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Guerra Israele -Medio Oriente, Trump insiste: "Israeliani ci daranno controllo Gaza"

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Piano Trump per Gaza, dissenso nel mondo arabo
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Piano Trump per Gaza, dissenso nel mondo arabo
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Il presidente Usa, affiancato da Netanyahu, aveva detto: "Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente". Per Hamas il piano di Trump è "ridicolo" e "assurdo".  Per l'Ue la Striscia di Gaza "è parte integrante di un futuro Stato palestinese". Netanyahu: "Idea di Trump straordinaria"

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"Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente". Lo ha detto Donald Trump  in una conferenza stampa con Benjamin Netanyahu ribadendo che "i palestinesi devono lasciare Gaza e vivere in altri Paesi in pace, Gaza è un simbolo di morte e distruzione per decenni, i palestinesi vogliono tornarci perché non hanno alternative". Progetto accolto da Netanyahu che l'ha definita "un'idea straordinaria". 

Per Hamas il piano di Trump è invece "ridicolo" e "assurdo": "Qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione" ha dichiarato un funzionario del gruppo fondamentalista. Contrari anche l'Egitto e la Giordania. Per l'Ue la Striscia di Gaza "è parte integrante di un futuro Stato palestinese".

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Khamenei: Palestina ai palestinesi dal fiume al mare

Il leader iraniano, l'ayatollah Seyyed Ali Khamenei, afferma che tutta la Palestina, dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo, appartiene ai palestinesi. "Tutta la Palestina, dal fiume al mare, appartiene al popolo palestinese", si legge in un post condiviso sui social media dal sito web ufficiale.

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Hamas contro Trump: "i palestinesi non lasceranno Gaza"

Il portavoce di Hamas, Hazem Qasim, ha detto all'emittente qatariota Al Jazeera che la recente dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di prendere il controllo della Striscia di Gaza e di trasferire i palestinesi potrebbe essere "sventata" dal gruppo. "I palestinesi sono legati alla loro terra e non se ne andranno, non importa quante volte Trump ripeta le sue dichiarazioni", ha aggiunto.

Caccia israeliani attaccano Nabatieh in Libano

I media libanesi riferiscono che aerei da combattimento israeliani hanno effettuato attacchi nella zona di Nabatieh e nella valle della Beqaa. Entrambe le aree si trovano a nord del fiume Litani, dove Hezbollah e' costretto a ritirarsi in base a un accordo di cessate il fuoco. Non ci sono commenti immediati da parte delle IDF in merito agli attacchi segnalati

Netanyanu: non necessarie truppe Usa a Gaza

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, impegnato in un servizio fotografico con i senatori statunitensi al Campidoglio, e' stato raggiunto da un giornalista che gli ha chiesto: "Signor Netanyahu, pensa che siano necessarie truppe statunitensi a Gaza per attuare pacificamente il piano del presidente Trump?" "No" ha risposto Netanyahu, prima che i giornalisti fossero allontanati.

Tajani in Israele, "2 Stati, altre idee sbagliate"

Antonio Tajani vola in Israele per consegnare al Pam 15 camion e le ultime 15 tonnellate di aiuti umanitari raccolti per la popolazione palestinese con l'iniziativa Food for Gaza. E con sé, porta la posizione dell'Italia - e di molti partner europei e Paesi arabi - sul futuro di Gaza e il piano di Trump sul controllo americano della Striscia: "La nostra posizione è chiara, due popoli e due Stati" e "ogni altra mossa sarebbe velleitaria, sbagliata e direi controproducente", ha detto chiaramente il vicepremier pochi minuti prima di incontrare al porto di Ashdod il suo omologo israeliano Gideon Sa'ar, che invece vorrebbe spingere Roma a sposare l'iniziativa del tycoon. "Israele e Italia sono stretti alleati degli Usa e i nostri governi sono vicini a Trump e alla sua amministrazione. Oggi credo sia importante ascoltare attentamente le nuove idee che sono state proposte e pensare fuori dagli schemi", ha detto il ministro israeliano mettendo una croce sul passato assetto dell'enclave: "Gaza è un esperimento fallito" e "ha certamente fallito sotto il regime di Hamas", ha sentenziato Sa'ar. "La Striscia nel suo stato attuale non ha futuro. Dobbiamo cercare di trovare una soluzione diversa", è la posizione del suo governo. Sin dall'annuncio del tycoon, l'esecutivo Netanyahu ha spinto con forza l'iniziativa americana per una Gaza a controllo stelle e strisce e un trasferimento dei palestinesi in Egitto e Giordania: "Penso che gli Usa siano un ottimo candidato per ripristinare la Striscia dopo la guerra, e penso che ciò dimostri solo l'impegno per un futuro migliore in questa regione. E lodo Trump per la sua volontà di impegnarsi", ha detto Sa'ar in conferenza stampa. Accanto a lui, Tajani ha ribadito che ora "è il momento di lavorare per il futuro, ci sono molte idee ma l'Italia crede nella soluzione dei due Stati", seppure "al momento per noi è impossibile riconoscere uno Stato palestinese perché non c'è". L'orizzonte resta comunque quello di una riunificazione della Palestina sotto la guida dell'Anp, secondo l'Italia, che è pronta a sostenere le autorità di Ramallah per realizzare le dovute riforme e ottenere credibilità agli occhi di Israele che la accusa di dare sostegno ai terroristi. Quello che è chiaro per Tajani e per Sa'ar e che Hamas non potrà mai tornare a governare Gaza. E non è un interlocutore credibile neanche per la distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia devastata dalla guerra: l'iniziativa di Food for Gaza - ha sottolineato il vicepremier - si affida al Pam proprio per garantire che i beni donati non finiscano in mano dei miliziani palestinesi. E in questa direzione va anche la decisione di Roma di smarcarsi dalle attività dell'Unrwa nell'enclave: "Le Nazioni Unite per noi a Gaza sono rappresentate dal Pam, noi preferiamo questa organizzazione", ha detto Tajani, trovando il plauso delle autorità israeliane. "Unrwa non è parte della soluzione, è parte del problema", gli ha fatto eco Sa'ar, secondo cui "chi vuole sostenere gli sforzi umanitari a Gaza dovrebbe investire risorse in organizzazioni alternative. Quindi ti ringrazio, ministro Tajani per la leadership mostrata da te e la premier Meloni col progetto Food for Gaza". L'occasione per la nuova visita di Tajani in Israele è proprio l'arrivo al porto di Ashdod di 15 camion Iveco - opportunamente rafforzati per operare nella Striscia - donati al Pam e altre 14.5 tonnellate di beni di prima necessità, tra cui taniche per la distribuzione dell'acqua e beni volti a contrastare l'impatto dell'inverno, tra cui materassi e coperte. Ad accogliere l'arrivo degli aiuti ha partecipato anche la ministra dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, con la quale Tajani ha aperto una nuova fase di Food for Gaza di cooperazione e sostegno in ambito sanitario. A partire da una prima evacuazione, attesa tra circa 10 giorni, di 14 bambini malati oncologici dalla Striscia per essere curati nelle strutture mediche di Piemonte, Lazio, Lombardia. In serata, il vicepremier ha infine incontrato i militari ed esperti italiani dispiegati in Palestina nelle missioni Eubam Rafah, Miadit Palestina e Eupol Copps, ringraziandoli per essere "la bandiera dell'Italia" nella regione

