
Hamas ha annunciato i nomi dei tre ostaggi israeliani ancora trattenuti nella Striscia che saranno liberati l'8 febbraio. Secondo il portavoce della fazione palestinese Abu Obaida, si tratta di Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami. La lista con i nomi dei tre ostaggi è stata trasmessa a Israele attraverso i Paesi mediatori. Israele dovrebbe liberare 183 palestinesi in cambio. L'Idf ha annunciato di aver colpito "due siti militari in territorio libanese che contenevano armi di Hezbollah"
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Hamas ha annunciato i nomi dei tre ostaggi israeliani ancora trattenuti nella Striscia che saranno liberati l'8 febbraio. Secondo il portavoce della fazione palestinese Abu Obaida, si tratta di Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami. La lista con i nomi dei tre ostaggi è stata trasmessa a Israele, che ha confermato l'effettiva ricezione, attraverso i Paesi mediatori. Israele dovrebbe rilasciare in cambio 183 prigionieri palestinesi, tra cui 111 residenti di Gaza detenuti dal 7 ottobre 2023.
L'esercito israeliano ha annunciato di aver colpito "due siti militari in territorio libanese che contenevano armi di Hezbollah, in violazione dell'accordo di cessate il fuoco". Nella sua dichiarazione trasmessa su X, l'esercito ha aggiunto che "continua a operare per eliminare ogni minaccia contro lo Stato di Israele". Media libanesi hanno riportato la notizia di un raid israeliano vicino Tebna, a sud di Sidone, nel Libano meridionale.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato su X il presidente statunitense Donald Trump per la sua "coraggiosa" decisione di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale (Cpi) e al suo personale.
Approfondimenti:
- Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza
- Tregua a Gaza, accordo tra Israele e Hamas. Le reazioni internazionali, da Trump a Biden
- Tregua a Gaza, migliaia di sfollati verso casa. Entrano gli aiuti. LE FOTO
- Tregua Gaza, chi sono le prime 3 ragazze israeliane liberate da Hamas
- Dalla difesa alle infrastrutture, Russia e Iran sempre più vicini
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Medio Oriente, idea di Trump per "ripulire" Gaza: palestinesi in Egitto e Giordania
"Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto", ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un "cantiere di demolizione" e affermando che la mossa potrebbe essere "temporanea o a lungo termine".IL PIANO
Israele si ritira dal Consiglio dei diritti umani dell'Onu: "Ci demonizza"
In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar fa sapere di accogliere con favore "la decisione del presidente Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio". LEGGI L'ARTICOLO
Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza. FOTO
I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di guerra. LE IMMAGINI
Gaza, le moschee riprese dal drone prima e dopo la guerra
Le sconvolgenti immagini della Moschea di Al-Hassan e della Grande Moschea di Gaza, a Gaza city, prima e dopo la guerra. GUARDA IL VIDEO
Medioriente, chi sono le quattro soldatesse israeliane rilasciate di recente
Sono state rilasciate di recente quattro soldatesse israeliane in ostaggio a Gaza. Come confermato dalle Brigate Al Qassam, l'ala armata di Hamas, il rilascio è parte dell'accordo di cessate il fuoco nell'enclave. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. La quinta, Agam Berger, rimasta nella Striscia di Gaza, non verrà rilasciata per il momento. Ecco chi sono le soldatesse. CHI SONO
Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un'area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell'accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. I DETTAGLI
L'Iran condanna le nuove sanzioni Usa: “Illegali e totalmente ingiustificate”
Nel mirino la vendita di petrolio iraniano alla Cina "per finanziare - secondo gli Usa - le attività militari di Teheran”, che ha portato gli Stati Uniti a imporre nuove sanzioni finanziarie all'Iran. Secondo Teheran la misura è "illegittima, illegale e violenta" e viola “le regole internazionali”. La guida suprema dell'Iran Ali Khamenei ha dichiarato che “negoziare con Washington non risolverà i problemi del Paese”. Ma "se gli Usa violano la sicurezza della nazione iraniana, risponderemo senza esitazione”. IL PUNTO
Comandante dell'Arma incontra contingente dei carabinieri a Rafah
Il Comandante generale dell'Arma Salvatore Luongo, al seguito del ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha fatto visita ai Carabinieri dispiegati al valico di Rafah nelle missione Euman, a quelli dell'operazione Miadit in Palestina e a quelli di Eupol Coops, portando l'apprezzamento del ministro della Difesa Guido Crosetto. Lo scrive l'Arma dei Carabinieri su X.
Trump sanziona Cpi, Netanyahu lo ringrazia. Italia non firma contro le sanzioni
Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna fanno parte dei firmatari della dichiarazione congiunta dei 79 Paesi membri della Cpi che criticano le sanzioni Usa: l'Italia invece non compare. "Grazie, Presidente Trump, per il suo coraggioso ordine esecutivo sulla Cpi", ha scritto Netanyahu su X. La presidente della Commissione Ue: "Cpi deve poter perseguire liberamente la lotta contro l'impunità globale". La presidente della Cpi Akane: "Profondo rammarico per l'ordine di Trump". LEGGI L'ARTICOLO
Appello di papà Bibas a Netanyahu: "Ridatemi moglie e figli"
Nella sua prima dichiarazione dopo il rilascio dalla prigionia di Hamas il 1 febbraio, Yarden Bibas ha chiesto a Benyamin Netanyahu di riportare indietro la moglie Shiri e i suoi figli, i piccoli Kfir e Ariel di 2 e 5 anni ancora nelle mani dei miliziani palestinesi che li ha dichiarati morti oltre un anno fa. "Purtroppo, la mia famiglia non è ancora tornata da me. Sono ancora lì", "aiutatemi a riportare la luce nella mia vita", ha detto Yarden. "Netanyahu, ora mi rivolgo a lei con le parole che nessuno mi ha dettato", ha aggiunto, invitando il premier a "riportare indietro la mia famiglia", "i miei amici" e "tutti a casa".
