Medio Oriente, quinto scambio di ostaggi con Hamas: liberati tre israeliani

©Ansa

Eli Sharabi, Ohad ben Ami e Or Levy sono comparsi sul palco allestito da Hamas a Deir Al-Balah, affiancati da miliziani armati e a volto coperto. Un funzionario della Croce Rossa e un funzionario di Hamas hanno firmato il documento per il rilascio. Contemporaneamente sono stati rimessi in libertà 183 detenuti palestinesi. Netanyahu: "Immagini scioccanti non passeranno inosservate". Annunciata la formazione del nuovo governo libanese guidato da Nawaf Salam

in evidenza

Hamas ha liberato i tre ostaggi israeliani Eli Sharabi, Ohad ben Ami e Or Levy a Deir Al-Balah. I tre sono stati consegnati alla Croce rossa dopo essere comparsi sul palco allestito da Hamas, affiancati da miliziani armati e a volto coperto. Un funzionario della Croce Rossa e un funzionario di Hamas hanno firmato il documento per il rilascio. Contemporaneamente sono stati rimessi in libertà 183 detenuti palestinesi. Netanyahu: "Immagini scioccanti non passeranno inosservate".

Hagar Mizrahi, funzionaria del ministero della Salute israeliano, ha dichiarato che i tre ostaggi liberati oggi soffrono di grave malnutrizione e hanno perso molto peso. Lo riporta il Times of Israel.

"Un capitolo nuovo" per il Libano. Così le Nazioni Unite dopo l'annuncio della formazione del nuovo governo libanese guidato da Nawaf Salam al termine di settimane di trattative. "La formazione del governo - si legge in un post su X dell'Ufficio del coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano - preannuncia un capitolo nuovo e promettente per il Libano".

Approfondimenti:

Per ricevere le notizie di Sky TG24:

Questo liveblog termina qui

Per rimanere aggiornato segui il nuovo live del 9 febbraio

Onu: si può ricostruire Gaza senza sfollare palestinesi

Il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto a un alloggio adeguato, Balakrishnan Rajagopal, ha affermato che e' possibile ricostruire la Striscia di Gaza senza sfollare la popolazione palestinese. In una dichiarazione alla stampa, Rajagopal ha evidenziato che circa il 70% degli edifici di Gaza e' stato distrutto in seguito all'aggressione militare israeliana. Tuttavia, ha sottolineato che circa il 70% della regione potrebbe essere ricostruito in un periodo di 5-10 anni.

Attacchi Israele in Siria

Israele ha colpito diverse localita' in Siria durante la notte, tra cui la citta' di Inkhil nella provincia di Daraa e l'area di A-Dreij vicino a Damasco. Lo riferisconi i media locali. Secondo Al Mayadeen, una rete libanese affiliata a Hezbollah, sono state udite esplosioni anche a Daraa, Quneitra e Tartus, il che suggerisce un attacco piu' ampio. Le autorita' siriane non hanno confermato le vittime o l'entita' dei danni.

Per ricevere le notizie di Sky TG24:

• La newsletter sulle notizie più lette (clicca qui)

• Il canale Whatsapp di Sky TG24 (clicca qui)

• Le notizie audio con i titoli del tg (clicca qui)

Medio Oriente, idea di Trump per "ripulire" Gaza: palestinesi in Egitto e Giordania

"Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto", ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un "cantiere di demolizione" e affermando che la mossa potrebbe essere "temporanea o a lungo termine".IL PIANO

Israele si ritirerà da corridoio Netzarim domani alle 6

I media israeliani riferiscono che l'esercito si ritirera' dal corridoio di Netzarim domani, domenica, alle sei del mattino, in conformita' con l'accordo di cessate il fuoco. Il corridoio Netzarim arriva fino al mare al centro della striscia di Gaza.

Israele si ritira dal Consiglio dei diritti umani dell'Onu: "Ci demonizza"

In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar  fa sapere di accogliere con favore "la decisione del presidente Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio". LEGGI L'ARTICOLO

Il Libano dopo due anni ha un governo, senza Hezbollah

Precipitato in una disastrosa crisi economica da cinque anni, preda da un anno di un una devastante guerra fra Hezbollah e Israele - congelata da un cessate il fuoco - e senza un vero governo da due, il Libano da oggi ha finalmente un esecutivo con pieni poteri, un mese dopo essersi finalmente dato una presidenza. Un governo che annuncia riforme per risollevare il Paese in crisi e dal quale, per la prima volta in decenni, Hezbollah è di fatto escluso.  A prendere le redini dell'esecutivo è Nawaf Salam, 71enne giurista e diplomatico ed ex presidente della Corte penale internazionale, musulmano sunnita, come annunciato oggi ufficialmente dal presidente, Joseph Aoun, cristiano maronita, che ha accettato per decreto le contestuali dimissioni del premier ad interim Najib Mikati. Salam guiderà una compagine di 24 ministri, divisi proporzionalmente, come da consolidata prassi politica, fra confessioni religiose e aree politiche. E la quota che obbligatoriamente spetta alla componente sciita è andata - frutto di mesi di estenuanti trattative - ad Amal, il partito guidato dallo speaker del parlamento Nabih Berri, alleato di Hezbollah, ma che si è preso tutta la quota di ministri sciiti, compreso il titolare delle Finanze, Yassin Jaber.  Questa esclusione toglie anche alla componente sciita la possibilità di veto, che per anni ha paralizzato la politica libanese. Il parlamento di 128 seggi, è diviso fra partiti confessionali, ma i ministro scelti da Salam non appartengono ad alcun partito e ne è escluso chiunque intenda candidarsi alle elezioni politiche del prossimo anno. 

