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Guerra Israele Medio Oriente, Trump vede Netanyahu: "I palestinesi vogliono lasciare Gaza"

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Trump: Usa prenderanno il controllo della Striscia di Gaza
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Trump: Usa prenderanno il controllo della Striscia di Gaza
00:02:14 min

Alla Casa Bianca, il presidente Usa dice che con il premier israeliano forma "una combinazione imbattibile", rifiuta di riconoscere uno Stato palestinese e decreta il ritiro Usa dal Consiglio per i diritti umani (Unhrc). Cinque Paesi arabi a Rubio: no al piano Trump per i palestinesi. Hamas: cominciati i colloqui sulla seconda fase dell'accordo

in evidenza

Donald Trump ha incontrato nello Studio Ovale il premier israeliano Netanyahu. "Vogliamo tutti la pace, anche lui", ha detto. "Donald Trump ha inviato un grande emissario in Israele. Sono contento che sia alla Casa Bianca", ha detto il premier israeliano rispondendo ad una domanda su chi tra Joe Biden e il tycoon avesse avuto un ruolo maggiore nell'accordo per la tregua a Gaza. Il presidente Usa insiste sull'idea di trasferire i palestinesi da Gaza

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Trump non si sbilancia sulla creazione di uno Stato palestinese

Donald Trump non si è sbilanciato, nello Studio Ovale con Benjamin Netanyahu, a sostenere la creazione di uno Stato palestinese. "Molti piani cambiano col tempo", ha detto il presidente americano. "Ora ci troviamo di fronte ad una situazione diversa… una situazione molto complessa e difficile", ha aggiunto. 

Netanyahu: quando Usa e Israele collaborano è meglio

"Quando Israele e gli Stati Uniti lavorano insieme, e io e il presidente Trump lavoriamo insieme, le possibilità di successo aumentano". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu nello Studio Ovale.

Trump: Egitto e Giordania accetteranno palestinesi

Donald Trump ha ribadito di essere convinto che Egitto e Giordania "accetteranno" di accogliere sul proprio territorio i palestinesi di Gaza. "Credo che anche altri Paesi accetteranno", ha detto il presidente nello Studio Ovale con Benyamin Netanyahu. 

Trump: Gaza per i palestinesi è un inferno

Donald Trump insiste nel dire che "i palestinesi non vogliono vivere a Gaza". Nell'incontro con Benyamin Netanyahu nello Studio Ovale ha detto: "Vivono in un inferno, nessuno vorrebbe viverci". 

Netanyahu: voglio liberazione ostaggi e distruzione Hamas

"Sono per la liberazione di tutti i nostri ostaggi e il raggiungimento di tutti i nostri obiettivi di guerra, compresa la distruzione di Hamas". Lo ha detto Benyamin Netanyahu nello Studio Ovale. 

Trump: guerra Ucraina e caos in Medio Oriente colpa di Biden

"Quando ho lasciato la Casa Bianca quattro anni fa non c'era la guerra in Ucraina, non c'era stato il 7 ottobre". Lo ha detto Donald Trump accusando Joe Biden di "pessima leadership". "Ci sono molti fuochi accesi ma noi li spegneremo tutti", ha dichiarato. 

Netanyahu: sono contento che Trump sia alla Casa Bianca

Donald Trump ha inviato un grande emissario in Israele. Sono contento che sia alla Casa Bianca". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu nello Studio Ovale rispondendo ad una domanda su chi tra Joe Biden e il tycoon avesse avuto un ruolo maggiore nell'accordo per la tregua a Gaza. 

Trump: Netanyahu è un grande leader, ottimo lavoro

Benyamin Netanyahu è "un grande leader di Israele e ha fatto un ottimo lavoro". Lo ha detto Donald Trump nello Studio Ovale con il premier israeliano. "Vogliamo tutti la pace, anche lui", ha aggiunto. 

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La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE

Medio Oriente, idea di Trump per "ripulire" Gaza: palestinesi in Egitto e Giordania

"Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto", ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un "cantiere di demolizione" e affermando che la mossa potrebbe essere "temporanea o a lungo termine". IL PIANO

Netanyahu arrivato a Casa Bianca per colloqui su Gaza con Trump

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e' arrivato alla Casa Bianca per un colloquio con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla tregua del suo Paese con Hamas, tra le speranze che possa portare a una fine piu' permanente della guerra che dura da quasi 16 mesi. Trump, che ha rivendicato il merito di aver assicurato la pausa delle ostilita' a Gaza, ha detto che prima dell'incontro probabilmente esortera' il suo alleato a rispettare l'accordo, le cui parti devono ancora essere finalizzate.

Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza. FOTO

I  palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il   clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è   giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di   guerra. LE IMMAGINI

Manifestanti anti-Israele fuori dalla Casa Bianca

In attesa dell'arrivo del premier Netanyahu, un gruppo di manifestanti si è assembrato nei pressi della Casa Bianca per protestare contro l'arrivo premier israeliano che tra poco avrà un incontro con Donald Trump. Lo riferisce la Cnn

Trump insiste: "Palestinesi di Gaza in Giordania e Egitto"

Donald Trump ha insistito che la Giordania e l'Egitto dovrebbero accogliere i palestinesi finche' Gaza non viene ricostruita. "Penso che vorrebbero andarsene da Gaza se avessero un'opzione. Ora come ora, non hanno un'opzione. Cosa faranno? Devono tornare a Gaza", ha detto. 

Gaza, le moschee riprese dal drone prima e dopo la guerra

Le sconvolgenti immagini della Moschea di Al-Hassan e della Grande Moschea di Gaza, a Gaza city, prima e dopo la guerra. GUARDA IL VIDEO

Trump: "I palestinesi adorerebbero lasciare Gaza" (2)

"Penso che sia meglio ricostruire Gaza - ha detto - piuttosto che tornino" in quello che ha definito nuovamente "un sito di demolizione". Trump ha aggiunto che vari Paesi arabi vogliono vedere la pace e sono pronti a finanziare la ricostruzione di Gaza per farlo diventare "un posto bello e sicuro". I palestinesi, ha osservato, "non hanno alcuna alternativa" se non quella di lasciare Gaza. 

Medioriente, chi sono le quattro soldatesse israeliane rilasciate

Sono state rilasciate quattro soldatesse israeliane in ostaggio a Gaza. Come confermato dalle Brigate Al Qassam, l'ala armata di Hamas, il rilascio è parte dell'accordo di cessate il fuoco nell'enclave. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. La quinta, Agam Berger, rimasta nella Striscia di Gaza, non verrà rilasciata per il momento. Ecco chi sono le soldatesse. CHI SONO

Trump: "I palestinesi adorerebbero lasciare Gaza"

Donald Trump ha detto nello studio Ovale che i palestinesi "adorerebbero" lasciare la loro patria assediata a Gaza e vivere altrove se ne avessero la possibilità. "Adorerebbero lasciare Gaza", ha detto ai giornalisti. "Penso che ne sarebbero entusiasti", ha aggiunto. 

Gaza, migliaia di palestinesi sfollati tornano nel nord della Striscia. FOTO

L'apertura del valico è stata alle 7 ora locale, quando i gazawi hanno potuto iniziare il proprio esodo solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare verso nord dopo un'ispezione a partire dalle 9 ora locale, le 8 in Italia. "Chi è arrivato ci dice che manca l'acqua, l'elettricità, il cibo, le medicine. Le strade non esistono più e quindi mancano i punti di riferimento", racconta un palestinese. "Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo", ha affermato Hamas. LE IMMAGINI

inviato Trump: "Impossibile ritorno palestinesi a Gaza nei tempi previsti accordo"

Per l'inviato per il Medio Oriente di Donald Trump, Steve Witkoff, è "fisicamente impossibile" che i palestinesi possano ritornare a Gaza nei tempi stabiliti dall'accordo. Parlando con i giornalisti prima dell'incontro alla Casa Bianca tra il presidente americano e Benjamin Netanyahu, ha criticato l'impostazionall'accordo tra Israele e Hamas, sottolineando che non è stata data dall'amministrazione Trump. 

"Parte del problema che non era un accordo così bello quello che è stato firmato, non è stato dettato dall'amministrazione Trump, non avevamo niente a che vedere, ora stiamo lavorando all'interno di questa cornice e stiamo risolvendo le cose", ha detto Witkoff, spiegando che "la fase tre, la ricostruzione non andrà come indicato nell'accordo, con un programma di cinque anni, è fisicamente impossibile". 

"In qualsiasi città americana se hai un danno che è un centesimo di quello di Gaza a nessuno viene permesso di tornare alle loro case perché è pericoloso - ha continuato - ci sono 30mila munizioni inesplose, edifici che possono crollare in ogni minuto, nessun servizio, niente acqua corrente, elettricità, gas, niente". Poi è passato a difendere le contestate parole di Trump riguardo alla necessità di mandare i palestinesi in Egitto e Giordania: "quando parla di pulire Gaza, intende dire renderla abitabile - ha affermato - noi stimiamo che solo la rimozione delle macerie durerà dai 3 ai 5 anni, prima di poter avere un piano di ricostruzione. Per me è ingiusto dire ai palestinesi che possono tornare in cinque anni, è assurdo". 

Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora

L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. CHI SONO

Inviato Trump: assurdo pensare a Gaza abitabile in 5 anni

 L'inviato di Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha detto che è "assurdo" pensare che Gaza ritorni "abitabile" in cinque anni.          

Inviato Trump: siamo già nella fase 2 della tregua a Gaza

"Siamo già nella fase due della tregua a Gaza". Lo ha detto l'inviato speciale di Donald Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff, precisando che questa seconda parte "ha un suo protocollo che stiamo rispettando". 

Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati oggi. Le loro storie

Tornano a casa dopo 484 giorni di prigionia Ofer Calderon, 54 anni, Keith Siegel, 65 anni, e Yarden Bibas, 35 anni. Restano ancora prigionieri 82 rapiti, 23 dei quali dovrebbero essere rilasciati prossimamente: dei 23, 15 sono vivi e otto deceduti. LE STORIE

Incontro Netanyahu-Trump, manifestazioni per rapiti in Usa

Dimostranti si sono radunati a Washington e di fronte al consolato di Israele a New York per manifestare a favore della liberazione degli ostaggi ancora in mano di Hamas a Gaza, in vista dell'incontro tra il presidente Usa Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Turchia e Egitto uniti contro piano Trump per Gaza

Turchia ed Egitto fanno fronte comune contro la proposta del presidente americano Donald Trump di espellere da Gaza la popolazione civile palestinese. Il ministro degli Esteri egiziano Badir Abdulati e' stato accolto oggi ad Ankara dal collega turco Hakan Fidan. Al termine dell'incontro i capi delle diplomazie di Turchia ed Egitto hanno emesso un comunicato congiunto con cui i due Paesi definiscono "irrinunciabile" il ruolo dell'agenzia delle Nazioni Unite Unrwa, la cui presenza nei territori palestinesi è di "importanza cruciale e va preservato". Abdulati e Fidan hanno ribadito la loro "totale opposizione" al piano Trump, che ha proposto l'espulsione dei palestinesi dalla Striscia. Una idea definita "una minaccia alla stabilita'", ma anche una proposta che "può far peggiorare la situazione e allargare gli scontri". I due Paesi insistono sulle risoluzioni delle Nazioni Unite, chiedono la formazione di uno Stato palestinese entro i confini del 1967 e definiscono quella di Gaza "la peggiore tragedia umanitaria dell'epoca moderna". Ora il dialogo, oltre che su Gaza, procede anche sulla Siria. Nel comunicato Fidan e Abdulati hanno ribadito il sostegno "a una Siria unita, integra territorialmente e sovrana" e dichiarato che non sarà tollerata alcuna minaccia al territorio siriano. Turchia ed Egitto hanno riallacciato i fili del dialogo due anni fa, dopo che nel 2013 le relazioni erano crollate in seguito al golpe che ha portato al potere Abdelfettah Al Sisi.

Al-Sisi e Abdallah II: "Serve posizione comune per pace"

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha avuto una conversazione telefonica con il re giordano Abdallah II, durante la quale ha sottolineato la necessita' di adottare una posizione comune per cercare di raggiungere la pace nella regione. I due leader, ha fatto sapere il Cairo, hanno discusso degli "sviluppi nella regione", tra cui il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, e la necessita' di "una rapida ricostruzione" dell'enclave palestinese. Al-Sisi e Abdallah II "hanno sottolineato la necessita' di impegnarsi in una posizione araba unita per raggiungere una pace permanente in Medio Oriente", si legge nella dichiarazione della presidenza egiziana. Egitto e Giordania, entrambi alleati chiave degli Stati Uniti, hanno ripetutamente e fermamente respinto la proposta del presidente americano Donald Trump di "ripulire" la Striscia di Gaza inviando i palestinesi nei loro territori.

Al-Sisi sente re giordano: "Adottare posizione araba unita per la pace"

Una "posizione unita" dei Paesi arabi favorirebbe la pace in Medio Oriente. Lo hanno indicato il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, ed il re di Giordania, Abdullah II, nel corso di un colloquio telefonico durante il quale sono stati affrontati gli ultimi sviluppi nella regione, tra cui il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la necessità di "una rapida ricostruzione" dell'enclave palestinese. I due leader "hanno sottolineato la necessità di impegnarsi in una posizione araba unita per raggiungere una pace permanente in Medio Oriente", si legge in una dichiarazione della presidenza egiziana diffusa al termine della telefonata.

