di prevenire e punire il crimine di genocidio. "Il genocidio del governo israeliano a Gaza non e' finito e non finira' finche' non agiremo. Da quando e' stato annunciato il cosiddetto 'cessate il fuoco', le forze israeliane non hanno smesso di uccidere palestinesi", ha affermato Tlaib."L'impunita' non fa che alimentare ulteriori atrocita'. Mentre il nostro governo continua a inviare assegni in bianco per crimini di guerra e pulizia etnica, i sorrisi dei bambini palestinesi vengono spenti da bombe e proiettili con la scritta 'Made in the USA'", ha aggiunto. "Per porre fine a questo orrore, dobbiamo rifiutare la negazione del genocidio e rispettare i nostri obblighi giuridici vincolanti ai sensi della Convenzione sul Genocidio, adottando misure immediate per perseguire giustizia e responsabilita', al fine di prevenire e punire il crimine di genocidio. Dobbiamo chiamare a rispondere i singoli autori e le aziende complici. Dobbiamo smettere di inviare armi a un esercito genocida. Dobbiamo rispettare il diritto internazionale e utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione, comprese le sanzioni, per porre fine a questo genocidio".

Iraq, presidente Iran celebra "successo" premier a elezioni

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha si e' congratulato con il premier iracheno Mohammed Shia al-Sudani per il suo "glorioso successo" alle elezioni parlamentari di questa settimana. Sudani e' il leader di un'alleanza di fazioni sciite, alcune delle quali con stretti legami con l'Iran, e sta attualmente negoziando la formazione di una nuova coalizione per rimanere in carica. "Spero che durante il nuovo mandato, le nostre relazioni e la nostra cooperazione in tutti i settori si sviluppino e si approfondiscano ulteriormente", ha affermato il leader della Repubblica islamica. Le elezioni in Iraq sono state un "glorioso successo, condotto pacificamente, e un fattore che rafforza la credibilita' e la grandezza di una nazione amichevole e fraterna", ha aggiunto Pezeshkian.

Medico Emergency: "A Gaza non pace ma tregua guerreggiata"

"La situazione a Gaza è sostanzialmente la stessa di mesi fa. Abbiamo meno bombe nella zona umanitaria, però la situazione sul campo è la stessa. Non ci sono gli ospedali, non c'è cibo, l'acqua pulita è un bene prezioso, per intenderci nella nostra clinica dove abbiamo ancora farmaci, non abbiamo garze. Stiamo tagliando in quattro le garze per poterle fare durare di più e fare le medicazioni".     Così Giorgio Monti, medico del Pronto Soccorso del Policlinico di Sant'Orsola che da mesi presta servizio nella clinica di Emergency a Gaza e volto della campagna 'Non uno di più', raccolta fondi che il Policlinico Sant'Orsola e l'Azienda Usl di Bologna hanno lanciato con il sostegno del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna per sostenere l'impegno della clinica in Palestina.        Quella in corso, osserva in un punto stampa sulla campagna a Bologna, "non è una pace, è una tregua, è una tregua fra l'altro guerreggiata, perché le bombe si sentono, si sentono quotidianamente, a volte anche in area nell'area cosiddetta, umanitaria e soprattutto non si ha la più pallida idea di cosa succederà da qui a breve, cioè non si sa chi ha il comando del territorio, non si sa chi gestirà la sicurezza, cosa succederà nei ministeri, chi gestirà la sanità, chi farà tutte quelle cose che servono alle persone per vivere oggi".        A Gaza, racconta, "la situazione è veramente difficile. L'ospedale sanitario è gravemente compromesso ma stiamo facendo un lavoro importante: su due cliniche vediamo 250 persone per ogni clinica al giorno, quindi 500 persone al giorno, medicina di base, stabilizzazione di feriti, malati cronici, consultorio materno infantile, vaccinazioni per bambini. Stiamo facendo tanta roba, stiamo facendo cose che servono alla popolazione di tutti i giorni e speriamo di poterlo continuare a fare".           Quindi, argomenta, "questa iniziativa è stato una boccata d'ossigeno importante per noi perché ci dobbiamo finanziare con la generosità della gente e il fatto che il mio ospedale sia con me, non soltanto lasciandomi andare, ma sostenendomi, pagandomi lo stipendio anche in questo modo, mi mi rende molto orgoglioso".         In Palestina, sottolinea ancora, "non c'è chiarezza per il futuro. In questo momento va un po' meglio, lo devo dire, perché altrimenti sembra che siamo quelli che si lamentano sempre. Ho chiesto per un anno che smettesse la guerra totale e con la tregua va meglio. Adesso serve un passo in più". Parlando in Salaborsa in centro a Bologna, Monti ha inoltre ricordato  che "Gaza ha il primato mondiale per bambini amputati pro capite: ci  sono oltre 4mila bambini amputati di almeno un arto, e non ci sono  strutture riabilitative. Il 25% dei 180mila feriti ha delle sequele  invalidanti e ha bisogno di supporto perché è a rischio vita. Il numero  di disabili totali è di circa 60mila persone", ha aggiunto. Nella  Striscia di Gaza, ha argomentato ancora il medico del Sant'Orsola e  coordinatore della struttura palestinese di Emergency,  "c'è una densità  abitativa pari a 10 volte quella della Bolognina. Al momento  - ha  ribadito - non c'è una pace, ma una tregua guerreggiata: le bombe si  sentono ancora quotidianamente, a volte anche nell'area umanitaria, e  non si ha la più pallida idea di cosa succederà di qui a breve. Sento  che si parla molto di ricostruzione, di futuro, ma riporto un dato:  secondo uno studio delle Nazioni Unite per ogni metro quadro di Gaza ci  sono 170 chili di macerie. Servirebbero sei mesi con 50 delle macchine  più moderne che ci sono nel mondo, che a Gaza non ci sono, per  rimuoverle. Quindi a Gaza serviranno dai 2 ai 20 anni per togliere le  macerie, poi servirà ricostruire", ha concluso Monti.

