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Guerra Israele, eliminato terrorista della Jihad a Gaza nonostante la tregua

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Medioriente, operazione
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Medioriente, operazione "Muro di Ferro" a Jenin
00:02:24 min

L'esercito israeliano ha fatto sapere di avere eliminato Akram Atef Farhan Zanon, nella Striscia di Gaza meridionale, "nonostante i termini del cessate il fuoco entrati in vigore". In corso in Cisgiordania l'operazione Muro di ferro lanciata da Netanyahu contro quello che definisce "l'asse iraniano". "Le forze di sicurezza israeliane hanno colpito oltre 10 terroristi" nel corso di "un'operazione antiterrorismo a Jenin iniziata ieri”, hanno annunciato questa mattina l'Idf e l'Isa in un comunicato congiunto

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L'esercito israeliano ha fatto sapere di avere eliminato un "terrorista della Jihad", Akram Atef Farhan Zanon, nella Striscia di Gaza meridionale, "nonostante i termini del cessate il fuoco entrati in vigore". L'Idf - aggiunge sul suo canale Telegram - è determinata a mantenere pienamente i termini dell'accordo per restituire gli ostaggi, è preparata per qualsiasi scenario e continuerà a prendere tutte le misure necessarie per sventare qualsiasi minaccia immediata ai soldati dell'Idf". 

In corso in Cisgiordania l'operazione Muro di ferro lanciata da Netanyahu contro quello che definisce "l'asse iraniano".  "Le forze di sicurezza israeliane hanno colpito oltre 10 terroristi" nel corso di "un'operazione antiterrorismo a Jenin iniziata ieri”, hanno annunciato questa mattina l'Idf e l'Isa in un comunicato congiunto. Hamas chiama alla mobilitazione. I coloni assaltano i villaggi palestinesi.

"C'è vita dopo la morte". A scriverlo, su Instagram è Romi Gonen, una  delle ragazze tenute in ostaggio a Gaza e liberate nel quadro  dell'accordo tra Israele e Hamas. "Ci vorrà più tempo per elaborare e ringraziare tutti voi. Bisogna ricordare che ci sono altri 94 ostaggi a Gaza" che stanno sperando "che noi li salviamo", ha aggiunto. Lo riporta il Times of Israel.



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Rubio chiama Netanyahu, sostegno incrollabile a Israele

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha assicurato al premier israeliano Benjamin Netanyahu il "sostegno incrollabile degli Stati Uniti a Israele" in un colloquio telefonico. Lo riferisce il dipartimento di Stato in una nota.

Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese

Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche  l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente  e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese,  quasi “uno Stato nello  Stato”, e partecipa attivamente alla vita  politica. Il suo leader è  stato a lungo - dal  1992 - Hassan Nasrallah,  che ha guidato  il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è  stato  ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L'ANALISI

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE

Media: domani Israele valuta se mantenere truppe in Libano

Secondo quanto riportato dal Canale 13 di Israele, domani il governo israeliano si riunirà per discutere se mantenere sotto occupazione alcune parti del Libano meridionale. Secondo l'emittente inoltre il governo Netanyahu sta cercando di ottenere il via libera di Trump per mantenere cinque avamposti militari nel Paese. Secondo l'accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Hezbollah e Israele a novembre, tutte le forze israeliane dovranno ritirarsi dal Libano entro domenica. Hezbollah - scrive Al Jazeera - ha lanciato solo un'operazione militare di "avvertimento" contro una base israeliana da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, nonostante i quotidiani attacchi israeliani in Libano in violazione dell'accordo. I leader del gruppo hanno affermato che stanno dando al governo libanese la possibilità di risolvere le violazioni israeliane attraverso i canali diplomatici. Tuttavia, in mattinata, Ghaleb Abu Zeinab, membro dell'ufficio politico di Hezbollah, ha avvertito che "lunedì sarà un giorno diverso" se i soldati israeliani non si ritireranno dal Paese.



Cecilia Sala: "In Iran interrogatori incappucciata con faccia al muro"

La giornalista racconta i suoi 21 giorni di prigionia nel carcere di Evin a "Che tempo che fa": dalla cella sentiva "rumori strazianti, erano tentativi di farsi del male di detenute in isolamento". Sul giorno dell'arresto: "Mi hanno portata via dall'albergo e mi hanno bendata". E spiega di non voler più tornare in Iran, almeno finché sarà una Repubblica Islamica. LEGGI QUI

Israele, Ben Gvir e altri due ministri lasciano governo Netanyah

Come annunciato da giorni, il ministro della Sicurezza nazionale - con altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso - ha detto addio all'esecutivo di Netanyahu, in segno di protesta per l'accordo di cessate il fuoco a Gaza. LEGGI L'ARTICOLO

Ben Gvir

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Francia: "Preoccupati per l'aumento delle tensioni in Cisgiordania"

La Francia ha espresso “profonda preoccupazione per l'aumento delle tensioni sulla sicurezza” in Cisgiordania, dove sono aumentate le operazioni dell'esercito israeliano dopo l'entrata in vigore della tregua con Hamas. Lo si apprende da un comunicato stampa del ministero degli Esteri parigino. 

