Guerra Israele e Siria, negoziati su ostaggi: colloqui Israele in Qatar

Secondo quanto spiegato da funzionari israeliani a condizione di anonimato si tratta di un tentativo dell'ultimo minuto di raggiungere una svolta nei negoziati sul cessate il fuoco a Gaza prima che il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump presti giuramento il 20 gennaio. È salito a 63 il bilancio delle vittime nell'ondata di raid israeliani di ieri a Gaza. È emergenza sanitaria nella Striscia con sette neonati morti per il freddo in una settimana

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Netanyahu autorizza invio negoziatori a Doha per i colloqui

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha autorizzato l'invio di una nuova delegazione israeliana ai colloqui sugli ostaggi in Qatar. "Netanyahu ha autorizzato una delegazione di livello operativo del Mossad, Shin Bet e Idf a continuare i negoziati a Doha", secondo una dichiarazione dell'ufficio di Netanyahu rilanciata dal Times of Israel. Negli ultimi giorni i funzionari israeliani avevano espresso pessimismo per via dello stallo nei colloqui a causa del rifiuto di Hamas di pubblicare un elenco di nomi di ostaggi vivi da rilasciare, mentre oggi alcuni funzionari di Hamas avevano mostrato ottimismo sui negoziati. 

Tre simpatizzanti dell'Isis incriminati negli Usa dall'autunno

Il dipartimento di Giustizia ha incriminato almeno tre simpatizzanti dell'Isis negli Stati Uniti dallo scorso autunno. Lo riferisce la Cnn.   Secondo i dati raccolti dal National Counterterrorism Innovation, Technology, and Education Center, negli ultimi dieci anni più di 250 persone sono state accusate nei tribunali americani di attività legate allo Stato islamico. Tra questi c'è Anas Said, un libanese-americano che vive nella stessa zona nella quale viveva dal 2020 l'attentatore di New Orleans ma al momento non sono statti dimostrati contatti. L'Fbi lo ha interrogato diverse volte dal 2017, quando aveva cominciato a manifestare simpatie per l'Isis e l'anno scorso Facebook lo aveva segnalato per una serie di post pro-Stato islamico. 

Jihad islamica, "ostaggio israeliano ha tentato il suicidio"

Un ostaggio israeliano trattenuto nella Striscia di Gaza dalla Jihad islamica ha cercato di togliersi la vita. Lo ha dichiarato in un video su Telegram Abu Hamza, portavoce del braccio armato della Jihad islamica, le Brigate al-Quds, senza fornire indicazioni sull'identità dell'ostaggio. Un medico della Jihad Islamica è intervenuto e gli ha salvato la vita, ha aggiunto Abu Hamza, senza però indicare quali siano ora le sue condizioni di salute. Abu Hamza ha poi aggiunto che l'ostaggio ha tentato il suicidio a causa del suo stato psicologico e ha accusato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di aver posto nuove condizioni che ''ritardano e rischiano di far fallire'' l'accordo che permetterebbe il rilascio degli ostaggi.

Raid Idf in ospedale Kamal Adwan, oggi riunione Consiglio sicurezza Onu

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite terrà oggi alle 10 ora di New York una riunione di emergenza, su richiesta dell'Algeria, in merito all'attacco israeliano all'ospedale Kamal Adwan, nel nord della Striscia di Gaza. Israele ha affermato di aver preso di mira l'ospedale dopo che i miliziani di Hamas hanno ripreso a operare all'interno e attorno alla struttura. Nel raid è stato anche arrestato il direttore dell'ospedale, Hussam Abu Safia, che secondo Israele è un sospetto terrorista e per la cui liberazione si susseguono appelli.

Negoziati su ostaggi, delegazione Israele oggi in Qatar

La delegazione israeliana incaricata di negoziare un accordo sugli ostaggi a Gaza sarà oggi a Doha, in Qatar. Lo scrive il sito di Haaretz. Della delegazione israeliana faranno parte rappresentanti del Mossad, dello Shin Bet e dell'Idf, le Forze di difesa israeliane. Secondo quanto spiegato da funzionari israeliani a condizione di anonimato si tratta di un tentativo dell'ultimo minuto di raggiungere una svolta nei negoziati sugli ostaggi e sul cessate il fuoco a Gaza prima che il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump presti giuramento il 20 gennaio.

Cecilia Sala, dalle inchieste in Afghanistan all'arresto in Iran

La giornalista romana, classe 1995,  è stata arrestata dalle autorità   iraniane lo scorso 19 dicembre. Da  quel giorno si trova nel carcere di   Evin. Le accuse a suo carico non  sono ancora state formalizzate. Si   trovava nel Paese per lavorare a  nuove puntate del suo podcast  "Stories"  (Chora Media). Dagli studi  alla Bocconi di Milano al successo  come  inviata e reporter, ecco chi è. IL RITRATTO

Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese

Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello  Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è  stato a lungo - dal  1992 - Hassan Nasrallah, che ha guidato  il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è  stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L'ANALISI

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023  lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche  tentativo è stato  fatto. L'APPROFONDIMENTO

Iran, l’arresto di Cecilia Sala è un caso di diplomazia degli ostaggi? Cosa sappiamo

La pratica consiste nell’arresto  arbitrario (o comunque con motivi deboli) di cittadini stranieri da  parte dell’Iran, per poi utilizzarli come leva per ottenere favori da  parte degli Stati di nazionalità dei fermati oppure per arrivare alla  liberazione di detenuti iraniani all’estero. LEGGI L'APPROFONDIMENTO

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