Cnn: "Funzionari Usa vogliono dissuadere Trump sui test nucleari"

I più alti funzionari dell'amministrazione Trump in materia di energia e nucleare incontreranno il presidente nei prossimi giorni con l'obiettivo di dissuaderlo dal riprendere i test sulle armi nucleari. Lo riporta la Cnn citando alcune fonti, secondo le quali i funzionari vogliono spiegare a Donald Trump che non ritengono sostenibile l'idea dei test ipotizzata dal presidente nelle scorse settimane.

Libano, Idf: "Hezbollah responsabile uccisione politico cristiano"

Il portavoce in lingua araba delle forze armate israeliane, Avichay Adraee, ha accusato Hezbollah di aver ucciso il politico libanese Elias al-Hazrouni il primo agosto 2023, facendolo passare come un incidente d'auto. Secondo l'Idf, l'alto esponente cristiano, noto per essere un duro oppositore del movimento sciita filo-iraniano, e' stato rapito dai militanti di Hezbollah e assassinato "avvelenandolo e fratturandogli le costole". Successivamente, "hanno rimesso il corpo nella sua auto" finita contro un albero in un fossato "per dare l'impressione che fosse uscito di strada e morto nell'incidente". Adraee su X ha puntato il dito contro l'Unita' 121 di Hezbollah, accusandola di compiere "omicidi contro giornalisti, ufficiali, politici e altre figure in Libano che si oppongono" al movimento e alle sue attivita'. "Questa unita' e' considerata il braccio armato della sicurezza interna del partito, che utilizza per rintracciare ed eliminare i suoi oppositori", ha sostenuto il portavoce dell'Idf.

Italia e Ocse insieme per resilienza economica di Libia e Yemen

La Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Ocse e il Direttorato per le relazioni globali e la cooperazione (Grc) dell'Organizzazione internazionale con sede a Parigi hanno organizzato l'evento 'Promoting Economic Resilience in Yemen and Libya: Lessons Learnt from Oecd and Italian-Supported Actions', dedicato ai risultati dei progetti sostenuti dall'Italia in Libia e Yemen.    Sono intervenuti per l'Italia il Rappresentante permanente presso l'Ocse, ambasciatore Luca Sabbatucci, e il Direttore centrale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente della Farnesina Maurizio Greganti, insieme con il viceministro per la Pianificazione e la cooperazione internazionale dello Yemen Mohammed Al Hawri, l'ambasciatore dello Yemen in Francia Reyad Yassin Abdullah, il vicedirettore del Grc Karim Dahou e il Direttore del Ciheam Bari Biagio di Terlizzi.    Nel 2024 l'Italia ha sostenuto con 350.000 euro il progetto Ocse 'Promoting Public-Private Dialogue in Libya', iniziativa volta a consolidare il dialogo tra istituzioni pubbliche e settore privato libico nei settori agroalimentare, bancario e finanziario, Ict, trasporti e logistica. Un secondo finanziamento italiano, pari a 500.000 euro, sostiene il progetto dedicato al rafforzamento della sicurezza alimentare ed energetica dello Yemen attraverso la formazione di 50 funzionari yemeniti e il supporto tecnico di istituzioni specializzate, grazie alla collaborazione con il Centro di formazione Ocse sulla governance pubblica di Caserta, il Ciheam Bari e l'Agenzia Internazionale dell'Energia.Nel suo intervento l'ambasciatore Sabbatucci ha sottolineato la centralità strategica dei due Paesi per la stabilità dell'intera regione, che ha conseguenze dirette anche sul nostro Paese

Media: Trump riceverà ultimi ostaggi rilasciati

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump accogliera' alla Casa Bianca giovedi' 20 novembre gli ultimi 20 ostaggi israeliani rilasciati il mese scorso nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco di Gaza. Lo ha riferito il Times of Israel, citando una fonte vicina alla vicenda. Contrariamente a quanto riportato in precedenza, il leader americano non noleggera' un aereo per far arrivare gli ex rapiti a Washington ma questi prenderanno voli commerciali a spese del governo israeliano. Tutti i 20 ostaggi rilasciati il 13 ottobre sono stati invitati alla Casa Bianca.

Iran, Usa: "Monitoriamo "incidente" petroliera in Stretto Hormuz"

Gli Stati Uniti stanno monitorando un "incidente" che ha coinvolto una petroliera battente bandiera delle Isole Marshall mentre attraversava lo Stretto di Hormuz. Secondo fonti di stampa e di agenzie di sicurezza marittima, il cargo sarebbe stato sequestrato dalle forze iraniane. "Siamo a conoscenza dell'incidente che ha coinvolto la M/V Talara, battente bandiera delle Isole Marshall. Stiamo monitorando attivamente la situazione. Le navi commerciali hanno diritto a una navigazione e a un commercio in mare aperto, in gran parte senza restrizioni", ha dichiarato la Quinta Flotta della Marina Militare Usa. Due compagnie di sicurezza marittima hanno riferito di un improvviso cambio di rotta della nave che porterebbe a pensare a un suo sequestro da parte delle forze di Teheran. Finora non c'e' stata nessuna conferma.