Trump: "Non c'è fretta per il mio piano su Gaza". VIDEO
Hamas libererà Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami
Sharabi, 52 anni, era stato rapito dal Kibbutz Be'eri durante l'attacco del 7 ottobre 2023. Sua moglie e le sue figlie erano state assassinate nella loro casa e Sharabi era stato preso prigioniero insieme al fratello Yossi, di cui è stata confermata la morte. Levy, 34 anni, era stato rapito mentre partecipava al rave Supernova vicino al Kibbutz Re'im e sua moglie è stata uccisa. Il cinquantaseienne Ben Ami era stato rapito dal Kibbutz Be'eri insieme alla moglie Raz, che era stata liberata nel novembre 2023 nel quadro di un accordo di cessate il fuoco durato una settimana.
Trump: "Nessuna fretta per il mio piano su Gaza"
Donald Trump, ricevendo nello Studio Ovale il premier giapponese Shigeru Ishiba, ha detto che non c'è "nessuna fretta" sul suo controverso piano per Gaza e ha ribadito che non ci sarà bisogno di truppe Usa nella Striscia.
Hamas: "Israele rilascerà 183 detenuti palestinesi domani"
Israele dovrebbe rilasciare domani 183 prigionieri palestinesi, tra cui 111 residenti di Gaza detenuti dal 7 ottobre 2023. Lo fa sapere Hamas. Dopo la consegna dei nomi dei tre ostaggi israeliani, fa sapere Hamas, "come parte della prima fase dell'accordo di scambio, saranno rilasciati 18 prigionieri condannati all'ergastolo, 54 prigionieri con lunghe pene detentive e 111 prigionieri della Striscia di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre", ha affermato il gruppo paramilitare in una nota.
Israele conferma, ricevuta la lista degli ostaggi liberi domani
Israele ha dichiarato di aver ricevuto una lista di ostaggi che Hamas dovrà rilasciare sabato.
Hamas annuncia i nomi degli ostaggi liberati domani
Hamas ha annunciato i nomi dei tre ostaggi israeliani ancora trattenuti nella Striscia che saranno liberati domani. Secondo il portavoce della fazione palestinese Abu Obaida, si tratta di Eli Sharabi, Or Levi e Ohad Ben Ami. Secondo Hamas, la lista con i nomi dei tre ostaggi è stata trasmessa a Israele attraverso i Paesi mediatori.
Netanyahu: "Non c'è futuro per la pace se Hamas resta"
"Non avremo un futuro per Gaza o un futuro per la pace nella nostra parte del mondo se Hamas resterà". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una conferenza stampa congiunta con il presidente della Camera degli Stati Uniti Mike Johnson, sottolineando che lui e Trump hanno parlato di come impedire all'Iran di ottenere un'arma nucleare e assicurarsi che Hamas venga "distrutto". Netanyahu - riporta il Guardian - ha definito "straordinario" l'incontro con Trump all'inizio della settimana. "Sotto la sua guida, le decisioni critiche che dimostrano il suo impegno e l'impegno del popolo americano nei confronti di Israele sono venute alla ribalta all'istante", ha affermato, citando le sanzioni annunciate da Trump alla Corte penale internazionale e la revoca dei divieti sulla fornitura di determinate armi a Israele.
Hamas: "Stop delle escavatrici impedisce il recupero dei corpi degli ostaggi"
Hamas afferma che il blocco da parte di Israele dei macchinari pesanti che entrano a Gaza per rimuovere le macerie causate dalla guerra sta influenzando gli sforzi per estrarre i corpi degli ostaggi. "Impedire l'ingresso di attrezzature e macchinari pesanti necessari per rimuovere 55 milioni di tonnellate di macerie... influirà senza dubbio sulla capacita' della resistenza di estrarre da sotto le macerie i prigionieri morti (ostaggi)", ha detto ai giornalisti Salama Marouf, portavoce dell'ufficio stampa di Hamas a Gaza.
Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un'area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell'accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. L'APPROFONDIMENTO
L'Egitto compatta il fronte arabo contro il piano di Trump
Il governo egiziano sta intensificando i propri sforzi diplomatici al fine di compattare il fronte dei Paesi arabi contro il piano per la Striscia di Gaza del presidente americano Donald Trump. Su indicazione del presidente egiziano Abdelfettah Al Sisi, il ministro degli Esteri Badir Abdulaty ha avuto oggi una serie di colloqui telefonici con le proprio controparti di Giordania, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Il governo egiziano aveva ribadito ieri la propria opposizione al piano Trump e continua a chiudere la porta ai profughi palestinesi. In base alla proposta del presidente Usa la popolazione palestinese sarà espulsa da Gaza e circa 2 milioni di persone ricollocate in Paesi come Egitto, Giordania e altri Paesi del mondo arabo.