Accordo Israele-Hamas, in migliaia hanno festeggiato la tregua per le strade di Gaza. FOTO

I  palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il   clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è   giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di   guerra. LE IMMAGINI

Rubio: "Hamas deve rilasciare tutti gli ostaggi ora"

Il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, accoglie con favore la liberazione, questa mattina, degli ostaggi Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami, dopo 16 mesi di prigionia da parte di Hamas. "Dopo 490 strazianti giorni di prigionia, Eli, Or e Ohad sono finalmente a casa in Israele", scrive in un post su X. "Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato chiaro: Hamas DEVE rilasciare TUTTI gli ostaggi ORA!"

Onu: "Oltre 376mila palestinesi tornano nel nord della striscia di Gaza"

Più di 376.000 palestinesi sfollati dalla guerra tra Israele e Hamas sono tornati nel nord della Striscia di Gaza. Lo riferisce l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA). "Si stima che oltre 376.000 persone siano tornate alle loro case nel nord di Gaza, dopo il ritiro delle forze israeliane dalle due strade principali lungo il corridoio Netzarim", ha detto l'OCHA.

Gli ostaggi ai media: "Un pezzetto di pane al giorno, sempre scalzi"

I tre ostaggi israeliani rilasciati oggi da Hamas e apparsi al mondo emaciati e molto provati mangiavano poco, erano sempre scalzi e potevano lavarsi poco o niente. Lo scrive il Times of Israel citando dichiarazioni confidenziali dei parenti raccolte da Channel 12. E così il 34enne Or Levy ha detto di essere rimasto a piedi nudi per 491 giorni, indossando una paio di calzature solo oggi, per la rima volta. La prima doccia l'ha potuta fare dopo mesi e l'espletazione dei bisogni corporei, all'interno dei tunnel-prigione, era consentita solo due volte al giorno, ad orari stabiliti. Levy in prigionia ha perso circa 20 chili. ma la sua testimonianza concorda con quella di Ohad Ben Ami e di Eli Sharabi, che a volte venivano nutriti con un quarto di pita - il pane arabo piatto - al giorno. 

Gaza, le moschee riprese dal drone prima e dopo la guerra

Le sconvolgenti immagini della Moschea di Al-Hassan e della Grande Moschea di Gaza, a Gaza city, prima e dopo la guerra. GUARDA IL VIDEO

L'Idf si prepara a lasciare le ultime posizioni nel Corridoio Netzarim

L'IDF si prepara a ritirarsi durante la notte dalle sue ultime posizioni nel Corridoio di Netzarim, nel centro di Gaza, come parte dell'accordo di cessate il fuoco con Hamas. Lo scirve il Times of Israel.  Le forze israeliane si erano ritirate dalle loro posizioni nella porzione settentrionale del Corridoio di Netzarim la scorsa settimana, quando Israele ha permesso ai gazawi sfollati di tornare al nord della Striscia a piedi lungo la strada costiera e con i veicoli lungo la strada Salah a-Din. L'IDF ha mantenuto alcune postazioni sul lato orientale della strada Salah a-Din, più vicino al confine con Israele.  Secondo l'accordo, al giorno 21 del cessate il fuoco, Israele si ritirerà dall'intero corridoio che divide la Striscia e manterrà solo una presenza in una zona cuscinetto che non superi circa un chilometro dentro Gaza. Le forze israeliane sono ancora schierate nel Corridoio di Filadelfia, l'area di confine tra Egitto e Gaza. Secondo l'accordo, Israele dovrà completare il suo ritiro dal Corridoio di Filadelfia entro il giorno 50 del cessate il fuoco. 

Medioriente, chi sono le quattro soldatesse israeliane rilasciate di recente

Sono state rilasciate di recente quattro soldatesse israeliane in ostaggio a Gaza. Come confermato dalle Brigate Al Qassam, l'ala armata di Hamas, il rilascio è parte dell'accordo di cessate il fuoco nell'enclave. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. La quinta, Agam Berger, rimasta nella Striscia di Gaza, non verrà rilasciata per il momento. Ecco chi sono le soldatesse. CHI SONO

Medio Oriente, provati ma liberi tre ostaggi israeliani. VIDEO

Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni

Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un'area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell'accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. I DETTAGLI

Shock dei palestinesi ritornati nella Striscia: "Gaza in rovina"

"Come sta la mia famiglia? Sono ancora vivi?" La domanda giunge gridata dal finestrino di un autobus che ha riportato nella Striscia di Gaza, a Khan Yunis, oltre 100 prigionieri palestinesi liberati da Israele per lo scambio con gli ostaggi liberati da Hamas. I gazawi hanno potuto rivedere così la loro terra resa irriconoscibile da 15 mesi di guerra, mentre per molti il ;;destino dei loro cari resta sconosciuto. "Ci sono stati martiri nella mia famiglia?" ha urlato ancora l'uomo dal bus prima che una voce tra la folla rispondesse: "Stanno tutti bene". Dei 183 palestinesi rilasciati oggi, 131 sono stati portati a Gaza. Scendendo dagli autobus noleggiati dalla Croce Rossa nel territorio palestinese, alcuni sembravano stanchi e deboli, mentre altri esultavano, cercando di intravedere un volto familiare. Familiari e amici si sono riversati verso i prigionieri di ritorno, provando a toccarli, stringere loro la mano o semplicemente filmare la scena con i loro telefoni. In sottofondo, dagli altoparlanti risuonavano slogan politici, a volte rilanciati dalla folla. Khadra al-Daghma, sull'orlo del collasso, ha lottato per raggiungere suo figlio prima di cadere tra le sue braccia mentre lui le baciava la fronte. "Sono così felice", ha detto, lottando per trovare le parole. "Ho aspettato che questo giorno arrivasse per 15 anni". Tutto intorno a lei, parenti con gli occhi pieni di lacrime e prigionieri liberati, alcuni dei quali non si vedevano da decenni, si abbracciavano e piangevano. "È cambiato così tanto", ha detto al-Daghma stringendo tra le braccia suo figlio Amar, arrestato nel 2009. Dei gazawi che sono tornati a casa dopo l'entrata in vigore di un cessate il fuoco il 19 gennaio, molti hanno dovuto piantare tende accanto alle loro vecchie case, che hanno trovato distrutte. Il contrasto tra la terra che hanno lasciato e quella in cui sono tornati è netto. "Durante i nostri sei mesi di detenzione, siamo stati completamente tagliati fuori dal mondo, non abbiamo ricevuto alcuna informazione sulla guerra a Gaza", ha detto Mohammed, un prigioniero liberato che ha rifiutato di condividere il suo cognome. "La portata della distruzione ci ha scioccati, Gaza è in rovina, ci sono macerie ovunque", ha detto. "Con l'occupazione (israeliana) di Gaza, temo che ci arresteranno di nuovo da un momento all'altro", ha aggiunto il prigioniero liberato di recente.