5 borse studio Università Calabria per studenti Palestina

Da oggi i giovani palestinesi possono candidarsi a UnicalPass - Unical for Palestinian Students Scholarships, un programma attivato dall'Universita' della Calabria che offre cinque borse di studio finalizzate alla frequenza dei corsi di laurea magistrale internazionali dell'ateneo per l'anno accademico 2025/2026. UnicalPass - e' scritto in una nota dell'ateneo - nasce come gesto concreto di solidarieta' e cooperazione, con l'obiettivo di promuovere il diritto allo studio, l'accesso all'istruzione superiore e la crescita personale in un contesto di dialogo interculturale e di integrazione. Grazie a questo programma, l'Universita' della Calabria rafforza la propria vocazione internazionale, caratterizzandosi sempre piu' come luogo di incontro e responsabilita' sociale. "Siamo consapevoli delle difficolta' che accompagneranno questa iniziativa, in particolare in relazione alla necessita' di attivare corridoi umanitari per l'effettivo arrivo in Calabria di studentesse e studenti palestinesi. Riteniamo pero' essenziale offrire il nostro contributo con responsabilita' e generosita' - afferma il rettore dell'Universita' della Calabria, Gianluigi Greco -. Crediamo che anche un piccolo gesto possa fare una grande differenza: non e' solo un sostegno economico, ma un investimento sociale e culturale. Le storie di liberta' e coraggio delle studentesse e degli studenti palestinesi ci ricordano quanto l'istruzione superiore sia talvolta anche un privilegio, un potente strumento di emancipazione, di dialogo e speranza. Per noi e' un atto di responsabilita' morale sostenere queste giovani vite, contribuire a costruire ponti di conoscenza e ad aprire opportunita' reali di studio e futuro".

Usa-Paesi arabi chiedono adozione rapida bozza Onu su Gaza

Gli Stati Uniti e diversi paesi arabi chiedono l'adozione "rapida" della bozza di risoluzione Usa all'Onu su Gaza. Secondo fonti diplomatiche, Washington chiederebbe un voto in Consiglio di Sicurezza gia' lunedi', ma non e' chiaro se sia fattibile o se comporterebbe il rischio di un veto da parte di Russia e Cina. La missione americana all'Onu ha fatto sapere che "Stati Uniti, Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Indonesia, Pakistan, Giordania e Turchia esprimono il loro sostegno congiunto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza attualmente in esame, redatta dagli Usa dopo consultazioni e in collaborazione con i membri del Consiglio e i partner della regione". "Lo storico Piano Globale per porre fine al conflitto di Gaza, annunciato il 29 settembre è approvato dalla risoluzione e celebrato e approvato a Sharm el-Sheikh", si legge nella nota, dove si afferma anche: "Rilasciamo questa dichiarazione in qualità di Stati membri riuniti durante la Settimana di Alto Livello per avviare questo processo, che apre la strada all'autodeterminazione e allo Stato palestinese. Sottolineiamo che si tratta di uno sforzo sincero e che il Piano offre una strada percorribile verso la pace e la stabilità, non solo tra israeliani e palestinesi, ma per l'intera regione".

Lettera esponenti Pd a Meloni e Tajani: sbloccare gli aiuti

"Non si possono prendere posizioni ideologiche quando le richieste sono umanitarie e quando la situazione e' tutt'altro che pacificata. I palestinesi a Gaza stanno ancora morendo di fame e di malattie per mancanza di cibo, di farmaci e di generi di prima necessita'. Bisogna mettere in campo ogni azione possibile per far si' che gli aiuti raccolti dai cittadini arrivino a destinazione. Per questo insieme ad Arturo Scotto abbiamo inviato una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro degli esteri Tajani in cui chiediamo un intervento urgente del governo per sbloccare gli aiuti umanitari raccolti in Italia e farli arrivare a Gaza. Il governo diventi parte attiva per sbloccare la situazione. Quanto sta accedendo a Music for peace e' il segnale di un chiaro ostacolo all'azione umanitaria, che interpella la responsabilita' dell'Italia come Paese impegnato nella difesa del diritto internazionale e nella tutela delle popolazioni civili. Serve promuovere un'iniziativa diplomatica immediata, volta a favorire sblocco dei carichi e a garantire che gli aiuti possano finalmente raggiungere la popolazione di Gaza nella loro totale integrita'. Perche' la solidarieta' dei cittadini italiani e liguri non puo' rimanere ulteriormente bloccata". Lo dice la vicepresidente del gruppo Pd alla Camera Valentina Ghio, intervenuta oggi alla conferenza di Music for peace. "A quell'immagine bellissima e potente di una citta' che si e' compattata per sostenere la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla - aggiunge il capogruppo dem in Regione Liguria Armando Sanna, intervenuto anche lui alla conferenza stampa di Music for peace - si e' contrapposta la penosa immagine del consiglio regionale di martedi' scorso, dove la destra ha respinto e derubricato la nostra richiesta di sostegno a Music for peace e alla missione umanitaria via terra, dichiarando che a Gaza l'emergenza non c'e' piu'. Gaza, purtroppo, rimane un territorio sotto assedio, continuano a morie bambini e la popolazione non riceve aiuti. Continueremo a sostenere Music for peace, la sua missione e il lavoro che sta facendo. Chiederemo ancora l'intervento delle istituzioni, a tutti i livelli, affinche' gli aiuti umanitari raccolti, a cui hanno contribuito tutti i cittadini liguri, nessuno escluso, arrivino a destinazione e vengano sbloccati. Parliamo di cibo, farmaci, generi di prima necessita', fondamentali per il sostentamento di una popolazione stremata. Come gruppo Pd in Regione porteremo avanti questa richiesta e non ci fermeremo davanti a un primo no", conclude.

