L'esercito israeliano ha fatto sapere di avere eliminato Akram Atef Farhan Zanon, nella Striscia di Gaza meridionale, "nonostante i termini del cessate il fuoco entrati in vigore". In corso in Cisgiordania l'operazione Muro di ferro lanciata da Netanyahu contro quello che definisce "l'asse iraniano". "Le forze di sicurezza israeliane hanno colpito oltre 10 terroristi" nel corso di "un'operazione antiterrorismo a Jenin iniziata ieri”, hanno annunciato questa mattina l'Idf e l'Isa in un comunicato congiunto
L'esercito israeliano ha fatto sapere di avere eliminato un "terrorista della Jihad", Akram Atef Farhan Zanon, nella Striscia di Gaza meridionale, "nonostante i termini del cessate il fuoco entrati in vigore". L'Idf - aggiunge sul suo canale Telegram - è determinata a mantenere pienamente i termini dell'accordo per restituire gli ostaggi, è preparata per qualsiasi scenario e continuerà a prendere tutte le misure necessarie per sventare qualsiasi minaccia immediata ai soldati dell'Idf".
In corso in Cisgiordania l'operazione Muro di ferro lanciata da Netanyahu contro quello che definisce "l'asse iraniano". "Le forze di sicurezza israeliane hanno colpito oltre 10 terroristi" nel corso di "un'operazione antiterrorismo a Jenin iniziata ieri”, hanno annunciato questa mattina l'Idf e l'Isa in un comunicato congiunto. Hamas chiama alla mobilitazione. I coloni assaltano i villaggi palestinesi.
"C'è vita dopo la morte". A scriverlo, su Instagram è Romi Gonen, una delle ragazze tenute in ostaggio a Gaza e liberate nel quadro dell'accordo tra Israele e Hamas. "Ci vorrà più tempo per elaborare e ringraziare tutti voi. Bisogna ricordare che ci sono altri 94 ostaggi a Gaza" che stanno sperando "che noi li salviamo", ha aggiunto. Lo riporta il Times of Israel.
Approfondimenti:
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Rubio chiama Netanyahu, sostegno incrollabile a Israele
Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha assicurato al premier israeliano Benjamin Netanyahu il "sostegno incrollabile degli Stati Uniti a Israele" in un colloquio telefonico. Lo riferisce il dipartimento di Stato in una nota.
Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese
Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo - dal 1992 - Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L'ANALISI
La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE
Media: domani Israele valuta se mantenere truppe in Libano
Secondo quanto riportato dal Canale 13 di Israele, domani il governo israeliano si riunirà per discutere se mantenere sotto occupazione alcune parti del Libano meridionale. Secondo l'emittente inoltre il governo Netanyahu sta cercando di ottenere il via libera di Trump per mantenere cinque avamposti militari nel Paese. Secondo l'accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Hezbollah e Israele a novembre, tutte le forze israeliane dovranno ritirarsi dal Libano entro domenica. Hezbollah - scrive Al Jazeera - ha lanciato solo un'operazione militare di "avvertimento" contro una base israeliana da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, nonostante i quotidiani attacchi israeliani in Libano in violazione dell'accordo. I leader del gruppo hanno affermato che stanno dando al governo libanese la possibilità di risolvere le violazioni israeliane attraverso i canali diplomatici. Tuttavia, in mattinata, Ghaleb Abu Zeinab, membro dell'ufficio politico di Hezbollah, ha avvertito che "lunedì sarà un giorno diverso" se i soldati israeliani non si ritireranno dal Paese.
Cecilia Sala: "In Iran interrogatori incappucciata con faccia al muro"
La giornalista racconta i suoi 21 giorni di prigionia nel carcere di Evin a "Che tempo che fa": dalla cella sentiva "rumori strazianti, erano tentativi di farsi del male di detenute in isolamento". Sul giorno dell'arresto: "Mi hanno portata via dall'albergo e mi hanno bendata". E spiega di non voler più tornare in Iran, almeno finché sarà una Repubblica Islamica. LEGGI QUI
Israele, Ben Gvir e altri due ministri lasciano governo Netanyah
Come annunciato da giorni, il ministro della Sicurezza nazionale - con altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso - ha detto addio all'esecutivo di Netanyahu, in segno di protesta per l'accordo di cessate il fuoco a Gaza. LEGGI L'ARTICOLO

©Ansa
Francia: "Preoccupati per l'aumento delle tensioni in Cisgiordania"
La Francia ha espresso “profonda preoccupazione per l'aumento delle tensioni sulla sicurezza” in Cisgiordania, dove sono aumentate le operazioni dell'esercito israeliano dopo l'entrata in vigore della tregua con Hamas. Lo si apprende da un comunicato stampa del ministero degli Esteri parigino.
