Guerra Israele e Siria, Hamas: "I colloqui sulla tregua a Gaza sono seri e positivi"

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha affermato che l'accordo a Gaza è "vicino". Per il ministro della difesa israeliano Katz lo Stato ebraico avrà mano libera nella Striscia dopo la sconfitta di Hamas. Torna a parlare Bashar al Assad. L'ex presidente siriano afferma che la sua fuga in Russia non è stata premeditata, ma richiesta da Mosca

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Il ministro della difesa israeliano Katz sottolinea che lo Stato ebraico avrà mano libera a Gaza dopo la sconfitta di Hamas.  Continuano intanto i colloqui per la liberazione degli ostaggi ancora in mano all'organizzazione palestinese. 

Torna a parlare Bashar al Assad. L'ex presidente siriano afferma che la sua fuga in Russia non è stata premeditata, ma richiesta da Mosca: "La mia partenza dalla Siria non era pianificata e non è avvenuta durante le ultime ore della battaglia, contrariamente ad alcune accuse"


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Alture del Golan, cosa sono e perché Israele ha occupato la zona cuscinetto

L'8 dicembre le forze di terra israeliane hanno attraversato la zona demilitarizzata che si trova al confine tra Israele e Siria e sono entrate nel Paese per la prima volta dalla guerra dello Yom Kippur del 1973 e dei seguenti accordi del 1974. Il dispiegamento è avvenuto nel mezzo dell'avanzata dei ribelli jihadisti che hanno conquistato Damasco e costretto il presidente siriano Assad a fuggire. Così ora una grande bandiera dello Stato ebraico sventola sul versante siriano del monte Hermon, al confine tra i due Paesi, segnalando simbolicamente una svolta storica. Ma cosa significa questa mossa? E che risvolti può avere? LEGGI QUI

Netanyahu smentisce Haaretz, no a Stato Palestina

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha risposto a un articolo di Haaretz affermando che l'affermazione secondo cui Israele si sarebbe impegnato a consentire un percorso verso la creazione di uno Stato palestinese è "assolutamente falsa".

Cos'è l'Idf, come sono organizzate e come funzionano le Forze armate israeliane

Create nel 1948, ogg contano su 170mila soldati effettivi, grazie alla coscrizione obbligatoria di tre anni per gli uomini e di due per le donne. Dispongono, inoltre, di 3.500 carri armati. L'APPROFONDIMENTO

Fonti, 'capo della Cia Burns a Doha per facilitare l'accordo'

Il direttore della Cia, Bill Burns domani sarà a Doha, dove incontrerà il primo ministro del Qatar, Abdulrahman Al Thani: un passo per facilitare l'accordo sulla tregua a Gaza e gli ostaggi, cercando di sciogliere gli ultimi nodi. Lo riferisce la Reuters, riportata da Times of Israele, citando fonti vicine ai colloqui. La Cia da parte sua non ha commentato.

Medio Oriente, chi sono i leader eliminati da Israele in un anno di guerra

Yahya Sinwar, capo politico di Hamas, è stato ucciso il 16 ottobre dall'Idf. Ma i leader di peso “eliminati” da Israele nell’ultimo periodo, durante la campagna militare che va avanti da oltre un anno nella Striscia di Gaza, sono diversi. Un martellamento che ha preso di mira Hamas, ma anche altri gruppi legati a Teheran, come Hezbollah in Libano o le milizie delle Guardie rivoluzionarie iraniane. LE FOTO

Iron dome, cos'è e come funziona il sistema anti missile israeliano

Si tratta di un sistema di difesa terrestre che intercetta razzi e colpi di mortaio a corto raggio. Di solito viene utilizzato dalle forze israeliane per fermare i missili lanciati dai miliziani di Hamas. Inaugurato nel 2011, è composto da diverse batterie che compongono questa "Cupola di ferro" sparse sul territorio israeliano: ciascuna è dotata di un radar che rileva i razzi in arrivo. Insieme alla Fionda di David e ad Arrow, completa la triade di difesa di Israele. L'APPROFONDIMENTO

Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese

Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo - dal 1992 - Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L'ANALISI

Media: "Accordo Israele-Hamas non è vicino"

Ci sono ancora "distanze" tra Israele e Hamas nel negoziato che dovrebbe portare a un accordo sul rilascio degli ostaggi ed il cessate il fuoco a Gaza. Lo ha riferito il giornalista Barak Ravid sul sito di notizie Walla, citando tre alti funzionari israeliani secondo cui un'intesa non è prevista nell'immediato. Malgrado oggi Hamas abbia parlato di "colloqui positivi" a Doha, mediati dal Qatar e dall'Egitto, un alto funzionario israeliano ha spiegato che il negoziato è bloccato dalla posizione dei leader della fazione palestinese, secondo i quali un accordo dovrebbe portare alla fine della guerra. "Le distanze sono ancora significative. Ci sono cose che i team negoziali possono risolvere e questo è ciò che stanno cercando di fare ora in Qatar. In ogni caso, c'è ancora molta strada da fare", ha aggiunto.
Un secondo alto funzionario israeliano ha confermato che "ci sono ancora molti dettagli da definire", rilevando che Hamas non ha ancora dato una risposta ufficiale all'offerta che Israele ha presentato circa tre settimane fa e sottolineando che "un accordo non è dietro l'angolo".
Un terzo alto funzionario israeliano a conoscenza dei dettagli dei negoziati ha sottolineato che le dichiarazioni ottimistiche rilasciate dai ministri del governo israeliano negli ultimi giorni, come il ministro della Difesa Israel Katz, sono esagerate. "Non aiutano i negoziati" e anzi "fuorviano l'opinione pubblica e creano illusioni", ha scandito.

Usa: estesa tregua tra militanti pro turchi e curdi siriani

È stata estesa la tregua tra combattenti filo-turchi e curdi siriani nella zona di Manbij: lo ha detto il portavoce del dipartimento di stato usa Matthew Miller.

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. L'APPROFONDIMENTO

Ong: 100mila corpi in fossa comune vicino Damasco

Netanyahu: "Resteremo sul monte Hermon fino a nuovo accordo"

Parlando dal versante siriano del Monte Hermon, il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha dichiarato che Israele rimarrà sull'altura "finché non verrà trovato un altro accordo che garantisca la sicurezza di Israele". Lo riporta il Times of Israel. "Ero qui 53 anni fa con i miei soldati in una pattuglia Sayeret Matkal", ha detto, dicendo di pensarci con nostalgia. "Il posto non è cambiato, è lo stesso, ma la sua importanza per la sicurezza di Israele si è rafforzata negli ultimi anni, e specialmente nelle ultime settimane con i drammatici eventi che si stanno verificando qui sotto di noi, in Siria. Concluderemo l'accordo migliore che garantisca la nostra sicurezza", ha aggiunto.

Media: Netanyahu non al Cairo,in visita al Monte Hermon

Una "fonte egiziana informata" ha dichiarato all'emittente egiziana Al Qahera che le notizie secondo cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è in viaggio per il Cairo non sono vere. Lo riportano i media israeliani.

Usa: "Vicini all'accordo a Gaza, ma cauto ottimismo"

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha affermato che l'accordo a Gaza è "vicino". "Crediamo - e gli israeliani lo hanno detto - che ci stiamo avvicinando ma siamo anche cauti nel nostro ottimismo", ha detto il funzionario in un'intervista a Fox News. "Siamo già stati in questa posizione e non siamo riusciti ad arrivare al traguardo", ha precisato.

Hamas: "I colloqui sulla tregua sono seri e positivi"

Hamas ha dichiarato che i colloqui sulla tregua che sono in corso a Doha, in Qatar, sono "seri e positivi".