Netanyahu: "I sauditi possono fare lo Stato palestinese in Arabia"
In un'intervista rilasciata a Channel 14, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che l'Arabia Saudita ha abbastanza territorio per fornire uno Stato ai palestinesi. "I sauditi possono creare uno Stato palestinese in Arabia Saudita, hanno molta terra laggiù", ha affermato. Lo riporta il Jerusalem post. Sulla possibilità di uno Stato palestinese come condizione per la normalizzazione, Netanyahu ha affermato che non avrebbe stipulato "un accordo che metta in pericolo lo Stato di Israele".

©Ansa
I Paesi arabi ribadiscono: "Nessuno spostamento di palestinesi"
Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha promosso una intensificazione dei contatti tra ministri degli Esteri dei Paesi arabi per ribadire e difendere le note posizioni rispetto alla situazione a Gaza e il piano proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump: nessuna deportazione dei palestinesi fuori dalle loro terre e unica soluzione duratura quella a due Stati. Lo riporta su fb il ministero degli Esteri egiziano riferendo di intensi contatti telefonici avuti nella giornata di oggi dopo la riunione della settimana scorsa. "Nell'ambito del coordinamento delle posizioni arabe e della consultazione sugli aggiornamenti della questione palestinese e sulle situazioni catastrofiche nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania - si legge nella nota - il ministro degli Esteri egiziano Abdul Atty ha avuto intense comunicazioni nelle scorse ore nell'ambito delle istruzioni del Presidente della Repubblica con un certo numero di suoi omologhi arabi, di Arabia Saudita, Emirati, Kuwait, Sultanato dell'Oman, Bahrein, Giordania, Iraq, Algeria, Tunisia, Mauritania e Sudan". Nel corso dei contatti è stata "sottolineata la stabilità della posizione araba nei confronti della questione palestinese, che respinge qualsiasi misura volta all'evacuazione del popolo palestinese dalle sue terre", "alla luce del fatto che queste percezioni e idee rappresentano una palese violazione del diritto internazionale". E' stata ribadita poi "all'unanimità la necessità di cercare una soluzione politica duratura e giusta alla questione palestinese attraverso l'unica via pratica, ovvero la creazione di uno Stato palestinese indipendente sulle linee del 4 giugno 1967 e della sua capitale Gerusalemme Est, secondo le norme giuridiche internazionali". Nella nota si sollecita infine "l'attuazione degli aiuti umanitari a ritmo accelerato e degli sforzi per andare avanti con progetti, programmi di ripresa e ricostruzione, senza che i palestinesi lascino Gaza".
Media: "Hamas non ha ancora comunicato nomi ostaggi da liberare"
Hamas non ha ancora comunicato i nomi dei tre ostaggi maschi che dovrebbero essere liberati domani. Lo riferisce il Times of Israel, sottolineando come la fazione palestinese fosse obbligata a fornire i nomi a Israele attraverso i mediatori entro le 16 di oggi ora israeliana (le 15 in Italia). Lo Stato ebraico ha denunciato "una violazione dell'accordo" mentre il coordinatore degli affari degli ostaggi del governo Netanyahu, Gal Hirsch, ha interrotto la visita degli Stati Uniti per tornare a Tel Aviv.
Damasco: "Manterremo basi militari russe solo se converrà"
Il ministro della Difesa del governo di transizione siriano, Murhaf Abu Qasr, ha affermato che le nuove autorità siriane sono pronte a mantenere le basi militari russe se questo sara' nell'interesse del Paese. "Se ciò gioverà alla Siria, allora si'", ha detto Qasra al Washington Post che gli chiedeva se alla Russia verra' consentito mantenere le sue basi nel Paese. Secondo il ministro, l'atteggiamento della Russia nei confronti del nuovo governo siriano è "notevolmente migliorato" dopo la caduta del regime del presidente siriano Bashar al-Assad nel dicembre 2024. "Non ci sono nemici permanenti in politica", ha affermato il ministro, che faceva parte di un gruppo combattuto dalle truppe russe. Come sottolinea il Washington Post, la Russia potrebbe dare al nuovo governo siriano "ciò che desidera ardentemente": Bashar al-Assad. Il ministro della Difesa non ha confermato nell'intervista se le autorità siriane abbiano chiesto l'estradizione di Assad durante i negoziati con Mosca. Ha sottolineato che durante i colloqui si e' parlato di come però punire Assad. "Quando Bashar al-Assad ha deciso di partire per la Russia, pensò che non saremmo stati in grado di raggiungere un accordo. E' possibile che le relazioni con la Russia vengano ripristinate in modo tale da soddisfare prima di tutto gli interessi della Siria, e poi i loro interessi", ha affermato il ministro.
Il capo delle forze Usa in Israele incontra l'omologo dell'Idf
Il capo di Centcom (le forze combattenti americane), generale Erik Kurilla, è volato in Israele per incontrare il capo dell'Idf Herzi Halevi e fare il punto sulla situazione nella regione. Lo riferiscono i militari israeliani, aggiungendo che entrambi i comandati hanno valutato le linee d'azione per fronteggiare le minacce in Medio Oriente e hanno discusso una serie di possibili scenari per migliorare la prontezza a eventuali ulteriori sviluppi su quel fronte. Lo riporta il Jerusalem Post.