Media: Trump ospiterà alla Casa Bianca israeliani liberati da Hamas

Il presidente statunitense Donald Trump ospiterà alla Casa Bianca,  giovedì prossimo, i cittadini israeliani liberati da Hamas nell'ambito  dell'accordo di cessate il fuoco siglato lo scorso ottobre. Lo apprende  il Times of Israel da fonti informate. Contrariamente a quanto riportato  in precedenza, i 20 ex ostaggi, tutti liberati lo scorso 13 ottobre,  non viaggeranno su un volo charter organizzato da Trump ma con un volo  commerciale a spese del governo israeliano.

Cina e Russia vogliono Board of Peace Usa fuori da bozza su Gaza

Cina e Russia hanno chiesto che il "Board of Peace" previsto dal piano di pace del presidente americano Donald Trump venga completamente rimosso dalla risoluzione su Gaza in discussione al Consiglio di Sicurezza Onu. Lo rivelano fonti diplomatiche delle Nazioni Unite. Nell'ultima revisione del testo Usa viene mantenuta invece la citazione, pur garantendo un ulteriore impegno per l'autodeterminazione palestinese.     Mosca e Pechino sono due membri del Consiglio di Sicurezza Onu con diritto di veto, e non e' chiaro se bloccheranno il testo in caso venga messo al voto. Entrambi i Paesi, insieme all'Algeria, hanno tuttavia espresso la loro opposizione alla prima versione della bozza, e tutti gli altri membri del Consiglio di Sicurezza, tranne due, hanno presentato emendamenti, stando alle medesime fonti. Il testo rivisto aggiunge che, man mano che la forza di stabilizzazione "stabilirà controllo e stabilità", l'esercito israeliano si ritirerà dalla Striscia di Gaza

Appello Ong Music for Peace per sbloccare gli aiuti a Gaza

"Dovevano essere tre ore. Siamo al terzo mese". Così Stefano Rebora,  presidente della Ong Music for Peace, è intervenuto oggi in collegamento  dalla Giordania durante la conferenza stampa convocata nella sede  dell’associazione a Genova per chiedere lo sblocco del convoglio  umanitario diretto a Gaza.  Rebora ha spiegato che l'organizzazione è  arrivata nel Paese con i container "adeguati a tutte le richieste" della  Jordan Hashemite Charity Organization, ma sono state avanzate nuove  richieste su vecchi documenti, rallentando ulteriormente le operazioni.   "Vogliamo sapere da dove entrano i camion e perché non si mettono a  disposizione mezzi per far arrivare le nostre 240 tonnellate di aiuti".  Secondo  Rebora, i valichi verso Gaza "aprono a singhiozzo" e in Giordania "i  magazzini sono pieni di materiali che non possono raggiungere la  Striscia". Le Ong non possono operare direttamente: "Solo Wfp, Unicef e  Unrwa sono presenti sul campo".  Il quadro descritto è drammatico: "I  bombardamenti non sono finiti, metà della Striscia è ancora sotto  controllo israeliano".  Rebora accusa inoltre l’ambasciata italiana di  un supporto solo formale: "Dicono che sono a nostra disposizione, ma non  possono fare ciò di cui abbiamo bisogno: entrare a Gaza".  Tra gli  ostacoli, la richiesta israeliana di registrare l’organizzazione e  aprire un ufficio in Israele: "Una follia".  Il convoglio affronta anche  costi elevati: fino a 1.200 dollari per camion, 2.000 euro per la  movimentazione e 2.200 euro per raggiungere il valico.  Music for Peace  chiede tre garanzie: inviolabilità dei pacchi, consegna diretta e  supervisione di un proprio referente. "Siamo ancora in attesa", ha  concluso Rebora.

Idf: "Nessun muro in Libano, rafforzata barriera difensiva"

L'esercito israeliano ha negato di costruire muri in territorio libanese come sostenuto dall'Unifil, pur riconoscendo di erigere una barriera rafforzata lungo la Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi.    Questo "muro fa parte di un piano più ampio dell'esercito, la cui costruzione è iniziata nel 2022", ha dichiarato all'Afp un portavoce militare israeliano, aggiungendo che, dall'inizio della guerra scoppiata dopo il 7 ottobre 2023, l'Idf "ha implementato una serie di misure, tra cui il rafforzamento della barriera fisica lungo il confine settentrionale". Secondo il portavoce, inoltre, "il muro non attraversa la Linea Blu".

Mfp: "Bloccate in Giordania 240 tonnellate di aiuti per Gaza"

