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Conclave, perché (di solito) il Papa ha la barba rasata via

Mondo
©Getty

Introduzione

La barba, simbolo millenario di saggezza e spiritualità, ha sempre avuto un ruolo importante nel mondo religioso. Frati, monaci e patriarchi orientali la portano ancora oggi, ma tra i papi è diventata una rarità. Questa assenza non è frutto del caso, bensì di scelte culturali e teologiche consolidate nel tempo. Soltanto due pontefici nella storia moderna hanno portato la barba in modo evidente e documentato

Quello che devi sapere

Un segno di spiritualità

  • Fin dall’antichità, la barba ha rappresentato saggezza, maturità e un profondo legame con la spiritualità. Questo segno esteriore è ancora oggi presente in moltissime figure religiose: dai monaci benedettini ai patriarchi ortodossi, fino ai giovani sacerdoti di movimenti missionari. La barba non è solo un elemento estetico, ma una testimonianza di appartenenza e di vita interiore. Nella tradizione cristiana orientale, ad esempio, è praticamente obbligatoria. Al contrario, nella Chiesa latina ha avuto un destino molto diverso, con significati culturali opposti che ne hanno decretato quasi la totale assenza nel clero di alto rango

Per approfondire: Verso il Conclave, lo speciale di Sky TG24

Un segno di spiritualità

Una scelta teologica

  • La rarità della barba tra i papi non si spiega con semplici gusti personali o mode passeggere. È invece il risultato di una scelta culturale e teologica ben precisa. Nel cattolicesimo romano, la rasatura è stata per secoli considerata simbolo di ordine, decoro e distacco dal mondo orientale, percepito come più mistico ma anche più caotico. Il papa, nella sua figura pubblica, doveva rappresentare l’uniformità, la sobrietà e l’autorità della Chiesa d’Occidente. La barba, in questo contesto, veniva vista come un elemento di disordine o eccentricità

Per approfondire: Tutte le ultime notizie sul Giubileo

Una scelta teologica
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Giulio II, il papa con la barba bianca

  • Uno dei rari casi di papa con la barba è quello di Giulio II, salito al soglio pontificio nel 1503. La sua scelta non fu estetica, ma spirituale e politica insieme. Durante una campagna militare, Giulio II decise di non radersi più in segno di penitenza. Da allora, mantenne la barba, che divenne un tratto distintivo del suo volto. Nei famosi ritratti di Raffaello, il pontefice appare con una barba bianca, curata e imponente, che lo rende unico nel panorama iconografico dell’epoca. Un gesto raro, che tuttavia non fece scuola tra i suoi successori

Giulio II, il papa con la barba bianca

Clemente VII e il lutto per Roma

  • Un altro esempio significativo è quello di Clemente VII, eletto nel 1523. Dopo il drammatico Sacco di Roma del 1527 da parte delle truppe imperiali, il papa scelse di farsi crescere la barba come segno di lutto e di espiazione. Anche in questo caso, la barba fu un gesto profondamente simbolico, legato a un momento di crisi storica e spirituale. Tuttavia, non la mantenne per tutto il suo pontificato. Il suo fu un caso isolato, eccezionale e altamente emblematico, che non cambiò il corso della tradizione papale

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Qualche pizzetto elegante

  • Dopo Giulio II e Clemente VII, la barba scompare quasi completamente dalla scena papale. Solo un altro pontefice, Antonio Pignatelli, eletto nel 1691 con il nome di Innocenzo XII, sfoggiò un elegante pizzetto in linea con la moda tardo barocca. Non si trattò però di una vera e propria barba, ma di un compromesso tra l’austerità richiesta al papa e le tendenze estetiche del tempo. Alcuni papi dell’Ottocento, come Pio IX e Leone XIII, sono stati raffigurati con leggeri baffi o pizzetti nei ritratti giovanili, ma da pontefici tornarono all’immagine rasata, conforme alla tradizione consolidata

Le origini

  • Tornando indietro nei secoli, è plausibile che molti dei primi papi portassero naturalmente la barba. San Pietro stesso, pescatore ebreo della Galilea, è spesso raffigurato con la barba, come era comune all’epoca. Tuttavia, queste sono deduzioni basate su raffigurazioni artistiche e ricostruzioni storiche, più che su prove documentate. Con il tempo, soprattutto a partire dal Medioevo e dal Rinascimento, l’iconografia ha fissato l’immagine del papa come figura austera e completamente rasata, creando un modello visivo che ha resistito fino ai giorni nostri

Le origini
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Barba e potere

  • La scelta della rasatura non fu solo spirituale, ma anche politica. A differenza dei patriarchi orientali, i papi volevano distinguersi con un’immagine di ordine e sobrietà, in linea con i canoni della Chiesa occidentale. Il volto rasato divenne così parte integrante del “codice visivo” romano: uniforme, controllato, rassicurante. Ogni deviazione da questa immagine poteva essere percepita come segno di eccentricità o, peggio, di debolezza. Per questo, nel tempo, la barba è stata quasi del tutto bandita dal volto dei pontefici

I cardinali barbuti di oggi

  • Oggi, però, qualcosa sta cambiando. Seppure la barba non sia ancora tornata tra i papi, molti cardinali la portano con naturalezza. Tra i porporati presenti al conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco, ci sono numerosi esempi: Pierbattista Pizzaballa, Joseph Coutts, José Cobo Cano, Mykola Bychok, Cleemis Baselios, Dominique Mathieu, tra gli altri. La loro barba non è più considerata un tabù, ma un segno di identità personale, spirituale e culturale. Forse un giorno anche un papa tornerà a portarla, riportando idealmente la Chiesa all’immagine più antica e universale del suo primo pontefice: San Pietro, il pescatore galileo, certamente non rasato

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