Trump riceve in regalo da Netanyahu un cercapersone d'oro. VIDEO
Scholz sente Jolani: "Supportiamo una Siria libera e sicura"
In una telefonata con il presidente ad interim della Siria, Ahmed al-Sharaa (al Jolani), il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha assicurato "la disponibilità del governo tedesco a sostenere la ricostruzione della Siria, in modo che la Siria possa diventare una patria libera e sicura per tutti i gruppi della popolazione che ci vivono". È quello che ha reso noto il portavoce Steffen Hebestreit, in una nota.
Israele: "12.600 camion entrati a Gaza da inizio cessate il fuoco"
Sono 12.600 i camion con aiuti umanitari entrati nella Striscia di Gaza dall'inizio del cessate il fuoco. Lo ha riferito il Cogat, l'agenzia del ministero della Difesa israeliano che supervisiona gli affari civili nei Territori palestinesi, mentre Hamas accusa nuovamente Israele di aver ritardato la consegna degli aiuti, violando gli impegni presi.
Secondo un portavoce della fazione palestinese a Gaza, Salama Marouf, lo Stato ebraico sta consegnando carburante in quantità insufficienti, con solo 15 camion che entrano nella Striscia ogni giorno rispetto ai 50 previsti. Per Marouf, inoltre, solo 8.500 camion di aiuti sono entrati a Gaza nelle tre settimane.
Siria, incursioni forze armate in Libano contro Hezbollah: la situazione
L'attivista politico libanese Omar Salloum ha spiegato a The Media Line che Haweek è una città di confine utilizzata spesso da Hezbollah per il contrabbando di armi e droga. L'esercito siriano nelle ultime settimane ha lanciato una serie di operazioni per rendere più sicuro il confine con il Libano e per stroncare i traffici illeciti, in particolare il commercio del captagon, una droga sintetica che fu un importante fonte di finanziamenti per il regime di Assad. Secondo l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, Ong con sede a Londra e una rete di informatori sul territorio, le forze siriane hanno attaccato con artiglieria pesante e droni posizioni nemiche nel villaggio di Hawik, nella provincia di Homs. L'offensiva si è estesa in seguito ad altre località di confine e ha portato al sequestro di merci illegali e alla cattura di contrabbandieri, ha fatto sapere il comando provinciale di Homs, citato dall'agenzia Xinhua. Le organizzazioni colpite dai militari di Damasco sono legati al clan del signore della droga libanese Nouh Zaiter, sostenuto da lealisti di Assad, da Hezbollah e da altre milizie sciite.
Siria, incursioni forze armate in Libano contro Hezbollah
Le forze armate fedeli alla nuova amministrazione siriana sono entrate in territorio libanese per inseguire miliziani di Hezbollah che avevano tentato di avanzare in direzione della città siriana di Al Qusayr, che fu roccaforte del 'Partito di Dio' durante il governo di Bashar al-Assad, deposto lo scorso dicembre. Lo riferisce The Media Line, agenzia stampa statunitense specializzata in Medio Oriente. Gli scontri sono iniziati all'alba di giovedì, riporta la testata. Dopo aver respinto numerosi attacchi di Hezbollah, hanno spiegato fonti ben informate, i soldati siriani hanno sconfinato nei pressi di Haweek, nella regione libanese di Hermal, e hanno costretto i miliziani sciiti ad arretrare ulteriormente dopo intensi combattimenti. Sia le forze siriane che Hezbollah hanno catturato alcuni prigionieri durante gli scontri.
Hamas non fornisce nomi ostaggi, "Israele ritarda aiuti"
Hamas non ha ancora fornito l'elenco dei tre ostaggi che dovrebbe rilasciare domani, lamentandosi dei "ritardi di Israele nell'attuazione del protocollo umanitario riguardante gli aiuti e la ricostruzione". Il portavoce del gruppo militante palestinese, Abed Latif al-Qanua, al notiziario qatariota Al-Araby Al-Jadeed, ha "esortato i mediatori a intensificare i loro sforzi per fare pressioni su Israele affinché attui il protocollo prima di effettuare lo scambio domani".
Media: "Hamas non ha ancora fornito lista degli ostaggi di domani"
Hamas non ha ancora fornito la lista degli ostaggi che saranno rilasciati domani. Lo riporta Haaretz. Domani, aggiunge il quotidiano israeliano, è prevista la partenza di una delegazione israeliana per Doha per discutere il proseguimento delle prossime fasi dell'accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi a Gaza.
Netanyahu regala a Trump un cercapersone d'oro
Il dono è in riferimento all'operazione israeliana condotta lo scorso settembre contro i miliziani di Hezbollah. Lo riportano i media internazionali, come la Cnn. GUARDA IL VIDEO
Capo Intelligence militare Idf: "Non contrario al piano Trump"
Il capo della direzione dell'intelligence militare dell'Idf, il maggiore generale Shlomi Binder, ha dichiarato di non essersi opposto ai piani del presidente Donald Trump di prendere il controllo di Gaza. "Ho parlato con il ministro della Difesa e ho chiarito che non mi sono espresso contro il piano di Trump e che l'Idf, e quindi anche io, siamo subordinati al livello politico e seguiremo le sue istruzioni", ha affermato Binder in una dichiarazione riportata dal Guardian. "In virtù del mio ruolo, ho presentato le possibili implicazioni sull'argomento, la visione del nemico da una prospettiva di sicurezza e le raccomandazioni per l'attività offensiva conseguente". La precisazione giunge dopo che questa mattina, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha incaricato il capo di stato maggiore di rimproverare Binder per aver segnalato la possibilità che l'idea di Trump di "ripulire" la Striscia di Gaza potesse innescare ulteriore violenza in Cisgiordania.