"Chiediamo di poter far passare dalla Giordania a Gaza le 240 tonnellate di aiuti per Gaza fermi da due settimane in attesa del rilascio da parte delle autorità israeliane di permessi che vengono continuamente negati e ci rivolgiamo al ministro degli Esteri Tajani e alla premier Meloni  perché metta a disposizione i canali e i camion del programma Food For Gaza, se è vero, come dicono, che funziona così bene".  Lo ha detto è il presidente di Music For Peace Stefano Rebora collegato da Amman alla conferenza stampa organizzata dalla ong genovese insieme a politici di sinistra e centrosinistra e a una delegazione dell'Olp, organizzazione per la liberazione della Palestina per chiedere lo sblocco dei sette container partiti da Genova e fermi in porto in Giordania.    Le 240 tonnellate di aiuti erano stati raccolti in estate grazie alla generosità di migliaia di genovesi e non solo in un passaparola di solidarietà che aveva portato alla fiaccolata del 30 agosto. La conferenza stampa di oggi è nata dopo la bocciatura in consiglio regionale della mozione della minoranza che che chiedeva di sollecitare l'arrivo del materiale umanitario. "La giunta Bucci ha liquidato la discussione con quattro parole, 'il tema è superato' ma non è così - ha detto Selena Candia, capogruppo Avs -  perché gli aiuti sono fermi, le persone continuano a morire, la pace è un'invenzione mediatica". Con lei anche gli altri capigruppo dell'opposizione Armando Sanna (Pd), Gianni Pastorino (lista Orlando presidente), Stefano Giordano (M5s). La parlamentare del Pd Valentina Ghio ha annunciato che, oltre alle numerose interrogazioni al governo sul tema, sarà inviata una lettera a Meloni e Tajani sulle problematiche legate alla selezione del materiale in ingresso a Gaza e su quello che può fare il governo per sbloccare la situazione. Alla conferenza stampa anche Riccardo Rudino, portuale del Calp: "Quello che bisogna fare per sbloccare gli aiuti è boicottare i traffici commerciali con Israele, il tempo della diplomazia è finito". Un ringraziamento alla battaglia dei portuali genovesi contro le navi delle armi e a tutta la città di Genova è arrivato Ali al Sentrisy, capo dipartimento per diritti umani dell'Olp, arrivato con una delegazioneper il tramite Jacopo Ricciardi, segretario regionale di Rifondazione Comunista. Un'altra problematica raccontata da Stefano Rebora è quella che vede Israele imporre l'apertura di un ufficio israeliano alle organizzazioni umanitarie che vogliano operare a Gaza: "Lavoriamo nella Striscia dal 2009, siamo registrati a Ramallah e non abbiamo mai avuto problemi, questa cosa non ha senso", ha concluso auspicando che nei prossimi giorni possa esserci una svolta: "La nostra speranza è che accettino le ultime documentazioni che abbiamo inviato, ad ogni modo non ci muoviamo finché non riusciamo a far passare il cibo e se non sarà possibile lo riportiamo indietro, non abbandoneremo il materiale donato dai genovesi". Tra le incognite anche quella dei costi: le autorità israeliane, per consentire lo sbarco e la gestione logistica degli aiuti potrebbe esigere in concessioni e permessi circa 50mila euro, che si aggiungerebbero alle spese già sostenute per il trasporto via mare da Genova alla Giordania. 

Unifil conferma: "Idf costruisce muri in Libano"

La missione Unifil conferma che l'esercito di Israele sta costruendo un muro di cemento, a sudovest di Yarun, in Libano, "che attraversa la Linea Blu" di demarcazione tra i due Paesi, e di aver individuato "un nuovo muro tra Aytaroun e Maroun ar Ras a sud della Linea Blu". La notizia era stata anticipata nei giorni scorsi dai media locali.    In particolare, il muro di Yarun - aggiungono i peacekeeper Onu - rende "inaccessibili al popolo libanese oltre 4.000 metri quadrati di territorio libanese".    "La presenza e le costruzioni israeliane nel territorio libanese costituiscono violazioni della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza, nonché della sovranità e dell'integrità territoriale del Libano", sottolinea l'Unifil aggiungendo di aver chiesto all'Idf di spostare i muri.    "Invitiamo nuovamente l'Idf a rispettare la Linea Blu in tutta la sua lunghezza e a ritirarsi da tutte le aree a nord di essa", conclude la nota.

S.Sede: "Soluzione due Stati e tutelare missione Unrwa"

In Medio Oriente, la Santa Sede "ribadisce il proprio sostegno ai due Stati, Israele e Palestina" e deplora "gli attacchi contro le strutture dell'Unrwa", l''Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente. L'arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, e' intervenuto alla quarta commissione della 80esima Assemblea Generale dell'Onu, nel punto all'ordine del giorno dedicato all'Unrwa esortando gli Stati membri "a rinnovare e rafforzare il proprio sostegno politico e finanziario" alla missione "essenziale" dell'Agenzia. L'arcivescovo ha sottolineato che la Santa Sede e' profondamente preoccupata per la drammatica situazione del Medio Oriente, e che "la comunita' internazionale deve continuare a lavorare instancabilmente per promuovere pace, stabilita' e fraternita' per tutti i popoli della Regione". E ha ricordato la missione dell'Unrwa, che da piu' di 70 anni svolge in Libano, Siria, Giordania e Palestina, continuando a fornire soccorso d'emergenza e assistenza umanitaria completa sotto forma di istruzione, assistenza sanitaria, aiuti alimentari e servizi sociali. L'Agenzia offre "speranza, protezione e la possibilita' di una vita dignitosa" ai piu' vulnerabili, bambini, donne e anziani. La Santa Sede esprime quindi "dolore" e offre preghiere "per le numerose vittime tra il personale dell'Unrwa" che stavano "compiendo il proprio dovere". Al tempo stesso chiede "che il diritto internazionale umanitario sia rispettato e che sia garantito un accesso sicuro, continuo e senza ostacoli agli aiuti umanitari", che e' sia un dovere morale, sia un obbligo giuridico.