Parigi ha invitato “le autorità israeliane a dare prova di moderazione”, dopo le operazioni che negli ultimi giorni hanno coinvolto soprattutto la città di Jenin, causando la morte di almeno nove palestinesi.

Tregua Israele-Hamas, la lista dei 33 ostaggi che saranno liberati nella prima fase

Sono 33 gli ostaggi che saranno rilasciati durante la prima delle tre fasi dell'accordo di tregua per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza tra Israele e Hamas scattato alle 10.15 del 19 gennaio. Le prime tre persone, tutte donne, sono state prese in consegna a Gaza City dalla Croce Rossa. Si tratta di Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono le persone che dovrebbero essere liberato man mano durante questa fase di tregua. LEGGI QUI

Idf annuncia uccisione di un miliziano della Jihad Islamica a Gaza

Le forze armate israeliane hanno annunciato su Telegram l'uccisione, nel Sud della Striscia di Gaza, di un miliziano della Jihad Islamica, identificato come Akram Zanoun. Nel comunicato si legge che la truppe avevano avvistato alcuni uomini armati "che costituivano una minaccia" e, nel successivo scontro a fuoco, avevano ucciso Zanoun. "L'IDF è determinato ad applicare appieno i termini dell'accordo per la restituzione degli ostaggi", si legge nella nota, "L'IDF è preparato a ogni scenario e continuerà a prendere tutte le iniziative necessarie per rimuovere ogni minaccia immediata ai soldati dell'IDF", proseguono le forze armate israeliane, che "invitano nuovamente tutti i civili palestinesi a obbedire alle istruzioni dell'IDF e a non avvicinarsi alle forze dispiegate nell'area". 

Tregua a Gaza, migliaia di sfollati verso casa. Entrano gli aiuti. FOTO

Molti abitanti della Striscia si stanno spostando a piedi oppure su camion e carretti trainati da asini per tornare nelle loro abitazioni. Intanto, camion con aiuti umanitari e ambulanze sono entrati a Gaza attraverso il valico di Rafah. GUARDA LA GALLERY

Tregua Gaza, chi sono le prime 3 ragazze israeliane liberate da Hamas

Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher erano state rapite durante gli attacchi del 7 ottobre 2023. Gonen era stata catturata al festival Supernova, mentre Damari e Steinbrecher erano state prelevate dal kibbutz di Kfar Aza. Il pomeriggio del 19 gennaio, nel quadro dell'accordo sul cessate il fuoco, sono state liberate. CHI SONO

Avanti con l'operazione "Muro di ferro", raid e sangue in Cisgiordania

Con i battaglioni che lentamente si ritirano dal sud del Libano e parzialmente dalla Striscia di Gaza, l'esercito israeliano sta aumentando la pressione sulla Cisgiordania, dove il premier Benyamin Netanyahu ha lanciato l'operazione Muro di Ferro. L'Idf ha annunciato la morte di 11 palestinesi, 37 sono rimasti feriti e 30 arrestati nell'azione congiunta di esercito, Shin Bet e polizia di frontiera, cominciata martedì nel campo profughi di Jenin. "Inoltre, sono stati condotti attacchi aerei sui siti delle infrastrutture terroristiche e smantellati numerosi esplosivi piazzati lungo le strade", ha aggiunto l'Idf su Telegram. Nonostante la tregua a Gaza, che secondo l'accordo in vigore nel prossimo fine settimana dovrebbe portare al rilascio di altre 4 donne in ostaggio, Hamas ha rilanciato il suo appello a "tutte le fazioni in Cisgiordania a uscire con tutta la loro forza per affrontare l'aggressione e gli attacchi dell'occupazione ai combattenti della resistenza a Jenin". 

Gaza, la tregua è già iniziata. Cosa succede adesso: le tappe

Le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi dalle aree intorno alla città meridionale di Rafah verso il corridoio Philadelphia, lungo il confine tra Egitto e Gaza. L'accordo di tregua con Hamas prevede tre fasi e stabilisce la negoziazione della fase due e tre durante la fase uno. Sempre nella fase iniziale Israele dovrebbe concedere una aumento delle consegne di aiuti umanitari, fino a 600 camion al giorno. Ecco una cronologia di quello che dovrebbe accadere nei prossimi due mesi. COSA SAPPIAMO