Hamas, aiuti a Gaza inferiori a quanto concordato nella tregua
L'ufficio stampa del governo di Hamas della Striscia di Gaza ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che Israele sta violando i termini del cessate il fuoco non consentendo l'ingresso nell'enclave della quantità minima di aiuti concordata. Lo scrive Al Jazeera. L'accordo prevede il passaggio di 600 camion di aiuti al giorno, come minimo, inclusi 50 camion di carburante, nonché 60.000 unità mobili e 200.000 tende, generatori elettrici e relativi pezzi di ricambio, pannelli solari e batterie. Ma "la quantità di aiuti che è entrata nella Striscia di Gaza è ancora lontana dal minimo richiesto", si legge in una dichiarazione, poiché 8.500 camion sono entrati nella Striscia da quando l'accordo è entrato in vigore 20 giorni fa, invece dei 12.000 richiesti. Inoltre, 2.916 camion hanno raggiunto la parte settentrionale di Gaza invece di 6.000.
Idf, arrestati in Cisgiordania più di 60 sospetti ricercati
Le forze di sicurezza israeliane "hanno arrestato questa settimana più di 60 sospetti ricercati e hanno confiscato decine di armi in Giudea e Samaria (Cisgiordania, ndr)": lo rende noto su Telegram l'esercito (Idf). Tra le armi confiscate, si legge in un comunicato, "fucili M-16, pistole e armi da fuoco Carlo (mitragliatrici artigianali, ndr), nonché altri esplosivi e materiali utilizzati per la fabbricazione di ordigni esplosivi". Inoltre, "le forze di sicurezza hanno adottato misure per prevenire disordini e festeggiamenti in seguito al rilascio dei terroristi condannati, anche... confiscando materiali usati per incitare al terrore e rimuovendo una statua del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Pflp) a Betlemme", prosegue la nota.
L'ex ostaggio israeliano Ofer Calderon lascia l'ospedale
L'ex ostaggio israeliano Ofer Calderon, 54 anni, è stato dimesso dallo Sheba Medical Center di Israele dopo aver completato la sua convalescenza iniziale e aver eseguito i necessari esami medici. Lo scrive il Times of Israel. In una dichiarazione rilasciata dopo la sua dimissione, la famiglia Calderon ha sottolineato che il "viaggio verso la convalescenza di Ofer è ancora lungo e non finirà finché tutti gli ostaggi non saranno tornati a casa". "Ofer promette di unirsi alla lotta per il loro ritorno alla prima opportunità possibile", aggiungono.
Hrw: "Sanzioni Trump alla Cpi un regalo a chi perpetua atrocità"
"Le sanzioni Usa contro i funzionari della Corte penale internazionale sarebbero un regalo a coloro che in tutto il mondo sono responsabili di atrocità di massa. Le sanzioni sono per i violatori dei diritti umani, non per coloro che lavorano per far sì che i violatori dei diritti siano chiamati a risponderne. L'ordine esecutivo di Trump prende in prestito una pagina del libro dei giochi della Russia, che ha cercato di ostacolare il lavoro della Corte attraverso mandati di arresto contro i suoi giudici e il suo procuratore." Lo sottolinea Liz Evenson, direttrice internazionale per gli affari giuridici di Human Rights Watch. "La Corte penale internazionale sta facendo il lavoro per cui è stata istituita: garantire che nessuno sia al di sopra della legge. Gli Stati Uniti non dovrebbero voltare le spalle alle vittime che guardano alla Cpi come una corte di ultima istanza. Sebbene gli Stati Uniti non siano un membro della Cpi, le sanzioni potrebbero avere un impatto di vasta portata sul lavoro della Cpi, compromettendo ogni situazione che si trova sul suo tavolo. I 125 Paesi membri della Cpi dovrebbero sostenere pubblicamente l'indipendenza della Corte e adottare misure per bloccare l'effetto delle sanzioni", conclude.
Scholz "respinge del tutto" i piani di Trump su Gaza
ll cancelliere tedesco Olaf Schoz "respinge completamente" Il piano che Donald Trump ha lanciato sul futuro di Gaza. "Non possiamo reinsediare i palestinesi in Egitto", ha affermato il cancelliere in una manifestazione elettorale in vista del voto del 23 febbraio in Germania. Bisogna fare di tutto per evitare una escalation in Medioriente e lavorare alla soluzione a due stati, ha aggiunto, parlando a Ludwigsburg.
Usa: "Hezbollah non deve far parte del nuovo governo del Libano"
Hezbollah non deve far parte del nuovo governo libanese: è quanto ha detto poco fa a Beirut Morgan Ortagus, la vice dell'inviato speciale Usa per il Medio Oriente Steve Witkfoff. Il premier incaricato libanese Nawaf Salam è impegnato da settimane nei negoziati per la formazione del nuovo governo libanese. Impegnata in un tour regionale la missione della squadra di Witkoff è quella di ribadire la vicinanza degli Stati Uniti a Israele e di ostacolare il riemergere dell'influenza iraniana nella regione. "Il regno del terrore del Hezbollah in Libano e nel mondo è finito", ha detto Ortagus ricevuta oggi al palazzo presidenziale dal neo eletto presidente libanese Joseph Aoun, considerato vicino agli Stati Uniti. "Israele ha sconfitto il Hezbollah e gliene siamo grati, e insistiamo sul fatto che il Hezbollah non deve in alcun modo partecipare al nuovo governo libanese", ha aggiunto Ortagus in una conferenza stampa trasmessa in diretta tv dai media di Beirut. "L'America - ha detto - è impegnata nella sua partnership con il Libano e ripone grandi speranze nel futuro, grazie all'arrivo al potere di uomini credibili e impegnati, che faranno in modo che la corruzione abbia fine, così come l'influenza del Hezbollah".