Israele blocca di nuovo aiuti a Gaza attraverso l'Egitto

Israele ha chiuso nuovamente, come già venerdì scorso, i valichi di Kerem Shalom e Al Awja tra l'Egitto, Israele e la Striscia di Gaza, impedendo di fatto il passaggio degli aiuti umanitari. Lo fa sapere la Mezzaluna rossa egiziana e lo confermano fonti dirette ai passaggi di frontiera.    Il motivo addotto è sempre lo stesso, che il venerdì è un giorno festivo sia in Egitto che in Israele. Durante il resto della settimana, dai due valichi sono transitati 370 camion. Molti camion in attesa dei controlli israeliani sono rimasti assiepati nel parcheggio fuori dal valico di Rafah.

Unifil: "Israele costruisce muri in Libano, l'Idf si ritiri"

La missione Onu in Libano (Unifil) ha denunciato la costruzione da parte di Israele di muri in territorio libanese, i quali costituiscono violazioni, e ha esortato le forze armate israeliane "a rispettare la Linea Blu per tutta la sua lunghezza e a ritirarsi da tutte le aree a nord di essa". In un nota, i caschi blu hanno riferito di aver condotto "a ottobre un'indagine geospaziale di un muro a T in cemento eretto dall'Idf a sud-ovest di Yaroun", che ha rivelato come la barriera "attraversa la Linea Blu, rendendo inaccessibili al popolo libanese oltre 4 kmq" di proprio territorio. Da qui, la richiesta a Tel Aviv di "spostare i muri". "A novembre", continua l'Unifil, sono state osservate "ulteriori costruzioni di muri a T nella zona. Un'indagine ha confermato che anche una sezione del muro a sud-est di Yaroun attraversa la Linea Blu", così come "un nuovo muro tra Aytaroun e Maroun ar Ras" che si trova "a sud" della demarcazione. Come ha denunciato la forza Onu, "la presenza e le costruzioni israeliane in territorio libanese violano la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza e la sovranità e l'integrità territoriale del Libano. Invitiamo nuovamente L'Idf a rispettare la Linea Blu per tutta la sua lunghezza e a ritirarsi da tutte le aree a nord di essa". 

Unifil

©Ansa

L'Ue valuta l'addestramento di 3.000 poliziotti palestinesi

L'Ue valuta la formazione di 3.000 poliziotti palestinesi in vista di un loro dispiegamento a Gaza, nell'ambito del piano di pace promosso da Donald Trump. La proposta è contenuta in un documento redatto dal Servizio d'azione esterna dell'Ue che sarà il 20 novembre sul tavolo dei ministri degli Esteri europei il 20 novembre. Tra le opzioni di coinvolgimento dell'Ue nel piano di pace individuate dal team dell'Alta rappresentante Kaja Kallas figura l'ampliamento delle due missioni civili europee già attive nell'area, dedicate alla sicurezza dei valichi di frontiera e al sostegno all'Autorità nazionale palestinese per le riforme della polizia e della giustizia. La missione Ue di supporto alle forze di polizia (Eupol Copps) potrebbe "assumere la guida dell'addestramento delle forze di sicurezza palestinesi a Gaza, fornendo formazione e assistenza dirette a circa 3.000 agenti retribuiti dall'Autorità nazionale palestinese, con l'obiettivo di creare un corpo complessivo di 13.000 unità", spiegano i funzionari europei. Prevista anche l'estensione della missione di monitoraggio delle frontiere di Rafah (Eubam) ad ulteriori valichi, al fine di rafforzare la presenza europea sul terreno. 

Gaza, la S.Sede all'Onu ribadisce appoggio a soluzione a due stati

In Medio Oriente, la Santa Sede "ribadisce il proprio sostegno ai due Stati, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, entro confini riconosciuti a livello internazionale". E deplora "gli attacchi contro le strutture dell'Unrwa", l''Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, "incluse sedi, scuole e ospedali". La Santa Sede ritiene la missione dell'Agenzia "essenziale", e invita tutti gli Stati Membri "a rinnovare e rafforzare il proprio sostegno politico e finanziario". Con queste parole, secondo quanto rifeirsce Vatican News, l'arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, è intervenuto ieri, 13 novembre, alla quarta commissione della 80esima Assemblea Generale dell'Onu, nel punto all'ordine del giorno dedicato all'Unrwa. 

Indonesia prepara 20mila soldati da dispiegare a Gaza

Il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha ordinato alle Forze armate  di preparare 20mila soldati da dispiegare a Gaza nell'ambito della  futura forza di stabilizzazione prevista dalla fase 2 del piano di pace  di Donald Trump. Lo ha annunciato il ministro della Difesa di Giacarta,  Sjafrie Sjamsoeddin, secondo cui il contingente indonesiano includerebbe  personale medico e genieri per sostenere le operazioni umanitarie,  ripristinare i servizi essenziali e ricostruire le principali  infrastrutture.

Idf: "Eliminato terrorista nel sud Gaza per sventare minaccia"

L'esercito israeliano ha reso noto di aver "eliminato un terrorista" che "stava attraversando la Linea Gialla avvicinandosi alle truppe nel sud della Striscia di Gaza, rappresentando una minaccia imminente per loro".