Ong denuncia l'arresto di dieci donne Baha'i in Iran

Le autorità iraniane hanno arrestato ieri dieci donne Baha'i. Lo ha reso  noto un gruppo che rappresenta la comunità denunciando l'escalation della repressione contro la più grande minoranza religiosa non musulmana del Paese. Secondo la Baha'i International Community (Bic), che rappresenta gli interessi dei membri di questa minoranza religiosa in tutto il mondo e presso le Nazioni Unite, le forze di sicurezza, "senza mandato di arresto o notifica preventiva", hanno "forzato l'ingresso" nelle case di questi dieci donne, che venivano poi sottoposte a "perquisizioni dolorose e invasive". L'Iran sciita considera i Bahá'í eretici e spie legate a Israele, nemico giurato di Teheran, perchè la loro sede storica si trova a Haifa, nel nord di Israele. "Il governo iraniano ha mostrato ancora una volta la sua vera natura", ha affermato Simin Fahandej, rappresentante della Bic presso le Nazioni Unite a Ginevra, definendo i raid "un altro atto insensato contro donne completamente innocenti". Per la Bic, questi arresti "scioccanti" sono "parte integrante di una sistematica e crescente campagna di persecuzione contro i Bahá'í". A dicembre, gli esperti delle Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per "quello che sembra essere un aumento degli attacchi sistematici contro le donne Baha'i" in Iran. L'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch ha affermato ad aprile che la persecuzione dei Bahá'í da parte delle autorità iraniane a partire dalla rivoluzione islamica del 1979 costituisce un "crimine contro l'umanità". I Bahá'í seguono gli insegnamenti di Bahaullah, nato in Iran nel 1817, che considerano un profeta e il fondatore di questa religione monoteistica che promuove l'unità e l'uguaglianza. La loro fede non è riconosciuta dalle autorità iraniane, a differenza di altre fedi minoritarie non musulmane, tra cui il cristianesimo, l'ebraismo e lo zoroastrismo. 

Timeline su Sky TG24, i dttagli sull'operazione "Muro di ferro" a Jenin. VIDEO

Comandante di Hamas "neutralizzato" dall'Idf appare in un video nel nord di Gaza

Secondo i media palestinesi, Hussein Fayyad, comandante del battaglione Beit Hanoun di Hamas, sarebbe stato avvistato in un video girato nel nord di Gaza, mentre prende la parola durante un funerale. Fayyad era stato dichiarato "neutralizzato" dall''Idf. Lo riporta Haaretz. 

Il 23 maggio 2024, l'Idf aveva annunciato di aver ucciso Fayyad in un tunnel a Jabalya. La dichiarazione descriveva il comandante di Hamas come “responsabile di numerosi attacchi missilistici anticarro lanciati in territorio israeliano durante la guerra, nonché di molteplici attacchi di mortaio che hanno preso di mira le comunità settentrionali di Gaza al confine con Israele".

Non sarebbe la prima volta che l'Idf annuncia la morte di un comandante di Hamas per poi ritrattare, e l'esercito per ora non ha ancora commentato la notizia. 

Striscia di Gaza, la devastazione di Rafah vista dal drone. VIDEO

Siria, il ministro Al Shibani a Davos: "Rimuovere le sanzioni"

"Abbiamo bisogno dell'aiuto della comunità internazionale. La priorità è rimuovere le sanzioni economiche. La Siria non rappresenta più una minaccia per il mondo, è un Paese di pace. Quelle che erano le vittime di Assad sono ora al Governo". Lo afferma il ministro degli Esteri siriano, Asaad Hassan Al Shibani, intervistato a Davos dall'ex premier britannico Tony Blair. Al Shibani promette che le donne avranno un ruolo nella futura Siria. "Le donne sono da noi rispettate e avranno un ruolo attivo - dice Al Shibani in lingua inglese - l'attuale Governatrice della Banca centrale siriana e' una donna, Maysaa Sabrine".

Al Shibani definisce "accettabili" le condizioni di sicurezza della Siria oggi. "La Siria sarà per tutti i siriani senza discriminazioni basate su gruppi religiosi o etnici".

Dimissioni Halevi, chi sono i tre possibili nuovi capi dell'Idf

Sono tre i candidati a prendere il posto del capo di Stato Maggiore dell'Idf, Herzi Halevi, dopo che le sue dimissioni diventeranno effettive il prossimo 6 marzo. Lo scrivono i media israeliani spiegando che il ministro della Difesa Israel Katz inizierà domenica i colloqui con i candidati. "Ho intenzione di condurre un processo ordinato e rapido per consentire al capo di Stato Maggiore nominato di prepararsi il prima possibile alle numerose sfide alla sicurezza che lo Stato di Israele deve affrontare in questo momento", ha affermato Katz in una nota.

Il primo candidato, forse il più naturale, è il vice di Halevi, il generale Amir Baram. Lui stesso, però, una settimana fa aveva scritto una lettera indirizzata al suo superiore in cui chiedeva di poter terminare il suo incarico. A causa della guerra contro Hamas, il suo mandato era già stato esteso di sei mesi, per un totale di due anni e mezzo. "L'intensità della guerra è diminuita in modo significativo, la mia capacità di contribuire alla situazione attuale è limitata", aveva scritto Baram.

Secondo nome in lizza, che appare il favorito a sostituire Halevi, è quello del direttore generale del ministero della Difesa, il maggior generale Eyal Zamir. Viene considerato il candidato più adatto alla luce della sua vasta esperienza nella gestione dei sistemi di sicurezza e delle sfide alla sicurezza nazionale. Anche lui, l'11 novembre scorso, aveva comunicato al ministro della Difesa, Israel Katz, l'intenzione di volersi dimettere. In precedenza ha ricoperto il ruolo di vice capo di Stato maggiore, capo del comando meridionale delle Idf e segretario militare del primo ministro. Nominato nel 2023 direttore del ministero della Difesa dall'allora ministro Yoav Gallant, Zamir aveva messo da parte le sue dimissioni su richiesta di Katz. Alla vigilia del rilascio dei primi tre ostaggi lunedì ha dato indicazioni al ministero della Difesa perché tutte le risorse fossero rese disponibili per l'attuazione dell'accordo, l'accoglienza degli ostaggi rientrati e per il sostegno alle loro famiglie.