Trump insiste: "Israele ci cederà Gaza dopo la guerra"

Nonostante il coro internazionale di no, a parte gli amici Orbán e Farage, Donald Trump insiste sulla sua idea shock di assumere il controllo di Gaza e guidare il processo di ricostruzione, mentre Israele ha colto la palla al balzo e prepara un piano per consentire un non meglio precisato sfollamento "volontario" dei palestinesi dalla Striscia. Il presidente Usa ha affidato ad un post su Truth l'illustrazione del suo di piano: "La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele alla fine dei combattimenti. I palestinesi, persone come Chuck Schumer (il leader dem del Senato, di fede ebraica, ndr), sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi", ha scritto, ribadendo quindi la prospettiva di trasferire altrove gli abitanti di Gaza. Gli Usa poi si metterebbero alla guida della rinascita edilizia della Striscia, senza necessità di truppe sul terreno: "Gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di pianificazione urbanistica da tutto il mondo, inizierebbero lentamente e attentamente la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari complessi residenziali del suo genere sulla Terra. Non ci sarebbe bisogno di soldati degli Stati Uniti! La stabilità regnerebbe nella regione!!!". Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha già ordinato all'Idf di preparare un piano per consentire la "partenza volontaria della popolazione di Gaza". "Agli abitanti della Striscia deve essere consentito di godere della libertà di movimento e della libertà di immigrare", ha affermato. Nel frattempo, verrà avanzata una proposta per la ricostruzione di una "Gaza smilitarizzata", nell'era successiva ad Hamas, "un progetto che richiederà molti anni per essere completato". Per Trump e Israele quindi sembra tutto chiaro e facile, nonostante il no dei palestinesi, dei Paesi arabi che dovrebbero accoglierli e di tutta la comunità internazionale, che sostiene la soluzione dei due Stati. Ma in realtà, svela il New York Times, quando il presidente ha annunciato il suo piano ha scioccato persino i dirigenti più alti della Casa Bianca e del suo governo. Se il suo annuncio sembrava formale e ponderato (ha letto il piano da un foglio di carta), la sua amministrazione non aveva fatto nemmeno la pianificazione più elementare per esaminare la fattibilità dell'idea. L'uscita, secondo il Nyt, è stata una sorpresa anche per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, cui il tycoon avrebbe detto della sua intenzione di annunciare l'idea solo poco prima della conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca. All'interno dell'amministrazione, inoltre, non c'erano stati incontri con il Dipartimento di Stato o il Pentagono, come normalmente accade per qualsiasi seria proposta di politica estera, soprattutto se di tale portata. Non c'erano stati neppure gruppi di lavoro. Il Pentagono non aveva prodotto stime del numero di truppe eventualmente necessarie, o una previsione dei costi, o anche solo una bozza di come avrebbe potuto funzionare il piano. "C'era poco più di un'idea nella testa del presidente", che ne parlava da settimane ma privatamente, scrive il quotidiano. I media Usa intanto si sforzano di capire le motivazioni di una simile mossa. Il Washington Post fa quattro ipotesi. La prima è un tentativo di distrarre l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica da un'altra presa di possesso, questa volta reale: quella del governo, con tagli drastici, epurazioni, deregulation e le mani di Elon Musk ovunque. La seconda è che si tratti di un'arma negoziale, per premere su Riad per la normalizzazione delle relazioni con Israele, rinunciare allo Stato palestinese ed erogare fondi per la ricostruzione, minacciando lo sbarco Usa se le due maggiori potenze regionali non trovano un accordo. C'è poi la 'madman theory', la teoria dell'uomo pazzo e imprevedibile che Trump asseconderebbe per ottenere i suoi obiettivi. Infine, una svolta dall'isolazionismo dell'America First alle ambizioni "imperialiste" come elemento chiave della sua eredità