Trump sanziona Cpi, Netanyahu lo ringrazia. Italia non firma contro le sanzioni

Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna fanno parte dei firmatari della dichiarazione congiunta dei 79 Paesi membri della Cpi che criticano le sanzioni Usa: l'Italia invece non compare. "Grazie, Presidente Trump, per il suo coraggioso ordine esecutivo sulla Cpi", ha scritto Netanyahu su X. La presidente della Commissione Ue: "Cpi deve poter perseguire liberamente la lotta contro l'impunità globale". La presidente della Cpi Akane: "Profondo rammarico per l'ordine di Trump". LEGGI L'ARTICOLO

Trump

©Ansa

Waltz: "Trump non si fermerà fino alla liberazione di tutti gli ostaggi"

"Altri tre ostaggi israeliani sono stati liberati dai terroristi di Hamas. Hanno dovuto affrontare orrori inimmaginabili. Il presidente Trump è instancabile nella sua missione e non si fermerà fin quando non avremo riportato a casa tutti gli ostaggi". E' quanto si legge in un post su X del consigliere per la Sicurezza nazionale, Mike Waltz, che nei giorni scorsi ha incontrato il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Washington.

Fonti mediche: "Levy e Sharabi in pessime condizioni di salute"

Due dei tre ostaggi israeliani rilasciati da Hamas, Or Levy ed Eli Sharabi, sono tornati da Gaza in "pessime" condizioni di salute, ha affermato l'ospedale in cui stanno ricevendo cure. "Le conseguenze di 491 lunghi giorni di prigionia sono evidenti sui due rimpatriati arrivati ;;oggi e le loro condizioni mediche sono pessime. Questa è la quarta volta nell'attuale contesto che riceviamo rimpatriati e la situazione è più grave questa volta", ha detto ai giornalisti Yael Frenkel Nir, direttore dell'ospedale Sheba. 

Iran: "Ok ai negoziati con gli Usa ma senza massima pressione"

L'Iran è pronto a negoziare con gli Stati Uniti ma non sotto la strategia della "massima pressione" del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo ha detto il capo della diplomazia di Teheran. "La revoca delle sanzioni richiede negoziati, ma non nel quadro di una politica di 'massima pressione', perchè non sarebbe un negoziato ma una forma di resa", ha detto il ministro degli Esteri Abbas Araghchi in una dichiarazione pubblicata su Telegram. 

Il governatore di Gerico: "La proposta di Trump per Gaza è inaccettabile"

"La proposta di Donald Trump sulla Striscia di Gaza? Inaccettabile". Lo ha dichiarato oggi Hussein Jadallah Hussein Hamayel, governatore di Gerico, ricevuto in Comune a Pavia insieme al sindaco della storica città palestinese, Abdalkarim Sedir. "Neanche i consiglieri più vicini a Trump erano a conoscenza del suo progetto - ha sostenuto Hamayel -. Forse il presidente statunitense credeva che la sua idea venisse accolta a livello internazionale; invece sono stati in tanti a bocciarla, a partire da numerosi Paesi europei per arrivare alla Russia e alla Cina. Le idee di Trump, che possono piacere solo agli estremisti della destra israeliana, non potranno mai cambiare la nostra volontà di vivere nella nostra terra. Chiediamo solo che venga rispettato il diritto internazionale, con la costituzione di uno Stato di Palestina accanto a quello d'Israele". Rispondendo alle domande degli studenti di una classe del liceo scientifico Taramelli di Pavia, Hamayel ha raccontato le drammatiche conseguenze del conflitto, con "oltre 50mila vittime nella Striscia di Gaza, 18mila delle quali sono minorenni. Intere famiglie sono state cancellate, senza dimenticare i tanti arresti ingiustificati. Però non si può parlare di guerra: quello a cui stiamo assistendo è uno scontro tra un esercito e un popolo disarmato". Il governatore di Gerico ha inoltre detto che "Hamas non rappresenta il popolo palestinese; per noi contano l'Autorità Nazionale Palestinese e l'Olp. Quanto è successo il 7 ottobre 2023 è un evento terribile, ma la risposta di Israele ha portato alla distruzione di un popolo". Michele Lissia, sindaco di Pavia, ha sostenuto "la vicinanza della comunità pavese con il popolo palestinese. Nello scorso dicembre il nostro Consiglio comunale ha votato una risoluzione in cui ci siamo impegnati, come Comune, ad attivare tutti i canali, anche diplomatici, affinché l'Italia chieda il riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina". 

Netanyahu: "Elimineremo Hamas e riporteremo indietro gli ostaggi"

In un videomessaggio diffuso dal suo ufficio, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha promesso di sradicare il movimento islamista palestinese Hamas dalla Striscia di Gaza e di riportare indietro tutti gli ostaggi israeliani. "Elimineremo Hamas e riporteremo indietro i nostri ostaggi. Questo è l'ordine. Ed è quello che faremo", ha dichiarato Netanyahu.