Egitto e Giordania, entrambi alleati chiave degli Stati Uniti, sono sotto pressione a causa della proposta del presidente Donald Trump di voler trasferire nei due Paesi una parte dei palestinesi di Gaza. Il Cairo e Amman hanno ripetutamente respinto l'ipotesi.

Domenica re Abdullah II ha accettato l'invito a recarsi alla Casa Bianca, mentre il giorno dopo al-Sisi e Trump si sono scambiati inviti reciproci per visite di Stato. Al-Sisi ha detto a Trump che il mondo "conta" su di lui per un "accordo di pace permanente e storico" e mettere fine al conflitto tra palestinesi e israeliani, definendolo un "uomo di pace".

Casa Bianca: "Visita di Netanyahu mostra fermo sostegno Usa"

La visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu a Washington, primo leader straniero a essere invitato, dimostra che il presidente "continuerà a sostenere fermamente Israele ed è incondizionatamente impegnato a garantire il ritorno a casa di tutti gli ostaggi". Lo ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, citata da Haaretz.

Studenti ebrei: "Non vogliamo avere paura di andare in università"

'Vogliamo studiare' è il titolo dell'incontro promosso da Studenti per Israele, Studenti per la Libertà, Siamo Futuro e Unione Giovani ebrei d'Italia alla Statale di Milano per affermare il loro "diritto allo studio senza avere timore di andare nelle università" per le proteste pro Palestina. Proteste che hanno caratterizzato anche il loro incontro, con gli studenti dei colletti fuori dalla sala a gridare "fuori i sionisti dalle università".   "Abbiamo visto occupazioni con vandalismo e aggressioni, una realtà che l'estate scorsa ha interessato tante università italiane - ha spiegato Pietro Balzano, autore del Manifesto nazionale per il diritto allo studio -. Abbiamo deciso che questa cosa non ci può andare bene come studenti e come cittadini di una democrazia. Deve esser garantito che ci sia un dibattito alla pari e che nessuno si imponga con la violenza". David Fiorentini dell'Unione dei giovani ebrei d'Italia ha sottolineato invece come "da 15 mesi a questa parte il pretesto della lotta in difesa della Palestina è stato sempre un modo per creare un clima ostile per gli studenti ebrei e israeliani - ha spiegato - , cercando di ostacolare chi ha un pensiero diverso dalla loro narrativa. E così  si ostacola ogni libertà di pensiero e di espressione ma l'università dovrebbe essere proprio il simbolo di questo. Ci riappropriamo quindi oggi di spazi che sono di tutti in questo ateneo". 

Ministro Israele: "Contro Hamas a Gaza, anche a costo dell'accordo"

Il governo israeliano vuole andare avanti con la seconda fase dell'accordo sugli ostaggi ma non può "permettere ad Hamas di rimanere a Gaza come potenza sovrana, che gestisce la Striscia e punta le armi contro lo Stato di Israele". Lo ha affermato il ministro della Cultura israeliano Miki Zohar sottolineando che l'esecutivo farà "tutto il possibile per garantire che ci sia una seconda parte dell'accordo" ma non permetterà ad Hamas di mantenere il controllo di Gaza, "anche se ciò significa che non ci sarà alcuna continuazione dell'accordo".

Comunità ebraica Milano: "Università non più posto sicuro"

"E' un peccato che durante una manifestazione pacifica dei ragazzi che vogliono divulgare il loro messaggio vengano attaccati o qualcuno provi a farli tacere. Per fortuna ci sono le forze dell'ordine che ci hanno permesso di svolgere questa manifestazione in maniera serena". Lo ha detto Ilan Boni, vicepresidente della comunita' ebraica di Milano, commentando le contestazioni al convegno organizzato dall'Ugei e altre liste studentesche alla Statale di Milano. "Sicuramente l'università non è più tanto sicura come lo era prima. Purtroppo quello che è successo, quello che succede, lo vediamo- ha aggiunto -. Per fortuna è una minoranza che fa molto rumore. Poi c'è anche una maggioranza, alcuni hanno il coraggio di parlare, altri magari un po' meno, però sicuramente c'è una grande maggioranza che ha voglia di studiare e che ha voglia di dire le proprie opinioni liberamente", ha concluso Boni. Al coro delle proteste contro le contestazioni si sono uniti anche. Alessandro Litta Modignani (Ponte Atlantico) e Davide Romano (Brigata Ebraica). "Nelle università c'è posto solo per la propaganda di Hamas, per le menzogne di Francesca Albanese, per le mascalzonate di Moni Ovadia e per le mistificazioni dell' Anpi", ha commentato Litta Modignani. "La commissione comunale contro l'odio inizi dalla Statale - ha proposto Romano-. Se non c'è spazio per idee democratiche e liberali in università, la cultura intera è a rischio".