Ong: 100mila corpi in una fossa comune vicino Damasco

Una fossa comune con almeno 100mila corpi di persone uccise dal regime del deposto presidente Bashar al-Assad sarebbe stata trovata fuori Damasco. Lo afferma il capo dell'ong Syrian Emergency Task Force, Mouaz Moustafa, ripreso da Al Jazeera. Mouaz Moustafa ha affermato che il sito di al-Qutayfah, 40 km a nord della capitale siriana, era una delle cinque fosse comuni da lui identificate nel corso degli anni. "Centomila è la stima più prudente del numero di corpi sepolti nel sito - ha detto Moustafa - È una stima molto, molto estremamente prudente".

Idf, un secondo militare morto nel crollo di un palazzo a Rafah

L'Idf rende noto il nome del secondo soldato ucciso ieri nel crollo di un edificio a Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale. Lo riporta il Times of Israel. Il sergente Alexander Anosov, 26 anni, era comandante di squadra del 7107° battaglione del Corpo di ingegneria da combattimento. 

Meloni: "Nessun appoggio Italia a regime Assad, rivendico apertura ambasciata"

"Qualcosa vuol dire se in una nota, a firma di uno dei leader della rivolta contro il presidente Assad, l'Italia è il solo Stato occidentale espressamente menzionato positivamente, unitamente ad alcuni Paesi del Golfo, per la ripresa dell'attività diplomatica a Damasco. In teoria dovrebbe confermare che non c'è stato da parte dei nostri servizi di intelligence, né da parte del governo, tramite i servizi di intelligence, nessun appoggio al precedente regime siriano". Così Giorgia Meloni, in replica alla Camera. "Anche il fatto di tenere e lo rivendico un'ambasciata aperta a a Damasco, non è un riconoscimento del regime", sottolinea: "tra l'altro immagino che voi sappiate che il nostro ambasciatore non ha mai presentato le credenziali".

Khamenei: "Israele sarà sradicato, resistenza non è finita"

Israele vuole "circondare" gli Hezbollah libanesi "dalla Siria". E' quanto afferma la Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, secondo il quale Israele "si prepara per accerchiare e sradicare le forze di Hezbollah attraverso la Siria, ma sarà Israele a essere sradicato". "I nemici si sbagliano di grosso" se pensano che la situazione in Medio Oriente sia "la fine della resistenza", ha incalzato.

Nel discorso, a Teheran, non è mancato un riferimento a Hasan Nasrallah e Yahya Sinwar, i leader di Hezbollah e Hamas uccisi nei mesi scorsi. "Il loro spirito resta vivo", ha detto Khamenei. "Gaza viene attaccata e che ci sono martiri ogni giorno - ha aggiunto -  Continuano a resistere, senza dubbio. Il Libano resiste".

Wp, Hamas accetta nuova proposta per una tregua di 60 giorni

Una nuova proposta per una pausa di 60 giorni negli scontri e lo scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi sarebbe stata accettata da Hamas, che avrebbe ceduto alle sue richieste di una fine della guerra e del ritiro completo delle forze israeliane da Gaza: lo ha detto un funzionario di Hamas al Washington Post. Il gruppo insiste, però, ancora affinché ai palestinesi sfollati sia consentito di tornare nella parte settentrionale di Gaza, ha detto il funzionario. 

Ong: "Fossa comune con resti di 100mila corpi vicino a Damasco"

Una fossa comune che potrebbe contenere i resti di oltre 100mila corpi è stata rinvenuta a 40 chilometri a nord di Damasco, nella località di al-Qutayfah. Lo riporta l'emittente al-Jazeera citando la stima fatta sul posto da Mouaz Moustafa, capo dell'organizzazione non governativa Syrian Emergency Task Force con sede negli Stati Uniti. Questa fossa comune si aggiunge ad altre 12 trovate a sud della Siria. In una di queste, scrive al-Jazeera, 22 corpi, tra cui quelli di donne e bambini, presentavano segni di torture e di un'esecuzione. "Queste fosse comuni custodiscono i segreti di 54 anni di dispotismo, torture e dittatura - ha detto Vall -. Questo è solo l'inizio".