In Europa Orban e Farage plaudono al tycoon su Gaza

Dopo lo sdegno del Vecchio Continente all'idea di trasformare in un resort Gaza, previo 'sgombero' dei palestinesi, arrivano i primi distinguo in Europa con aperture all'idea di Donald Trump. Nulla di sorprendente, a pensarci bene, trattandosi di amici o fan del presidente americano, ovvero del leader populista del Regno Unito Nigel Farage e dell'Ungheria di Viktor Orban. Dopo l'iniziale silenzio, invece, l'Unione Europea si fa infine sentire forte e chiara, e non solo ribadisce ancora una volta il favore per la soluzione a due Stati, ma scandisce che in quello futuro della Palestina Gaza dovrà essere "parte integrante". Tornando a Farage, dopo esser stato capace nelle ultime settimane di una prodigiosa scalata ai sondaggi che vede ora il suo partito Reform Uk al 25% delle intenzioni di voto davanti ai labour e ai Tory (stando a YouGov), ha affermato di ritenere una premessa "di pace" la prospettiva di svuotare la Striscia e occuparla temporaneamente, per ricostruirla come "una riviera". "Il pensiero di un posto ricco, meraviglioso e fiorente, con lavori ben pagati, casinò, vita notturna... mi sembra tutto molto attraente", ha affermato. Farage si è anche schermito dal dover "rispondere di tutto ciò che l'amministrazione Trump ha da dire", non senza aggiungere però che il presidente Usa "ha avuto un inizio straordinario". Dall'Ungheria è stato il ministro degli Esteri Péter Szijjártó, dopo aver lodato il ruolo di Trump negli Accordi di Abramo, a soffermarsi sull'idea di trasformare Gaza in un resort: "Non so se il piano sia fattibile, vista l'accettazione regionale - ha detto -, ma sappiamo che Trump è un affarista con straordinarie capacità di negoziazione. Ha contattato le controparti giordane ed egiziane, vediamo cosa succede. Se il presidente Trump è coinvolto, non escluderei nulla - ha osservato Szijjártó -. Quando si tratta di lui, non definirei nulla senza speranza". "Il coniglio è uscito dal cappello!", ha commentato anche Orban. "Abbiamo dovuto sopportare per anni che gli ultra-progressisti, autoproclamati campioni dei diritti umani dei media mainstream, demonizzassero le forze politiche patriottiche per anni. Lo hanno fatto perché erano pagati per farlo dall'Usaid", l'agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, "e dalla precedente amministrazione statunitense di sinistra", ha sottolineato. "Sono d'accordo con il presidente Donald Trump, è una questione troppo grande e troppo sporca per nascondersi". "Abbiamo preso nota dei commenti del presidente Trump" sull'idea di trasformare Gaza in una riviera sotto gestione Usa ma "l'Unione Europea rimane pienamente impegnata nella soluzione dei due Stati, che riteniamo sia l'unica via per una pace a lungo termine sia per gli israeliani che per i palestinesi", ha commentato invece il portavoce della Commissione Ue Anouar El Anouni. "L'Ue è stata chiara: Gaza è parte integrante di un futuro Stato palestinese. Sia israeliani che palestinesi meritano la pace: il cessate il fuoco è uno sviluppo positivo, ma ora bisogna che vengano fatti passi ulteriori per portare ad una cessazione permanente delle ostilità e stabilità nella regione", ha aggiunto. "Vale anche la pena ricordare.

Podemos, "portare Trump davanti a giustizia per il piano Gaza"

Bisogna portare davanti alla giustizia internazionale non solo Netanyahu ma anche l'amministrazione nordamericana, in particolare il presidente Trump, che è collaboratore necessario del genocidio" dei palestinesi. E' quanto ha sostenuto Ione Belarra, segretaria generale di Podemos, il partito della sinistra radicale spagnola, in un videomessaggio postato sulle reti sociali  dopo il piano annunciato da Trump per lo sfollamento dei palestinesi da Gaza. Belarra ha criticato la riunione avuta ieri da Trump con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, denunciando che l'obiettivo era "ottenere l'appoggio esplicito degli Stati Uniti ai piani di sterminio" della popolazione palestinese. "Questo è un crimine contro l'umanità  ed è collaborazione esplicita al genocidio", ha insistito la deputata di Podemos. Per poi chiedere "quando il governo spagnolo romperà una volta per tutte i legami con i genocidi" e con lo Stato di Israele, per il quale ha di nuovo invocato un embargo totale delle armi

Netanyahu, 'fermai io Gallant, eliminazione di Hezbollah era terribile errore'

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rivelato a Channel 14 che nell'ottobre 2023, nelle mani di Hezbollah c'erano solo circa 150 dei cercapersone con trappole esplosive “rispetto alle migliaia che abbiamo accumulato” nei mesi successivi. Lo riporta il Times of Israel. 

Netanyahu ha raccontato inoltre di esser stato lui stesso a bloccare la proposta dell'allora Ministro della Difesa Yoav Gallant, che intendeva colpire ed eliminare i razzi e la leadership di Hezbollah. Per Netanyahu, quello sarebbe stato “un terribile errore”, che avrebbe aperto una guerra su due fronti ad ancora troppo poca distanza dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre.-

Costa: "L'Ue sosterrà il ritorno a casa dei palestinesi"

In Medio Oriente "la soluzione dei due Stati è l'unico modo per assicurare una pace duratura, l'unico modo per rispettare il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese di avere un proprio Stato". E dunque, "nel breve periodo, le priorità sono l'attuazione e il mantenimento del cessate il fuoco, che consentirà agli sfollati di tornare a casa, di ricostruire e di far fluire nuovamente gli aiuti umanitari di cui c'è tanto bisogno". L'Unione europea ha la "responsabilità di sostenere questo processo". Lo dichiara il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, in un'intervista a un ristretto gruppo di media europei tra cui La Stampa che ne dà un'anticipazione online. 

Bernini, con Food for Gaza siamo in prima linea per i civili

L'Italia è in prima linea nel sostegno alla popolazione di Gaza. L'iniziativa Food for Gaza, nata a marzo scorso grazie alla determinazione del ministro Antonio Tajani e della Farnesina, si è ampliata fino a includere anche il supporto sanitario. Per questo, come ministero dell'Università e della Ricerca, abbiamo coinvolto i policlinici universitari, affinché i bambini e le fasce più vulnerabili possano ricevere cure adeguate". Lo ha dichiarato la ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini al termine della missione in Israele con il ministro Tajani per Food for Gaza. "Oggi abbiamo gettato le basi per portare in Italia un primo gruppo di 14 bambini malati oncologici, dando loro una possibilità di cura e di futuro. È un gesto di solidarietà concreto che testimonia la generosità del sistema Italia. Aiutare chi soffre non è solo un dovere morale, ma un atto di umanità. Essere protagonisti della pace significa trasformare il dolore in speranza, costruire ponti invece di muri, restituire dignità a chi ha perso tutto. L'Italia c'è e continuerà ad esserci", ha concluso

Casa Bianca, 'piano per Gaza non sarà finanziato da contribuenti americani'

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha assicurato che il piano di Donald Trump per Gaza non comporterà “stivali sul terreno” - in riferimento a un possibile intervento dell'esercito Usa - e che “non sarà finanziato dai contribuenti americani”.

Leavitt ha dichiarato a Fox News che Trump sta “cercando di trovare un accordo per garantire che Gaza possa effettivamente essere un luogo abitabile per gli esseri umani che vogliono vivere in pace con un reale sviluppo economico”, e ha aggiunto che “i partner nella regione hanno iniziato a discuterne” con l'amministrazione.-

Segre; "bambini vanno salvaguardati in Sudan come in Ucraina, Israele e in Palestina"

Lo scorso 3 febbraio ho avuto l’onore di conoscere di persona Papa Francesco in udienza privata e di partecipare poi al Summit sui diritti dei bambini organizzato dalla Santa Sede; in quell’occasione ho ribadito il mio pensiero sui bambini, che in tante parti del mondo sono tragicamente coinvolti nelle guerre”. Lo ha detto Liliana Segre intervenendo al Memoriale della Shoah, all’iniziativa organizzata  dalla Comunità di Sant’Egidio per ricordare gli 81 anni della sua deportazione.  