Cinque Paesi arabi a Rubio, no piano Trump per palestinesi

I ministri degli Esteri di Emirati Arabi Uniti, Qatar, Egitto, Giordania e Arabia Saudita hanno espresso la loro opposizione al trasferimento della popolazione palestinese dalla Striscia di Gaza in una lettera inviata al segretario di Stato Usa, Marco Rubio. Lo ha riferito una fonte diplomatica araba, precisando che nella missiva i cinque funzionari hanno chiesto "di coinvolgere i palestinesi nel processo di ricostruzione" della Striscia e hanno dichiarato di "respingere categoricamente qualsiasi piano volto a sfollare i palestinesi da Gaza, come proposto dal presidente Donald Trump, alla fine di gennaio". I firmatari, tra cui anche il presidente del Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), Hussein Sheikh Amin, hanno messo in guardia dalle ripercussioni che un ulteriore spostamento di massa della popolazione potrebbe avere sulla regione.

Fonti Casa Bianca: "Per Trump impraticabile che Gaza sia abitabile per prossimi 10-15 anni"

Donald Trump pensa che sia "impraticabile" rendere Gaza di nuovo abitabile per almeno i prossimi 10-15 anni. Lo ha detto un alto funzionario dell'amministrazione, parlando con i giornalisti in vista dell'incontro di oggi tra il presidente americano e Benjamin Netanyahu, secondo quanto riporta il sito del Washington Post. 

"Il presidente Trump guarda la Striscia di Gaza e vede un sito di demolizione", ha aggiunto la fonte della Casa Bianca, riferendosi in questo modo alle distruzioni provocate dai bombardamenti israeliani in cui sono morti oltre 61mila palestinesi. "Crede che sia inumano costringere le persone a vivere lì", ha poi aggiunto, parlando in questi termini del 90% per cento della popolazione di Gaza che dall'inizio della guerra, dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, sono stati costretti a lasciare le loro case, e spostarsi in alcuni casi anche 10 volte, secondo i dati dell'Onu.  

Il funzionario non ha risposto però a domande riguardo all'idea espressa più volte da Trump di spostare i palestinesi di Gaza in Egitto e Giordania, proposta che entrambi i Paesi hanno pubblicamente rifiutato. 

Usa: "Netanyahu primo leader qui dimostra il sostegno a Israele"

"Il fatto che Benjamin Netanyahu sia il primo leader straniero alla Casa Bianca dimostra che il presidente Trump continuerà a schierarsi fermamente con Israele e che è impegnato con tutto il cuore a garantire che tutti gli ostaggi ritornino a casa". Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt parlando con i giornalisti. 

Arrivata in Giordania la bimba 2 anni di Gaza con malattia rara

Una bambina palestinese costretta ad aspettare per settimane il permesso di lasciare Gaza per ricevere cure mediche salvavita è finalmente arrivata in Giordania. La bambina è ora ricoverata in ospedale. Lo scrive la Cnn. Habiba al-Askari, due anni, ha lasciato l'enclave palestinese assediata dopo un enorme sforzo ai "massimi livelli" di Amman, ha dichiarato alla CNN un funzionario giordano. 

Madre ostaggio a Trump: non mi fido di Netanyahu ma di lei

"Non mi fido di Netanyahu per riportare mio figlio dalla prigionia, ma mi fido di lei, presidente Trump. So che riportera' a casa da me Matan e tutte le persone rapite". E' il messaggio di Einav Zangauker, madre di Matan, in ostaggio di Hamas dal 7 ottobre. La donna, conosciuta per il suo attivismo nella battaglia dei familiari degli ostaggi per riportarli a casa, si e' rivolta al presidente Usa Donald Trump in un video girato nella capitale americana. 

Hamas: cominciati colloqui su seconda fase dell'accordo

Hamas ha annunciato che sono cominciati i colloqui sulla seconda fase di attuazione dell'accordo di cessare il fuoco a Gaza e liberazione degli ostaggi. Lo riferisce Haaretz. 