Cirio: "Piemonte pronto a curare i bambini che arrivano da Gaza"

Come era avvenuto nel 2022 con bambini e ragazzi provenienti dall'Ucraina oggi il Piemonte è pronto ad accogliere e curare nell'ospedale pediatrico di Torino, il Regina Margherita, i bambini di Gaza. Ad annunciarlo il presidente della Regione Alberto Cirio, dopo aver incontrato questa mattina, al tavolo 'Food For Gaza' a Roma, il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Ringrazio Tajani per aver convocato questo incontro con l'obiettivo di dare risposte pragmatiche e rapide alle necessità delle popolazioni colpite dalla guerra - spiega Cirio - Con la tregua ora è possibile intensificare gli aiuti anche con azioni più stringenti. Il Piemonte è quindi pronto a fare la sua parte e, di concerto con l'assessore alla Sanità Federico Riboldi e alle Politiche Sociali Maurizio Marrone, ho dato la disponibilità della Regione ad accogliere nei prossimi giorni 11 bambini pazienti oncologici, in arrivo dalla striscia di Gaza, che saranno ricoverati all'ospedale Regina Margherita di Torino". "Una disponibilità che conferma la vocazione solidale e accogliente del nostro territorio che già la scorsa estate ha consentito di portare al Regina Margherita un adolescente e un bimbo di 3 anni, provenienti da Gaza e negli scorsi anni un gruppo di piccoli pazienti in fuga dalla guerra in Ucraina", conclude Cirio. 

Gaza, 47.161 morti da inizio guerra: 59 corpi estratti da macerie in 24 ore

E' salito a 47.161 il numero dei palestinesi morti dall'inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Lo ha reso noto il ministero della Salute dell'enclave palestinese, sottolineando che 59 corpi sono stati estratti dalle macerie nelle ultime 24 ore. Nello stesso arco di tempo si registrano 273 feriti curati negli ospedali, mentre è salito a 111.166 il numero totale delle persone ferite dall'inizio della guerra.

Al Jazeera: "Israele spara e uccide a Rafah"

Le forze israeliane hanno aperto il fuoco sui palestinesi nel campo di Shaboura nella citta' di Rafah, uccidendo almeno una persona e ferendone altre. Lo riferiscono i giornalisti di Al Jazeera Arabic. L'attacco e' l'ultimo a causare vittime a Gaza nonostante il cessate il fuoco in corso. Ieri, gli spari israeliani hanno ferito anche un pescatore al largo della costa di Gaza City, mentre un drone israeliano ha ferito un altro civile all'interno della città. 

Cisgiordania, operazione Israele contro i terroristi a Jenin. VIDEO

Cei: " Rispettare la tregua in Medio Oriente, ci siano due Stati"

E' stata espressa "soddisfazione per la tregua raggiunta in Terra Santa che ora dev'essere necessariamente rispettata da ambo le parti". Lo si legge nel comunicato finale del Consiglio episcopale della Cei. I vescovi, rimarcando con il presidente Zuppi che "lo scandalo della guerra, e della guerra in Europa, deve impegnarci tutti a cercare le vie, possibili, del dialogo, per una pace giusta e duratura", hanno fatto proprie le parole di Papa Francesco, "al quale hanno assicurato sostegno, vicinanza e preghiera": "Sia gli israeliani che i palestinesi hanno bisogno di chiari segni di speranza: auspico che le autorità politiche di entrambi, con l'aiuto della Comunita' internazionale, possano raggiungere la giusta soluzione per i due Stati". 

Ministro Amsalem (Likud): "Non ci sarà seconda fase accordo"

Il ministro per la cooperazione regionale David Amsalem (Likud) ha dichiarato durante un'intervista alla radio dell'esercito che "la seconda fase dell'accordo di cessate il fuoco non avra' luogo". La notizia è rilanciata anche dal quotidiano israeliano Haaretz.

Houthi rilasciano equipaggio nave sequestrata nel novembre 2023

I miliziani yemeniti Houthi hanno rilasciato l'equipaggio della nave Galaxy Leader sequestrata nel novembre 2023 nel Mar Rosso, all'inizio dei loro attacchi condotti ''in sostegno dei palestinesi nella Striscia di Gaza''. L'equipaggio di 25 persone, provenienti da Filippine, Bulgaria, Romania, Ucraina e Messico, è stato rilasciato grazie alla mediazione dell'Oman, hanno spiegato gli Houthi.

Costruita in Polonia, la nave viaggiava battendo bandiera delle Bahamas.

