"Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente". Lo ha detto il presidente Usa in una conferenza stampa con Netanyahu ribadendo che "i palestinesi devono lasciare Gaza e vivere in altri Paesi in pace". Per Hamas il piano di Trump è "ridicolo" e "assurdo". Per l'Ue la Striscia di Gaza "è parte integrante di un futuro Stato palestinese"
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"Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente". Lo ha detto Donald Trump in una conferenza stampa con Benjamin Netanyahu ribadendo che "i palestinesi devono lasciare Gaza e vivere in altri Paesi in pace, Gaza è un simbolo di morte e distruzione per decenni, i palestinesi vogliono tornarci perché non hanno alternative". Per Hamas il piano di Trump è "ridicolo" e "assurdo": "Qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione" ha dichiarato un funzionario del gruppo fondamentalista. Contrari anche l'Egitto e la Giordania. Per l'Ue la Striscia di Gaza "è parte integrante di un futuro Stato palestinese".
Approfondimenti:
- Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza
- Tregua a Gaza, accordo tra Israele e Hamas. Le reazioni internazionali, da Trump a Biden
- Tregua a Gaza, migliaia di sfollati verso casa. Entrano gli aiuti. LE FOTO
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La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE
Telefonata Macron-Sisi: "Inaccettabile deportazione da Gaza"
Il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale - riferisce l'Eliseo - i due hanno affermato che "qualsiasi sfollamento forzato della popolazione palestinese da Gaza e Cisgiordania sarebbe inaccettabile". "Ciò costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale, un ostacolo alla soluzione dei due Stati e un importante fattore di destabilizzazione per Egitto e Giordania", aggiunge la nota francese.
Medio Oriente, idea di Trump per "ripulire" Gaza: palestinesi in Egitto e Giordania
"Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto", ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un "cantiere di demolizione" e affermando che la mossa potrebbe essere "temporanea o a lungo termine". IL PIANO
Israele si ritira dal Consiglio dei diritti umani dell'Onu: "Ci demonizza"
In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar fa sapere di accogliere con favore "la decisione del presidente Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio". LEGGI L'ARTICOLO
Guterres: "Pace Gaza richiede progressi verso due Stati"
"Qualsiasi pace duratura richiederà progressi tangibili, irreversibili e permanenti verso la soluzione dei due Stati, la fine dell'occupazione e la creazione di uno Stato palestinese indipendente, con Gaza come parte integrante". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres parlando alla sessione di apertura 2025 della Commissione per l'esercizio dei diritti inalienabili del popolo palestinese, dove ha invitato ad evitare qualsiasi forma di pulizia etnica.
Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza. FOTO
I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di guerra. LE IMMAGINI
Gaza, le moschee riprese dal drone prima e dopo la guerra
Le sconvolgenti immagini della Moschea di Al-Hassan e della Grande Moschea di Gaza, a Gaza city, prima e dopo la guerra. GUARDA IL VIDEO
Rubio: "Per Trump palestinesi via in attesa ricostruzione"
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole solo che i palestinesi se ne vadano temporaneamente mentre Gaza viene ricostruita: lo ha detto il segretario di Stato Marco Rubio ai giornalisti durante una visita in Guatemala. L'idea controversa di Trump "non era intesa come ostile. Era intesa, credo, come una mossa molto generosa: l'offerta di ricostruire e di essere responsabile della ricostruzione", ha detto Rubio.
Casa Bianca: Usa non finanzieranno la ricostruzione di Gaza
"I contribuenti americani non finanzieranno la ricostruzione di Gaza": lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, sottolineando che Donald Trump sta negoziando con i partner della regione per questo scopo.
Medioriente, chi sono le quattro soldatesse israeliane rilasciate
Sono state rilasciate quattro soldatesse israeliane in ostaggio a Gaza. Come confermato dalle Brigate Al Qassam, l'ala armata di Hamas, il rilascio è parte dell'accordo di cessate il fuoco nell'enclave. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. La quinta, Agam Berger, rimasta nella Striscia di Gaza, non verrà rilasciata per il momento. Ecco chi sono le soldatesse. CHI SONO
Trump non si è impegnato per inviare le truppe a Gaza
"Donald Trump non si e' impegnato per 'boots on the ground' (truppe sul terreno, nndr) a Gaza, sta negoziando con i partner della regione per la ricostruzione" della Striscia: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.
"Guterres metterà in guardia contro pulizia etnica a Gaza"
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres metterà in guardia oggi contro la "pulizia etnica" a Gaza: lo ha affermato il suo portavoce Stephane Dujarric dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha suggerito che i palestinesi potrebbero essere allontanati dalla Striscia. "Il segretario generale dirà che nella ricerca di soluzioni non dobbiamo peggiorare il problema. È fondamentale che restiamo fedeli ai fondamenti del diritto internazionale. È essenziale evitare qualsiasi forma di pulizia etnica. E, naturalmente, riaffermerà la soluzione dei due stati", ha detto ai giornalisti il portavoce di Guterres.
Israele: ci ritiriamo dal Consiglio Onu per i diritti umani
Israele seguirà la decisione degli Stati Uniti e si ritirerà dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu. Lo ha annunciato il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa'ar parlando di discriminazione nei confronti di Israele. Lo riporta Haaretz.
Iran: al momento non in programma incontri con Trump
Il vicepresidente iraniano, Mohammad-Reza Aref, afferma che il governo iraniano al momento non ha in programma di "incontrare o negoziare" con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Emirati bocciano piano Trump: no a deportazioni da Gaza
Anche gli Emirati Arabi Uniti bocciano qualsiasi ipotesi di trasferire forzatamente i palestinesi dalla Striscia di Gaza, come proposto dal presidente americano Donald Trump. Il ministero degli Esteri emiratino ha espresso in una nota "un categorico rifiuto a qualsiasi violazione dei diritti inalienabili dei palestinesi e qualsiasi tentativo di farli sfollare".
Israele: ok a piano Trump ma serve consenso palestinesi
L'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon sostiene il piano di Donald Trump per Gaza ma ritiene che i palestinesi non dovrebbero essere costretti ad andarsene senza il loro "consenso". "Penso che siamo tutti d'accordo che dovrebbe essere richiesto il consenso delle persone a lasciare il luogo in cui vivono e il consenso degli altri paesi a riceverle", ha detto alla Cnn.
Israele: ok a piano Trump ma serve consenso palestinesi
L'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon sostiene il piano di Donald Trump per Gaza ma ritiene che i palestinesi non dovrebbero essere costretti ad andarsene senza il loro "consenso". "Penso che siamo tutti d'accordo che dovrebbe essere richiesto il consenso delle persone a lasciare il luogo in cui vivono e il consenso degli altri paesi a riceverle", ha detto alla Cnn.
Trump: "Il mio piano per Gaza piace a tutti"
"Il mio piano per Gaza piace a tutti". Lo ha detto Donald Trump alla Casa Bianca.