“I bambini -ha detto Segre- sono sacri e non devono essere toccati; devono essere salvaguardati dovunque, in Sudan come in Israele, in Congo come in Palestina e in Ucraina, così come nel Corno d’Africa. Il dolore, il terrore, la persecuzione, la prigionia, la morte inflitti ai bambini pesano come macigni sulle nostre coscienze di essere umani -ha aggiunto- e ci fanno provare ogni giorno quella vergogna anche descrisse Primo Levi”.-

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Trump, spero che Hamas mantenga la parola su ostaggi

Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato di sperare che Hamas "mantenga la parola data" portando a termine l'accordo di rilascio degli ostaggi, aggiungendo: "Devo dire: chi può sapere se ciò accadrà?"

Nbc, Trump sanzionerà la Cpi per indagini su Usa e Israele

Donald Trump firmerà un ordine esecutivo che sanziona la Corte penale internazionale, accusando l'organismo internazionale di aver preso di mira in modo improprio gli Stati Uniti e Israele, secondo una copia di un fact sheet a supporto del provvedimento ottenuto da Nbc News. L'ordine includerà sia sanzioni finanziarie che restrizioni sui visti contro funzionari non specificati della Cpi - e i loro familiari - che hanno partecipato alle indagini su cittadini statunitensi o alleat. L'ordine potrebbe essere firmato già oggi. La Camera aveva approvato un disegno di legge che avrebbe imposto sanzioni alla Corte penale internazionale per i suoi mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. Ma la scorsa settimana i democratici del Senato l'avevano affondato. (ANSA).     

Israele, Netayahu ha regalato cercapersone d'oro a Trump

L'ufficio del primo ministro israeliano ha confermato che Benjamin Netanyahu ha regalato un cercapersone dorato al presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante il loro incontro di ieri. Il regalo "simboleggia la decisione del primo ministro che ha portato a una svolta nella guerra e il punto di partenza per spezzare la volontà dell'organizzazione terroristica Hezbollah", afferma l'ufficio di Netanyahu. L'operazione "esprime il potere, la superiorità tecnologica e l'astuzia di Israele contro i suoi nemici", secondo l'ufficio d del premier, come riportano i media israeliani

Ricci (Pd), Trump vaneggia e Netanyahu si accoda

- "Trump vaneggia e Netanyahu si accoda al suo folle disegno di trasformare Gaza in una riviera per ricchi turisti. Un insulto al diritto internazionale, in spregio a un popolo martoriato di cui si arriva a ipotizzare la deportazione. L'Italia e l'Europa reagiscano a questa barbarie". Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.

Trump insiste su Truth, Israele dara' Gaza agli Usa

 "La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti alla fine dei combattimenti", per avviare il piano immobiliare e fare di quell'area un posto per turisti. Lo ha detto Donald Trump in un post su Truth, rilanciando il suo controverso progetto immobiliare che ha ricevuto il no del mondo arabo e dei leader europei, oltre che di alcuni senatori Repubblicani, che lo hanno definito "complicato" o "non realizzabile". Ma nonostante il muro di no, Trump è deciso a portare avanti la sua idea. "I palestinesi - ha aggiunto su Truth - gente come Chuck Schumer (il leader dei senatori Democratici, ndr), si sarebbero già risistemati nella regione in comunità più belle e più sicure, con case nuove e moderne". "Vorrebbero - ha continuato - una nuova opportunità per essere felici, al sicuro e liberi". "Gli Stati Uniti – ha sottolineato - lavorando con i più grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, avvierebbero lentamente e con grande attenzione la costruzione di quella che diventerebbe uno dei più grandi e più spettacolari progetti sulla Terra". "Nessun soldato degli Stati Uniti sara' necessario - ha concluso- e la stabilità nella regione regnerà

Orban. "Bne Trump su smantellamento Usaid, troppo sporca"

- "Il coniglio è uscito dal cappello! Abbiamo dovuto sopportare per anni che gli ultra-progressisti, autoproclamati campioni dei diritti umani dei media mainstream, demonizzassero le forze politiche patriottiche per anni. Lo hanno fatto perché erano pagati per farlo dall'Usaid (Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale) e dalla precedente amministrazione statunitense di sinistra". Lo scrive in un tweet il primo ministro ungherese, Viktor Orban, in merito allo smantellamento dell'agenzia Usa che gestisce i programmi di aiuti internazionali. "Sono d'accordo con il presidente Donald Trump - aggiunge - è una questione troppo grande e troppo sporca per nascondersi". 

Sa'ar loda Trump, Usa buon candidato per sistemare Gaza

"Penso che gli Usa siano un buon candidato per risistemare la Striscia di Gaza dopo la guerra, e penso che cio' dimostri solo l'impegno per un futuro migliore in questa regione. E lodo Trump per la sua volontà di impegnarsi". Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar in conferenza stampa con l'omologo Antonio Tajani ad Ashdod.

Tajani, a Jenin serve prudenza ma condanniamo Hamas

Per quanto riguarda le operazioni israeliane a Jenin, "Israele ha diritto di difendersi ma bisogna essere prudenti e distinguere popolazione civile e terroristi, usare la popolazione civile per gli attacchi è un crimine. Il messaggio a Israele è essere prudenti, ma condanniamo l'uso dei civili per proteggere Hamas, è un crimine". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in conferenza stampa con l'omologo israeliano Gideon Sa'ar al porto di Ashdod, in IsraeleP

Egitto, ok israeliano al piano Trump minaccia i negoziati

L'Egitto afferma che l'appoggio israeliano al piano di Trump per lo sfollamento dei palestinesi da Gaza minaccia i negoziati sulla seconda fase del cessate il fuoco e per la restituzione degli ostaggi.