L'ufficio di Netanyahu conferma invio della delegazione a Doha

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu "ha disposto l'invio di una delegazione di negoziatori a Doha", in Qatar, "per discutere dei dettagli tecnici dell'accordo" con Hamas e al suo ritorno dagli Stati Uniti, domenica, prevede di tenere "una riunione del gabinetto di sicurezza riguardo i negoziati per la seconda fase dell'accordo per il rilascio degli ostaggi". Lo rende noto l'ufficio di Netanyahu dopo le notizie anticipate dai media israeliani. 

L'Iran condanna le nuove sanzioni Usa: “Illegali e totalmente ingiustificate”

Nel mirino la vendita di petrolio iraniano alla Cina "per finanziare - secondo gli Usa - le attività militari di Teheran”, che ha portato gli Stati Uniti a imporre nuove sanzioni finanziarie all'Iran. Secondo Teheran la misura è "illegittima, illegale e violenta" e viola “le regole internazionali”. La guida suprema dell'Iran Ali Khamenei ha dichiarato che “negoziare con Washington non risolverà i problemi del Paese”. Ma "se gli Usa violano la sicurezza della nazione iraniana, risponderemo senza esitazione”. LEGGI L'ARTICOLO

Libano: "Abbiamo risposto a fuoco proveniente dal confine con la Siria"

L'esercito libanese ha dichiarato di aver risposto a spari provenienti dal lato siriano del confine, due giorni dopo che le nuove autorità di Damasco avevano annunciato di aver avviato operazioni contro i trafficanti nella zona. Seguendo le direttive del presidente libanese Joseph Aoun, "il comando dell'esercito ha ordinato alle unità militari dispiegate ai confini settentrionali e orientali di rispondere alle fonti di fuoco lanciate dal territorio siriano", ha affermato l'esercito, specificando che queste unità avevano "iniziato a reagire". 

Medio Oriente, via libera di Netanyahu alla delegazione per discutere la fase 2

Secondo un funzionario israeliano anonimo citato dal Times of Israel, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha approvato l'invio di una delegazione a Doha per discutere i dettagli tecnici dell'accordo di cessate il fuoco in corso con Hamas. La fonte afferma che l'approvazione è stata data dopo che il gruppo terroristico ha rilasciato stamattina tre ostaggi da Gaza e Israele ha scarcerato 183 prigionieri di sicurezza palestinesi, secondo i termini della prima fase dell'accordo. Il primo ministro terrà una riunione del gabinetto di sicurezza al suo ritorno in Israele stasera per discutere dei negoziati per la seconda fase dell'accordo sul cessate il fuoco e la presa degli ostaggi, ha affermato un funzionario. Allo stesso modo, alti funzionari israeliani citati dal sito di notizie Walla affermano che si tratta solo di un "viaggio di riscaldamento simbolico", che non dovrebbe far progredire i negoziati sulla seconda fase dell'accordo. Netanyahu è ancora a Washington, DC, dopo un viaggio di sei giorni durante il quale ha incontrato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e alti funzionari americani. Dovrebbe tornare in Israele in serata. Walla riferisce che il gabinetto di sicurezza si riunirà lunedì. 

Israele, dimessi dall’ospedale gli ostaggi thailandesi. VIDEO

Libano: "Sei morti in un raid di un drone israeliano nell'est"

Almeno sei persone sono rimaste uccise e due ferite in un raid di un drone nella zona di Janta, nella regione di Baalbek, nel Libano orientale. Lo riferisce l'agenzia libanese Nna. L'operazione viene attribuita a Israele.

Ong, a Gaza grave rischio per gli ordigni inesplosi

Bombe e proiettili inesplosi sepolti tra le rovine di Gaza potrebbero uccidere o ferire, in futuro, migliaia di persone nel territorio palestinese devastato dalla guerra: lo afferma un'organizzazione umanitaria, 'Handicap International-Humanity & Inclusion', osservando che il volume di ordigni sganciati su Gaza durante 15 mesi di conflitto tra Israele e  Hamas è stato "sbalorditivo". Secondo l'esperto di sminamento dell'organizzazione, Simon Elmont, "la quantità di ordigni sparati è enorme", tenendo conto del fatto che "tra il nove e il 13 percento delle munizioni non esplode all'impatto iniziale". "Saranno decine di migliaia di ordigni inesplosi, questo è sicuro", ha aggiunto. Gran parte dei quali, ha spiegato, "si trova principalmente tra le macerie e sotto la superficie di Gaza". 

Gaza

©Ansa

Fonte al Arabiya: "Israele conferma gli impegni per gli accordi di pace"

Secondo una fonte sentita dall'emittente saudita Al Arabiya, il Cairo ha ricevuto un messaggio da Israele che conferma l'impegno di Tel Aviv nei confronti dell'accordo di pace. Secondo la stessa fonte, l'Egitto avrebbe messo in guardia Israele dal porre restrizioni al ritorno dei palestinesi nella Striscia dopo le cure ricevute al Cairo. Una delegazione israeliana di alto livello ha lasciato questo pomeriggio la capitale egiziana per Tel Aviv con un aereo privato, dopo colloqui con i mediatori sulle modalità della seconda fase dell'accordo di cessate il fuoco. Lo riferiscono fonti aeroportuali egiziane. 

Libano, Onu: "E un capitolo nuovo"

"Un capitolo nuovo" per il Libano. Così le Nazioni Unite dopo l'annuncio della formazione del nuovo governo libanese guidato da Nawaf Salam al termine di settimane di trattative. "La formazione del governo - si legge in un post su X dell'Ufficio del coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano - preannuncia un capitolo nuovo e promettente per il Libano". Le Nazioni Unite lavoreranno "con il governo libanese nei suoi sforzi per promuovere riforme fondamentali e consolidare sicurezza e stabilità attraverso la piena attuazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza Onu". 