Trump vede Netanyahu alle 22, conferenza stampa un'ora dopo

L'incontro tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu nello Studio Ovale è previsto alle 16 ora locale, le 22 in Italia. Lo riferisce la Casa Bianca fornendo il programma del giorno del presidente. La conferenza stampa è prevista alle 17 ora locale, le 23 in Italia, e circa 40 minuti dopo è in programma la cena di gala.

Dall'Egitto 771 camion di aiuti a Gaza in tre giorni

Attraverso il valico di Rafah, oggi sono stati avviati dall'Egitto verso Gaza 229 camion di aiuti umanitari tra cui 24 autocisterne con carburante. Lo ha segnalato una fonte dell'Ufficio stampa del governo egiziano precisando che il totale degli ultimi quattro giorni, compreso oggi, è 771. Sabato non era passato nulla a causa della "chiusura dall'altro lato in Israele" mentre "domenica sono entrati 320 camion e lunedì 222", ha ricordato la fonte.

Hamas: “Cominciati colloqui sulla seconda fase dell'accordo”

 Hamas afferma che sono iniziati i colloqui sulla seconda fase dell'accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Lo riporta Haaretz.

Delegazione del Pe da domani in Israele e Territori palestinesi

Una delegazione di eurodeputati della commissione Difesa si recherà in Israele e nei Territori palestinesi dal 5 all'8 febbraio per valutare, tra le altre cose, anche il lavoro delle due missioni civili dell'Ue tra cui quella al valico di Rafah. Nei loro incontri con rappresentanti politici e funzionari israeliani e palestinesi, gli eurodeputati discuteranno delle missioni civili in seno alla Politica di sicurezza e difesa comune (Psdc) dell'Unione europea Euopol Copps ed Eubam, Rafah, in particolare dopo il recente ridispiegamento di quest'ultima al valico di Rafah dopo 18 anni di assenza. In Cisgiordania, gli eurodeputati esamineranno anche la potenziale futura riforma e ricostruzione dell'aspetto della sicurezza dei Territori palestinesi. La delegazione sarà presieduta dalla liberale tedesca Marie-Agnes Strack-Zimmermann, dal popolare spagnolo Nicolás Pascual de la Parte, dalla popolare polacca Michał Szczerba, dal socialista estone Sven Mikser, dalla socialista portoghese Ana Catarina Mendes e la verde olandese Tineke Strik.

Attacco a checkpoint in Cisgiordania, morti 2 soldati

Sono morti i due soldati israeliani rimasti feriti gravemente nell'attacco di questa mattina contro un posto di blocco vicino al villaggio di Tayasir, nel nord della Cisgiordania: lo ha reso noto l'esercito (Idf), come riporta il Times of Israel. Uno dei soldati era il sergente maggiore Ofer Yung, 39 anni, comandante di squadra dell'8211° battaglione di riserva della Brigata regionale Ephraim, di Tel Aviv. L'identità del secondo militare sarà resa nota più tardi oggi.

Sondaggio in Israele: per 74% Trump 'artefice' accordo su ostaggi

La grande maggioranza degli israeliani ritiene che il presidente Usa Donald Trump sia responsabile per l'accordo di cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi con Hamas e che probabilmente esercitera' pressioni o addirittura imporrà sanzioni a Israele in futuro se non si allineerà con i suoi obiettivi politici in Medio Oriente. E' quanto riferisce un sondaggio dell'Israel Democracy Institute, precisando che per il 74% degli ebrei e il 64% degli arabo-israeliani e' "grazie all'intervento" di Trump se e' stata raggiunta l'intesa.

Turchia: "Respingiamo il piano di Trump per ripulire Gaza"

"Siamo contro qualunque tentativo di espellere i palestinesi dalle loro terre". Lo ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, facendo riferimento alle recenti dichiarazioni del presidente americano Donald Trump, che aveva menzionato un piano per "ripulire" la Striscia di Gaza. "Qualcuno recentemente ha avanzato l'idea che i palestinesi dovrebbero essere rimossi dalle proprie terre, respingiamo questa proposta, non è in linea con il diritto internazionale", ha detto Fidan, durante una conferenza stampa congiunta con l'omologo egiziano, Badr Abdelatty, ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt. 

La Turchia accoglie 15 palestinesi liberati da Israele

La Turchia ha accolto 15 tra i prigionieri palestinesi liberati il 19 gennaio da Israele nell'ambito dell'accordo per il cessate il fuoco con Hamas a Gaza. Lo ha confermato il ministro degli Esteri di Ankara, Hakan Fidan, dopo che Hamas aveva dichiarato che i 15 avevano raggiunto la Turchia. I prigionieri liberati hanno ottenuto il visto per la Turchia nell'ambasciata turca a Il Cairo, ha aggiunto Fidan, durante una conferenza stampa congiunta con l'omologo egiziano, Badr Abdelatty, ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt. 