Sheinbaum: il Messico riconosce la Palestina e Israele
La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha dichiarato che il Messico riconosce sia lo "Stato palestinese" che lo "Stato di Israele" e ha ribadito la necessità di "costruire una soluzione pacifica" di fronte al piano del presidente statunitense Donald Trump di intervenire a Gaza. "Il Messico ha una posizione da anni, non solo dei governi della 'quarta trasformazione' (il movimento che definisce il suo governo), ma da prima, di riconoscere lo Stato palestinese e allo stesso tempo lo Stato di Israele", ha detto Sheinbaum in una conferenza stampa.
Il re di Giordania respinge il piano Trump per Gaza
Anche il re di Giordania, Abdallah II, ha respinto "qualsiasi tentativo" di prendere il controllo dei territori palestinesi e di sfollare la sua popolazione, in riferimento alla proposta lanciata da Donald Trump su Gaza. Il sovrano giordano, incontrando il presidente palestinese Abu Mazen, ha sollecitato sforzi "per fermare le attività di insediamento e respingere qualsiasi tentativo di annettere terre e sfollare i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, sottolineando la necessità che i palestinesi si stabiliscano sulla loro terra", si legge in una nota. La Giordania accoglie già circa due milioni di rifugiati palestinesi.
Portavoce Erdogan "Piano Trump genocidio politico"
"Un genocidio politico" così il portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Omer Celik, ha definito la proposta avanzata dal presidente americano Donald Trump, che vorrebbe espellere dalla Striscia di Gaza la popolazione palestinese. "Quanto venuto fuori dalla lingua dell'amministrazione americana, una sorta di 'abbandono di Gaza da parte dei palestinesi', più che una proposta per risolvere la crisi è una proposta di pulizia etnica, esilio, deportazione e di furto della terra altrui. Siamo dinanzi a un approccio che viola i diritti umani fondamentali e il diritto internazionale. Le parole dell'amministrazione americana sono un incoraggiamento a compiere un genocidio politico", ha detto Celik.
Sa'ar: "Servono idee fuori dagli schemi come piano Trump per Gaza"
A proposito della proposta del presidente statunitense Donald Trump di reinsediare altrove i residenti della Striscia di Gaza, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha invitato i deputati della Knesset a “considerare idee fuori dagli schemi”. “Gaza nella sua forma precedente non ha futuro. Bisogna trovare un'altra soluzione - ed è quello che sta cercando di fare il presidente Trump”, ha dichiarato.
“Finché la migrazione avviene per libera scelta di una persona e finché c'è un Paese disposto ad accoglierla, non si può dire che sia immorale o disumana”, ha detto Sa'ar, ricordando che Gaza è piena di “odio per Israele e desiderio di distruggerlo”. “Credo che insieme all'amministrazione americana guidata dal presidente Trump, abbiamo l'opportunità di provare almeno a costruire un futuro migliore per noi stessi e per l'intero Medio Oriente”, prosegue, liquidando le critiche europee al piano americano.
“Pertanto, con questo spirito, suggerisco di esaminare anche le nuove idee proposte dal presidente americano“ per quell'”esperimento fallito” che è Gaza, ha concluso.
Trump, il piano per trasformare la Striscia di Gaza in una "Riviera del Medio Oriente"
Fin dalle prime fasi dell’offensiva israeliana a Gaza, iniziata dopo gli attacchi terroristici di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023, ci si è interrogati su quale sarebbe stato il destino della Striscia, una volta cessati i combattimenti.
Ora iniziano a emergere alcuni dettagli. A fornirli è stato il presidente americano Donald Trump che, senza mezzi termini, ha annunciato che gli Usa "prenderanno il controllo di Gaza". Le dichiarazioni arrivano dopo l'incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu nello Studio Ovale, con il tycoon che ha spiegato che, dopo la tregua, si avvierà un piano che prevede la gestione del territorio da parte di Washington a "lungo termine", con la possibilità che i palestinesi sfollati oggi non tornino mai più nella loro terra "simbolo di morte e distruzione da decenni". Ecco cosa è emerso fino ad ora. COSA SAPPIAMO
Medio Oriente, attacco a checkpoint Idf in Cisgiordania: vittime. VIDEO
Trump: "Voglio l'accordo con l'Iran ma non deve avere il nucleare"
"Voglio che l'Iran sia un Paese grande e di successo, ma che non possa avere un'arma nucleare". Lo scrive il presidente Usa Donald Trump, su Truth. "I resoconti secondo cui gli Stati Uniti, lavorando insieme a Israele, faranno a pezzi l'Iran, sono grandemente esagerati", aggiunge Trump. "Preferirei di gran lunga un accordo di pace sul nucleare verificato, che permetta all'Iran di crescere e prosperare pacificamente. Dovremmo iniziare a lavorarci immediatamente e organizzare una grande festa in Medio Oriente quando sarà firmato e completato. Dio benedica il Medio Oriente!", conclude.
Berlino: "Gaza appartiene ai palestinesi"
La Striscia di Gaza "appartiene ai palestinesi". Lo ha affermato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock dopo che il presidente Donald Trump ha suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo del territorio. "La popolazione civile di Gaza non deve essere espulsa e Gaza non deve essere occupata o ripopolata in modo permanente", ha affermato Baerbock in una dichiarazione. "È chiaro che Gaza, come la Cisgiordania e Gerusalemme est, appartiene ai palestinesi. Esse costituiscono la base per un futuro stato palestinese".

©Ansa
La Francia: "Le dichiarazioni Trump su Gaza sono pericolose"
Le dichiarazioni di Donald Trump sulla proposta di occupazione Usa della Striscia di Gaza e sul trasferimento dei palestinesi che vivono lì sono "pericolose per la stabilità e per il processo di pace": è quanto dichiarato oggi dalla portavoce del governo francese, Sophie Primas. "La Francia - ha proseguito la portavoce al termine del consiglio dei ministri a Parigi - è totalmente contraria allo spostamento delle popolazioni". "Noi manteniamo la nostra politica che è: nessuno spostamento delle popolazioni, ricerca di un cessate il fuoco temporaneo volto al processo di pace e soluzione a due Stati".
Lula: "Il piano di Trump su Gaza è incomprensibile"
Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha dichiarato che il piano annunciato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per prendere il controllo della Striscia di Gaza è "praticamente incomprensibile". "Gli Stati Uniti sono stati coinvolti nell'incoraggiare tutto ciò che Israele ha fatto nella Striscia di Gaza. Quindi non ha senso incontrare il presidente di Israele e dire: 'Occuperemo Gaza, rivendicheremo Gaza, vivremo a Gaza'. E dove andranno i palestinesi, dove vivranno? Qual è il loro Paese?", ha chiesto Lula in un'intervista ad alcune radio di Minas Gerais. "Quindi, è qualcosa di praticamente incomprensibile per qualsiasi essere umano", ha aggiunto il leader progressista. "Quello che è successo a Gaza è stato un genocidio, e onestamente non so se gli Stati Uniti, che sono parte di tutto questo, sarebbero il Paese che dovrebbe cercare di prendersi cura di Gaza. Quelli che devono prendersi cura di Gaza sono i palestinesi", ha continuato Lula, che poi ha difeso "la creazione di uno Stato palestinese, come lo Stato di Israele, e l'istituzione di una politica di coesistenza armoniosa, perché il mondo non ha bisogno di arroganza o slogan, ma di pace e tranquillità".
