La proposta israeliana su cui si basano i negoziati a Doha per il rilascio degli ostaggi è stata rivelata per la prima volta durante il notiziario della tv pubblica Kan. L'inviato statunitense in Libano ha annunciato l'inizio del ritiro delle forze israeliane da Naqoura. Raid israeliani questa sera sulla città di Khan Yunis, nel Sud della Striscia di Gaza: 11 morti tra cui 7 bambini
In Siria un comitato inclusivo per preparare dialogo nazionale
Le nuove autorità siriane intendono istituire un comitato inclusivo per preparare una "conferenza di dialogo nazionale" sul futuro del Paese. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Asaad al-Shaibani, durante la sua visita ad Amman. Da quando hanno rovesciato il presidente Bashar al-Assad quasi un mese fa, i governanti siriani a guida islamica hanno parlato di una "conferenza di dialogo nazionale" per tracciare la transizione, senza specificare una data. Shaibani ha affermato che le autorità provvisorie volevano prima tenere la conferenza all'inizio di gennaio, ma poi "abbiamo scelto di formare un comitato di preparazione allargato" che si riunirà in una data non specificata. Il comitato "comprenderà uomini e donne... in grado di rappresentare pienamente il popolo siriano" in "tutti i segmenti della società e delle province siriane", ha dichiarato il ministro degli Esteri.
Familiari ostaggi si rivolgono all'Alta Corte: "Violate leggi costituzionali"
Un gruppo di 112 familiari di ostaggi detenuti a Gaza ha presentato una petizione all'Alta Corte di Israele, accusando il governo di aver abbandonato i propri cari, violando due leggi costituzionali. Secondo la petizione, "il governo ha abbandonato gli ostaggi per 459 giorni, violando i loro diritti costituzionali alla vita, all'integrità fisica e alla dignità umana". I ricorrenti chiedono un'ordinanza provvisoria e condizionale che obblighi lo Stato a giustificare "il perché del suo rifiuto di accettare un accordo per il rilascio degli ostaggi trattenuti a Gaza da Hamas, violando i loro diritti costituzionali, e perché il governo non dovrebbe essere costretto a garantire il loro rilascio, anche accettando di porre fine alla guerra e di ritirarsi da Gaza in cambio della loro libertà".
Comandante di Hamas ucciso in Cisgiordania
Uno dei comandanti delle Brigate Qassam è stato ucciso in Cisgiordania. Lo ha confermato l'ala armata di Hamas, precisando in una nota che l'uomo, un palestinese identificato come Jaafar Dababshe, di 40 anni è morto in "un vile assassinio nel villaggio di Wadi al-Badhan a Nablus".
Legale Abedini: "Parere negativo Pg a domiciliari? Vedremo se depositare altro"
"Ad oggi non ho depositato altro. Per il futuro vedremo". A dirlo all'AdnKronos è l'avvocato Alfredo De Francesco, difensore di Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti, dopo che dalla Procura generale di Milano è trapelata l'intenzione di mantenere il parere negativo all'istanza che il legale ha presentato per chiedere gli arresti domiciliari per il suo assistito. Il 2 gennaio scorso, la procura generale di Milano ha trasmesso alla Corte d'Appello il parere negativo sulla richiesta presentata dalla difesa di Abedini.
Comitato Nagel a Netanyahu: "Prepararsi a guerra con Turchia"
Israele si deve preparare a una possibile guerra con la Turchia. E' la raccomandazione contenuta in un rapporto preparato da comitato Nagel, fondato dallo stesso governo israeliano, e presentato al premier Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Israel Katz e al ministro delle Finanze Bezalel Smotrich. La notizia e' stata resa nota dal quotidiano Jerusalem Post, secondo cui il rapporto, che contiene raccomandazioni relative le destinazioni di fondi nel bilancio in termini di Difesa, mette in guardia lo Stato ebraico dalla prospettiva di "un conflitto diretto con la Turchia".
Libano, da due anni in cerca di un presidente: giovedì il voto
Il Libano si prepara al 9 gennaio. E' in programma per giovedì la sessione del Parlamento dedicata all'elezione di un nuovo capo di Stato. Ma non ci sono certezze di successo. Il Paese dei Cedri è senza un presidente dal novembre del 2022, da quando il 31 ottobre di quell'anno è scaduto il mandato di Michel Aoun. Da allora le divergenze tra i partiti rivali hanno sempre impedito l'elezione di un nuovo capo di Stato. Nel frattempo è esploso il conflitto in Medio Oriente, il Libano è stato teatro di massicce operazioni militari israeliane contro gli Hezbollah e lo scorso settembre è stato ucciso Hasan Nasrallah, storico segretario generale del movimento sciita. Nella vicina Siria è finita l'era di Bashar al-Assad in un quadro regionale che è apparso di giorno in giorno sempre più complicato.