Sa'ar,: "Unrwa è parte del problema a Gaza"

Israele è impegnato per gli aiuti umanitari a Gaza nell'ambito del diritto internazionale. Ma Unrwa non è parte della soluzione, è parte del problema". Lo ha affermato il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, nel corso di una conferenza stampa ad Ashdod con il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. Secondo il ministro israeliano, i Paesi che portano aiuti umanitari a Gaza "devono spendere le loro risorse in associazioni diverse da Unrwa, come sta facendo l'Italia con il progetto Food for Gaza

Israele, figlio Netanyahu condannato per violazione privacy

Il figlio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Yair Netanyahu, è stato condannato dal tribunale di Netanya a pagare 75.000 Nis (circa 20 mila euro) di danni e spese legali all'ex assistente di suo padre, Nir Hefetz, per violazioni della privacy. Lo riferiscono i media israeliani. Hefetz, testimone chiave dello Stato in un caso di corruzione, frode e abuso di fiducia contro il premier, aveva citato in giudizio il figlio di Netanyahu per una serie di post sui social media del 2020 in cui quest'ultimo aveva condiviso dettagli sulle indagini della polizia in violazione di un’ordinanza che gli imponeva il silenzio. Nella sentenza il tribunale afferma che i post sui social media erano "arrivati alla radice della vita privata del querelante in un modo che avrebbe potuto danneggiarlo, metterlo in pericolo come testimone dello Stato e danneggiare la sua famiglia

Tajani a Sa'ar, 'due Stati è la soluzione per il futuro'

"E' il momento di lavorare per il futuro, ci sono molte idee ma la posizione dell'Italia è molto chiara: crediamo nella soluzione a due Stati, al momento per noi è impossibile riconoscere uno Stato palestinese perché non c'è" ma "dobbiamo lavorare per il futuro". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in conferenza stampa con l'omologo israeliano Gideon Sa'ar al porto di Ashdod, in Israele

Sa'ar a Tajanj, ascoltare nuove idee su Gaza

Israele e Italia sono stretti alleati degli Stati Uniti e i nostri governi sono vicini al presidente Trump e alla sua amministrazione. Oggi credo sia importante ascoltare attentamente le nuove idee che sono state proposte e pensare fuori dagli schemi. Gaza è un esperimento fallito" e "ha certamente fallito sotto il regime di Hamas. Gaza nel suo stato attuale non ha futuro. Dobbiamo cercare di trovare una soluzione diversa". Lo ha affermato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar in conferenza con l'omologo Antonio Tajani. "Dobbiamo adottare un nuovo approccio. Abbiamo l’opportunità oggi di provare a costruire un futuro migliore per noi stessi e per l'intero Medio Oriente", ha aggiunto.

Trump: "Non mi fermerò fino a quando gli ostaggi a Gaza saranno a casa"

Intervenendo alla National Prayer Breakfast,  Trump ha affermato che non si fermerà "fino a quando tutti gli ostaggi a Gaza saranno tornati a casa".

Mosca contro Trump su piano Gaza: aumenta solo tensioni

La Russia ha criticato le parole del presidente Usa, Donald Trump, sull'idea di porre sotto il controllo americano la Striscia di Gaza trasferendo gli abitanti palestinesi in altre nazioni arabe. "Riteniamo che qualsiasi discussione, dichiarazione di natura cosi' populista, frivola o scandalosa su qualsivoglia misura palliativa nella fase attuale sia controproducente e non contribuisca a risolvere il problema, ma aggiunga semplicemente tensione alla regione e a tutti i problemi gia' estremamente gravi", ha dichiarato in un briefing la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. La portavoce ha poi sottolineato che ora la priorità è garantire l'attuazione dell'accordo tra Israele e Hamas sulla cessazione delle ostilità.

Hamas: piano Trump rivela "intento di occupare" Gaza

Il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha avvertito che il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di prendere il controllo di Gaza e trasferire la sua popolazione e' una "dichiarazione d'intenti di occupare" la Striscia. Il movimento palestinese ha anche chiesto "un vertice arabo urgente per affrontare il progetto di sfollamento" dei palestinesi da Gaza, ha affermato Qassem in una nota.

Food for Gaza, Tajani ad Ashdod consegna 15 camion al Pam

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha consegnato al Pam 15 camion realizzati dall’Iveco e dotati di grate per respingere gli assalti nell’ambito di Food for Gaza, progetto promosso dal governo italiano per aiutare la popolazione civile nell’enclave palestinese. Tajani ha consegnato simbolicamente le chiavi di uno dei camion al vice direttore esecutivo del Pam, Carl Skau, nel corso di una cerimonia che si è tenuta al porto di Ashdod, nel sud di Israele.  "Food for Gaza può diventare un progetto da ribattezzare Italy for Gaza. Non siamo abituati a fare propaganda, siamo abituati ad agire. Io credo che un governo serio debba agire e risolvere i problemi delle persone che hanno bisogno del nostro aiuto", ha affermato Tajani durante la cerimonia. Insieme ai tir sono state consegnate 15 tonnellate di beni di prima necessità. “Questa è una tappa del progetto e già sono arrivati grazie a sostegno di Israele, Giordania, Croce rossa e Mezzaluna rossa carichi di beni alimentari e sanitari”, ha concluso Tajani.

Hamas chiede summit arabo urgente su proposta Trump per Gaza

Hamas ha chiesto che si tenga un ''summit arabo urgente'' sulla proposta formulata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il futuro della Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il portavoce di Hamas Hazem Qassem, invitando ''i vari partiti palestinesi a unirsi per affrontare il progetto di Trump'' e così anche ''i Paesi arabi''. Inoltre, ''chiediamo ai popoli arabi e alle organizzazioni internazionali di adottare misure forti per respingere il progetto di Trump''. Definendo ''completamente inaccettabili'' le idee formulate dal presidente americano, l'esponente di Hamas ha dichiarato che ''Gaza appartiene al suo popolo, che non se ne andrà'', sottolineando che ''il summit arabo deve discutere del progetto di sfollamento'' dei cittadini palestinesi. Dal discorso di Trump sulla Striscia di Gaza emerge ''la volontà dichiarata da parte di Washington di occupare la Striscia'', prosegue Qassem affermando che ''non abbiamo bisogno di alcuno stato per gestire la Striscia di Gaza e non accetteremo di sostituire un'occupazione con un'altra''.