Guterres loda la "politica robusta di Trump, grande contributo a cessate il fuoco"

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha lodato la ''politica robusta'' del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il suo ruolo nel garantire l'accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi. Intervenendo al Forum mondiale di Davos, Guterres ha riconosciuto il ''grande contributo'' dato dall'allora presidente eletto degli Stati Uniti. 

Israele era ancora ''riluttante'' ad accettare il cessate il fuoco due giorni prima che venisse raggiunto, ha detto Guterres, ''e poi all'improvviso lo ha accettato''. Quindi, ha aggiunto il segretario dell'Onu, "penso che abbiamo assistito a un esempio di diplomazia robusta. Lo dobbiamo riconoscere".

Premier Qatar: "Iniziare prima possibile negoziati per seconda fase accordo" (2)

Intanto nei prossimi giorni è atteso nella regione l'inviato degli Stati Uniti Steve Witkoff proprio per avviare colloqui sulla seconda fase dell'accordo. Dall'inizio del nuovo round negoziali, le parti avranno circa quattro settimane per raggiungere un accordo sul rilascio degli uomini di età inferiore ai 50 anni ancora in mano di Hamas in cambio del completo ritiro delle Idf dalla Striscia di Gaza e di un cessate il fuoco permanente. Tornare al tavolo dei negoziati è importante perché, secondo quanto prevede l'accordo sugli ostaggi, finché continueranno i colloqui sulla seconda fase dell'accordo, anche il cessate il fuoco a Gaza continuerà, oltre i 42 giorni previsti.

Gli Stati Uniti, il Qatar e l'Egitto si sono impegnati a lavorare per garantire che i negoziati proseguano fino al raggiungimento di un ulteriore accordo. Tuttavia alti funzionari israeliani, statunitensi e qatarioti ritengono che i negoziati sulla seconda fase dell'accordo saranno estremamente difficili e complicati e richiederanno decisioni strategiche da parte sia di Israele sia di Hamas. Un funzionario israeliano ha affermato che il capo del Mossad David Barnea e il capo dello Shin Bet Ronen Bar hanno discusso con il capo dell'intelligence egiziana Hassan Rashad dei negoziati sulla seconda fase dell'accordo durante la loro visita al Cairo lunedì. Inoltre l'Egitto ha lavorato con le fazioni palestinesi nelle ultime settimane per istituire un "comitato civile" non controllato da Hamas e che gestirà la Striscia di Gaza insieme alla comunità internazionale e all'Autorità Nazionale Palestinese

Premier Qatar: "Iniziare prima possibile negoziati per seconda fase accordo"

Il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdul Rahman Al-Thani, ha dichiarato di voler iniziare il prima possibile i negoziati sulla seconda fase dell'accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo scrive su 'X' il giornalista Barak Ravid, che a margine del Forum di Davos ha avuto un colloquio con al-Thani, il cui ruolo è stato fondamentale nell'attuazione della prima fase dell'accordo tra Israele e Hamas. Secondo il premier del Qatar sarebbe importante che i negoziati iniziassero anche prima del 16esimo giorno di cessate il fuoco a Gaza, termine fissato dal'accordo sugli ostaggi in atto.

Nel colloquio, il primo ministro del Qatar ha detto che parlerà con il direttore del Mossad David Barnea nei prossimi giorni della settimana per iniziare a discutere dei negoziati sulla seconda fase dell'accordo. "Stiamo spingendo per questo", ha sottolineato. "Non abbiamo problemi ad avviare i negoziati sulla seconda fase prima del sedicesimo giorno del cessate il fuoco. I negoziati sulla prima fase sono durati mesi e un accordo sulla seconda fase potrebbe anche richiedere molto tempo per essere raggiunto", ha detto a Ravid un funzionario israeliano. Al momento il primo ministro Benjamin Netanyahu non ha ancora convocato una riunione sulla seconda fase dell'accordo, ma secondo il funzionario israeliano citato da Ravid durante i prossimi negoziati Israele chiederà che Hamas non mantenga il controllo di Gaza e che un'altra entità la governi.

Ufficio Netanyahu: Israele manterrà il controllo del valico Rafah

Israele manterrà il controllo del valico di frontiera di Rafah tra l'Egitto e la Striscia di Gaza durante la prima fase del cessate il fuoco con Hamas. Lo fa sapere l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu smentendo le notizie secondo cui l'Autorità Nazionale Palestinese avrebbe controllato il valico. L'ufficio di Netanyahu aggiunge che ci sarà un'operazione di monitoraggio dell'Unione Europea con lo scopo di supervisionare il valico, che sarà circondato dalle truppe israeliane. Israele approverà anche il movimento di tutte le persone e merci, conclude la nota dell'ufficio di Netanyahu.