Ministero della Sanità di Hamas: i morti a Gaza sono 47.540

Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 47.540, di cui 22 (20 sono stati recuperati e 2 sono deceduti a causa di ferite) nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 111.618, secondo la stessa fonte.

Siria, Jolani chiede a Israele di ritirarsi dal sud-ovest

Israele deve ritirarsi dal territorio siriano. Lo ha detto l'autoproclamato presidente siriano Jolani nella prima affermazione decisa riguardo all'occupazione militare israeliana nel sud-ovest della Siria da quando è cambiato il potere a Damasco l'8 dicembre scorso. Le sue dichiarazioni sono apparse oggi sull'Economist.

Mo: Unrwa, a Jenin si va verso situazione catastrofica

Sta andando verso ''una direzione catastrofica'' la situazione nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, dove le Idf e lo Shin Bet hanno lanciato l'operazione militare congiunta 'Muro di ferro'. E' l'allarme lanciato dall'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, dopo la distruzione di numerose strutture abitative nel campo.  "Il campo sta andando verso una direzione catastrofica'', ha affermato la portavoce dell'Unrwa Juliette Touma incontrando i giornalisti a Ginevra. Ampie zone del campo profughi sono state ''completamente distrutte in una serie di esplosioni provocate dalle forze israeliane'', ha aggiunto Touma.-

Ultradestra, via dal governo se avanza l'accordo con Hamas

Il ministro degli insediamenti e dei progetti nazionali Orit Strock, espressione dell'ultradestra guidata da Bezalel Smotric, mette in guardia il primo ministro Benjamin Netanyahu dal proseguire con la seconda fase del rilascio degli ostaggi e dell'accordo di cessate il fuoco con Hamas. "Se Netanyahu decide di andare in questa direzione disastrosa", allora il suo partito "si assicurerà che il governo non continui a esistere", ha detto parlando a Army Radio come riporta il Times of Israel alla vigilia dell'incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e il premier israeliano. 

Libano: “Israele ha violato accordo, denuncia all'Onu”

Il Libano afferma di aver presentato denuncia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con l'accusa di violazione dell'accordo di cessate il fuoco da parte di Israele. Nella dichiarazione del ministero degli Esteri libanese, ripresa da Haaretz, si afferma che il Libano invita il Consiglio di sicurezza e i paesi che sostengono il cessate il fuoco a "prendere una posizione chiara e determinata contro le ripetute violazioni dell'accordo da parte di Israele".

Hamas: “Israele impedisce l'ingresso degli aiuti a Gaza”

Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha affermato che "Israele continua a ostacolre l'attuazione del percorso umanitario nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco". Lo riporta Haaretz. Secondo lui, Israele insiste nell'impedire l'ingresso di aiuti umanitari essenziali come tende, gas e attrezzature pesanti che aiuterebbero a rimuovere le macerie. Ha aggiunto che Hamas chiede ai mediatori "di intervenire e occuparsi dei problemi con l'attuazione del protocollo umanitario nell'accordo di cessate il fuoco".

Iran: “Non siamo alla ricerca dell'arma atomica”

"L'Iran non è mai stato alla ricerca di armi nucleari e non lo farà mai". Lo ha affermato Ali Shamkhani, consigliere della Guida suprema iraniana Ali Khamenei, riaffermando la determinazione del Paese rispetto a un programma nucleare pacifico e sottolineando l'adesione di Teheran agli impegni internazionali. Lo riporta Irna. "Siamo determinati a opporci alle eccessive richieste delle potenze globali passive e che rompono le promesse e a costringerle a rispettare i diritti legali dell'orgoglioso popolo iraniano", ha aggiunto Shamkhani durante una visita all'Organizzazione dell'Iran per l'energia atomica, facendo riferimento al ritiro degli Usa dal patto sul nucleare iraniano (Jcpoa) del 2015 firmato con Francia, Gran Bretagna, Germania, Cina e Russia. Mentre per ora i tentativi di rilanciare l'accordo non hanno portato a risultati, il ministero degli Esteri di Teheran ha annunciato in una nota che "non sono state apportate modifiche" rispetto alla gestione della questione nucleare e ha confermato che continua a portare avanti i colloqui come in passato e che il Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale dell'Iran è ancora responsabile della strategia negoziale e del coordinamento tra le istituzioni competenti.