Parigi ha invitato “le autorità israeliane a dare prova di moderazione”, dopo le operazioni che negli ultimi giorni hanno coinvolto soprattutto la città di Jenin, causando la morte di almeno nove palestinesi.
Tregua Israele-Hamas, la lista dei 33 ostaggi che saranno liberati nella prima fase
Sono 33 gli ostaggi che saranno rilasciati durante la prima delle tre fasi dell'accordo di tregua per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza tra Israele e Hamas scattato alle 10.15 del 19 gennaio. Le prime tre persone, tutte donne, sono state prese in consegna a Gaza City dalla Croce Rossa. Si tratta di Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono le persone che dovrebbero essere liberato man mano durante questa fase di tregua. LEGGI QUI
Idf annuncia uccisione di un miliziano della Jihad Islamica a Gaza
Le forze armate israeliane hanno annunciato su Telegram l'uccisione, nel Sud della Striscia di Gaza, di un miliziano della Jihad Islamica, identificato come Akram Zanoun. Nel comunicato si legge che la truppe avevano avvistato alcuni uomini armati "che costituivano una minaccia" e, nel successivo scontro a fuoco, avevano ucciso Zanoun. "L'IDF è determinato ad applicare appieno i termini dell'accordo per la restituzione degli ostaggi", si legge nella nota, "L'IDF è preparato a ogni scenario e continuerà a prendere tutte le iniziative necessarie per rimuovere ogni minaccia immediata ai soldati dell'IDF", proseguono le forze armate israeliane, che "invitano nuovamente tutti i civili palestinesi a obbedire alle istruzioni dell'IDF e a non avvicinarsi alle forze dispiegate nell'area".
Tregua a Gaza, migliaia di sfollati verso casa. Entrano gli aiuti. FOTO
Molti abitanti della Striscia si stanno spostando a piedi oppure su camion e carretti trainati da asini per tornare nelle loro abitazioni. Intanto, camion con aiuti umanitari e ambulanze sono entrati a Gaza attraverso il valico di Rafah. GUARDA LA GALLERY
Tregua Gaza, chi sono le prime 3 ragazze israeliane liberate da Hamas
Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher erano state rapite durante gli attacchi del 7 ottobre 2023. Gonen era stata catturata al festival Supernova, mentre Damari e Steinbrecher erano state prelevate dal kibbutz di Kfar Aza. Il pomeriggio del 19 gennaio, nel quadro dell'accordo sul cessate il fuoco, sono state liberate. CHI SONO
Avanti con l'operazione "Muro di ferro", raid e sangue in Cisgiordania
Con i battaglioni che lentamente si ritirano dal sud del Libano e parzialmente dalla Striscia di Gaza, l'esercito israeliano sta aumentando la pressione sulla Cisgiordania, dove il premier Benyamin Netanyahu ha lanciato l'operazione Muro di Ferro. L'Idf ha annunciato la morte di 11 palestinesi, 37 sono rimasti feriti e 30 arrestati nell'azione congiunta di esercito, Shin Bet e polizia di frontiera, cominciata martedì nel campo profughi di Jenin. "Inoltre, sono stati condotti attacchi aerei sui siti delle infrastrutture terroristiche e smantellati numerosi esplosivi piazzati lungo le strade", ha aggiunto l'Idf su Telegram. Nonostante la tregua a Gaza, che secondo l'accordo in vigore nel prossimo fine settimana dovrebbe portare al rilascio di altre 4 donne in ostaggio, Hamas ha rilanciato il suo appello a "tutte le fazioni in Cisgiordania a uscire con tutta la loro forza per affrontare l'aggressione e gli attacchi dell'occupazione ai combattenti della resistenza a Jenin".