I coloni: "Bene Trump, Israele annetta anche la Cisgiordania"
I leader dei coloni israeliani reagiscono con entusiasmo alla proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di reinsediare la popolazione palestinese di Gaza in altri paesi, invitando il governo israeliano ad attuare immediatamente il piano e a iniziare a costruire insediamenti ebraici nel territorio. Lo riportano i media israeliani. Israel Ganz, presidente dell'organismo di coordinamento dei coloni, il Consiglio Yesha, loda l'idea di Trump, affermando che equivale a "dichiarare la fine del sogno palestinese di distruggere Israele attraverso Gaza o di creare uno stato palestinese nel cuore della terra di Israele". Ganz, che è anche a capo del Consiglio regionale di Mateh Binyamin, un'autorità municipale che governa diverse decine di insediamenti e avamposti illegali in Cisgiordania, aggiunge che il governo israeliano dovrebbe "adottare oggi la visione di Trump e tradurla in azione", il che, a suo dire, dovrebbe includere anche "l'applicazione della sovranità sulla Giudea e la Samaria", ovvero l'annessione della Cisgiordania.
Gb: "I palestinesi devono vivere e prosperare a Gaza"
I palestinesi devono poter "vivere e prosperare" a Gaza e in Cisgiordania. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico David Lammy rispondendo ai giornalisti a margine della sua visita odierna a Kiev. La dichiarazione del responsabile del Foreign Office arriva dopo quanto affermato dal presidente americano Donald Trump sull'ipotesi di mettere la Striscia sotto il controllo Usa.
L'Iran reagisce a Trump: "Non cerchiamo l'arma nucleare"
Il capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Mohammad Eslami, ha dichiarato che l'Iran non ha intenzione di avere la bomba atomica, in reazione all'ordinanza firmata dal presidente americano Donald Trump che ripristina "massima pressione" contro Teheran affinché non ottenga l'arma nucleare. "Trump ha detto che l'Iran non dovrebbe avere armi nucleari, l'Iran non ha avuto, non ha e non avrà in futuro l'intenzione di ottenere armi nucleari", ha affermato Eslami, come riferisce Mehr, aggiungendo che "il programma energetico nucleare pacifico dell'Iran è all'interno dell'ambito del trattato sulla non proliferazione nucleare".
Libano, Ong denuncia aumento delle violazioni israeliane nel sud
Israele ha trasformato il Libano in una trappola mortale proprio nel corso dei due mesi di cessate il fuoco con Hezbollah: è quanto sostiene oggi Legal Agenda, organizzazione non governativa libanese composta da avvocati e ricercatori e che documenta regolarmente sul terreno le violazioni umanitarie da parte degli attori coinvolti nel conflitto armato. Nella relazione intitolata "Violazioni in 60 giorni non sono autodifesa: come Israele ha trasformato una tregua in una trappola mortale", Lega Agenda afferma che dal 27 novembre al 26 gennaio, ovvero i due mesi previsti per il cessate il fuoco con gli Hezbollah libanesi - poi prorogato su richiesta israeliana fino al 18 febbraio - sono stati documentati 855 attacchi israeliani, con un incremento nell'ultimo periodo di gennaio (358 attacchi rispetto ai 209 del primo periodo e 288 del secondo periodo). Questi eventi, prosegue Legal Agenda, hanno interessato varie località del Libano meridionale, causando numerose vittime e devastazioni. Tra gli incidenti più sanguinosi verificatisi a gennaio, spicca l'attacco del 10 gennaio a Tayr Debba, dove un raid aereo ha provocato la morte di cinque persone e il ferimento di quattro abitanti del villaggio e di quelli vicini. Le incursioni aeree israeliane hanno coinvolto territori come Wadi Saluki, Bint Jbeil e Kfar Shouba, con 47 raid aerei complessivi. I bombardamenti di artiglieria e le sparatorie, rispettivamente 25 e 38, hanno aggravato la situazione, colpendo anche le vicinanze del centro di Protezione Civile a Rmeish. Inoltre, si sono verificati 30 rapimenti di civili in territorio libanese, atti di vandalismo in 14 abitazioni e numerosi attacchi a veicoli civili.
Mosca: "Palestinesi via da Gaza? Sentito Trump, ma anche l'Egitto"
Il Cremlino afferma di aver preso nota delle parole di Donald Trump, che ha dichiarato che "i palestinesi dovrebbero lasciare Gaza", ma anche della contrarietà di Giordania ed Egitto alla proposta del presidente americano. Lo riporta la Tass. Il Cremlino ha inoltre dichiarato che per la Russia "la soluzione in Medio Oriente può avvenire solo sulla base della presenza di due Stati".
Hamas: "Il piano di Trump per Gaza getterà benzina sul fuoco"
Il piano per Gaza proposto dal presidente americano Donald Trump "getterà benzina sul fuoco". Lo ha affermato Hamas, all'indomani della conferenza stampa di Trump con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Washington, durante la quale ha annunciato che gli Usa prenderanno il controllo della Striscia e i palestinesi verranno sfollati per sempre nei Paesi vicini.
Ben Gvir: "Pronti a tornare al governo con l'attuazione del piano Trump"
L'ex ministro israeliano Itamar Ben Gvir, esponente dell'estrema destra, ha evocato la possibilità per il suo partito di rientrare nel governo di Benyamin Netanyahu a seguito degli annunci di Donald Trump di un piano per prendere il controllo della Striscia di Gaza e il trasferimento forzato dei palestinesi. "Non ho ancora cucito un nuovo abito ministeriale, ma non c'è dubbio che le possibilità che (il partito) Otzma Yehudit torni al governo siano aumentate", ha detto il politico ultranazionalista citato dal Times of Israel. "La palla è ora nelle mani del primo ministro. Non appena iniziamo e c'è l'intenzione di attuarlo, torno". "Abbiamo un'enorme opportunità e non dobbiamo perderla. Anche prima del 7 ottobre, ho incoraggiato l'emigrazione (dei palestinesi da Gaza) e mi hanno preso in giro. Dobbiamo abbracciarla e non limitarci a fare una dichiarazione. È tempo di implementarla e promuoverla", ha aggiunto.

