Israele, Ben Gvir e altri due ministri lasciano governo Netanyahu

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Come annunciato da giorni, il ministro della Sicurezza nazionale - con altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso - ha detto addio all'esecutivo di Netanyahu, in segno di protesta per l'accordo di cessate il fuoco a Gaza

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Dopo giorni di tensioni interne a Israele, per via dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza, il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, e altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso, si sono dimessi dal governo di Benjamin Netanyahu, in segno di protesta. Ci si aspetta che tutti e sei i parlamentari di Potere Ebraico lascino la coalizione facendo perdere così al primo ministro la maggioranza parlamentare (TUTTE LE NEWS IN DIRETTA). Intanto, alle 10.15 di questa mattina (ora italiana), è entrato in vigore - con uno slittamento in avanti rispetto al previsto - il cessate il fuoco, dopo che Hamas ha fatto sapere i nomi dei tre ostaggi - tre donne - che saranno rilasciati oggi.

Le dimissioni e le conseguenze nel governo

Oltre a Ben Gvir, leader del partito e responsabile della Sicurezza nazionale, si sono dimessi Yitzhak Wasserlauf e Amichai Eliyahu. Lasceranno la Knesset insieme a Zvika Fogel, Limor Son Har-Melech e Yitzhak Kroizer. Il ritiro dei sei parlamentari di Potere Ebraico lascerebbe la coalizione di governo di Benjamin Netanyahu con 59 rappresentanti, al di sotto dei 61 necessari per ottenere la maggioranza parlamentare, sebbene l'opposizione non abbia abbastanza sostegno per fornire un'alternativa.

Smotrich: "Rovescio il governo se l'Idf non occupa Gaza"

Ma in Israele la situazione resta tesissima. Il ministro di ultradestra Bezalel Smotrich ha dichiarato alla Radio dell'esercito che lo Stato ebraico "deve occupare Gaza e creare un governo militare temporaneo perché non c'è altro modo per sconfiggere Hamas". "Rovescerò il governo se non tornerà a combattere in un modo che ci porti a prendere il controllo dell'intera Striscia e a governarla", ha continuato, attaccando il capo di stato maggiore dell'Idf Herzi Halevi e definendolo "debole nella strategia". Nelle scorse settimane il premier Benyamin Netanyahu aveva sottolineato che Israele non ha intenzione di conquistare o occupare permanentemente la Striscia. Smotrich, ministro delle Finanze, in precedenza, in una dichiarazione aveva condannato quello che definisce il “terribile” accordo di cessate il fuoco con Hamas, ma aveva riferito che non avrebbe lasciato il governo.

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