Hamas contro Trump: "I palestinesi non lasceranno Gaza"

Hamas ha respinto "categoricamente" le proposte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump riguardanti Gaza, avvertendo ancora una volta sul fatto che "i palestinesi non lasceranno Gaza". Lo riporta Reuters. 

Hamas: serve riunione urgente Paesi arabi sul piano Trump

Hamas chiede una riunione urgente dei Paesi arabi in merito al piano di Donald Trump su Gaza.

Soldato israeliano condannato per abusi su detenuti palestinesi

Un tribunale militare israeliano ha condannato un soldato a sette mesi di carcere per "maltrattamenti" su detenuti palestinesi. Lo ha annunciato l'Idf. "In seguito alle ammissioni di un soldato che prestava servizio come guardia nella prigione Sdé Teiman (nel sud di Israele), riguardo a maltrattamenti nei confronti di detenuti per motivi di sicurezza, è stata pronunciata la sua condanna" ed è stato "riconosciuto colpevole di aver, a più riprese, picchiato dei detenuti a pugni e con la sua arma, mentre erano ammanettati e bendati", si legge in un comunicato milItare. Secondo media israeliani, si tratta della prima sentenza di questo tipo contro un soldato dell'Idf dall'inizio della guerra con Hamas a ottobre 2023.

Tajani: "Noi per i due Stati, ogni altra proposta sbagliata"

In Medio Oriente come Italia "dobbiamo essere presenti, dobbiamo svolgere un ruolo attivo per la pace e per far sì che la tregua possa andare avanti, con l'obiettivo finale di poter unificare la Palestina. La posizione italiana è chiara, due popoli e due Stati, il neonato Stato palestinese dovrà riconoscere Israele e dovrà essere riconosciuto da Israele. Ogni altra mossa sarebbe velleitaria, sbagliata e direi controproducente". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani dal porto di Ashdod per la consegna degli aiuti di Food for Gaza.

Sa'ar, Israele segue Usa, via da Consiglio diritti umani Onu

Israele segue l'esempio degli Stati Uniti e si ritira dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Lo annuncia il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar su X. "La decisione e' stata presa alla luce del continuo e implacabile pregiudizio istituzionale contro Israele nel Consiglio per i diritti umani, che e' stato persistente sin dalla sua istituzione nel 2006", afferma in una lettera al presidente dell'UNHRC Jorg Lauber pubblicata sui social. "Il consiglio per i 'diritti umani' ha costantemente permesso ai paesi che abusano dei diritti umani di eluderne il controllo, mentre perseguita ossessivamente Israele, l'unica democrazia in Medio Oriente. Unendosi alla giusta decisione del presidente Trump, Israele non tollerera' piu' il palese antisemitismo del Consiglio. Basta!", scrive Sa'ar.

Msf,. "violenza e cure negate in Cisgiordania"

In Cisgiordania le forze israeliane e i coloni hanno aumentato l'uso della violenza fisica estrema contro i palestinesi, a partire dall'inizio della guerra totale contro Gaza nell'ottobre 2023. È quanto emerge dal nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF) "Violenza e cure negate" . Secondo il rapporto di MSF, l'incremento della violenza in Cisgiordania ha gravemente ostacolato l'accesso all'assistenza sanitaria e fa parte di un modello di oppressione sistematica da parte di Israele che è stato descritto dalla Corte internazionale di giustizia (CIG) come equivalente alla segregazione razziale e all'apartheid. In totale, almeno 870 palestinesi sono stati uccisi e oltre 7.100 sono stati feriti tra ottobre 2023 e gennaio 2025, secondo l'OCHA, l'ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari.   Il rapporto, che copre un periodo di un anno da ottobre 2023 a ottobre 2024, riporta le interviste di 38 persone, tra pazienti, staff di MSF, paramedici del personale ospedaliero e volontari supportati da MSF, che riferiscono di prolungate e violente incursioni militari israeliane e di restrizioni di movimento più severe. La situazione è ulteriormente peggiorata dopo il cessate il fuoco a Gaza e ha peggiorato le condizioni di vita di molti palestinesi che stanno pagando un immenso tributo dal punto di vista fisico e psicologico.  "I pazienti palestinesi stanno morendo perché semplicemente non possono raggiungere gli ospedali" afferma Brice de le Vingne, coordinatore delle emergenze di MSF. "Vediamo ambulanze bloccate dalle forze israeliane ai posti di blocco mentre trasportano pazienti in condizioni critiche, strutture mediche circondate e danneggiate e operatori sanitari sottoposti a violenza fisica mentre cercano di salvare vite umane".   Un numero crescente di attacchi al personale e alle strutture mediche è stato riportato ai team di MSF, tra cui attacchi agli ospedali, distruzione di punti sanitari di fortuna nei campi per le persone rifugiate, nonché molestie, detenzione, lesioni e uccisioni di soccorritori e operatori sanitari da parte delle forze israeliane. Tra ottobre 2023 e dicembre 2024, l'OMS ha registrato 694 attacchi all'assistenza sanitaria in Cisgiordania, con ospedali e strutture sanitarie spesso assediati dalle forze militari. "Le forze israeliane hanno circondato il centro di stabilizzazione a Tubas, chiudendo entrambe le entrate, anche se era evidente che si trattasse di una struttura medica. Hanno ordinato a tutti noi di uscire, eravamo circa 22 paramedici. I soldati israeliani hanno sparato all'interno e all'esterno dell'edificio, danneggiando le forniture e il centro" racconta un medico della Mezzaluna rossa palestinese, supportata da MSF.  L'accesso all'assistenza sanitaria in questo contesto è stato gravemente ostacolato - con ambulanze bloccate e colpite e l'aumento di raid militari violenti che hanno provocato feriti, vittime, nonché la distruzione di infrastrutture civili essenziali, tra cui strade, servizi sanitari, condutture idriche e sistemi elettrici, in particolare nei campi di Tulkarem e Jenin. Nelle aree remote e nelle periferie di città come Jenin o Nablus, la situazione è particolarmente disastrosa, poiché i pazienti affetti da patologie croniche, come chi ha bisogno di dialisi, sono costretti a rimanere a casa a causa degli ostacoli insostenibili per raggiungere l'assistenza sanitaria.  Oltre alle frequenti incursioni militari israeliane, la violenza dei coloni e la crescente espansione degli insediamenti hanno reso molti palestinesi vulnerabili alla violenza e spaventati di muoversi in Cisgiordania. In totale, 1.500 attacchi di coloni israeliani contro palestinesi sono stati registrati dall'OCHA tra ottobre 2023 e ottobre 2024.  "In quanto potenza occupante, Israele ha l'obbligo legale di garantire l'accesso all'assistenza sanitaria e di proteggere il personale medico. Il sistema sanitario in Cisgiordania è sottoposto a un'immensa pressione e costretto a uno stato di perenne emergenza", afferma il rapportoIn

