Trump, il piano per trasformare la Striscia di Gaza in una "Riviera del Medio Oriente"

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Introduzione

Fin dalle prime fasi dell’offensiva israeliana a Gaza, iniziata dopo gli attacchi terroristici di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023, ci si è interrogati su quale sarebbe stato il destino della Striscia, una volta cessati i combattimenti.

 

Ora iniziano a emergere alcuni dettagli. A fornirli è stato il presidente americano Donald Trump che, senza mezzi termini, ha annunciato che gli Usa "prenderanno il controllo di Gaza". Le dichiarazioni arrivano dopo l'incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu nello Studio Ovale, con il tycoon che ha spiegato che, dopo la tregua, si avvierà un piano che prevede la gestione del territorio da parte di Washington a "lungo termine", con la possibilità che i palestinesi sfollati oggi non tornino mai più nella loro terra "simbolo di morte e distruzione da decenni". Ecco cosa è emerso fino ad ora

Quello che devi sapere

Usa si occuperanno della bonifica degli ordigni e della ricostruzione

  • L'incontro tra Trump e Netanyahu - che si è svolto il 4 febbraio - aveva l'obiettivo di fare il punto sulla fase due del cessate il fuoco in vista di una definitiva cessazione delle ostilità, ma il tycoon, come detto, ha delineato uno scenario più a lungo termine. "Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza e si occuperanno della bonifica degli ordigni e della ricostruzione". Un controllo, quello di Washington,che si estenderà a lungo, e "porterà stabilità al Medio Oriente”, con il sostegno di altri leader nell'area, sostiene il presidente.

Per approfondire:

Su Insider: Il piano di Trump

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Il destino dei palestinesi

  • Ancora molti i punti da chiarire, come quello, cruciale, del dispiegamento o meno di truppe militari in territorio palestinese. Trump non lo ha escluso, limitandosi a dire che "faremo ciò che è necessario". Né ha spiegato che fine faranno gli 1,7 milioni di civili che vivono a Gaza. Nonostante l'esplicito veto di Egitto e Giordania di accogliere palestinesi nei loro territori, il presidente americano si è detto convinto che alla fine accetteranno. "E credo che lo faranno anche altri Paesi”, ha aggiunto. "Gaza è un inferno, nessuno ci vuole vivere. I palestinesi adorerebbero andarsene", aveva già detto Trump nello Studio Ovale prima di incontrare Netamyahu. Ma mentre solo fino a qualche ora prima sembrava ipotizzare un ritorno degli sfollati dopo la ricostruzione "in un posto bello, con case bellissime e dove possono essere felici e non essere colpiti, uccisi o accoltellate a morte",  in conferenza stampa con il premier israeliano ha detto che i palestinesi dovrebbero andarsene "per sempre".

Gaza sarà "la riviera del Medio Oriente"

  • E a Gaza chi ci vivrà? "Le persone del mondo", dice Trump, "anche palestinesi. Sarà la riviera del Medio Oriente", ha detto annunciando una sua visita nella Striscia. "Visiterò Israele, che amo, visiterò Gaza, visiterò l'Arabia Saudita e visiterò altri posti in Medio Oriente”. Secondo indiscrezioni trapelate dai media americani, gli Usa punterebbero a costruire nella Striscia grattacieli, resort e servizi di pari livello.

 

La spaccatura con le politiche americane del passato

  • L'idea di prendere possesso di Gaza inserirà gli Stati Uniti nel mezzo del conflitto israelo-palestinese in un modo che i presidenti precedenti hanno sempre cercato di evitare. Come ricorda il New York Times, gli Stati Uniti hanno a lungo fornito armi a Israele, lo hanno sostenuto diplomaticamente e hanno cercato di mediare accordi di pace. Diverse centinaia di truppe statunitensi hanno svolto il ruolo di peacekeeper nella penisola del Sinai per più di quattro decenni e Joe Biden, durante la sua presidenta, ha ordinato due volte alle forze aeree e marittime statunitensi di difendere Israele l'anno scorso, per via degli attacchi missilistici iraniani. Ma i presidenti americani hanno evitato di schierare ingenti truppe di terra in Israele o nei territori palestinesi, cosa che, invece, sarebbe presumibilmente necessaria per prendere il controllo e mantenerlo su Gaza. Anche l'anno scorso, per esempio, quando l'esercito statunitense ha eretto un molo galleggiante temporaneo per consegnare rifornimenti umanitari a Gaza, l'amministrazione Biden si è assicurata che le truppe statunitensi non sbarcassero.

La reazione di Israele

  • Ma quali sono state le reazioni all'annuncio di Trump? Il premier israeliano Netanyahu ha detto da subito che il "progetto di Trump per Gaza potrebbe cambiare la storia". Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich ha poi promesso di fare di tutto per "seppellire definitivamente" l'idea di uno Stato palestinese. "Il piano presentato dal presidente Trump è la vera risposta al 7 ottobre", ha affermato Smotrich. 

La reazione di Israele

Hamas: progetto "razzista, sradica causa palestinese"

  • Non dello stesso parere, ovviamente, Hamas: "Le dichiarazioni di Trump sul suo desiderio di controllare Gaza sono ridicole e assurde, e qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione”, ha dichiarato all'agenzia Reuters Sami Abu Zuhri, funzionario di Hamas. Il progetto è stato bollato come “razzista", volto a "sradicare la causa palestinese”. E anche il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) respinge "fermamente" il piano di Trump. "In risposta agli appelli americani per lo spostamento" dei palestinesi da Gaza, "non permetteremo che i diritti del nostro popolo vengano calpestati”, ha dichiarato.

Il "no" dell'Arabia Saudita

  • Anche l'Arabia Saudita ha espresso il suo "inequivocabile rifiuto" dei tentativi di sfollare i palestinesi e ha ribadito che non stabilirà legami diplomatici con Israele in assenza di uno Stato palestinese indipendente. mentre il ministero degli Esteri egiziano ha affermato in una dichiarazione separata che i programmi di aiuto e recupero per Gaza devono iniziare "senza che i palestinesi se ne vadano".

Le reazioni dall'Europa

  • Dall’Italia è arrivato il commento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha spiegato: "Mi pare che per quanto riguarda l'evacuazione della popolazione civile da Gaza la risposta di Giordania e di Egitto sia stata negativa, quindi mi pare che sia un po' difficile" metterla in atto. "Io ho detto qual è la posizione italiana, poi vedremo quando ci saranno delle proposte concrete, noi siamo per due popoli due Stati, ho detto che siamo addirittura pronti a inviare militari italiani per una missione di riunificazione di Gaza con la Cisgiordania. Il governo non ha cambiato idea".
  • L'avvenire di Gaza passa per "un futuro stato palestinese" e non dal controllo "di un Paese terzo”, si legge in una nota del Quai d'Orsay, secondo il quale la Francia "ribadisce la sua contrarietà a qualsiasi trasferimento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che rappresenterebbe una violazione grave del diritto internazionale, un attacco alle aspirazioni legittime dei palestinesi, ma anche un forte ostacolo alla soluzione a due Stati e un fattore di destabilizzazione per i nostri partner vicini che sono l'Egitto e la Giordania, oltre che l'insieme della regione".
  • I palestinesi devono poter "vivere e prosperare" a Gaza e in Cisgiordania, ha detto il ministro degli Esteri britannico David Lammy, sull'ipotesi di mettere la Striscia sotto il controllo Usa.

Per approfondire:

Gaza, migliaia di palestinesi sfollati tornano nel nord della Striscia. FOTO