Hamas, "Blinken complice del genocidio, suoi crimini saranno perseguiti"
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken è un “complice del genocidio” palestinese e come tale “i suoi crimini” saranno perseguiti legalmente. Lo ha dichiarato in conferenza stampa dall'Algeria Osama Hamdan, portavoce di Hamas, rispondendo al diplomatico americano che aveva accusato il gruppo militante per il fallimento dei negoziati con Israele. “Le sue dichiarazioni sono fuorvianti”, ha detto il portavoce, citato dal portale di notizie palestinese Donia al-Watan. “Non prenderemo seriamente nessuna dichiarazione sull'accordo prima di vederlo pronto e firmato”, ha avvertito Hamdan, aggiungendo che l'esperienza di mesi di negoziati con Israele ha dimostrato che l'unico modo per ottenere i diritti dei palestinesi è il confronto. “Siamo determinati a fermare l'aggressione e a far sì che il nemico si ritiri dalla Striscia di Gaza”, ha aggiunto, sottolineando che gli aiuti internazionali e l'inizio della ricostruzione devono arrivare “senza le condizioni israeliane”.
Amman, "impegno con la Siria per cooperazione nella sicurezza"
Il regno è pronto a collaborare con le nuove autorità siriane per contrastare il traffico di droga e armi attraverso il confine condiviso. Lo ha detto il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, durante l'incontro con il collega siriano Asaad al-Shaibani e altri alti funzionari, nella tappa del loro viaggio che li porterà anche in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi. "Abbiamo discusso della questione del confine, dei pericoli della droga, delle armi e del terrorismo, e dei tentativi di Daesh di ristabilire una presenza", ha detto Safadi usando l'acronimo arabo per riferirsi all'Isis. "Lavoreremo insieme per affrontare queste sfide condivise", ha proseguito, sottolineando l'istituzione di comitati congiunti su energia, salute, commercio e risorse idriche.
Idf: soldato israeliano ucciso in battaglia nel nord di Gaza
Il sergente dell'esercito israeliano Ido Samiach, 20 anni, è stato ucciso in battaglia mentre combatteva nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha annunciato l'Idf. In mattinata l'esercito aveva annunciato la morte di due ufficiali sempre nel nord dell'enclave.
Quarto incontro inter-palestinese oggi al Cairo su Gaza
Riprenderanno oggi al Cairo incontri fra Hamas e Fatah "per concordare i meccanismi di gestione della Striscia di Gaza dopo la guerra": lo scrive il sito della tv al-Hadath citando proprie fonti e premettendo che "si accumulano segnali positivi sul fatto che un accordo tra Hamas e Israele sia vicino per un cessate il fuoco a Gaza e uno scambio di prigionieri". L'emittente legata alla tv panaraba al-Arabiya ricorda che "è la 4/a volta che le due delegazioni palestinesi s'incontrano nella capitale egiziana, dopo aver fallito nel raggiungere un accordo su una formula per gestire la Striscia di Gaza". "Le fonti hanno rivelato che la delegazione di Fatah ha chiesto di avere la maggiore quota nella selezione dei 15 membri che gestiranno la Striscia di Gaza", scrive ancora al-Hadath. Viene inoltre "sottolineato che sono in corso pressioni arabe per concordare un comitato (...) indipendente formato da Fatah e Hamas, tale da essere accettato dalle parti internazionali per gestire la situazione, fornire aiuti e occuparsi della ricostruzione".
Hamas: "Azioni legali contro Blinken per crimini di guerra"
L'alto funzionario di Hamas Osama Hamdan ha annunciato in una conferenza stampa in Algeria azioni legali contro il segretario di Stato americano Antony Blinken per il suo ruolo nella guerra a Gaza: "La sua complicità nei crimini contro il nostro popolo sarà perseguita legalmente", ha minacciato. Nel fine settimana parlando con il New York Times, Blinken ha attribuito direttamente ad Hamas la colpa per il mancato raggiungimento di un accordo sul rilascio degli ostaggi. "Quello che abbiamo visto ripetutamente è che Hamas non vuole concludere un accordo", ha detto Blinken.
Cecilia Sala, Renzi: "Fare accordi per portarla a casa"
"Parliamoci chiaro sulla vicenda di Cecilia Sala: è ostaggio di un regime di cui penso tutto il male possibile ma quando c'è di mezzo la vita di una cittadina italiana si fanno gli accordi con chiunque. Quando c'è di mezzo una giornalista ancora di più". Lo ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
Netanyahu convoca gabinetto di sicurezza su ostaggi e Libano
Secondo indiscrezioni, il primo ministro Benyamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di sicurezza per discutere delle minacce che Israele sta affrontando. L'incontro, programmato in anticipo e non in risposta a sviluppi dell'ultimo minuto, si concentrerà sulla questione degli ostaggi a Gaza, la Siria, del terrorismo in Cisgiordania, degli Houthi e del precario cessate il fuoco in Libano.