Il deposto Bashar al-Assad e suo padre Hafez, che era stato presidente della Siria fino alla sua morte nel 2000, sono accusati di aver ucciso centinaia di migliaia di persone con esecuzioni extragiudiziali. Ugur Umit Ungor, professore di studi sul genocidio all'Università di Amsterdam, ha dichiarato ad al Jazeera che la scoperta della "fossa comune centralizzata" ad al-Qutayfah è "una prova della macchina di morte del regime di Assad".

Meloni: "Mai ritirato soldati Unifil, sapevamo sarebbero stati centrali"

"Il raggiungimento di una tregua in Libano è un importante passo in avanti sul quale il governo italiano è stato costantemente impegnato. L'Italia, come ho avuto modo di confermare anche sabato scorso al primo ministro libanese Mikati, farà la sua parte per contribuire al monitoraggio del rispetto dell'accordo" volto a "garantire piena sovranità al Libano". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, intervenendo alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 19 dicembre. 

La presidente del Consiglio si è dunque soffermata sull'operato dei "nostri soldati presenti nella missione Unifil e che questo governo non ha mai voluto ritirare proprio perché era consapevole che sarebbero stati fondamentali una volta cessate le ostilità. E consentitemi in quest'Aula di inviare, a nome di tutta la nazione, un ringraziamento sentito alle donne e agli uomini delle nostre forze armate in Libano che, così come hanno sempre fatto e fanno in tutto il mondo, sono rimasti al loro posto con coraggio e senso del dovere al servizio della nazione e della pace. Un impegno molto forte quindi dell'Italia a favore della stabilità, della sovranità libanese. Ma è ovvio che anche l'Unione Europea può e deve contribuire al nuovo equilibrio nel paese dei cedri e sono soddisfatta del fatto che, anche su impulso italiano, l'Unione Europea abbia a sua volta cominciato a sostenere le forze armate libanesi con un primo contributo di 15 milioni di euro che è stato deliberato lo scorso settembre".

Media di Damasco: "Truppe israeliane avanzano nel Golan"

Le truppe israeliane hanno operato in diversi villaggi siriani oltre la zona cuscinetto. Lo riferiscono i media siriani, secondo cui i soldati dell'IDF sono entrati nel villaggio di Ma'ariya, poche centinaia di metri a est della zona cuscinetto nelle alture meridionali del Golan, e hanno interrogato la gente del posto. Il canale Daraa 24 ha riferito che i carri armati sono entrati nella città di Saidah, anch'essa ai margini della zona cuscinetto. Non ci sono commenti immediati da parte dell'IDF che si limita a ribadire che il suo dispiegamento nella zona cuscinetto e nelle posizioni strategiche nell'area è una misura difensiva e temporanea nel contesto della situazione in Siria. 

Erdogan a von der Leyen: "Aumentare la pressione su Netanyahu"

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha chiesto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di intensificare la pressione sul governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu. "E' arrivato il momento che l'Europa aumenti la pressione su Netanyahu. Quello che va avanti è un massacro cui bisogna porre fine. L'Europa è chiamata a fare la propria parte e spingere per un cessate il fuoco e perchè gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione civile", ha detto Erdogan in conferenza stampa con von der Leyen. 

Erdogan: "Aspettiamo da Ue fondi per rimpatriare i siriani"

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che la Turchia si aspetta un sostegno economico dall'Unione europea (Ue) per rimpatriare i profughi siriani che vivono nel Paese, circa 3 milioni di persone. "Ci aspettiamo un simile sostegno dall'Ue in modo tale che il ritorno dei siriani nel loro Paese diventi una realtà", ha detto Erdogan, citando i fondi dati da Bruxelles ad Ankara negli anni scorsi per la gestione dei profughi, durante una conferenza stampa congiunta con la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, nella capitale turca, trasmessa dalla tv di Stato Trt.