Al Azhar: "Demolizioni a Gaza sono una punizione collettiva"

L'Osservatorio di Al-Azhar per la lotta all'estremismo, uno dei principali centri dell'Islam sunnita, ha messo in evidenza il contenuto simbolico delle operazioni di demolizione condotte a Gaza dall'occupazione israeliana, definendole una "punizione collettiva" che mira a stabilire una nuova realtà sociale ed economica. La dichiarazione dell'Osservatorio è arrivata dopo che la Bbc, citando il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth e immagini satellitari, ha riferito che le forze israeliane hanno demolito più di 1.500 edifici nelle aree sotto il loro controllo all'interno della Striscia di Gaza, comprese le zone oltre la cosiddetta "linea gialla", da quando è stato dichiarato il cessate il fuoco. La Bbc riferisce di interi quartieri rasi al suolo in meno di un mese e ha osservato che il numero effettivo di edifici distrutti potrebbe essere superiore. Sebbene alcune fonti israeliane abbiano confermato le operazioni di demolizione, hanno smentito che queste azioni violassero i termini della tregua, affermando che gli attacchi avevano preso di mira le infrastrutture della resistenza. L'Osservatorio di Al-Azhar ha affermato che "tali giustificazioni nascondono obiettivi più profondi" e che "le demolizioni sono presentate come misure militari, ma in pratica vengono utilizzate per giustificare l'attacco alle infrastrutture civili, creare zone cuscinetto e consolidare una nuova realtà di occupazione". L'osservatorio ha aggiunto che la campagna di distruzione funziona come "strumento di punizione collettiva", volto a "spezzare la volontà di resistenza e a smantellare il tessuto economico e sociale palestinese".

Ue: "Le violenze dei coloni cessino, Israele le prevenga"

"La costruzione di insediamenti, inclusa l'approvazione del piano di insediamenti E1, le demolizioni dei coloni, i trasferimenti forzati, gli sfratti e le confische di case palestinesi devono cessare. Invitiamo Israele ad adottare misure concrete per prevenire la violenza contro i palestinesi e garantire che i responsabili dei crimini siano chiamati a risponderne". Lo ha dichiarato Anouar El Anouni, portavoce della Commissione Ue. "In questa difficile situazione - ha aggiunto - tutti gli sforzi dovrebbero essere effettivamente diretti a ridurre le tensioni". 

Shin Bet: "Quattro palestinesi incriminati e accusati di essere legati all'Isis"

Quattro palestinesi residenti a Gerusalemme est sono stati incriminati con l'accusa di essere legati all'Isis e di pianificare "una grande guerra della fine dei tempi" contro ebrei israeliani. Lo ha reso noto lo Shin Bet, il servizio segreto interno, secondo cui i quattro, tutti ventenni, sono stati arrestati di recente e dai loro interrogatori è emerso che "sostengono l'ideologia dello Stato Islamico e hanno visionato grandi quantità di contenuti online dell'organizzazione, compresi materiali raccapriccianti e video di esecuzioni”. “Influenzati dai contenuti dell'organizzazione, hanno pianificato di acquistare equipaggiamento militare, armi e armamenti per prepararsi a quella che definiscono ‘la grande guerra della fine dei tempi’ contro gli ebrei”, sostengono i servizi israeliani. Secondo lo Shin Bet, i sospetti avrebbero iniziato ad acquistare equipaggiamento militare e uno di loro sarebbe riuscito a procurarsi una pistola, che è stata successivamente sequestrata. "Userò la pistola contro gli ebrei o chiunque non sia musulmano", ha detto uno dei quattro, secondo quanto riportato dai servizi.

Iran, sequestrata una petroliera nello stretto di Hormuz

L'Iran ha sequestrato una petroliera battente bandiera delle Isole Marshall mentre attraversava lo stretto di Hormuz, facendo entrare la nave nelle acque territoriali iraniane, nel primo intercettamento di questo tipo in mesi in questa via d'acqua strategica, lo scrive il Times of Israel citando fonti Usa. L'Iran non ha ammesso immediatamente il sequestro. La nave, la Talara, stava viaggiando da Ajman, negli Emirati Arabi Uniti, verso Singapore quando le forze iraniane l'hanno intercettata, ha dichiarato il funzionario della difesa statunitense, che ha parlato in condizione di anonimato per discutere di questioni di intelligence. Un drone MQ-4C Triton della Marina Usa ha sorvolato per ore l'area in cui si trovava la Talara, osservando il sequestro. Un'agenzia di sicurezza privata, Ambrey, descrive l'aggressione come avvenuta con tre piccole imbarcazioni che si avvicinavano al Talara. 

Indonesia: "Pronti 20.000 soldati per sanità ed edilizia a Gaza"

L'Indonesia ha addestrato fino a 20.000 soldati per svolgere compiti che "riguarderanno la sanità e l'edilizia" durante l'operazione di peacekeeping a Gaza. Lo ha detto il ministro della Difesa indonesiano, Sjafrie Sjamsoeddin, citato dalla Reuters sul proprio sito, senza precisare quando dovrebbero essere schierate le truppe. "Siamo in attesa di ulteriori decisioni sull'azione di pace a Gaza", ha aggiunto. L'Indonesia, la nazione musulmana più popolosa del mondo, è tra i Paesi con cui gli Stati Uniti hanno discusso i piani per la Forza internazionale di stabilizzazione a Gaza, insieme ad Azerbaigian, Egitto e Qatar. Tuttavia, nelle scorse settimane, Giacarta ha chiarito che per partecipare l'Indonesia ha bisogno di un mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per il quale gli Usa hanno preparato una risoluzione che prevede, tra le altre cose, anche l'uso della forza per smilitarizzare la Striscia.

Israele, Trump chiede a Herzog di concedere la grazia a Netanyahu

In una lettera al presidente dello Stato ebraico, il tycoon ha definito il premier israeliano “un formidabile e decisivo premier di guerra” che “ora sta guidando Israele in tempo di pace". Poi ha lanciato l'appello chiedendo di "concedere la grazia" a Netanyahu e "di mettere fine una volta per tutte a questa battaglia giudiziaria".