Qatar: "Le trattative per la tregua a Gaza proseguono a livello tecnico"
Proseguono a livello tecnico in Qatar le trattative tra Israele e Hamas per una tregua a Gaza. Ne ha dato conferma il portavoce del ministero degli Esteri di Doha, Majed al Ansari. "Le riunioni fra le due parti continuano", ha spiegato, ma non al momento con delegazioni "di piu' alto livello". Il Qatar è impegnato da più di un anno in una mediazione, insieme con Egitto e Stati Uniti, per arrivare a un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi israeliani prigionieri a Gaza dal 7 ottobre 2023. A novembre, a fronte di un prolungato stallo e accuse reciproche fra le parti, Doha aveva fatto un passo indietro, per poi riaprire il tavolo dei negoziati in dicembre per il rinnovato slancio seguito all'elezione dei Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. I colloqui indiretti fra le parti a Doha sono ricominciati lo scorso fine settimana. "Vi sono ancora molte questione in discussione", ha riferito al Ansari senza entrare nel dettaglio "per proteggere le trattative".
Siria, Wsj: "Gran parte delle forze iraniane si è ritirata dopo la caduta Assad"
Gran parte delle forze iraniane si è ritirata dalla Siria a seguito del crollo a dicembre del regime di Bashar al-Assad, arrecando un duro colpo alla strategia di Teheran in Medio Oriente. Lo hanno indicato funzionari statunitensi, europei e arabi citati dal Wall Street Journal, secondo cui ciò segna la fine di uno sforzo durato anni che aveva portato la Siria a diventare il fulcro della strategia regionale di Teheran basata sull'utilizzo di milizie e regimi alleati per diffondere la sua influenza ed attaccare gli interessi di Stati Uniti ed Israele.
La presenza della Repubblica islamica in Siria si era fatta sempre più consistente dal 2011 in avanti, quando gli ayatollah spesero miliardi e inviarono migliaia di militari e miliziani per sostenere Assad. Il Paese arabo divenne in poco tempo il principale alleato statale dell'Iran in Medio Oriente e un ponte cruciale per rifornire di armi Hezbollah, la milizia più potente di quello che Teheran definisce l' "Asse della Resistenza".
L'Iran ha iniziato a ritirare i suoi miliziani durante il crollo del regime avvenuto a seguito di un'offensiva lanciata da gruppi armati guidati da Hayat Tahrir al-Sham (Hts). La maggior parte delle milizie di stanza nella Siria orientale, inclusi combattenti afghani, iracheni, libanesi e siriani, sono fuggiti ad al-Qaim, una città di confine sul lato iracheno, mentre i combattenti di Hezbollah nell'ovest del Paese hanno fatto ritorno in Libano. Alcuni degli iraniani a Damasco sono volati a Teheran. Tra questi - ha precisato un alto funzionario statunitense - anche i membri della Forza Quds, corpo di elite dei pasdaran.
Miliziano: "Hamas usa l'ospedale di Kamal Adwan di Gaza come rifugio sicuro"
"Hamas usa l'ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, come rifugio sicuro perché l'esercito israeliano non può colpirlo direttamente": lo afferma durante un interrogatorio ripreso in video e pubblicato dall'Idf il miliziano di Hamas Anas Mohammad Faiz a-Sharif arrestato a dicembre dall'esercito nella struttura medica. "Hamas pensa che l'ospedale sia un rifugio sicuro, perché l'esercito non può colpirlo direttamente", dice Faiz a-Sharif, "i miliziani trasportano le armi da e verso l'ospedale e partono dal centro medico di notte per svolgere operazioni di sorveglianza e pattugliamento. Dall'ospedale vengono distribuite granate e mortai per attaccare i carri armati, per tendere imboscate e per i tunnel". Il terrorista racconta di aver lavorato nell'ospedale come custode ma di essere anche membro della forza d'élite Nukhba di Hamas. Secondo l'esercito, oltre 240 membri di Hamas e della Jihad islamica sono stati arrestati dalle truppe nell'ospedale Kamal Adwan durante un'operazione condotta il mese scorso. L'Idf afferma che i miliziani interrogati dall'Unità 504 dall'intelligence militare hanno finora fornito "molte informazioni".