Marino: “Al Pe non si critica Israele per senso di colpa storico”
"Entrando al Parlamento europeo ho compreso che c'è una difficoltà di un blocco di europei, soprattutto della Germania ma anche di altri Paesi, a parlare di qualunque argomento che porti ad accusare Israele". Lo ha detto l'eurodeputato dei Verdi, Ignazio Marino, parlando al briefing pre-plenaria organizzato dagli uffici del Parlamento europeo a Roma a cui partecipava anche una classe di studenti di un liceo di Roma. "Israele, ovvero il governo Netanyahu, ha ucciso più di 50.000 persone mutilato più di 15.000 bambini ma il Parlamento fa fatica a parlarne proprio perché ha c'è una porzione veramente ampia di parlamentari che hanno un senso di colpa storico rispetto a quanto è accaduto drammaticamente nella Seconda Guerra Mondiale con la Shoah", ha spiegato Marino rispondendo ad una domanda sul perché non fosse calendarizzato un dibattito sulla questione mediorientale settimana prossima a Strasburgo.
Media: bombardamenti di Israele nel sud del Libano
L'aviazione israeliana ha bombardato alcune zone del sud del Libano dopo aver colpito nella notte altre località libanesi nella valle della Bekaa. Lo riferisce l'agenzia governativa libanese Nna, secondo cui i raid aerei nemici hanno preso di mira alcune località a sud di Sidone, a nord del fiume Litani, fuori dunque dalla zona del cessate il fuoco in corso dal 27 novembre scorso. Nella notte raid aerei israeliani avevano preso di mira la zona di Nabatiye, sempre nel sud del Libano, e quella di Baalbeck-Hermel nell'alta valle della Bekaa al confine con la Siria.
Domani nuovo scambio ostaggi-detenuti, incognita colloqui
Nuovo scambio di ostaggi e detenuti palestinesi: domani è previsto il quinto round nell'ambito dell'accordo per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, con la prima fase arrivata a metà strada. Si attende che il gruppo militante palestinese consegni la lista dei nomi prescelti, tre uomini, al primo ministro del Qatar Mohammed Al Thani che lo passera' al direttore del Mossad, David Barnea. Se finora gli scambi sono avvenuti in mattinata, stavolta c'e' timore che le recenti dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump su Gaza e il futuro dei palestinesi da sfollare dalla Striscia possa far deragliare il processo. "Le dichiarazioni di Trump hanno un'influenza sull'attuale cessate il fuoco e sull'accordo sugli ostaggi ma penso che la prima fase assorbirà il 'rumore'", ha commentato un funzionario al Jerusalem Post. Una delegazione israeliana e' pronta a recarsi in Qatar questa fine settimana per negoziati. L'inviato Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha incontrato il premier qatarino e le discussioni si sono concentrate sulla seconda fase dell'accordo, alla luce delle consultazioni del consigliere di Trump con il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante la sua visita a Washington. Il leader dello Stato ebraico spinge per estendere la fase uno, puntando a ulteriori round di scambi ostaggi-prigionieri palestinesi, con l'intento di evitare il ritiro dell'esercito dal corridoio Philadelphi, previsto dall'intesa per il giorno 50 (domani è il 21esimo) e da lui duramente avversato. Mentre il capo della Casa Bianca ha ribadito il suo desiderio di vedere tutti gli ostaggi liberati - ne restano 79 - minacciando altrimenti "più violenza", Netanyahu deve tenere insieme più fronti, tra le pressioni dell'opinione pubblica per il completamento dell'intesa e il ritorno di tutti i rapiti e le sollecitazioni dei suoi alleati di governo dell'estrema destra che puntano alla ripresa della guerra e sognano una Striscia senza palestinesi, come indicato da Trump.
Libano, raid israeliano a sud di Sidone
Media libanesi hanno riportato la notizia di un raid israeliano vicino Tebna, a sud di Sidone, nel Libano meridionale. A riferirne è il Times of Israel precisando che non ci sono al momento dichiarazioni dell'Idf in proposito.
Katz ordina reprimenda per generale che ha allertato su rischi piano Trump
Il Ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ordinato al Capo di Stato Maggiore dell'IDF, il generale Herzi Halevi, di redarguire il capo della Direzione dell'Intelligence Militare, reo di aver messo in guardia - secondo quanto riportato da un servizio televisivo che citava il Generale Shlomi Binder - sulle conseguenze dei piani del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la Striscia di Gaza.
L'emittente Channel 13 riferiva ieri sera che in sede di valutazione dei piani di Trump sul trasferimento dei residenti fuori dalla Striscia per ricostruirla, Binder ha affermato che ciò potrebbe portare a un'escalation di violenza in Cisgiordania, mettendo in guardia in particolare sui rischi in vista del Ramadan, pur senza pronunciarsi in alcun modo contro il piano di Trump, specificava l'emittente.