Israele, Trump chiede a Herzog di concedere la grazia a Netanyahu

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Medioriente, coloni incendiano moschea in Cisgiordania. VIDEO

Al Pe evento del M5s con Francesca Albanese

Martedì 18 novembre alle 17:30, nella sala Spinelli 1G2 del Parlamento europeo, si terrà il convegno 'Palestina, diritto internazionale e il ruolo dell'Europa' con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati. L'iniziativa, organizzata dall'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Danilo Della Valle in collaborazione con altri europarlamentari di The Left, S&d, Verdi e Non iscritti, nasce per approfondire e discutere l'ultimo rapporto di Francesca Albanese 'Il genocidio a Gaza: un crimine collettivo'.

Idf blocca attivisti israeliani diretti a villaggio Cisgiordania

L'esercito israeliano ha dichiarato Burin, un villaggio nel nord della Cisgiordania, zona militare chiusa, poco prima dell'arrivo di centinaia di attivisti israeliani intenzionati ad aiutare i palestinesi nella raccolta delle olive. I media israeliani riferiscono che Idf e polizia hanno fermato 7 autobus degli attivisti di Peace Now diretti al villaggio. Nel periodo di raccolta si sono moltiplicati gli attacchi dei coloni israeliani ai palestinesi e l'Idf ha emesso diversi ordini di chiusura. "Vorrei che la polizia di Giudea e Samaria dimostrasse l'uno per cento della determinazione dimostrata qui contro i coloni estremisti che commettono quotidianamente crimini nazionalisti in tutti i territori", ha scritto su X il parlamentare democratico Gilad Kariv, che viaggiava con gli attivisti. 

Israele consegna a Gaza i corpi di 15 palestinesi

I corpi di 15 palestinesi sono stati consegnati all'ospedale Nasser di Khan Yunis nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco con Israele. E' il tredicesimo scambio e porta il numero totale a 330 corpi. In base all'accordo di cessate il fuoco, Israele avrebbe dovuto restituire i corpi di 15 palestinesi per ogni israeliano deceduto restituito. Israele ha confermato nella notte che Hamas ha restituito i resti dell'ostaggio israeliano Meny Godard, 73 anni, ucciso il 7 ottobre. 

Idf: chiusura militare in zone raccolta olive

Le IDF annunciano la chiusura della zona militare nell'area del villaggio di Burin, vicino a Nablus, in Cisgiordania, poco prima dell'arrivo previsto di centinaia di attivisti di sinistra per aiutare i palestinesi nella raccolta delle olive. Tra gli attivisti figurano, tra gli altri, membri di Peace Now e Rabbis for Human Rights, lo scrive il Times of Israel. La visita era stata pianificata come parte di un piu' ampio sforzo per aiutare i palestinesi a raccogliere le olive nella zona, sullo sfondo di numerosi episodi di violenza contro i palestinesi durante la stagione del raccolto. Durante la raccolta delle olive, in Cisgiordania ci sono stati diversi luoghi in cui le IDF hanno emesso ordini di chiusura delle zone militari, mentre i palestinesi arrivavano per raccogliere le olive sui loro terreni. 

Mosca propone una bozza all'Onu su Gaza, sfida agli Usa

La Russia ha presentato al Consiglio di sicurezza una propria bozza di risoluzione su Gaza, in opposizione a quella americana. Nel testo, visionato da Reuters e Channel 12, Mosca non menziona la smilitarizzazione della Striscia e si oppone alla permanenza di Israele oltre la Linea Gialla. Inoltre non cita il Board of Peace per l'amministrazione transitoria dell'enclave, previsto dal piano Trump, e affida al Segretario generale il compito di valutare le "opzioni per il dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione". "I tentativi di seminare discordia avranno gravi conseguenze per i palestinesi", avverte la missione Usa. 

Shin Bet arresta 4 palestinesi, legami con l'Isis

Quattro residenti del quartiere Beit Safafa di Gerusalemme Est, presumibilmente affiliati al movimento jihadista dello Stato Islamico, saranno accusati di aver pianificato attacchi contro ebrei israeliani, hanno annunciato l'agenzia di sicurezza Shin Bet e la polizia israeliana, scrive il Times of Israel. I quattro palestinesi, tutti ventenni, sono stati recentemente arrestati dalla polizia perché sospettati di essere affiliati allo Stato Islamico. 

Anp: "Uccisi da Israele due adolescenti in Cisgiordania"

L'Autorità Nazionale Palestinese ha annunciato questa sera la morte di due ragazzi quindicenni uccisi dal fuoco israeliano nei pressi di Hebron, nella Cisgiordania meridionale, dove l'esercito israeliano aveva precedentemente annunciato di aver "eliminato due terroristi".    Il ministero della Salute palestinese ha annunciato, senza ulteriori dettagli, "il martirio di Bilal Bahaa Ali Baaran (15 anni) e Mohammad Mahmoud Abu Ayache (15 anni), uccisi dai proiettili dell'occupazione, oggi pomeriggio, nei pressi di Beit Omar, a nord di Hebron".    L'esercito israeliano aveva precedentemente indicato che i soldati operanti nella zona di Karmei Tzur, un insediamento ebraico vicino al villaggio palestinese di Beit Omar, pochi chilometri a nord di Hebron, avevano "eliminato due terroristi in procinto di compiere un attacco". Israele occupa la Cisgiordania dal 1967.

Anp: "Uccisi da Israele due adolescenti in Cisgiordania"

L'Autorità nazionale palestinese ha denunciato l'uccisione di due adolescenti in Cisgiordania da parte dell'esercito israeliano.

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