I garanti del cessate il fuoco in Libano valutano piani militari
I membri del Meccanismo di attuazione del cessate il fuoco in Libano hanno valutato insieme tutti i "piani tecnici militari" per il "ritiro graduale" dell'esercito israeliano dal sud del Paese, come previsto nell'accordo di cessate il fuoco concordato il 27 novembre. Secondo una dichiarazione congiunta delle ambasciate di Stati Uniti, Francia e della missione di pace dell'Onu nel Libano meridionale (Unifil), i rappresentanti di questo meccanismo - composto anche dagli eserciti israeliano e libanese - si sono incontrati il giorno prima nella città di Naqoura (sud). Il gruppo ha discusso del ritiro delle truppe israeliane da tutto il sud del fiume Litani, il cui corso si estende fino a circa 29 chilometri a nord del confine con Israele, nonchè dello spiegamento delle forze armate libanesi da sud-ovest a sud-est. "Le forze armate libanesi si stanno preparando a realizzare questa operazione da un mese, rimuovendo più di 10 mila pezzi di ordigni inesplosi, con il sostegno dell'Unifil, che altrimenti impedirebbero lo spiegamento sicuro delle truppe", si legge nella nota. Di fatto questa operazione ha preso il via ieri, quando le unità dell'esercito israeliano hanno iniziato a ritirarsi a sud della Linea Blu, la linea di demarcazione tra Israele e Libano. "Le Forze Armate libanesi sono l'unica istituzione per la difesa e la sicurezza del Libano, e il meccanismo sta lavorando a stretto contatto con i leader delle Forze Armate libanesi per sostenere le loro azioni", recita la dichiarazione congiunta, senza fornire ulteriori dettagli. Ieri il mediatore americano Amos Hochstein ha detto da Beirut che le truppe israeliane rimaste nel sud del Libano si ritireranno finchè non saranno "completamente fuori" dal territorio libanese, pur riconoscendo che questo processo "non e' facile". Ciò avviene nel rispetto dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e il gruppo sciita Hezbollah, entrato in vigore il 27 novembre, che prevede un periodo di 60 giorni a partire da quella data per il ritiro delle truppe israeliane che avevano partecipato all'invasione del sud del Libano.
Qatar: "In corso incontri tecnici sulla tregua a Gaza"
I colloqui per consolidare una tregua a Gaza tra Israele e Hamas sono in corso, con "incontri tecnici" tra le parti, ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri del Qatar. "Gli incontri tecnici sono ancora in corso tra le due parti", ha dichiarato il portavoce Majed al-Ansari, riferendosi agli incontri con funzionari di basso livello sui dettagli di un accordo. "Al momento non sono in corso incontri principali", ha aggiunto.
Tajani convoca riunione "Quint" a Roma su Siria e Iran con Blinken
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani organizzerà giovedì a Roma una riunione del 'Quint' sul Medio Oriente, con particolare riferimento alla situazione in Siria e Iran, alla quale sarà presente anche il segretario di Stato americano Antony Blinken. Lo confermano fonti della Farnesina all'Adnkronos, dopo che il dipartimento di Stato ha annunciato che Blinken sarà in Italia per accompagnare il presidente Joe Biden nella sua visita a Roma e in Vaticano.
Con l'occasione, Tajani ha invitato al vertice i suoi colleghi del “Quint” (oltre a Italia e Stati Uniti, anche Francia, Germania e Regno Unito) e l'Alto rappresentante per la politica estera europea Kaja Kallas. Confermata finora la presenza anche del ministro degli Esteri francese Jean Noel Barrot. L’Italia, che a fine novembre ha inviato un nuovo rappresentante diplomatico a Damasco, ha avviato un esame per rivedere la sua politica di sanzioni contro la Siria, sanzioni che vengono decise a livello Ue. A breve lo stesso Tajani dovrebbe avere contatti diretti con le autorità ad interim siriane.
Nel corso della riunione, che si terrà nella serata del 9 a Villa Madama, il ministro affronterà con i Paesi amici anche lo stato delle relazioni con l'Iran, in particolare anche alla luce dell'arresto di Cecilia Sala. (segue) Secondo quanto si legge in una nota del dipartimento di Stato, Blinken - reduce da una missione a Seul, Tokyo e Parigi - a Roma incontrerà i colleghi europei per discutere il sostegno a "una transizione politica pacifica, inclusiva e guidata dai siriani". Poi, il 10 e 11 gennaio si unirà a Biden per gli incontri con il Papa e con Sergio Mattarella e Giorgia Meloni.
Teheran: "L'arresto di Sala non è una ritorsione per Abedini"
L'arresto di Cecilia Sala non è "una ritorsione" dell'Iran per l'arresto del cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi da parte dell'Italia su mandato Usa. Lo ha affermato la portavoce del governo di Teheran Fatemeh Mohajerani. "L'arresto di Sala non è correlato ad alcuna altra questione", ha dichiarato Mohajerani citata da Isna. "Spero che il suo problema venga risolto".