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Wsj: "Il piano di Gaza tenuto segreto nella cerchia ristretta di Trump"
La proposta del presidente americano Donald Trump per Gaza è stata tenuta segreta all'interno di un circolo molto ristretto di persone vicine al capo della Casa Bianca. Lo ha riferito il Wall Street Journal, citando due fonti dell'amministrazione americana secondo i quali l'idea di prendere il controllo della Striscia e sfollare per sempre i palestinesi è nata di recente ed è stata gestita tramite assistenti e alleati negli ultimi giorni. I funzionari al di fuori della cerchia ristretta del presidente non ne erano a conoscenza e ha sbalordito persino alcuni dei più accesi sostenitori di Trump nella comunità ebraica, ha aggiunto il Wsj, citando uno di loro che ha definito l'idea "folle" e ha messo in dubbio che possa essere messa in pratica.
Parigi: "Il futuro di Gaza non passa per controllo di un paese terzo"
L'avvenire di Gaza passa per "un futuro stato palestinese" e non dal controllo "di un paese terzo": lo si legge in una nota del Quai d'Orsay, secondo il quale la Francia "ribadisce la sua contrarietà a qualsiasi trasferimento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che rappresenterebbe una violazione grave del diritto internazionale, un attacco alle aspirazioni legittime dei palestinesi, ma anche un forte ostacolo alla soluzione a due stati e un fattore di destabilizzazione per i nostri partner vicini che sono l'Egitto e la Giordania, oltre che l'insieme della regione".
Egitto: "Gaza va ricostruita senza trasferire i palestinesi"
C'è la necessità di ricostruire rapidamente la Striscia di Gaza senza trasferire i palestinesi che ci abitano, come invece vorrebbe il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty incontrando il primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Mohammed Mustafa al Cairo.
Abdelatty e Mustafa hanno condiviso "l'importanza di procedere con progetti di ricostruzione tempestiva a un ritmo accelerato, senza che i palestinesi abbandonino la Striscia di Gaza, con il loro impegno nei confronti della loro terra e il rifiuto di abbandonarla", ha affermato il ministero degli Esteri egiziano.
Smotrich: "Seppelliremo l'idea di uno Stato palestinese"
Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich ha promesso di fare di tutto per "seppellire definitivamente" l'idea di uno Stato palestinese, all'indomani dell'annuncio da parte di Donald Trump di un piano per l'occupazione americana di Gaza. "Il piano presentato ieri dal presidente Trump è la vera risposta al 7 ottobre", ha affermato Smotrich, riferendosi all'attacco di Hamas contro Israele che ha scatenato la guerra. "Ora lavoreremo per seppellire definitivamente (...) la pericolosa idea di uno Stato palestinese", ha aggiunto sul suo account Telegram.
Abu Mazen: "Gaza parte integrante dello Stato palestinese"
Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha respinto la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di espellere i palestinesi dalla Striscia di Gaza verso altri Paesi e ha affermato che l'enclave è "parte integrante" dello Stato palestinese. "Non permetteremo che i diritti del nostro popolo, per i quali abbiamo lottato per decenni e per i quali abbiamo fatto grandi sacrifici, vengano violati", ha affermato in una nota ripresa dall'agenzia di stampa Wafa.
Per Abu Mazen, i diritti dei palestinesi non sono negoziabili e nessuno può prendere decisioni sul futuro del popolo palestinese se non se stesso. Il leader di Ramallah ha inoltre accolto con favore il rifiuto dell'Arabia Saudita all'espulsione forzata dei cittadini di Gaza e ha invitato l'Onu ad adottare misure "urgenti" per proteggere le risoluzioni internazionali che riconoscono il diritto al ritorno dei palestinesi.
Olp: "La soluzione è 2 Stati, siamo nati qui e qui resteremo"
"La leadership palestinese ribadisce la sua ferma posizione secondo cui la soluzione dei due Stati elaborata dalla comunità internazionale è la soluzione di pace e stabilità". Lo ha affermato il segretario generale dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), Hussein al-Sheikh, alla luce del piano del presidente Usa Donald Trump per Gaza. "Siamo nati qui, viviamo qui e qui resteremo", ha affermato, "e lodiamo l'impegno del mondo arabo in tal senso", ha aggiunto, facendo riferimento al rifiuto dell'Arabia Saudita dello sfollamento di massa dei palestinesi che vivono nella Striscia.
L'Anp respinge fermamente il piano Trump su Gaza e i palestinesi
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) respinge "fermamente" il piano di Donald Trump di occupare la Striscia di Gaza e le sue ripetute richieste di trasferimento forzato dei palestinesi che vi abitano. "Il presidente Mahmoud Abbas e la leadership palestinese respingono fermamente gli appelli a impadronirsi della Striscia di Gaza e a trasferire i palestinesi dalla loro patria", si legge in un comunicato ufficiale. "In risposta agli appelli americani per lo spostamento" dei palestinesi da Gaza, 'non permetteremo che i diritti del nostro popolo vengano calpestati', ha dichiarato Abbas.
Madrid: "Gaza è la terra dei palestinesi, parte dello Stato futuro"
"Gaza è la terra dei palestinesi gazawi e questi devono continuare a restare a Gaza". Lo ha detto oggi il ministro spagnolo degli Esteri, Unione Europea e Cooperazione, José Manuel Albares, in linea con la posizione sostenuta da Madrid negli ultimi giorni, dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha proposto un piano che prevede il trasferimento della popolazione di Gaza in Egitto e Giordania. "Gaza è parte del futuro Stato palestinese, sul quale punta la Spagna, e che deve convivere e coesistere garantendo prosperità e sicurezza allo Stato di Israele, per il quale vogliamo anche una normalizzazione completa delle sue relazioni con i paesi arabi", ha detto il capo della diplomazia spagnola, in una conferenza stampa a Madrid, assieme al segretario generale iberoamericano, Andrés Allamand. Madrid ha riconosciuto lo Stato di Palestina in funzione della soluzione del due Stati. Albares ha insistito sul fatto che "La Spagna e il popolo spagnolo appoggeranno" i due milioni di palestinesi che vivono sulla striscia di Gaza, "come li stiamo sostenendo in questi momenti, con aiuti umanitari dell'Agenzia spagnola di Cooperazione che sta entrando a Gaza", ha concluso.
Iran, il ministro degli Esteri a Trump: "Massima pressione? Sarà un altro fallimento"
Porterà a un "nuovo fallimento" la politica di "massima pressione" nei confronti dell'Iran. Parola del capo della diplomazia iraniana, Abbas Araghchi, intervenuto dopo che il presidente americano Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per ritornare alla "massima pressione" contro l'Iran nel giorno dei colloqui alla Casa Bianca con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
In dichiarazioni riportate dall'agenzia iraniana Mehr, il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica ha definito la politica della "massima pressione" come un "esperimento fallito" e ha aggiunto come a suo avviso imporla nuovamente "porterà a un altro fallimento". "Se invece il nodo è che l'Iran non porti avanti progetti di armi nucleari, allora questo è realizzabile", ha affermato, dopo che Trump ha detto ieri ai giornalisti di ritenere l'Iran sia "troppo vicino" a ottenere un'arma nucleare assicurando che "non permetteremo loro di averla".