Gaza, la tregua è già iniziata. Cosa succede adesso: le tappe
Le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi dalle aree intorno alla città meridionale di Rafah verso il corridoio Philadelphia, lungo il confine tra Egitto e Gaza. L'accordo di tregua con Hamas prevede tre fasi e stabilisce la negoziazione della fase due e tre durante la fase uno. Sempre nella fase iniziale Israele dovrebbe concedere una aumento delle consegne di aiuti umanitari, fino a 600 camion al giorno. Ecco una cronologia di quello che dovrebbe accadere nei prossimi due mesi. COSA SAPPIAMO
Ong denuncia l'arresto di dieci donne Baha'i in Iran
Le autorità iraniane hanno arrestato ieri dieci donne Baha'i. Lo ha reso noto un gruppo che rappresenta la comunità denunciando l'escalation della repressione contro la più grande minoranza religiosa non musulmana del Paese. Secondo la Baha'i International Community (Bic), che rappresenta gli interessi dei membri di questa minoranza religiosa in tutto il mondo e presso le Nazioni Unite, le forze di sicurezza, "senza mandato di arresto o notifica preventiva", hanno "forzato l'ingresso" nelle case di questi dieci donne, che venivano poi sottoposte a "perquisizioni dolorose e invasive". L'Iran sciita considera i Bahá'í eretici e spie legate a Israele, nemico giurato di Teheran, perchè la loro sede storica si trova a Haifa, nel nord di Israele. "Il governo iraniano ha mostrato ancora una volta la sua vera natura", ha affermato Simin Fahandej, rappresentante della Bic presso le Nazioni Unite a Ginevra, definendo i raid "un altro atto insensato contro donne completamente innocenti". Per la Bic, questi arresti "scioccanti" sono "parte integrante di una sistematica e crescente campagna di persecuzione contro i Bahá'í". A dicembre, gli esperti delle Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per "quello che sembra essere un aumento degli attacchi sistematici contro le donne Baha'i" in Iran. L'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch ha affermato ad aprile che la persecuzione dei Bahá'í da parte delle autorità iraniane a partire dalla rivoluzione islamica del 1979 costituisce un "crimine contro l'umanità". I Bahá'í seguono gli insegnamenti di Bahaullah, nato in Iran nel 1817, che considerano un profeta e il fondatore di questa religione monoteistica che promuove l'unità e l'uguaglianza. La loro fede non è riconosciuta dalle autorità iraniane, a differenza di altre fedi minoritarie non musulmane, tra cui il cristianesimo, l'ebraismo e lo zoroastrismo.
Timeline su Sky TG24, i dttagli sull'operazione "Muro di ferro" a Jenin. VIDEO
Comandante di Hamas "neutralizzato" dall'Idf appare in un video nel nord di Gaza
Secondo i media palestinesi, Hussein Fayyad, comandante del battaglione Beit Hanoun di Hamas, sarebbe stato avvistato in un video girato nel nord di Gaza, mentre prende la parola durante un funerale. Fayyad era stato dichiarato "neutralizzato" dall''Idf. Lo riporta Haaretz.
Il 23 maggio 2024, l'Idf aveva annunciato di aver ucciso Fayyad in un tunnel a Jabalya. La dichiarazione descriveva il comandante di Hamas come “responsabile di numerosi attacchi missilistici anticarro lanciati in territorio israeliano durante la guerra, nonché di molteplici attacchi di mortaio che hanno preso di mira le comunità settentrionali di Gaza al confine con Israele".
Non sarebbe la prima volta che l'Idf annuncia la morte di un comandante di Hamas per poi ritrattare, e l'esercito per ora non ha ancora commentato la notizia.
Striscia di Gaza, la devastazione di Rafah vista dal drone. VIDEO
Siria, il ministro Al Shibani a Davos: "Rimuovere le sanzioni"
"Abbiamo bisogno dell'aiuto della comunità internazionale. La priorità è rimuovere le sanzioni economiche. La Siria non rappresenta più una minaccia per il mondo, è un Paese di pace. Quelle che erano le vittime di Assad sono ora al Governo". Lo afferma il ministro degli Esteri siriano, Asaad Hassan Al Shibani, intervistato a Davos dall'ex premier britannico Tony Blair. Al Shibani promette che le donne avranno un ruolo nella futura Siria. "Le donne sono da noi rispettate e avranno un ruolo attivo - dice Al Shibani in lingua inglese - l'attuale Governatrice della Banca centrale siriana e' una donna, Maysaa Sabrine".
Al Shibani definisce "accettabili" le condizioni di sicurezza della Siria oggi. "La Siria sarà per tutti i siriani senza discriminazioni basate su gruppi religiosi o etnici".