La madre di Levy: "Or non sapeva della moglie uccisa il 7 ottobre"

La madre di Or Levy ha dichiarato in un'intervista con Kan 11 News che suo figlio, rilasciato oggi dalla prigionia a Gaza, non sapeva che sua moglie Einav era stata assassinata nell'attacco del 7 ottobre 2023. Levy, 34 anni, e sua moglie Einav erano al festival Nova quando i terroristi hanno attaccato. La coppia è fuggita all'interno di un rifugio vicino, successivamente divenuto tragicamente noto come il "rifugio della morte" dopo che 16 persone, tra cui Einav, sono state uccise con le granate lanciate al suo interno dai miliziani di Hamas. Da quel giorno, i genitori di Or si sono presi cura di suo figlio di appena 3 anni, Almog, che oggi potrà finalmente riabbracciare il padre. 

Ministero di Israele: "Grave malnutrizione nei tre ostaggi"

Hagar Mizrahi, funzionaria del ministero della Salute israeliano, ha dichiarato che i tre ostaggi liberati oggi soffrono di grave malnutrizione e hanno perso molto peso. Lo riporta il Times of Israel. "Queste sono scene difficili", ha detto Mizrahi, in una conferenza stampa dall'ospedale Ichilov di Tel Aviv, dove due degli ostaggi rilasciati stanno iniziando la loro convalescenza. In ogni caso, i medici erano anche "emozionati nel vederli camminare sulle loro gambe, eretti e fieri", ha aggiunto la funzionaria. 

Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora

L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. I DETTAGLI

Hamas: "Israele mette a rischio l'accordo della tregua, noi non vogliamo riprendere la guerra"

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas "è a rischio". E' quanto sostiene in dichiarazioni all'agenzia Afp Bassem Naim dell'ufficio politico di Hamas. L'accusa a Israele è di "procrastinare" l'attuazione della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco, della durata di sei settimane a partire dal 19 gennaio. Secondo Naim, mentre non ci sono dettagli sul proseguimento dei colloqui sulla seconda fase dell'intesa, la situazione mette "a rischio" l'accordo e "potrebbe portare al suo collasso". 

Hamas, ha aggiunto, "non vuole riprendere la guerra" contro Israele, che il 7 ottobre 2023 ha avviato una campagna militare contro il gruppo nella Striscia di Gaza in risposta all'attacco di quel giorno in Israele. "Riprendere la guerra non è assolutamente un nostro desiderio", ha detto.

Scholz: "Bene la liberazione degli ostaggi, serve soluzione a due Stati"

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha accolto positivamente la liberazione oggi di altri tre ostaggi israeliani ed è tornato a chiedere una soluzione dei due stati per la regione. "E' una buona cosa che altri ostaggi siano stati rilasciati, uno dei quali legato a un cittadino tedesco", ha dichiarato Scholz nella città tedesca orientale di Potsdam. 

"Stiamo facendo tutto il possibile - ha poi assicurato - per garantire che altri ostaggi vengano liberati e che il cessate il fuoco non finisca semplicemente, ma che dall'attuale tregua possa anche emergere la pace". "Questa soluzione dei due stati è esattamente ciò che deve essere portato avanti come prospettiva di speranza a partire dall'attuale cessate il fuoco", ha aggiunto. 

Il neo premier libanese: "E' un governo di salvezza e riforme"

Il nuovo governo deve essere di "salvezza e riforme", ha annunciato il primo ministro libanese designato Nawaf Salam dal palazzo presidenziale di Baabda. Il premier nel suo discorso, riportato da L'Orient le jour, ha insistito sul fatto che "le riforme sono l'unica via per un vero cambiamento, insieme alla sicurezza, all'attuazione della risoluzione 1701 e al ritiro israeliano" dai villaggi e dalle aree ancora occupate nel Libano meridionale. "Voglio instaurare lo stato di diritto, gettando così le basi per le riforme e la salvezza, per lanciare con il presidente il progetto di un nuovo Libano", ha detto Nawaf Salam. "È necessario ripristinare la fiducia tra governo e popolo, in particolare dimostrando di essere all'altezza delle ambizioni dei giovani", ha proseguito Salam, e "voglio ripristinare la fiducia tra il Libano e i Paesi vicini". "Nessuna versione di governo può soddisfare tutti, ma questa squadra lavorerà in armonia e non sarà un luogo di dissenso ma di lavoro", ha assicurato ancora. Del governo di Nawaf Salam fanno parte cinque donne, contro una sola del governo precedente. Il governo di Hassane Diab, formato nel gennaio 2020, comprendeva sei donne. 

Mezzaluna Rossa: "Vari detenuti liberati in condizioni critiche"

Tra i detenuti palestinesi rilasciati da Israele e portati in ospedale, secondo quanto riferito dalla Mezzaluna rossa palestinese ad Al Jazeera, ve ne sarebbero alcun in "condizioni critiche". Tra questi vi sarebbe Jamal al-Tawil, 61 anni, un politico di Hamas ed ex sindaco della città di el-Bireh in Cisgiordania, che ha trascorso quasi 20 anni dentro e fuori dalle prigioni israeliane senza processo. Tra i prigionieri liberati c'è anche Eyad Abu Shkaidem, condannato a 18 ergastoli in Israele con l'accusa di avere organizzato attacchi suicidi per vendicare gli assassinii dei leader di Hamas da parte di Israele nel 2004. 