Trump ha comunque affermato di voler dialogare con la leadership iraniana. Durante il suo primo mandato alla Casa Bianca il tycoon decise per il ritiro unilaterale degli Stati Uniti dallo storico accordo internazionale sul nucleare iraniano, sottoscritto nel 2015, e ripristinò una serie di sanzioni contro Teheran. Alle misure la Repubblica Islamica rispose facendo marcia indietro rispetto ad alcuni impegni previsti dall'intesa sul nucleare. L'Iran rivendica la natura pacifica del suo programma nucleare. E risale sempre al primo mandato di Trump alla Casa Bianca, al gennaio del 2020, il raid Usa in cui nella capitale irachena Baghdad venne ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani, storico capo delle Forze Quds.

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Houthi: "Piano Trump arroganza Usa; noi con Egitto e Giordania"
Il piano annunciato da Donald Trump su Gaza rappresenta "l'arroganza americana". Lo dice uno dei leader degli Houti, Mohammed al-Bukhaiti, in un post sui social. "Se l'Egitto o la Giordania o entrambi decidessero di sfidare l'America, lo Yemen starebbe con tutte le sue forze al suo fianco, fino in fondo e senza linee rosse", aggiunge. Sia il Cairo che Amman hanno respinto l'idea di accogliere i palestinesi da Gaza.
Libano, Tajani: "Continueremo formare esercito e sostenere Unifil"
"Con la nostra missione bilaterale continueremo a formare le forze armate in Libano, che erano guidate dal generale Aoun prima della sua elezione a presidente". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante la sua audizione a Montecitorio. Il titolare della Farnesina ha aggiunto che l'Italia continuerà a sostenere la missione Unifil, evidenziando la necessità di "modificare le regole d'ingaggio, per dare più forza". La posizione da tenere per Tajani dovrebbe essere questa: "Avere il contingente Unifil dalla frontiera tra Libano e Israele fino al fiume, a nord del fiume ci devono essere le forze armate regolari libanesi, così da non avere forze di Hezbollah". "Questo è quello che bisognerebbe fare per garantire stabilita' e impedire che ci siano nuovi conflitti tra Israele e Hezbollah", ha concluso.
Turchia: "Inaccettabile il piano di Trump su Gaza"
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha definito inaccettabile la proposta del presidente americano Donald Trump riguardo ad una presa del controllo da parte degli Usa di Gaza con l'idea che i palestinesi dovrebbero lasciare la Striscia. "La questione della deportazione è una situazione che né noi né la regione possono accettare. Persino pensarci è una perdita di tempo, è sbagliato addirittura aprire una discussione" su questo argomento, ha affermato Fidan, durante un'intervista con l'agenzia turca Anadolu.
Tajani: "Piano di Trump a Gaza? Contano i fatti, ma mi pare difficile"
"Non devo commentare le dichiarazioni, ci sono i fatti che contano. Quando ci sarà una proposta operativa, vedremo di commentarla, ma mi pare che sull'evacuazione civile della popolazione di Gaza la risposta di Giordania ed Egitto sia stata negativa, quindi mi pare difficile". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, interrogato sulle parole di Donald Trump, che ha svelato il suo piano per rendere Gaza "la Riviera del Medio Oriente".
Tajani: "Vedremo piano Trump ma noi siamo per due Stati"
"Mi pare che per quanto riguarda l'evacuazione della popolazione civile da Gaza la risposta di Giordania e di Egitto sia stata negativa, quindi mi pare che sia un po' difficile" metterla in atto. "Io ho detto qual è la posizione italiana, poi vedremo quando ci saranno delle proposte concrete, noi siamo per due popoli due Stati, ho detto che siamo addirittura pronti a inviare militari italiani per una missione di riunificazione di Gaza con la Cisgiordania. Il governo non ha cambiato idea". Lo ha detto Antonio Tajani alle commissioni Esteri di Camera e Senato, rispondendo a una domanda sulle dichiarazioni di Trump su Gaza.
Tajani: "Non usciremo da Oms, ma se Onu si muove in ritardo bisogna dirlo"
"Continuiamo a lavorare e a credere alla organizzazioni multilaterali. Non ho mai detto di voler uscire dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Quelli che contano sono i fatti, noi continuiamo ad avere sempre la stessa presenza nelle Nazioni Unite, anche facendo osservazioni critiche". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, interrogato sulla questione dopo la sua audizione a Montecitorio sul Consiglio affari esteri dell’Unione europea dello scorso 27 gennaio.
"Sostenere il multilateralismo non significa dire che tutto va bene: se le organizzazioni Onu si muovono in ritardo, bisogna dirlo. Come in Ucraina, io credo che se l'Onu avesse agito in maniera più tempestiva, magari mandando degli interlocutori in grado di convincere Putin a fare cose diverse, così come avvenne in Georgia con l'iniziativa di Sarkozy e di Berlusconi", ha detto.
Libano, Tajani: "Continueremo a formare forze armate e sostenere Unifil"
"Intendiamo sostenere le forze armate libanesi per rinforzare le istituzioni libanesi in un momento in cui si è arrivati a un cessate il fuoco. Quindi continueremo con la nostra missione bilaterale a formare le forze armate in Libano, che erano guidate dal generale Aoun prima della sua elezione a presidente". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, interrogato sulla questione dopo la sua audizione a Montecitorio sul Consiglio affari esteri dell’Unione europea dello scorso 27 gennaio.
"Noi continuiamo a sostenere l'Unifil. Crediamo si debba in qualche modo modificare le regole d'ingaggio, per dare più forza all'Unifil. La posizione da tenere per me è questa: avere il contingente Unifil dalla frontiera tra Libano e Israele fino al fiume. A nord del fiume ci devono essere le forze armate regolari libanesi, così da non avere forze di Hezbollah. Questo è quello che bisognerebbe fare per garantire stabilità e impedire ci siano nuovi conflitti tra Israele e Hezbollah", ha spiegato.
Papa: "Preghiamo per gli sfollati della Palestina"
"Pensiamo ai Paesi che soffrono la guerra: la martoriata Ucraina, Israele, Sudan, tanti Paesi che stanno soffrendo lì. Ricordiamo gli sfollati della Palestina e preghiamo per loro". Lo ha detto il Papa, pronunciando personalmente questo appello, alla fine dell'udienza generale.
Usa, Trump firma uscita consiglio diritti umani Onu e stop fondi a Unrwa
In occasione della visita di Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca, Donald Trump firma l'ordine esecutivo con cui farà uscire gli Stati Uniti dal Consiglio dei diritti umani dell'Onu e proibirà ogni nuovo finanziamento all'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per l'assistenza dei rifugiati palestinesi. Secondo quanto anticipato dalla Casa Bianca, nell'ordine si afferma che il Consiglio ha "dimostrato un costante pregiudizio verso Israele" ed ha permesso "Paesi come l'Iran, la Cina e Cuba" di usarlo "per proteggersi pur avendo un enorme quantità di violazioni dei diritti umani ed abusi".