Erdogan

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Berlino invia diplomatici a Damasco per contatti con Hts

Una delegazione di diplomatici tedeschi è stata inviata oggi a Damasco, per entrare in contatto diretto con il governo di transizione istituito dai ribelli vincitori. I primi colloqui con l'Hts si terranno martedì nella capitale siriana, secondo quanto riferito da un portavoce del Ministero degli Esteri alla Dpa. La delegazione tedesca deve anche esplorare la possibilità di una presenza diplomatica a Damasco, secondo il portavoce. Sono previsti anche incontri con la società civile siriana e con i rappresentanti delle comunità cristiane. Della delegazione fa parte anche un rappresentante del Ministero dello Sviluppo tedesco. 

Onu, entro giugno un milione di rifugiati tornerà in Siria

Un milione di rifugiati siriani potrebbero rientrare in Siria nella prima metà del 2025, ovvero entro giugno del prossimo anno. E' la stima dell'Unhcr, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati, dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.

"Abbiamo previsto che tra gennaio e giugno del prossimo anno circa un milione di siriani faranno ritorno", ha dichiarato Rema Jamous Imseis, direttrice per il Medio Oriente e il Nord Africa dell'Unhcr, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra.

Kallas: "L'Ue pronta a riaprire la sua ambasciata a Damasco"

"Siamo pronti a riaprire la nostra delegazione, l'ambasciata Ue, a Damasco. Vogliamo che sia di nuovo pienamente operativa". Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, in chiusura del dibattito sulla Siria alla plenaria del Parlamento europeo. "Ho chiesto al nostro capo delegazione di andare a Damasco ieri per avere primi contatti costruttivi con la nuova leadership e vari altri gruppi", ha aggiunto. 

Ministero della Sanità di Hamas, i morti a Gaza sono 45.059

Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 45.059, di cui 31 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 107.041, secondo la stessa fonte. 

Gaza

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Jolani: "La Siria non sarà base per attacchi contro Israele"

La Siria "non verrà utilizzata" come base per attacchi contro Israele o qualsiasi altro Stato. Lo ha detto Abu Mohammad al-Jolani, il capo della coalizione islamista che ha preso il potere a Damasco, in un'intervista al britannico Times. Allo stesso tempo il leader ha sottolineato che lo Stato ebraico deve porre fine agli attacchi aerei in Siria e ritirarsi dal territorio occupato nel Golan siriano dopo la caduta di Bashar al-Assad. "La giustificazione di Israele era la presenza di Hezbollah e delle milizie iraniane, e quella giustificazione è venuta meno", ha aggiunto. 

Khamenei: "La resistenza non è morta, Israele sarà sradicato"

La Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, ha ribadito che Israele "sara' sradicato" nel suo tentativo di porre fine al gruppo sciita libanese Hezbollah attraverso la Siria. "Il regime sionista si sta preparando a circondare e sradicare le forze di Hezbollah in tutta la Siria, secondo la loro immaginazione", ha detto Khamenei in un incontro a Teheran con le donne in occasione dell'anniversario della nascita della figlia del profeta Maometto, che verrà celebrata i prossimi giorni. "Ma quello che sarà sradicato è Israele", ha assicurato la massima autorita' politica e religiosa dell'Iran, ribadendo una minaccia espressa anche in altre occasioni. Khamenei ha anche insistito sul fatto che Israele e gli Stati Uniti hanno "sbagliato" nel pensare che il cosiddetto Asse della resistenza "si sia concluso" con la caduta della Siria, uno degli alleati regionali di Teheran. "L'anima di Hassan Nasrallah (il defunto leader di Hezbollah) è viva. Lo spirito di Sinwar (il defunto leader di Hamas) e' vivo" ha aggiunto l'ayatollah. Il cosiddetto Asse della resistenza è l'alleanza informale anti-israeliana guidata dall'Iran e composta dai palestinesi di Hamas, dai libanesi di Hezbollah, dagli Houthi dello Yemen e da una miriade di milizie in Iraq e fino alla Siria di Assad. Questa alleanza aveva già subito duri colpi dall'inizio della guerra di Israele a Gaza, come l'assassinio del leader politico di Hamas Haniyeh o di Nasrallah. La Siria di Assad aveva  svolto un ruolo importante perchè ha dato all'Iran l'accesso terrestre a Hezbollah.