Pd a Tajani: "Coinvolgere Music for Peace in aiuti a Gaza"

"Alla luce delle dichiarazioni rilasciate il 14 gennaio scorso e delle preoccupazioni espresse da Stefano Rebora, rappresentante di Music for Peace, riteniamo urgente che il Governo fornisca risposte chiare e intervenga tempestivamente per consentire a questa organizzazione umanitaria di procedere con un intervento di emergenza a sostegno della popolazione civile della Striscia di Gaza". Lo dicono i deputati del Pd Marco Furfaro, Valentina Ghio, Alberto Pandolfo, Arturo Scotto e Luca Pastorino. "Non è accettabile che, a fronte di impegni e dichiarazioni pubbliche, un'organizzazione con esperienza consolidata sul campo e pronta a operare da mesi non abbia ancora ricevuto le autorizzazioni necessarie - aggiungono - Per questo, il Partito Democratico ha depositato un'interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti al Ministro Tajani sul mancato supporto a Music for Peace, sollecitando un utilizzo efficace delle competenze e risorse già disponibili per far fronte alla grave crisi umanitaria in corso. La situazione a Gaza è drammatica, il governo non perda altro tempo".

Idf, sequestrato arsenale nel sud del Libano

L'Esercito israeliano (Idf) ha reso noto che l'810ª Brigata ha "sequestrato un gran numero di armi" nel corso di "operazioni difensive nel terreno boscoso dell'area di Har Dov, nel Libano meridionale". Tra le armi sequestrate, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram, "lanciatori anticarro, lanciarazzi, mitragliatrici, mirini e missili puntati sul territorio israeliano". La missione, spiega l'Idf, "mirava a eliminare le minacce e a liberare l'area dalle armi e dalle infrastrutture nemiche". 

Guterres: "Trump ha contribuito al cessate il fuoco a Gaza"

Donald Trump, da presidente eletto, ha portato avanti una "diplomazia robusta" che ha contribuito alla tregua e che "gli va riconosciuta". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres nel suo intervento al Forum economico mondiale di Davos. Tuttavia - ha detto Guterres - "quello che non è ancora chiaro è il futuro dei rapporti fra Israele e i palestinesi" e se la prossima fase è "un cessate il fuoco permanente", l'altra possibilità "è che Israele, sentendosi rafforzato dai suoi successi militari, pensi che sia il momento di annettere la Cisgiordania e lasciare Gaza in un limbo senza una chiara forma di governo". Questa - ha detto Guterres - "sarebbe una totale violazione del diritto internazionale" e "significherebbe che non avremo mai una vera e stabile pacificazione in Medio Oriente". Più nell'immediato, secondo Guterres "la prossima mossa spetta all'Iran" - ha detto il segretario generale. "La mia speranza è che gli iraniani capiscano che è importante una volta per tutte chiarire che rinunceranno ad avere armi nucleari". 

Guterres: "Da Trump ampio contributo ad accordo"

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha elogiato "l'ampio contributo" di Donald Trump al cessate il fuoco raggiunto domenica tra Israele e Hamas a Gaza. "C'è stato un grande contributo da parte della vigorosa diplomazia dell'allora presidente eletto degli Stati Uniti", ha detto Guterres intervenendo al World Economic Forum di Davos.

Guterres: "Rischio che Israele voglia annettere Cisgiordania"

C'è il "rischio che Israele pensi che questo è il momento di annettere la Cisgiordania e voglia mantenere Gaza in un limbo". Lo dice il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, intervenendo al World Economic Forum di Davos. Questa ipotesi, secondo Guterres, "è contraria al diritto internazionale e significherebbe che non ci sarà mai la pace in Medioriente. Un'altra possibilità - ha ribadito - è quella di un'Autorità palestinese rivitalizzata e un approccio aperto da parte del governo israeliano per poter ancora considerare una soluzione a due Stati".

Israele nega, in parte, concessione ad Anp gestione valico Rafah

Israele smentisce in parte un articolo apparso su un'agenzia di stampa saudita secondo cui avrebbe accettato di consentire all'Autorità Nazionale Palestinese di assumere il controllo del valico di Rafah tra Gaza e l'Egitto quando verrà riaperto. Lo riporta il Times of Israel. Tuttavia, la dichiarazione dell'ufficio del primo ministro sottolinea che l'Autorità Nazionale Palestinese svolge attualmente un certo ruolo nell'approvazione dei visti di uscita e lascia aperta la possibilità che in futuro svolga un ruolo più importante. La dichiarazione dell'ufficio di Netanyahu accusa l'Autorità Palestinese di cercare di "creare la falsa impressione di controllare l'attraversamento". 

Governatore Jenin: "Continua operazione, in corso sparatorie"

Sparatorie ed esplosioni sono ancora in corso a Jenin, in Cisgiordania, all'indomani dell'avvio dell'operazione 'Muro di ferro' lanciata dall'esercito israeliano. Lo dice in una intervista all'AFP il governatore di Jenin, Kamal Abu al-Rub. "La situazione e' molto difficile", ha detto governatore di Jenin, "l'esercito di occupazione ha spianato tutte le strade che portano al campo di Jenin e all'ospedale governativo. Ci sono sparatorie ed esplosioni", ha aggiunto. Secondo Abu al-Rub, le forze israeliane hanno arrestato circa 20 persone provenienti da villaggi vicino a Jenin, bastione della militanza palestinese. L'esercito israeliano conferma che l'operazione "sta continuando" e fa sapere di aver condotto "attacchi aerei su siti di infrastrutture terroristiche. Numerosi esplosivi piazzati lungo le rotte dai terroristi sono stati smantellati", hanno affermato le IDF in una dichiarazione.