L'ordine dispone anche che il segretario di Stato avvii una revisione e poi fornisca un rapporto "su quali organizzazioni, convenzioni e trattati internazionali promuovono sentimenti estremisti o anti-americani". E si ga un particolare riferimento all'Unesco, l'Organizzazione dell'Onu per l'Educazione, la Scienza e la Cultura per la quale si richiede una revisione "in tempi rapidi".
Durante il suo primo mandato, Trump ha ritirato gli Stati Uniti sia Consiglio per i diritti umani che dall'Unesco, e Joe Biden aveva poi decretato il rientro in queste organizzazioni internazionali.
Olp: "Respingiamo ogni richiesta di sfollare palestinesi"
L'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) respinge "ogni richiesta di sfollamento dei palestinesi dalla loro madre patria". Lo ha detto il segretario generale dell'Olp Hussein Sheikh in risposta al piano del presidnete Usa Donald Trump che vorrebbe spostare i palestinesi di Gaza in stati della regione.
Hamas: "Piano Trump razzista, allineato con destra Israele"
Il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per Gaza è "razzista" e punta a eliminare la causa palestinese. Lo ha affermato il portavoce di Hamas, Abdel Latif al-Qanou, in una dichiarazione, sottolineando che "la posizione razzista americana si allinea con la posizione dell'estrema destra israeliana nello sfollare il nostro popolo ed eliminare la nostra causa".
Tajani: "Ho deciso di ampliare programma Food for Gaza"
"L'Italia vuole essere protagonista di questo processo di pacificazione e di ricostruzione della Striscia. Per questo abbiamo deciso di rafforzare e ampliare l'iniziativa Food for Gaza". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che domani sarà "in Israele al porto di Ashdod insieme al ministro Bernini e al Presidente della Regione Piemonte per la consegna di un ulteriore carico di beni di prima necessità forniti dalla nostra cooperazione e 15 camion donati al Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite per facilitare l'operazione di distribuzione degli aiuti nella Striscia". "Sarà con noi una squadra di medici del Policlinico Regina Margherita di Torino e del Policlinico Umberto I di Roma che rimarrà in Palestina per contatti immediati con l'Autorità palestinese che, lo voglio ribadire, è il nostro unico interlocutore", ha aggiunto Tajani. "Stiamo lavorando per portare in Italia un gruppo di bambini palestinesi purtroppo gravemente ammalati per dare loro le cure migliori e alle loro famiglie una nuova vita".
No di Pechino a spostamento forzato palestinesi da Gaza
La Cina è contraria allo spostamento "forzato" dei palestinesi dalla Striscia di Gaza proposto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Lo ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Lin Jian. "La Cina ha sempre sostenuto che il governo palestinese sui palestinesi è il principio fondamentale del governo di Gaza nel dopoguerra e ci opponiamo al trasferimento forzato dei residenti di Gaza", ha affermato il portavoce.
Boldrini: "Trump propone pulizia etnica a Gaza, non si può restare in silenzio"
"Via i palestinesi da Gaza. E' questo il piano di cui hanno discusso Donald Trump e Benjamin Netanyahu nel loro incontro alla Casa Bianca. Al posto delle case, delle scuole, degli ospedali che vanno ricostruiti perché le persone possano viverci, sorgerà la "riviera del medio oriente". Un progetto di vera e propria pulizia etnica: non c'è altro modo per definirlo, a cui i palestinesi si oppongono con tutte le loro forze. Ma a cui sono fermamente contrari anche Egitto e Giordania, così come l’Arabia Saudita che ha immediatamente ribadito "l'inequivocabile rifiuto” della violazione dei diritti del popolo palestinese, incluso il tentativo di spostarlo altrove, e che invece, chiede lo Stato di Palestina in cambio della normalizzazione dei rapporti con Israele". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"L'Europa cosa dice? Cosa intende fare per garantire il diritto dei palestinesi a vivere nella loro terra e ad avere uno stato indipendente, come previsto dalla risoluzione Onu del 1947? Non si può certo restare a guardare davanti alla cacciata di un popolo dalla propria terra e alla sua totale eliminazione", conclude.
Libano, Tajani: "Chiesto a Bruxelles aumento sostegno a forze armate"
In Libano, "le Nazioni Unite guardano con favore all’Italia, alla luce delle nostre precedenti esperienze alla guida della missione. Anche questo testimonia il ruolo di primo piano che vogliamo giocare nel quadrante medio-orientale". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante la sua audizione a Montecitorio sul Consiglio affari esteri dell’Unione europea dello scorso 27 gennaio.
"Al Consiglio Affari Esteri abbiamo discusso la situazione in Libano, dove si è registrato uno sviluppo significativo: l’elezione di Joseph Aoun a Presidente della Repubblica e il conferimento a Nawaf Salam dell’incarico di formare il Governo. È un passo importante per il Libano e per tutta la regione, che auspichiamo possa sfociare nella formazione di un Esecutivo inclusivo ed efficace - ha dichiarato Tajani - All’indomani della sua elezione, ho incontrato a Beirut il Presidente Aoun e l’ho incoraggiato a usare il suo peso per rafforzare le Istituzioni, a partire dalle Forze Armate libanesi".
"Anche in questo settore, l’Italia sta facendo la sua parte, presiedendo il Comitato Tecnico Militare per il Libano, una piattaforma di coordinamento degli aiuti alle Forze di sicurezza libanesi", ha detto Tajani. "Il Libano è anche uno dei principali destinatari degli interventi umanitari e di sviluppo della Cooperazione italiana. L’Italia ha destinato in favore del Libano, oltre agli stanziamenti ordinari, ulteriori 17 milioni di euro dall’inizio della crisi, con un nuovo contributo di 10 milioni di euro stanziato durante la Conferenza umanitaria che ho presieduto lo scorso ottobre al G7 di Pescara", ha affermato.
Cina a Trump: "Contrari ai trasferimenti forzati a Gaza"
La Cina "si oppone al trasferimento forzato che ha per obiettivo la popolazione di Gaza". E' quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian sulla proposta del presidente americano Donald Trump relativa alla presa del controllo da parte degli Usa della Striscia di Gaza. Pechino spera che "tutte le parti prendano in considerazione il cessate il fuoco e la governance post-conflitto come un'opportunità per riportare la questione palestinese sulla strada giusta dell'accordo politico basato sulla soluzione dei due Stati", ha aggiunto Lin, nel corso del briefing quotidiano.