Hamas, Israele "uccide lentamente" i detenuti palestinesi

Hamas ha accusato Israele di "uccisione lenta" dei prigionieri palestinesi, dopo che sette dei 183 detenuti rilasciati oggi dalle prigioni israeliane nell'ambito dell'accordo di tregua a Gaza, sono stati ricoverati in ospedale. "Il fatto che sette prigionieri siano stati trasferiti in ospedale subito dopo il loro rilascio riflette le aggressioni sistematiche e i maltrattamenti dei nostri prigionieri da parte delle autorità carcerarie israeliane", ha affermato il gruppo palestinese in una nota, aggiungendo che questo è "parte della politica del governo estremista israeliano". 

Gaza, Hamas libera altri tre ostaggi israeliani. VIDEO

Onu: "Un nuovo governo per un nuovo luminoso capitolo in Libano"'

Le Nazioni Unite hanno accolto con favore la formazione di un nuovo governo in Libano, che ha posto fine a più di due anni di governo provvisorio. "La formazione odierna del governo preannuncia un nuovo e più luminoso capitolo per il Libano", ha dichiarato in un comunicato l'ufficio del coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano, Jeanine Hennis-Plasschaert. 

La Croce Rossa: I prossimi scambi di prigionieri siano in privato"

Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha lanciato un appello affinché i prossimi scambi di prigionieri tra Israele e Hamas siano "dignitosi e privati", a seguito delle polemiche innescate dalla cerimonia di liberazione dei tre ostaggi israeliani apparsi visibilmente provati fisicamente dalla prigionia a Gaza.

Libano, Nawaf Salam ha formato il nuovo governo

In Libano è stato formato un nuovo governo guidato da Nawaf Salam dopo diverse settimane di difficili negoziati, ha annunciato il presidente del Paese. "Il presidente Joseph Aoun ha firmato un decreto che accetta le dimissioni del governo del primo ministro (ad interim) Najib Mikati e un altro sulla formazione di un governo di 24 ministri guidato da Salam", ha dichiarato la presidenza in un comunicato.

Raid di aerei israeliani in Siria: "Colpito deposito di armi di Hamas"

Raid aerei israeliani in Siria. Caccia israeliani hanno colpito un deposito di armi di Hamas nei pressi di Deir Ali, a sud di Damasco, rendono noto le forze israeliane (Idf), come riportano i media israeliani. Secondo le Idf, le armi avrebbero dovuto essere utilizzate per attacchi contro truppe israeliane. "Le organizzazioni terroristiche palestinesi, prima tra tutte Hamas, utilizzano la Siria per attività terroristiche sotto la guida dell'Iran", accusano le Idf.

Arrivati a Gaza più di 100 palestinesi liberati da Israele

Più di cento palestinesi rilasciati da Israele nel quinto giorno di scambio di prigionieri sono arrivati ;;nella Striscia di Gaza, dove sono stati accolti da folle festanti. Lo riferisce l'Afp sul posto. I gazawi liberati sono tra i 183 prigionieri rilasciati da Israele in cambio di tre ostaggi liberati da Hamas.

Hamas accusa: "Israele impone una lenta morte ai detenuti"

Hamas ha accusato Israele di imporre una "morte lenta" ai prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, dopo che sette detenuti liberati sabato sono stati ricoverati in ospedale. "Il fatto che sette prigionieri siano stati trasferiti in ospedale subito dopo il loro rilascio riflette le aggressioni sistematiche e i maltrattamenti dei nostri prigionieri da parte delle autorità carcerarie israeliane", ha affermato Hamas in una dichiarazione, aggiungendo che questo "fa parte della politica del governo estremista israeliano, che persegue la lenta uccisione dei prigionieri all'interno delle carceri".

Medioriente, detenuti palestinesi rilasciati. 7 ricoverati in ospedale a Ramallah

Sette detenuti palestinesi rilasciati oggi dalle carceri di Israele sono stati ricoverati in ospedale a Ramallah, in Cisgiordania. Lo rende noto la Mezzaluna Rossa Palestinese. "Tutti i prigionieri rilasciati oggi hanno bisogno di cure mediche, trattamenti ed esami a causa della brutalità a cui sono stati sottoposti negli ultimi mesi. Sette sono stati trasferiti in ospedale", ha detto Abdullah al-Zaghari, il capo dell'organizzazione, all'Afp.

Medioriente, Khamenei a leader Hamas: "Popolo Gaza ha sconfitto Usa"

"Il popolo di Gaza ha sconfitto il regime sionista e di fatto l'America, e con l'aiuto della provvidenza divina gli hanno impedito di raggiungere i loro obiettivi".  E' il messaggio diffuso dalla Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, dopo il suo incontro a Teheran con i vertici di Hamas. "L'esito di tutti i sacrifici del popolo di Gaza, e' stato la vittoria del bene sul male, e inoltre, gli abitanti di Gaza sono diventati un modello per tutti coloro che amano la Resistenza", si legge nella nota. "Ringrazio i negoziatori di Hamas. L'accordo è il raggiungimento di un grande traguardo. Oggi il dovere di tutto il mondo islamico e di tutti i sostenitori della Resistenza e' aiutare il popolo di Gaza e ridurre i suoi dolori", e' l'invito di Khamenei. "La questione della Palestina e' per noi una questione di principio e la vittoria della Palestina e' a nostro avviso un qualcosa di garantito. La vittoria finale sara' la vittoria del popolo della Palestina", conclude la Guida Suprema. 

Festa a Ramallah per arrivo detenuti scarcerati

Un autobus che trasporta un gruppo di prigionieri palestinesi liberati da Israele in cambio di ostaggi è arrivato nella città di Ramallah, in Cisgiordania. I detenuti rilasciati, scrive il Times of Israel, sono scesi dall'autobus uno alla volta, accolti da una folla festante che si era radunata fin dal mattino a Ramallah, sede dell'Autorità Nazionale Palestinese.