Tajani, pronti a evacuare da Gaza 14 bimbi malati di cancro

Si apre un nuovo capitolo per Food for Gaza: insieme alla fornitura di aiuti, l'Italia ha deciso di ampliare il sostegno alla popolazione palestinese della Striscia all'ambito sanitario, a cominciare dal trasferimento in Italia di bambini che hanno bisogno di cure oncologiche. La prima lista di 14 pazienti - insieme agli accompagnatori per un totale di 42 persone - è pronta ed è al vaglio di israeliani e palestinesi, ma la speranza e' "aumentarne il numero". "Vogliamo fare di più", ha sottolineato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che oggi e' in missione in Israele per la consegna al Programma Alimentare Mondiale, al porto di Ashdod, di 15 camion di aiuti parte del progetto Food for Gaza. Le procedure burocratiche sono lunghe, il problema non sono i bambini ma gli accompagnatori: basta che cambi un nome in lista e bisogna ricominciare", ha aggiunto il titolare della Farnesina. Ad accompagnare Tajani, sono ad Ashdod anche il ministro dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e una delegazione di quattro medici provenienti dagli ospedali Umberto I di Roma e Regina Margherita di Torino, tra cui due oncologi pediatri, un gastroenterologo e un infettivologo. Oltre a questi due centri medici universitari, "vorremmo allargare al Rizzoli di Bologna per le protesi", ha sottolineato Tajani. Il tema è fondamentale ma è "una questione delicata, si tratta di molti e sofisticati materiali considerati 'dual use'", che possono essere usati sia per scopi civili che militari e questo ne rende più complessa l’autorizzazione ha sottolineato l'ambasciatore italiano alla Fao, Bruno Archi, che coordina il progetto Food for Gaza. Le cartelle mediche sono già arrivate e sono state analizzate, hanno riferito i medici, che resteranno fino a sabato per una serie di incontri a Ramallah e Gerusalemme anche per avviare contatti volti a stabilire una collaborazione in ambito sanitario. Per l'evacuazione dei bambini si ipotizza il 15/16 febbraio: dal valico di Rafah entreranno in Egitto e dal Cairo verranno trasferiti in Italia, quattro a Milano, due a Monza e gli altri otto divisi tra Torino e Roma. "Health for Gaza è un impegno concreto per la popolazione della Striscia", ha sottolineato la Bernini, mettendo l'accento, insieme alla rettrice della Sapienza di Roma, Antonella Polimeni, sul contributo dei centri medici universitari.

Trump, Gaza consegnata agli Usa da Israele dopo la guerra

"Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti. I palestinesi, persone come Chuck Schumer, sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi". Lo scrive su Truth Donald Trump. "Gli Usa, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizierebbero la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi del genere sulla Terra. Gli Usa non avrebbero bisogno di soldati! La stabilità della regione regnerebbe!". 

Pakistan, proposta Trump su Gaza preoccupante e ingiusta

Il governo del Pakistan considera la proposta del presidente statunitense Donald Trump di sfollare la popolazione di Gaza "profondamente preoccupante e ingiusta". "La terra palestinese appartiene al popolo palestinese", aggiunge il governo pakistano, l'unica opzione praticabile e giusta è una soluzione a due stati. 

Ministero della Sanità di Hamas, i morti a Gaza sono 47.583

Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 47.583 di cui 31 (due nuovi, 28 recuperati e uno deceduto a causa di ferite) nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 111.633, secondo la stessa fonte.

Ue, Gaza parte integrante del futuro Stato di Palestina

"Abbiamo preso nota dei commenti del presidente Trump. L'Unione Europea rimane pienamente impegnata nella soluzione dei due stati, che riteniamo sia l'unica via per una pace a lungo termine sia per gli israeliani che per i palestinesi". "Gaza è parte integrante di un futuro stato palestinese, è una parte essenziale della futura politica" di tale Stato e "non ci dovrebbero essere ulteriori spostamenti forzati di palestinesi". Lo ha detto il portavoce della Commissione europea Anouar El Anouni, nel corso dell'incontro quotidiano con la stampa.

Ungheria: il piano Trump su Gaza? Non è da escludere nulla

"Quando il presidente Usa Donald Trump annunciò gli Accordi di Abramo, pochi credevano che avrebbero avuto successo. Eppure, ha fatto in modo che si realizzassero, aprendo una nuova dimensione per il Medio Oriente", ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, in un'intervista a Fox News. "Non so se il piano (del presidente Usa su Gaza) sia fattibile, vista l'accettazione regionale, ma sappiamo che Trump è un affarista con straordinarie capacità di negoziazione", ha commentato Szijjártó. "Trump ha contattato le controparti giordane ed egiziane, vediamo cosa succede. Se il presidente Trump è coinvolto, non escluderei nulla", ha aggiunto. Parlando del presidente americano, il ministro ungherese ne ha elogiato la "fantastica capacità di negoziazione. Quando si tratta di lui, non definirei nulla senza speranza". 

Francia condanna la colonizzazione di Israele in Cisgiordania

Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, evocando il rischio rappresentato dalle recenti dichiarazioni di Donald Trump su Gaza, è tornato a condannare la colonizzazione di Israele in Cisgiordania. ''La Francia condanna e continuerà a condannare'' la colonizzazione israeliana dei Territori palestinesi, ha sottolineato Barrot, in occasione della tradizionale cerimonia di auguri di inizio anno alla stampa francese e internazionale riunita al Quai d'Orsay. Barrot ha sottolineato che in gioco c'è il rispetto del diritto internazionale e la stessa sicurezza di Israele. "Pensare che si possa senza conseguenze privare i popoli della terra in cui sono radicati, ridisegnare le frontiere, imporre l'ordine e la stabilità con la forza è una colpevole illusione", ha avvertito il capo della diplomazia d'Oltralpe, aggiungendo: "Non c'è pace senza giustizia. E siccome nessuno è durevolmente il più forte, ognuno, a un certo momento, ha bisogno di piazzarsi sotto alla protezione del diritto".