Tajani: "Domani in Israele discuterò rilancio due Stati" (2)
"Domani sarò in Israele, al porto di Ashdod, insieme al ministro Bernini e al presidente della Regione Piemonte, Cirio, per la consegna di un ulteriore carico di beni di prima necessità forniti dalla nostra Cooperazione e 15 camion donati al Programma Alimentare Mondiale per facilitare le operazioni di distribuzione degli aiuti nella Striscia. Sarà con noi una squadra di medici del Policlinico Regina Margherita di Torino e del Policlinico Umberto I di Roma che rimarrà in Palestina per contatti immediati con l'Autorità Palestinese che, lo voglio ribadire, è il nostro unico interlocutore", ha sottolineato Tajani.
Tajani: "Domani in Israele discuterò rilancio due Stati"
"Nel corso della visita" di domani in Israele "incontrerò nuovamente il ministro Sa'ar per discutere del consolidamento del cessate il fuoco e del rilancio del processo politico verso la soluzione a due Stati". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in audizione alle commissioni Affari esteri di Camera e Senato. "Hamas non può tornare a controllare la Striscia. La popolazione di Gaza ha pagato un prezzo troppo alto per la sua follia terroristica. Per questo siamo in prima linea nel sostegno all'Autorità palestinese nel suo processo di riforme".
Hamas: "Piano Trump razzista, sradica la causa palestinese"
Un piano "razzista", volto a "sradicare la causa palestinese": Hamas ha definito così oggi il piano del presidente statunitense Donald Trump su Gaza. Ieri, nel corso di una conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Trump ha affermato che "gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza" e che "i palestinesi dovrebbero lasciare Gaza per sempre". Il presidente Usa ha inoltre detto che "Gaza sarà la rivière del Medio Oriente".
Gantz loda Trump: "Su Gaza parole originali e interessanti"
Il leader del partito di opposizione israeliano Unità nazionale, Benny Gantz, ha elogiato le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sul futuro di Gaza, definendole "creative, originali e interessanti". Per l'ex capo di Stato maggiore, citato da Yedioth Ahronoth, il capo della Casa Bianca ha dato "un'ulteriore prova della profonda alleanza tra Stati Uniti e Israele". "Ha dimostrato, non per la prima volta, di essere un vero amico di Israele e continuerà a stare al nostro fianco su questioni chiave di sicurezza". Gantz ha ribadito che bisogna dare priorità al rilascio di tutti gli ostaggi detenuti a Gaza.
Inviato Usa: "Proposta Trump darà ai palestinesi speranza in futuro migliore"
L'inviato speciale per il Medio Oriente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, ha dichiarato a Fox News che la proposta di Trump di prendere il controllo di Gaza darà ai palestinesi “più speranza” per un futuro migliore, potenzialmente lontano da Gaza.
Witkoff sostiene che Gaza sarà “abitabile” per almeno il prossimo decennio, ma ha aggiunto: “Tutti vogliono vedere la pace nella regione, che significa una vita migliore per i palestinesi. Una vita migliore non è necessariamente legata allo spazio fisico in cui ci si trova oggi. Una vita migliore significa migliori opportunità, migliori condizioni finanziarie, migliori aspirazioni per voi e la vostra famiglia”.
“Questo non accade perché si può piantare una tenda nella Striscia di Gaza e si è circondati da 30.000 munizioni che potrebbero esplodere in qualsiasi momento. È un posto pericoloso in cui vivere oggi”, ha aggiunto.
Rubio: "Usa pronti a guidare e rendere Gaza di nuovo bella"
Gli Stati Uniti “sono pronti a guidare e a rendere Gaza di nuovo bella”. Lo ha scritto il Segretario di Stato americano Marco Rubio su X, facendo riferimento allo slogan “Make America Great Again” spesso invocato da Donald Trump.
“Gaza deve essere libera da Hamas. Come ribadito oggi da Trump, gli Stati Uniti sono pronti a guidare. Il nostro obiettivo è una pace duratura nella regione per tutti i popoli”, ha scritto Rubio.
Hamas: "Serve fine occupazione, non espulsione da Gaza"
"La nostra gente nella Striscia di Gaza non permettera' che questi piani vengano approvati, ciò che è richiesto è porre fine all'occupazione e all'aggressione contro la nostra gente, non espellerla dalla sua terra". Così ha reagito il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri alle dichiarazioni del presidente americano Donald Trump sull'intenzione di prendere il controllo della Striscia e trasferire per sempre i palestinesi che vi abitano. Per Izzat al-Rishq, alto esponente del gruppo palestinese, "la dichiarazione di Trump sul 'controllo di Gaza' mostra confusione e profonda ignoranza riguardo alla Palestina e alla regione". "Gaza non è una terra condivisa e nessuna delle due parti può decidere di controllarla. Fa parte della nostra terra palestinese occupata, e ogni soluzione dovrà basarsi sulla fine dell'occupazione e sul mantenimento dei diritti del popolo palestinese", ha aggiunto al-Rishq, assicurando che "il popolo palestinese e le sue forze, sostenute dal popolo arabo e musulmano e dal mondo libero, fermeranno qualsiasi piano di sradicamento e spostamento".
Ben-Gvir loda Trump: "La soluzione è trasferire i palestinesi"
"Donald, questo sembra l'inizio di una bella amicizia". Così su X il leader dell'estrema destra israeliana ed ex ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha salutato l'annuncio del piano del presidente Usa per Gaza, dopo l'incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Washington. "Il presidente Trump su questioni molto importanti: l'unica soluzione per Gaza è incoraggiare la migrazione dei suoi abitanti. Quando durante la guerra ripetevo più volte che questa era la soluzione per Gaza, mi prendevano in giro. Ormai è chiaro: questa è l'unica soluzione al problema di Gaza: questa è la strategia per 'il giorno dopo'", ha proseguito Ben-Gvir, esortando Netanyahu ad "annunciare quanto prima l'adozione del piano e ad avviare immediatamente i relativi progressi pratici".
Entusiasmo dei ministri Israele per piano Trump: "Miracolo"
Il piano Trump di prendere il controllo di Gaza e trasferire per sempre i palestinesi è stato accolto come un "miracolo" dai ministri del governo israeliano. "Ecco cosa succede quando due leader coraggiosi si incontrano", ha scritto su X il ministro dei Trasporti Miri Regev, mentre il presidente della Knesset Amir Ohana ha parlato de "l'alba di un nuovo giorno". Entusiasta il ministro della Cultura e dello Sport, Miki Zohar: "Abbiamo un grande primo ministro e uno straordinario presidente americano! Grazie a Dio per questo miracolo che ha compiuto per il popolo di Israele". Per il ministro delle Finanze e leader dell'estrema destra, Bezalel Smotrich, "insieme, renderemo il mondo di nuovo grande".