Funzionari: "Usa preoccupati, la Turchia sembra pronta ad una incursione in Siria"

Alti funzionari statunitensi affermano che la Turchia e le milizie sue alleate stanno rafforzando le loro forze lungo il confine con la Siria, sollevando l'allarme sul fatto che Ankara si stia preparando per un'incursione su larga scala nel territorio controllato dai curdi siriani sostenuti dagli americani. Lo scrive il Wall Street Journal.   Le forze includono miliziani e commando turchi in uniforme e artiglieria in gran numero, concentrati nei pressi di Kobane, una città a maggioranza curda in Siria, al confine settentrionale con la Turchia, hanno affermato i funzionari. Un'operazione transfrontaliera turca potrebbe essere imminente, ha affermato uno dei funzionari statunitensi. 

Siria, Meloni: "Sì ai rientri volontari, sicuri, dignitosi dei rifugiati"

"Negli scorsi mesi molti rifugiati hanno fatto ritorno in Siria. Si è trattato di movimenti che non erano determinati dalla volontà di rientrare in patria, ma dalla necessità di sfuggire agli scontri in Libano. Dopo la caduta di Assad, abbiamo assistito a ulteriori movimenti di ritorno. L'Italia, come sapete, è da tempo impegnata per favorire i ritorni che siano volontari, sicuri, dignitosi, sostenibili e intende continuare a lavorare in questa direzione con i partner europei e con le agenzie dell'Onu, prima fra prima fra tutte Unhcr che è in prima linea sul dossier e lo auspico con le nuove autorità di Damasco". Così la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni alla Camera in vista del prossimo Consiglio europeo.    Meloni ha quindi aggiunto che "la recente visita della presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, e l'annuncio della prossima conclusione di un'intesa strategica tra l'Unione europea e la Giordania vanno anche in questa direzione. Una direzione che è stata promossa con convinzione da parte italiana". 

Meloni

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Mo: presidente Iran giovedì in Egitto per summit D-8

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian si recherà giovedì in Egitto per partecipare al summit del D-8, l'organizzazione per la cooperazione allo sviluppo tra gli otto Paesi musulmani più sviluppati. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmaeil Baghaei. Dell'organizzazione fanno parte Bangladesh, Egitto, Indonesia, Iran, Malaysia, Nigeria, Pakistan e Turchia.

Meloni: "Pace giusta passa solo da due Stati, Europa sia protagonista della soluzione"

"La pace giusta in Medio Oriente passa solo dalla soluzione dei due Stati".  Lo ha detto Giorgia Meloni, intervenendo alla Camera per le comunicazioni in vista del consiglio europeo del 19 dicembre. "L'Autorità nazionale palestinese è l'unico interlocutore possibile, l'Europa deve giocare un ruolo da protagonista, Abbas che ho incontrato la scorsa settimana ha ringraziato l'Italia per la sua postura equilibrata", sottolinea.

Khamenei, 'la resistenza non è morta, Israele sarà sconfitto'

"L'idea dell'America, di Israele e di alcuni dei loro alleati riguardo al fatto che la resistenza è finita è completamente sbagliata". Lo ha affermato la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei. "Sarà Israele ad essere estirpato", ha aggiunto Khamenei, come riferisce Isna, in un discorso a Teheran durante un incontro pubblico con delle donne in occasione dell'anniversario della nascita della figlia del profeta Maometto, Hazrat Zahra. 

Idf, 'un maggiore morto in combattimento a Gaza'

L'esercito israeliano ha annunciato la morte di un suo soldato in un combattimento nel sud di Gaza. Si tratta del maggiore 35enne Moshiko Maxim Rozenwald, di Modi'in-Maccabim-Re'ut, comandante di compagnia del 7107mo Battaglione, Corpo di ingegneria di combattimento, Nahal Briagde, si legge in un comunicato stampa pubblicato su Telegram. 