Team Trump lavora a seconda fase accordo Gaza per fine guerra (3)

Waltz e il suo omologo nell'Amministrazione Biden, Jake Sullivan, hanno lavorato a stretto contatto per il buon esito dell'accordo nelle ultime settimane dell'amministrazione precedente. Ma Waltz non ha gli ha risparmiato critiche ha fatto sapere che il nuovo team di Trump avrebbe revocato tutti i blocchi imposti da Biden sui trasferimenti di armi a Israele.

"Penso che siamo a un punto molto positivo perché il governo israeliano a volte non ha ascoltato i consigli non proprio buoni che provenivano da questa amministrazione", ha detto Waltz. "Non vedrete questa amministrazione frenare impedendo che Israele possa armarsi", ha detto.

Crosetto: "Noi i primi a mandare aiuti a palestinesi"

"Il primo Paese, e dovreste essere orgogliosi, che ha portato aiuti al popolo palestinese è stata l'Italia". Lo ha sottolineato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nelle repliche alla Camera in merito alla proroga dell'autorizzazione di cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamento militare all'Ucraina. E' "il primo Paese che ha mandato una nave ospedale - ha proseguito - che ha mandato aiuti. E non è un caso che i carabinieri sono le forze di formazione che i palestinesi accetterebbero per la loro polizia". 

Team Trump lavora a seconda fase accordo Gaza per fine guerra (2)

Nel frattempo, i funzionari della nuova Amministrazione affermano che il team di Trump darà priorità agli sforzi per normalizzare i rapporti tra Israele e Arabia Saudita. Impegnati a raggiungere gli obiettivi nell'area saranno il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e il Segretario di Stato Marco Rubio, come hanno detto a Politico funzionari e consiglieri a condizione di anonimato. In campo poi il nuovo team di Trump per il Medioriente, composto tra gli altri da Steve Witkoff, il suo inviato per la regione, il vice inviato Morgan Ortagus ed Eric Trager, il nuovo direttore senior di Trump per il Medioriente nel Consiglio per la sicurezza nazionale. Witkoff ha già lavorato insieme agli inviati di Biden a Doha, in Qatar, per finalizzare la prima fase dell'accordo per Gaza e sugli ostaggi.

Waltz ha invece affermato che "Hamas deve essere distrutta al punto che non possa ricostituire" la sua forza militare e che non dovrà avere alcun ruolo nel governare Gaza. Come ciò accadrà resta da vedere, dato che anche dopo 15 mesi di guerra Hamas governa ancora Gaza, scrive Politico.

Team Trump lavora a seconda fase accordo Gaza per fine guerra

L'Amministrazione Trump ha iniziato, da subito, a lavorare alla seconda fase dell'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli oltre 60 ostaggi che Hamas deve ancora decidere di liberare. Lo scrive Politico sottolineando che il nuovo team di politica estera di Trump è impegnato a raggiungere una fine permanente del conflitto. Ma, spiegano funzionari a condizione di anonimato, la sfida è difficile. ''Quello che Biden ci ha lasciato è la fine dell'inizio, non l'inizio della fine'', ha commentato un funzionario. Quello su cui il team di Trump sta lavorando è: come trasformare un iniziale cessate il fuoco di sei settimane in uno definitivo e verificare che le condizioni per raggiungere questo risultato esistano.

Un altro ''grattacapo diplomatico'', come lo definisce Politico, che il team Trump si trova ad affrontare è come garantire il rilascio di oltre 60 israeliani e ostaggi stranieri che Hamas non ha ancora annunciato di voler rilasciare. E come, se mai fosse possibile, Trump possa aiutare Israele a raggiungere il suo obiettivo di distruggere completamente Hamas. ''Non è la nostra guerra, è la loro guerra. Non sono fiducioso'', ha messo le mani avanti Trump nel giorno del suo insediamento.

Zelensky: “Discussa cooperazione Ucraina-Israele con Herzog”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato il presidente Israeliano Yitzhak Herzog "per discutere di importanti questioni di cooperazione ucraino-israeliane": lo ha annunciato lo stesso Zelensky su Telegram. "L'Ucraina è lieta che le persone che erano in cattività stiano tornando a casa. Le sfide comuni, la cooperazione soprattutto nella sfera della sicurezza e i modi per raggiungere una pace giusta per l'Ucraina sono stati tra i nostri argomenti principali", si legge nel messaggio.