Trump: Gaza sarà la rivière del Medio Oriente (2)
Netanyahu ha mostrato apertura verso il piano di Trump, che potrebbe "cambiare la storia" e verso cui vale la pena "prestare attenzione". Il premier israeliano, giunto alla Casa Bianca per tenere colloqui sulla seconda fase della tregua Israele-Hamas, ha invece visto il focus dell'incontro spostato su un'iniziativa che potrebbe completamente trasformare lo status quo Medio Oriente. Trump, che ha anche fatto intendere di star ragionando su un possibile viaggio a Gaza, non sembra intenzionato a ricostruirla per i palestinesi. "Non dovrebbe passare attraverso un processo di ricostruzione e occupazione da parte delle stesse persone che hanno... vissuto lì e sono morte lì e hanno vissuto un'esistenza miserabile lì", ha detto.
I due leader avevano avuto momenti di tensione in passato, ma Netanyahu ha accolto il ritorno del tycoon alla Casa Bianca, dopo che i rapporti con Joe Biden erano stati messi in crisi dalla postura di Israele nel conflitto. Il leader israeliano non ha escluso un ritorno alle ostilità con Hamas o con gli altri nemici nella regione, tra cui Hezbollah e l'Iran in Libano. "Metteremo fine alla guerra vincendola", ha insistito Netanyahu, garantendo il ritorno di tutti gli ostaggi tenuti da Hamas.
Netanyahu ha anche espresso fiducia su un possibile accordo con la storica rivale regionale, l'Arabia Saudita, per normalizzare le relazioni. Ma dopo aver ascoltato il piano di Trump, Riad ha ribadito che non avrebbe formalizzato i legami con Israele senza la creazione di uno stato palestinese.
Media: "Hamas pronta a dialogo con amministrazione Trump"
Hamas è pronta a stabilire contatti e ad avere colloqui con l'amministrazione Trump. Lo ha dichiarato all'agenzia di stampa russa Ria Novosti Musa Abu Marzouk, vicepresidente dell'ufficio politico di Hamas. "Sì, è vero. Siamo aperti al contatto e al dialogo con l'amministrazione Trump. In passato, non abbiamo sollevato obiezioni ai contatti con l'amministrazione Biden, Trump o qualsiasi altra amministrazione statunitense, e siamo aperti ai colloqui con tutte le parti internazionali", ha detto Abu Marzouk.
Ryad: "Nessuna 'pace' con Israele senza Stato Palestinese"
Non ci sarà alcuna "normalizzazione" delle relazioni con Israele senza la creazione di uno stato palestinese indipendente. Così l'Arabia Saudita - attraverso il proprio ministro degli esteri - ha replicato alle affermazioni del presidente Usa Donald Trump durante la conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il ministro ha ribadito che la posizione del regno rimane "ferma e incrollabile". "L'Arabia Saudita continuerà i suoi incessanti sforzi per creare uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale, e non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele senza di ciò", ha dichiarato su X.
Premier Australia: "Siamo ancora per soluzione a due Stati"
La posizione dell'Australia su Medio Oriente e Gaza "rimane la stessa". Lo ha detto il primo ministro Anthony Albanese, precisando che non avrebbe rilasciato "un nuovo commento" dopo le dichiarazioni di Trump sulla possibilità di un invio di truppe americane nella Striscia, il reinsediamento dei palestinesi in altri territori e la riqualificazione di Gaza. "Da molto tempo la nostra posizione è per una soluzione a due Stati", ha precisato Albanese. "Non abbiamo ricevuto alcuna richiesta riguardante la ricostruzione di Gaza". "La posizione dell'Australia è la stessa di questa mattina, come lo era l'anno scorso e come lo era 10 anni fa", ha aggiunto il premier israeliano.
Hamas: "Il piano di Trump per Gaza è ridicolo"
"Le dichiarazioni di Trump sul suo desiderio di controllare Gaza sono ridicole e assurde, e qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione". Lo ha dichiarato all'agenzia Reuters Sami Abu Zuhri, funzionario di Hamas. Hamas ha così risposto alle dichiarazioni di Trump di volere che gli Stati Uniti "prendano il controllo" di Gaza per ricostruirla dopo che è stata distrutta negli ultimi 15 mesi di guerra.
"A giugno una conferenza sul Medio Oriente a New York"
Nel prossimo mese di giugno si svolgerà una conferenza internazionale sul Medio Oriente a New York. Lo ha detto alla Tass l'ambasciatore palestinese a Mosca, Abdel Hafez Nofal. "In generale, è necessario fare qualcosa non solo per fermare la guerra, ma per fermare la guerra in generale. Ciò dovrebbe avvenire sulla base di un accordo su due Stati. E molti paesi sono favorevoli a questo problema, compresa la Russia" ha aggiunto il diplomatico.
Witkoff: "Vita migliore dei palestinesi non è legata a Gaza"
"Tutti vogliono vedere la pace nella regione", il che "significa una vita migliore per i palestinesi: una vita migliore non è necessariamente legata allo spazio fisico in cui ti trovi oggi. Una vita migliore riguarda migliori opportunità, migliori condizioni finanziarie, migliori aspirazioni per te e la tua famiglia". Lo ha affermato l'inviato Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff, sostenendo che l'intenzione di Donald Trump di prendere il controllo di Gaza, e trasferire per sempre i palestinesi, "darà speranza". Trump, ha proseguito Witkoff, "sta dicendo al Medio Oriente che il modo in cui sono state fatte le cose negli ultimi 50 anni non è stato quello corretto e le cambierà le cose perché non hanno funzionato". "Sta anche dicendo al Medio Oriente che vuole essere trasparente con il popolo palestinese: Gaza oggi è inabitabile e probabilmente lo sarà per almeno i prossimi 10 o 15 anni. Questo è quanto lavoro deve essere fatto".
Rubio con Trump: Gaza deve essere senza Hamas
"Gaza deve essere libera da Hamas. Come ha detto oggi Potus, gli Stati Uniti sono pronti a guidare e a Rendere Gaza di Nuovo Bella. Il nostro obiettivo e' una pace duratura nella regione per tutte le persone". Lo ha scritto su X il segretario di Stato americano Marco Rubio dopo che Trump ha annunciato l'intenzione di "prendere il controllo" della Striscia e di trasferire in maniera permanente tutti i palestinesi.
Trump: Gaza sarà la rivière del Medio Oriente
"Gaza sarà la rivière del Medio Oriente". Lo ha detto Donald Trump, che ha annunciato che visiterà "Gaza e altri luoghi del Medio Oriente".
Trump: truppe Usa a Gaza? Faremo ciò che è necessario"
Donald Trump non esclude lo schieramento di truppe americane per a Gaza. "Faremo ciò che è necessario", ha risposto in conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Hamas: il piano di Trump per Gaza è ridicolo
"Le dichiarazioni di Trump sul suo desiderio di controllare Gaza sono ridicole e assurde, e qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione". Lo ha dichiarato all'agenzia Reuters Sami Abu Zuhri, funzionario di Hamas. Hamas ha così risposto alle dichiarazioni di Trump di volere che gli Stati Uniti "prendano il controllo" di Gaza per ricostruirla dopo che è stata distrutta negli ultimi 15 mesi di guerra.
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