Introduzione
Le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi dalle aree intorno alla città meridionale di Rafah verso il corridoio Philadelphia, lungo il confine tra Egitto e Gaza.
L'accordo di tregua con Hamas prevede tre fasi e stabilisce la negoziazione della fase due e tre durante la fase uno. Sempre nella fase iniziale Israele dovrebbe concedere una aumento delle consegne di aiuti umanitari, fino a 600 camion al giorno. Ecco una cronologia di quello che dovrebbe accadere nei prossimi due mesi
Quello che devi sapere
I primi passi della Fase 1
- Domenica 19 gennaio (giorno 1): tre ostaggi sono stati liberati e 90 detenuti palestinesi vengono rilasciati dalle prigioni israeliane
- Sabato 25/domenica 26 gennaio (giorno 7-8): liberazione di quattro ostaggi. Altri palestinesi rilasciati
- Domenica 2 febbraio (giorno 14): rilascio di quattro ostaggi, altri palestinesi rilasciati, ulteriore ritiro delle forze israeliane dal corridoio di Netzarim che separa Gaza City dal resto della Striscia
Per approfondire:
Guerra Gaza, scattato il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Oggi liberi 3 ostaggi. LIVE
Inizio dei negoziati per la Fase 2
- Martedì 4 febbraio (giorno 16): iniziano i negoziati per definire i dettagli della fase 2
- Domenica 9 febbraio (giorno 21): rilascio di tre ostaggi insieme alla liberazione di altri detenuti palestinesi, ulteriore ritiro dal corridoio di Netzarim
- Lunedì 10 febbraio (giorno 22): accesso al Nord consentito anche tramite la strada Salah al Din che attraversa Gaza per tutta la sua lunghezza
Proseguimento della Fase 1
- Domenica 16 febbraio (giorno 28): liberazione di altri tre ostaggi e ulteriore liberazione di detenuti
- Domenica 23 febbraio (giorno 35): altri tre ostaggi vengono liberati, altri palestinesi rilasciati
- Domenica 2 marzo (giorno 42): liberazione di 14 ostaggi, altri palestinesi rilasciati. Riapertura del valico di Rafah: tutti i civili palestinesi feriti e malati saranno autorizzati ad andarsene insieme con 50 combattenti feriti al giorno
Fase 2
- La seconda fase dovrebbe iniziare domenica 9 marzo (giorno 50) e durare 42 giorni. Si prevede il completamento del ritiro israeliano dal corridoio Philadelphia e dovrebbero essere rilasciati tutti i rimanenti ostaggi maschi. E, ancora, dovrebbe essere affrontato il nodo della restituzione delle salme
Fase 3
- La terza e ultima fase prevede la consegna delle salme degli ostaggi uccisi durante la detenzione a Gaza. Inoltre, sempre in questa ultima parte, andrebbe definito un piano di ricostruzione e di una nuova struttura di governo sotto la supervisione dei mediatori
Gli ostaggi israeliani
- Tra i 94 ostaggi presi a ottobre 2023, ci sono 81 uomini e 13 donne, secondo l'ufficio del premier israeliano. Due hanno meno di 5 anni (si tratterebbe dei fratellini Bibas, la cui sorte è sconosciuta). In tutto 84 sono israeliani, otto thailandesi, uno nepalese e uno tanzaniano
Le vittime palestinesi
- Dall'inizio della guerra all'inizio della tregua 46.913 persone sono state uccise a Gaza e 110.750 sono state ferite. Migliaia sono ancora classificate come disperse. Lo riferisce il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, che ha dichiarato che nelle ultime 24 ore sono state uccise 14 persone e altre 25 sono rimaste ferite
Chi garantisce l’accordo: Qatar, Egitto, Stati Uniti
- L'attuazione dell'accordo sarà garantita da Qatar, Egitto e Stati Uniti e prevede, secondo alcune fonti, un meccanismo di monitoraggio internazionale. Progressi sarebbero stati raggiunti anche per un regolare flusso di aiuti umanitari alla Striscia, stremata da 15 mesi di guerra, con un aumento dei convogli (si parla di 600 camion al giorno, come detto, di cui 300 diretti al Nord) delle organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite
Entrano i primi camion
- Nel frattempo, i primi camion con gli aiuti per la popolazione palestinese sono entrati a Gaza dopo l'avvio del cessate il fuoco. Lo riferisce l'Onu e lo ha anche constatato l'agenzia Ansa sul posto
Reazioni
- Sono state molte le reazioni internazionali all’accordo. A cominciare dal segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres: “Mi rivolgo alle parti per assicurarsi che questa intesa sia attuata pienamente. La nostra priorità ora è di alleviare l'incredibile sofferenza causata da questa guerra”. E il Comitato internazionale della Croce Rossa ha assicurato che la sua organizzazione è disposta a facilitare l'attuazione del cessate il fuoco tra Israele e Hamas e ad "aumentare massicciamente" la sua azione a Gaza. Mentre Philippe Lazzarini, capo dell'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ha detto che c’è bisogno di “un accesso umanitario e rifornimenti rapidi, senza ostacoli e senza interruzioni per rispondere alle enormi sofferenze causate da questa guerra”
Israele: "Non fermiamo la guerra fino al rilascio di ogni ostaggio"
- Guardando avanti, Israele mette le cose in chiaro: "Non fermeremo la guerra finché tutti non saranno tornati a casa", ha dichiarato il ministro della Difesa, Israel Katz.
- Abu Obeida, portavoce delle Brigate Qassam di Hamas, in un discorso televisivo ha assicurato che il gruppo è impegnato a rispettare l'accordo di cessate il fuoco, sollecitando i mediatori a costringere Israele a rispettarlo. Per Hamas il successo dell'intesa dipenderà dalla buona volontà di Israele.
Per approfondire: Tregua a Gaza, migliaia di sfollati verso casa. Entrano gli aiuti. LE FOTO
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in questa scheda
- I primi passi della Fase 1
- Inizio dei negoziati per la Fase 2
- Proseguimento della Fase 1
- Fase 2
- Fase 3
- Gli ostaggi israeliani
- Le vittime palestinesi
- Chi garantisce l’accordo: Qatar, Egitto, Stati Uniti
- Entrano i primi camion
- Reazioni
- Israele: "Non fermiamo la guerra fino al rilascio di ogni ostaggio"
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