Media: valico di Rafah sarà gestito dall'Anp

Una fonte anonima ha riferito al quotidiano panarabo con sede a Londra Asharq Al-Awsat che durante un incontro tra i responsabili della sicurezza israeliana e il capo dell'intelligence egiziana è stato raggiunto un accordo secondo cui l'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) gestirà il lato di Gaza del valico di frontiera di Rafah con l'Egitto, sotto "la supervisione e il monitoraggio internazionale delle Nazioni Unite". Lo riferisce il Times of Israel. L'incontro al Cairo si è tenuto lunedì e martedì tra il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, il capo del Mossad David Barnea e il capo dell'intelligence egiziana Hassan Rashad. La fonte ha dichiarato al quotidiano londinese, citato dal Times of Israel, che non è stata ancora fissata una data per la riapertura del principale valico di frontiera. Secondo la fonte, non c'è ancora un accordo sul corridoio di Filadelfia, che corre lungo il confine tra Gaza e l'Egitto, ma "le divergenze di opinione sono tecniche e verranno risolte". "Israele ha proposto ritiri parziali dal corridoio, ma l'Egitto non ha accettato l'idea e insiste per un ritiro completo e un ritorno alla situazione precedente alla guerra", ha detto la fonte al quotidiano.

Cisgiordania, Idf: “Colpiti oltre 10 terroristi a Jenin”

"Le forze di sicurezza israeliane hanno colpito oltre 10 terroristi" nel corso di "un'operazione antiterrorismo a Jenin (in Cisgiordania, ndr) iniziata ieri" da parte delle forze dell'Esercito (Idf), dell'Agenzia di sicurezza (Isa) e della Polizia di Frontiera: lo hanno annunciato questa mattina l'Idf e l'Isa in un comunicato congiunto pubblicato su Telegram. "Inoltre, sono stati condotti attacchi aerei sui siti delle infrastrutture terroristiche e sono stati smantellati numerosi esplosivi piazzati dai terroristi sulle strade - prosegue la nota -. Le forze di sicurezza israeliane stanno continuando l'operazione".

Iran: “I Paesi Nato sono dipendenti dal nucleare”

"I Paesi dotati di armi nucleari, in particolare i membri della Nato, continuano a usare armi in violazione degli obblighi giuridicamente vincolanti previsti dal Trattato di non proliferazione (Tnp) e dagli accordi raggiunti nelle sue conferenze di revisione. Sono apertamente dipendenti dal nucleare". Lo ha affermato l'ambasciatore iraniano presso l'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, Ali Bahreini, secondo quanto riferisce Irna. Durante un incontro della conferenza delle Nazioni Unite sul disarmo, Bahreini ha messo in guardia rispetto alle "minacce causate dalle armi nucleari" e ha affermato che il disarmo nucleare è l'unico modo per raggiungere la pace nel mondo. Le osservazioni del funzionario arrivano nel contesto delle preoccupazioni degli Stati Uniti e dei loro alleati sul programma missilistico dell'Iran e sulle sue intense attività nucleari che potrebbero portare Teheran ad essere in grado di produrre bombe atomiche.

Il Papa: "Ho chiamato la parrocchia di Gaza, erano contenti"

"Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamo la Palestina, Israele, il Myanmar. Preghiamo per la pace. La guerra sempre è una sconfitta". Lo ha detto papa Francesco, interrotto dall'applauso dei fedeli, nel suo consueto appello al termine dell'udienza generale. Poi ha continuato: "Ieri ho chiamato, lo faccio tutti i giorni, la parrocchia di Gaza. Erano contenti. Lì dento ci sono 600 persone, parrocchia e collegio. E mi hanno detto, 'oggi abbiamo mangiate lenticchie con pollo', una cosa che di questi tempi non erano abituati a fare soltanto, qualche verdura, qualcosa. Erano contenti". "Preghiamo per Gaza, per la pace lì e per tante altre parti del mondo - ha detto ancora Francesco -. La guerra sempre è una sconfitta, non dimenticatevi. La guerra è una sconfitta. E chi guadagna con le guerre? I fabbricanti delle armi. Per favore, preghiamo per la pace".

Il ringraziamento dell’israeliana liberata: “C'è vita dopo la morte"

"C'è vita dopo la morte". A scriverlo, su Instagram è Romi Gonen, una delle ragazze tenute in ostaggio a Gaza e liberate nel quadro dell'accordo tra Israele e Hamas. Nel post una foto di Gonen e sua madre che si abbracciano dopo il suo ritorno in Israele: "Non posso credere che sto facendo uno screenshot proprio ora... a volte i sogni diventano realtà". "Volevo fermarmi un attimo e ringraziare il popolo di Israele, la mia famiglia e i miei amici. Le preghiere e la forza che ci avete inviato ci hanno accompagnato per tutto il percorso e ci hanno aiutato a credere che questo incubo alla fine finirà", afferma. "Ci vorrà più tempo per elaborare e ringraziare tutti voi. Bisogna ricordare che ci sono altri 94 ostaggi a Gaza" che stanno sperando "che noi li salviamo. Il popolo di Israele vive e con l'aiuto di Dio continueremo a ricevere buone notizie nelle prossime settimane". A riferirne è il Times of Israel.

Attentato a Tel Aviv, Netanyahu attacca in Cisgiordania

Quattro persone sono rimaste ferite ieri sera in strada a Tel Aviv, da un accoltellatore straniero ucciso poi dalla polizia israeliana. Netanyahu lancia intanto in Cisgiordania l'operazione Muro di ferro, contro quello che definisce "l'asse iraniano": almeno 9 morti e 35 feriti a Jenin. Hamas chiama alla mobilitazione. I coloni assaltano i villaggi palestinesi.

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