"Non ci sarà alcuna situazione in cui gli ufficiali dell'IDF si esprimeranno contro l'importante piano del presidente americano Trump riguardante Gaza, e contro le direttive dei vertici politici", afferma Katz in una dichiarazione, nonostante il rapporto di Channel 13 dica che Binder non ha espresso alcuna critica al piano. "Ho ordinato all'IDF di preparare il piano per la partenza volontaria dei residenti di Gaza che sarebbero interessati a partire per vari luoghi del mondo, e questo è esattamente ciò che l'IDF è tenuto a fare e farà", aggiunge il ministro della Difesa. Nelle ultime settimane Katz si è ripetutamente scontrato con l'IDF, in particolare con il capo uscente Halevi, sottolinea il 'Times of Israel' che riporta la notizia.
Onu: "A Gaza distruzione inimmaginabile"
"Distruzione inimmaginabile a Gaza: case, scuole, ospedali ridotti in macerie. I sopravvissuti mi dicono che dobbiamo essere testimoni. E che dobbiamo fare di più: proteggerli, fornire aiuti salvavita, mantenere il cessate il fuoco, aiutarli a ricostruire", lo scrive su X il capo dell'agenzia di coordinamento degli aiuti umanitari dell'Onu (Ocha), Tom Fletcher.
Wafa, prosegue offensiva Israele su Tulkarem in Cisgiordania
L'esercito israeliano (Idf) continua la sua offensiva sulla città di Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale, per il 12/mo giorno consecutivo: lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, sottolineando che l'Idf ha schierato rinforzi nella zona, ha occupato edifici residenziali ed ha costretto molti residenti a trasferirsi, trasformando le loro case in avamposti militari. Secondo il corrispondente della Wafa, le forze israeliane hanno inviato ulteriori truppe e veicoli blindati a Tulkarem e nel suo campo profughi. Nel frattempo, continua l'assedio da parte dei militari dell'ospedale governativo Thabet Thabet, mentre i soldati occupano l'adiacente complesso commerciale di Al-Adawiya, che hanno convertito in una base militare e un posto di sorveglianza. La notte scorsa, inoltre, le forze israeliane hanno fatto irruzione nelle case del quartiere orientale della città: le hanno perquisite, hanno controllato le identità dei residenti e li hanno sottoposti a interrogatori. I soldati, secondo il corrispondente, hanno anche distrutto le telecamere di sorveglianza installate nelle strade della città. Molte di queste case sono state distrutte, parzialmente o interamente, a causa di demolizioni, esplosioni o incendi.
Bernini: "Italia in prima linea nel sostegno a popolazione Gaza"
''L'Italia è in prima linea nel sostegno alla popolazione di Gaza''. Lo ha dichiarato il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, ieri sera al termine della missione in Israele con il ministro Tajani. ''L’iniziativa FoodforGaza, nata a marzo scorso grazie alla determinazione del ministro Antonio Tajani e della Farnesina, si è ampliata fino a includere anche il supporto sanitario. Per questo, come ministero dell’Università e della Ricerca, abbiamo coinvolto i policlinici universitari, affinché i bambini e le fasce più vulnerabili possano ricevere cure adeguate'', ha spiegato Bernini.
''Oggi abbiamo gettato le basi per portare in Italia un primo gruppo di 14 bambini malati oncologici, dando loro una possibilità di cura e di futuro. E' un gesto di solidarietà concreto che testimonia la generosità del sistema Italia. Aiutare chi soffre non è solo un dovere morale, ma un atto di umanità. Essere protagonisti della pace significa trasformare il dolore in speranza, costruire ponti invece di muri, restituire dignità a chi ha perso tutto. L’Italia c’è e continuerà ad esserci'', ha concluso.
Ministro Israele si congratula con Trump per sanzioni a Cpi
Il ministro degli Esteri israeliano si è "congratulato" oggi con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per le sanzioni imposte alla Corte penale internazionale (Cpi), definendo le azioni della Corte "immorali" e illegittime. "Mi congratulo vivamente con il presidente Trump", ha scritto Gideon Saar su X. "La Cpi sta perseguendo in modo aggressivo i leader eletti di Israele, l'unica democrazia del Medio Oriente", ha aggiunto, sostenendo che l'organismo non ha alcuna legittimità poiché "Israele e gli Stati Uniti non sono parti dello Statuto di Roma e non sono membri della Cpi".
Cpi, Costa: "Sanzioni minacciano indipendenza, minano giustizia"
"Sanzionare la Corte penale internazionale minaccia l'indipendenza della Corte e mina il sistema di giustizia penale internazionale nel suo complesso". Lo scrive su X il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ricordando l'incontro che ha avuto ieri a Bruxelles con la presidente della Cpi, la giudice Tomoko Akane.