Netanyahu: adottare misure per ripetute violazioni Hamas

"Viste le gravi condizioni dei tre ostaggi" liberati oggi a Gaza "e le ripetute violazioni da parte dell'organizzazione terrorista di Hamas, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dato ordine di mettere all'ordine del giorno la situazione e di adottare le misure appropriate". Lo riporta una nota dell'ufficio del premier israeliano, diffusa sul suo canale Telegram ufficiale.

Herzog: "Immagini ostaggi crimine contro l'umanità"

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha parlato di "crimine contro l'umanità" commentando le immagini dei tre ostaggi israeliani ripresi sul palco di Hamas e apparsi fisicamente provati, rilasciati questa mattina. "Ecco come appare un crimine contro l'umanità! - ha scritto Herzog su X -. Il mondo intero deve guardare direttamente Ohad, Or ed Eli, che tornano dopo 491 giorni di inferno, affamati, emaciati e addolorati, sfruttati in uno spettacolo cinico e crudele da vili assassini. Ci consola il fatto che vengano restituiti vivi alle braccia dei loro cari".

Pullman detenuti palestinesi lascia carcere Ofer

Un pullman della Croce Rossa con 42 dei 183 detenuti palestinesi rilasciati oggi da Israele in cambio dei tre ostaggi israeliani ha lasciato il carcere di Ofer. Lo rende noto l'Anadolu precisando che il pullman è diretto a Ramallah, in Cisgiordania.

Famiglie ostaggi: "Immagini del rilascio riecheggiano Olocausto"

Le immagini di Gaza dei tre ostaggi israeliani liberati "riecheggiano le fotografie dei sopravvissuti all'Olocausto e servono come ulteriore promemoria del peggior fallimento nella storia dello Stato e della necessità di indagare a fondo": lo afferma in un comunicato stampa il Consiglio di Ottobre, che rappresenta le famiglie direttamente colpite dall'invasione e dal massacro di Hamas del 7 ottobre 2023. Lo riporta il Times of Israel. "Anche le famiglie di Eli, Or e Ohad hanno bisogno di risposte", prosegue la nota. "Come è stato possibile che i cittadini siano stati rapiti in Israele e portati nella Striscia di Gaza? Perché ci sono voluti quasi 500 giorni per riaverli? E come è possibile che, ancora oggi, gli ostaggi vivi siano tenuti in condizioni disumane nei tunnel?", si chiede il gruppo, che ribadisce la richiesta di una commissione d'inchiesta statale, alla quale il primo ministro Benjamin Netanyahu si oppone. Il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, intanto, ha condannato le "immagini inquietanti" dei tre ostaggi emaciati e costretti a parlare sul palco prima del loro rilascio da parte dei militanti di Hamas. "Le immagini inquietanti della liberazione di Ohad, Eli e Or sono un'altra prova cruda e dolorosa che non lascia spazio a dubbi: non c'è tempo da perdere per gli ostaggi! Dobbiamo liberarli tutti, fino all'ultimo ostaggio. Ora!", si legge in un comunicato.

Netanyahu su stato ostaggi liberati: "Scene scioccanti"

L'ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha definito "scioccanti" le scene della liberazione dei tre ostaggi da parte di Hamas nella Striscia di Gaza, apparsi molto dimagriti e con tute da carcerati. "Il governo israeliano accoglie con favore i tre rimpatriati", si legge nella nota mentre il premier si trova ancora a Washington, "le loro famiglie sono state informate dalle autorita' designate che si erano uniti alle nostre forze". "Non faremo passare inosservate le scene scioccanti di oggi", prosegue la nota. "Il governo, insieme a tutte le agenzie di sicurezza, accompagnero' loro e loro famiglie e si impegna a riportare a casa tutte le persone rapite e scomparse", conclude la nota.

Idf: "I tre ostaggi sono arrivati in Israele"

I tre ostaggi israeliani sono arrivati in Israele con le forze dell'esercito (Idf) e della sicurezza (Isa): lo annuncia l'Idf su Telegram. "Poco fa, accompagnati dalle forze dell'Idf e dell'Isa, gli ostaggi rientrati - Or Levy, Ohad Ben Ami e Eliyahu Sharabi - hanno attraversato il confine con il territorio israeliano - si legge in un comunicato -. Gli ostaggi rientrati sono attualmente in viaggio verso un primo punto di accoglienza nel sud di Israele, dove si riuniranno con le loro famiglie".

Ostaggi in mostra sul palco prima del rilascio

I tre ostaggi israeliani sono stati tenuti in mostra per diversi minuti, affiancati da combattenti di Hamas armati e con il volto coperto, sul palco allestito dall'organizzazione a Deir Al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, prima di essere consegnati alla Croce Rossa. Ohad Ben Ami, 56 anni, è stato il primo a essere portato fuori dal veicolo di Hamas, seguito da Eli Sharabi, 52 anni, e Or Levy, 34 anni. Mentre si trovavano in piedi sul palco, i tre - visibilmente pallidi e magri dopo 16 mesi di prigionia - sono stati costretti a rilasciare dichiarazioni di propaganda. Sullo sfondo, un grande cartello con scritte in arabo, ebraico e inglese che recitavano: "Noi siamo il diluvio, la guerra è il giorno dopo", un apparente messaggio al presidente statunitense Donald Trump che questa settimana ha detto che gli Stati Uniti avrebbero preso il controllo di Gaza dopo che i suoi residenti fossero stati mandati altrove, commenta il Times of Israel. Prima del rilascio, un funzionario della Croce Rossa ha firmato i documenti per la liberazione dei tre con il capo della sicurezza di Hamas.