Madrid replica a Israele: "Nessun paese terzo ci dice cosa fare"

Il ministro spagnolo degli Esteri, José Manuel Albares, ha replicato oggi al comunicato del ministro di Difesa israeliano, Israel Katz, che ha ordinato all'Idf di preparare un piano per "la partenza volontaria della popolazione da Gaza" proponendo sia accolta da altri Paesi, fra i quali la Spagna.  "In primo luogo" esprimiamo "un rifiuto categorico, e nessuno dovrebbe entrare nel dibattito su dove dovrebbero andare i palestinesi e in particolare i gazawi, perché il dibattito è stato chiuso da loro stessi", ha detto Albares in dichiarazioni alla radio nazionale iberica Rne. "La terra dei palestinesi gazawi è Gaza, che deve essere parte del futuro Stato palestinese, come chiede la Spagna e la maggior parte dei Paesi del mondo, i circa 150 che hanno riconosciuto la Palestina", ha aggiunto. "E' questo il futuro dei palestinesi e della loro terra", ha anche detto il capo della diplomazia spagnola, che ha ribadito "il rifiuto di questa posizione di colonizzazione" di Israele. Albares ha ricordato che la solidarietà spagnola con il popolo palestinese ha portato all'accoglienza puntuale di palestinesi in Spagna, come bambini ammalati, mutilati di guerra o rifugiati, ma ha insistito sul fatto che "il luogo dei palestinesi è la Palestina e dei gazawi è Gaza". E ha sottolineato, infine, che "la Spagna assume decisioni in maniera sovrana, nessun paese terzo le deve dire cosa fare". 

Onu, da inizio tregua oltre 10.000 camion aiuti a Gaza

Dall'entrata in vigore della tregua a Gaza, il 19 gennaio, sono entrati nella Striscia oltre 10.000 convogli di aiuti umanitari. Ne hanno dato notizia le Nazioni Unite. "Nelle due settimane successive al cessate il fuoco abbiamo mobilitato più di 10.000 camion, un aumento considerevole", ha spiegato su X Tom Fletcher, il coordinatore dell'Ufficio dell'Onu per gli aiuti umanitari (Ocha). 

Netanyahu: "Il piano di Trump su Gaza è un'idea straordinaria"

In un'intervista a Fox News, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promosso l'idea del presidente Trump di trasferire la popolazione di Gaza in altri paesi. "È un'idea straordinaria e penso che dovrebbe essere davvero perseguita, esaminata e realizzata", ha detto. "L'idea stessa di consentire ai cittadini di Gaza che vogliono andarsene di andarsene... cosa c'è di sbagliato in questo?", ha osservato il premier israeliano. "Possono andarsene" - ha sostenuto - "possono trasferirsi e tornare. Bisogna ricostruire Gaza, e se si vuole ricostruire Gaza non si può... questa è la prima buona idea che ho sentito".

Onu: "Più di 10mila camion umanitari a Gaza da tregua"

"Più di 10mila camion" con aiuti umanitari sono entrati a Gaza dall'inizio del cessate il fuoco: lo ha reso noto l'Onu.

Netanyahu: "Il piano di Trump su Gaza è un'idea straordinaria"

In un'intervista a Fox News, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promosso l'idea del presidente Trump di trasferire la popolazione di Gaza in altri paesi. "È un'idea straordinaria e penso che dovrebbe essere davvero perseguita, esaminata e realizzata", ha detto. "L'idea stessa di consentire ai cittadini di Gaza che vogliono andarsene di andarsene... cosa c'è di sbagliato in questo?", ha osservato il premier israeliano. "Possono andarsene - ha sostenuto - possono trasferirsi e tornare. Bisogna ricostruire Gaza, e se si vuole ricostruire Gaza non si può... questa è la prima buona idea che ho sentito".

Katz ordina a Idf piano per "sfollamento volontario" da Gaza

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha ordinato all'Idf di preparare un piano per consentire la "partenza volontaria della popolazione di Gaza", in seguito alle dichiarazioni di Trump sullo sfollamento forzato dei palestinesi dalla Striscia. Lo riportano i media israeliani. "Alla popolazione di Gaza deve essere consentito di godere della libertà di movimento e della libertà di immigrare", ha affermato Katz. Nel frattempo verrà avanzata una proposta per la ricostruzione di una "Gaza smilitarizzata", nell'era successiva ad Hamas, "un progetto che richiederà molti anni per essere completato".

Katz: "Militari israeliani preparano piano per far uscire palestinesi da Gaza"

Mettere a punto un piano per far uscire gli abitanti della Striscia di Gaza dall'enclave palestinese. È quello che il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, ha reso noto di aver ordinato alle forze israeliane (Idf) dopo le parole del presidente americano Donald Trump sul futuro di Gaza. "Ho dato istruzioni (ai militari israeliani) affinché venga preparato un piano che consenta a ogni abitante di Gaza che lo desidera di farlo per andare in qualsiasi Paese sia disposto all'accoglienza - ha detto Katz - Il piano prevederà opzioni per l'uscita tramite i valichi e anche disposizioni speciali per le partenze via mare e in aereo".

Salvini: "Lunedì e martedì in Israele, incontrerò Netanyahu"

"Lunedì e martedì sarò in Israele. Incontrerò la ministra dei Trasporti per delle partnership per aiutare le imprese italiane a lavorare sempre di più in Israele e poi vedrò Netanyahu perché il tema della pace è il nodo fondamentale di questo 2025". Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini, parlando a Rtl 102.5.

Iran: "Piano Trump per Gaza? Attacco senza precedenti a diritto internazionale"

L'Iran respinge e condanna categoricamente le ultime parole del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sul futuro della Striscia di Gaza. "Il piano di sgombero di Gaza e trasferimento forzato dei palestinesi è un'estensione del programma" di Israele "per spazzare via la Nazione palestinese", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmaeil Baghaei, in dichiarazioni rilanciate stamani dai media iraniani.

Per la Repubblica Islamica, si tratta di un "attacco senza precedenti ai principi fondamentali del diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite". Il portavoce ha sollecitato la comunità internazionale affinché sostenga il "diritto dei palestinesi all'autodeterminazione e a liberarsi dall'occupazione".

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE

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