Tunisia: "Popolo palestinese ha diritto a Stato indipendente"
Il presidente tunisino Kais Saied ha ribadito oggi la "ferma posizione" del Paese, secondo cui il popolo palestinese ha il "diritto" di stabilire il proprio Stato indipendente e sovrano: lo ha reso noto la presidenza di Cartagine in un comunicato stampa dopo un incontro tra il presidente e lo sceicco Ikrima Saied Sabri, predicatore della moschea di Al-Aqsa e capo della Suprema Autorità Islamica di Al-Quds. Saied, si legge nella nota, ha ricordato "diverse tappe storiche nelle lotte del popolo palestinese, che sono ancora in corso di fronte alla guerra di annientamento a cui è sottoposto, una guerra il cui scopo non è solo quello di annientare ma anche di spezzare la volontà che è sfuggita alle brutali forze sioniste". Il presidente ha inoltre menzionato la ferma posizione della Tunisia sul rifiuto dell'espulsione dei palestinesi, ricordando che nel 1948 quasi l'85% della popolazione palestinese fu espulsa dai territori occupati dalle forze sioniste. Hanno partecipato all'incontro anche l'ambasciatore dello Stato di Palestina, Hayel Al Fahoum, e lo sceicco Hichem Ben Mahmoud, mufti della Repubblica di Tunisia.
Medioriente, Netanyahu: "Grazie Trump per sanzioni alla Cpi"
"Grazie, Presidente Trump, per il suo coraggioso ordine esecutivo sulla Cpi. Difenderà l'America e Israele da un tribunale corrotto, antiamericano e antisemita, che non ha alcuna giurisdizione o base per impegnarsi in azioni legali contro di noi", si legge in un post su X. LEGGI L'ARTICOLO
Netanyahu: "Vale la pena ascoltare attentamente proposta di Trump"
Benjamin Netanyahu ribadisce il suo punto di vista sulla proposta del presidente americano Donald Trump per la Striscia di Gaza in un video girato nel suo hotel a Washington e citato dal Times of Israel. Per il premier israeliano "vale la pena ascoltare attentamente" la proposta del presidente statunitense di trasferire i palestinesi dalla Striscia di Gaza.
Trump, dice il primo ministro israeliano, "ha lanciato la sua idea su Gaza, e penso che valga la pena ascoltare attentamente questa idea, che è la prima idea originale che è stata presentata da anni". I leader Repubblicani e Democratici del Congresso - aggiunge poi - sono tutti d'accordo su due cose: l'Iran non deve avere armi nucleari e "Hamas deve essere eliminato. Non può essere presente a Gaza".
Netanyahu: "Grazie Trump per sanzioni alla Cpi"
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato oggi su X il presidente statunitense Donald Trump per la sua "coraggiosa" decisione di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale (Cpi) e al suo personale.
Trump firma ordine esecutivo per sanzioni alla Cpi
Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone sanzioni alla Corte penale internazionale, accusandola di "aver intrapreso azioni illegali e infondate contro l'America e il nostro stretto alleato Israele". Il testo, diffuso dalla Casa Bianca, proibisce l'ingresso negli Stati Uniti ai funzionari, ai dipendenti e agli agenti della CPI, nonché ai loro familiari più stretti e a chiunque sia ritenuto aver collaborato al lavoro investigativo della Corte. Il decreto prevede anche il congelamento di tutti i loro beni negli Stati Uniti. I nomi delle persone prese di mira non sono stati immediatamente resi pubblici, ma nel precedente mandato il presidente degli Stati Uniti Trump avevano colpito Fatou Bensouda, allora procuratore della Corte. Il testo diffuso dalla Casa Bianca punta il dito contro le indagini della CPI sui presunti crimini di guerra commessi dai soldati americani in Afghanistan e dal personale militare israeliano nella Striscia di Gaza. L'Olanda, che ospita la Corte penale internazionale, ha espresso "rammarico" dopo l'annuncio del decreto. "Il lavoro della Corte e' essenziale per la lotta contro l'impunita'", ha affermato il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp su X. A suscitare indignazione negli Usa è stata l'emissione di un mandato di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ricevuto dal presidente americano martedì, nonché contro l'ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Secondo i giudici della Cpi ci sono "ragionevoli motivi" per sospettarli di crimini di guerra e contro l'umanità per la guerra a Gaza. Netanyahu aveva definito la decisione antisemita, mentre l'ex presidente Biden, aveva parlato di ordini di arresto "oltraggiosi". Né gli Stati Uniti né Israele sono membri della Cpi.
Dipartimento di Stato Usa conferma missione Rubio dal 13 al 18 febbraio
Il Dipartimento di Stato americano ha confermato la prossima visita del segretario di Stato Marco Rubio in Medio Oriente. Secondo quanto reso noto da un alto funzionario, Rubio effettuerà la sua prima visita nella regione dopo aver preso parte ai lavori della Conferenza per la sicurezza di Monaco. Il segretario di Stato farà tappe in Israele, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Arabia Saudita dal 13 al 18 febbraio.
Usa, Segretario stato Rubio in Israele e Stati arabi a febbraio
Il Segretario di Stato americano Marco Rubio farà la sua prima visita in Medio Oriente questo mese. Lo ha detto un alto funzionario del Dipartimento di Stato, sulla scia delle dichiarazioni del Presidente Donald Trump sulla ricollocazione della popolazione di Gaza. Rubio parteciperà alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco e poi visiterà Israele, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Arabia Saudita dal 13 al 18 febbraio.
Israele: colpiti due siti in Libano con armi di Hezbollah
L'esercito israeliano ha annunciato di aver colpito "due siti militari in territorio libanese che contenevano armi di Hezbollah, in violazione dell'accordo di cessate il fuoco". Nella sua dichiarazione trasmessa su X, l'esercito ha aggiunto che "continua a operare per eliminare ogni minaccia contro lo Stato di Israele".