Scrittore israeliano Grossman: “Non ci resta che vivere nell'odio”

C'è "la consapevolezza che da ora in avanti vivremo sempre circondati dall'odio e dalla paura, che l'irrazionalità è più forte della razionalità, che dovremmo sempre stare in guardia di fronte una possibile esplosione di violenza, che dovremmo passare il tempo a sperare che non accada di nuovo". A dirlo, in un'intervista a Repubblica, lo scrittore israeliano David Grossman parlando della sua poesia, diventata anche un rap. "Questo vale per entrambi i lati: ed è una cosa che per me è molto difficile ammettere - continua - . Ho passato la vita a scrivere e attraverso la scrittura a cercare di capire l'altro: ora ho raggiunto il punto in cui non ce la faccio più. Questa poesia è il mio urlo". Il cessate il fuoco in corso non le dà un briciolo di speranza? "Probabilmente questo cessate il fuoco sarà l'inizio di una soluzione - risponde - non perché questo governo in Israele davvero la voglia, ma perché la pressione di Trump sarà insostenibile e il governo dovrà cedere".

Media: “Attacco a checkpoint in Cisgiordania, i feriti sono 8”

È aumentato a otto feriti il bilancio dell'attacco di questa mattina contro un posto di blocco israeliano vicino al villaggio di Tayasir, nel nord della Cisgiordania: lo riporta il Times of Israel. Due dei feriti sono in condizioni critiche. Un uomo armato ha aperto il fuoco nel checkpoint ed è stato ucciso da un militare. Per il momento l'esercito (Idf) non ha confermato il numero dei feriti.

Iran: al via grande esercitazione militare nel sud ovest

L'Iran ha avviato una grande esercitazione militare, denominata 'Eqtedar 1403' (Autorità 1403), nelle regioni del sud ovest e del centro del Paese. Lo riferisce Mehr, aggiungendo che l'esercitazione coinvolge le forze aeree della Repubblica islamica e sono in programma "operazioni di scoperta, identificazione, intercettazione e distruzione degli obiettivi ostili del nemico". Si tratta della seconda fase di un'esercitazione militare avviata il 24 gennaio scorso vicino allo Stretto di Hormuz, che aveva coinvolto la Marina iraniana.

Idf: “Eliminato un terrorista in Cisgiordania”

L'esercito israeliano (Idf) ha "eliminato un terrorista" nella zona di Tayasir, nel nord della Cisgiordania, dopo che l'uomo aveva sparato contro i soldati di una postazione militare locale: lo ha reso noto l'Idf su Telegram. Secondo il Times of Israel, l'attacco è avvenuto contro un posto di blocco e sono rimaste ferite almeno sette persone, di cui due sono in condizioni critiche. Il giornale riporta inoltre che prima di essere ucciso da un soldato israeliano, l'uomo era riuscito ad entrare in una postazione di vedetta del checkpoint.

Sui social circola foto Netanyahu, Trump e Musk

Sui social circola una fotografia che mostra il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sorridente insieme a Musk e Netanyahu, anche se Trump e Netanyahu si  incontreranno ufficialmente solo oggi.

Gaza, Israele pronta a discutere "cessate il fuoco" esteso

Israele invierà una delegazione in Qatar "alla fine della settimana" per discutere un cessate il fuoco "esteso", come previsto dalla seconda fase dell'accordo con Hamas. Lo ha comunicato l'ufficio del primo ministro israeliano. La mossa fa seguito ai colloqui a Washington tra il primo ministro israeliano e alti funzionari statunitensi. Successivamente Benjamin Netanyahu "convocherà il Gabinetto di Sicurezza per discutere le posizioni di Israele", si legge nel comunicato.

Netanyahu vede Musk a Washington

Benjamin Netanyahu ha incontrato a Washington il miliardario e consigliere di Donald Trump, Elon Musk, nonostante le recenti polemiche per il suo apparente saluto nazista, dalle quali comunque il primo ministro israeliano lo aveva difeso. Lo riportano alcuni media, anche israeliani. Sui social, compresa la piattaforma X, circola una fotografia in cui si vede Trump unirsi alla coppia, anche se lui e Netanyahu  si incontreranno ufficialmente solo oggi. 

Medioriente, primo incontro Trump-Netanyahu-Musk

Secondo quanto riportato da numerosi media, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha incontrato a Washington il miliardario e consigliere di Donald Trump, Elon Musk. Una fotografia mostra il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sorridente insieme a Musk e Netanyahu, anche se Trump e Netanyahu si incontreranno ufficialmente solo oggi. Non è immediatamente chiaro dove i tre si siano incontrati.

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