Idf: ostaggi in viaggio verso postazioni delle nostre truppe

L'esercito israeliano (Idf) ha confermato su Telegram la liberazione degli ostaggi da parte di Hamas, spiegando che i tre "sono in viaggio verso le forze dell'Idf e dell'Isa (l'agenzia di sicurezza, ndr) nella Striscia di Gaza".

Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora

L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. LEGGI L'ARTICOLO

Liberati i tre ostaggi israeliani

Hamas ha liberato i tre ostaggi israeliani Eli Sharabi, Ohad ben Ami e Or Levy. Lo mostrano le immagini in diretta delle tv internazionali sul posto. I tre sono stati consegnati alla Croce Rossa.

I tre ostaggi sono sul palco di Hamas

I tre ostaggi israeliani sono saliti sul palco allestito da Hamas, affiancati da miliziani armati e a volto coperto. Un funzionario della Croce Rossa e un funzionario di Hamas hanno firmato il documento per il rilascio dei tre ostaggi israeliani: lo riporta la Bbc.

Idf, pronto al quinto scambio con Hamas, decollati elicotteri

L'aeronautica militare israeliana ha completato i preparativi per l'accoglienza degli ostaggi di ritorno in Israele dalla Striscia di Gaza, secondo quanto afferma l'Idf in una nota. Le forze di Difesa israeliane hanno anche diffuso un video che mostra il decollo degli elicotteri che porteranno i tre ostaggi Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Am, negli ospedali nel centro di Israele. Un controllo iniziale delle loro condizioni di salute avverrà presso una struttura militare vicino al confine di Gaza, secondo i media israeliani.

Gaza,veicoli Croce Rossa sul luogo di consegna degli ostaggi

Un convoglio di veicoli della Croce Rossa si sta dirigendo verso il luogo di consegna degli ostaggi a Deir al-Balah, nel centro di Gaza: lo ha reso noto un funzionario della difesa israeliana, come riporta il Times of Israel. Hamas consegnerà a Israele gli ostaggi Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami alla Croce Rossa. I tre verranno poi portati alle truppe dell'esercito (Idf) a Gaza e scortati fuori dalla Striscia. In cambio, verranno rilasciati 183 detenuti palestinesi da parte di Israele, nel quinto scambio dopo l'accordo sul cessate il fuoco.

Israele prepara rilascio 183 detenuti, 111 arrestati a Gaza durante guerra

Il servizio penitenziario israeliano si sta preparando a liberare i 183 prigionieri di sicurezza palestinesi che verranno scarcerati in cambio del ritorno in Israele di tre ostaggi. Lo scrivono i media israeliani spiegando che i detenuti palestinesi saranno scarcerati dalla prigione di Keziot, nel Negev, e dal carcere di Ofer in Cisgiordania. Tra i 183 prigionieri di sicurezza che verranno liberati oggi, 18 sono stati condannati all'ergastolo. Dei 183, 111 prigionieri sono stati arrestati a Gaza nel corso della guerra e i restanti 72 risiedono in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Sette dei prigionieri saranno espulsi dopo il rilascio.

Convoglio Croce Rossa partito per luogo rilascio ostaggi

È tutto pronto per il rilascio dei tre ostaggi israeliani che oggi saranno scambiati con 183 detenuti palestinesi. Un convoglio di veicoli della Croce Rossa si sta dirigendo verso un luogo di consegna a Deir al-Balah, nella parte centrale di Gaza, ha detto un funzionario della difesa israeliano al Times of Israel.

Hamas prepara lo show, liberazione degli ostaggi dalle 10

Hamas rilascerà gli ostaggi Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami a partire dalle 10 a Deir al-Balah, una località nella Striscia di Gaza centrale. La milizia islamista ha già allestito il palco per la consueta cerimonia di consegna alla Croce Rossa, poi tutti e tre saranno scortati fuori da Gaza dall'IDF verso una struttura dell'esercito vicino a Re'im, dove saranno sottoposti a un controllo fisico e mentale iniziale e incontreranno le loro famiglie. Successivamente, saranno portati negli ospedali Ichilov e Sheba nel centro di Israele. E' la prima volta che viene scelta Deir al-Balah per il rilascio degli ostaggi. Sul palco campeggia un cartello con un pugno e una bandiera palestinese e le parole "vittoria totale" scritte in ebraico in basso sopra una foto del primo ministro Benjamin Netanyahu che ha giurato che la guerra non finirà finchè Israele non otterrà la "vittoria totale". I pick-up bianchi con mitragliatrici montate sul retro fiancheggiano il palco e si possono vedere uomini armati e mascherati di Hamas che formano un cordone che circonda il sito. Non è immediatamente chiaro se ci saranno uno o piu' siti in cui i tre ostaggi, Ohad Ben Ami, 56 anni, Eli Sharabi, 52 anni, e Or Levy, 34 anni, saranno

liberati.

Hamas prepara palco per rilascio ostaggi e sfida 'vittoria totale' di Netanyahu

Hamas ha allestito il palco per il rilascio dei tre ostaggi israeliani Ohad Ben Ami, Eli Sharabi e Or Levy previsto per oggi a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. E' la prima volta che Hamas ha scelto questa località per liberare ostaggi. Sul palco è presente uno striscione raffigurante un pugno con una bandiera palestinese e le parole "vittoria totale" scritte in ebraico in basso, sopra un'immagine del primo ministro Benjamin Netanyahu. Le parole citate sono proprio quelle di Netanyahu che ha giurato che la guerra non finirà finché Israele non otterrà la "vittoria totale" di Hamas.

Medioriente, oggi nuovo scambio ostaggi-detenuti

Il portavoce dell'ala militare di Hamas ha fatto sapere che oggi saranno rilasciati altri 3 ostaggi israeliani: Eli Sharabi, Ohad ben Ami e Or Levy e contemporaneamente 183 detenuti palestinesi.

Mondo: I più letti