Siria, Teheran: Ambasciata riaprirà quando "soddisfatte le necessarie condizioni"

L'ambasciata iraniana in Siria riaprirà non appena saranno soddisfatte le "necessarie condizioni". A chiarirlo - senza fornire indicazioni temporali - è stato oggi il ministero degli Esteri di Teheran. "La riapertura dell'ambasciata a Damasco richiede preparativi, il più importante dei quali consiste nel garantire la sicurezza e incolumità della sede diplomatica e del suo staff", ha affermato il portavoce Esmaeil Baqaei. L'ambasciata è stata saccheggiata dopo che lo staff ha abbandonato la sede durante l'avanzata a Damasco dei ribelli guidati da Hts. 

Baqaei ha tenuto a sottolineare che la presenza iraniana in Siria in qualità di "consulente" si basava su un invito del governo. "Non siamo mai stati in Siria per sostenere una persona, un gruppo o un partito specifici. La nostra presenza in Siria è stata fondamentale e di principio, e il nostro ritiro è stato responsabile". Baqaei ha quindi accusato Israele, che ha condotto centinaia di raid nel paese dalla caduta di Assad, di "gravi violazioni dell'integrità territoriale siriana". Il portavoce ha infine definito "una battuta" la dichiarazione dell'Alta rappresentante per la politica estera comune dell'Ue, Kaja Kallas, secondo cui Russia e Iran "non dovrebbero avere posto" nella Siria del dopo-Assad. L'epoca delle potenze straniere che "cercano di dettare (le politiche) di un'altra regione è finita", ha affermato.

Onu: "Possibili aiuti umanitari ambiziosi alla Siria"

Il capo delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari ha dichiarato oggi di essere "incoraggiato" dopo gli incontri a Damasco con i nuovi leader siriani, affermando che ci sono le "basi per un ambizioso aumento del sostegno umanitario vitale" al Paese. "Momento di cauta speranza in Siria", ha scritto Tom Fletcher su X dopo aver incontrato il leader del gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), Abu Mohammed al-Jolani. 

Siria, Francia: "Accanto a popolo durante transizione"

''La Francia si prepara a stare al fianco del popolo siriano'' durante il periodo di transizione, che si augura sia ''pacifico'', dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. Lo ha dichiarato l'inviato speciale francese in visita in Siria, Jean-Francois Guillaume, incontrando i giornalisti a Damasco. Guillaume è a capo di una delegazione francese arrivata oggi nella capitale siriana con l'obiettivo di "prendere contatto con le autorità de facto di Damasco". Lo stesso hanno fatto una delegazione britannica e una tedesca.

L'Afp ha segnalato che la bandiera francese è stata issata nell'atrio dell'ambasciata di Parigi a Damasco per la prima volta da quando la missione è stata chiusa nel 2012.

Siria, Francia "al fianco siriani", tricolore sull'ambasciata

"La Francia si prepara a essere al fianco dei siriani" durante il periodo di transizione. Lo ha detto l'inviato speciale per la Siria, Jean-Francois Guillaume. La bandiera tricolore e' stata issata questa mattina sull'ambasciata, chiusa dal 2012. La delegazione francese ha fatto sapere di essere venuta per "prendere contatto con le autorita' de facto" di Damasco. Nella capitale siriana e' presente anche una delegazione tedesca che terra' oggi i primi colloqui con i rappresentanti del governo di transizione istituito dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.

Siria, delegazione tedesca a Damasco, si valuta riapertura ambasciata (2)

''La Siria non deve diventare né un giocattolo in mano a potenze straniere, né un esperimento per le forze radicali. Sappiamo da dove viene Hts e conosciamo le sue origini nell'ideologia di al-Qaeda. Stiamo monitorando da vicino le attività di Hts e del governo ad interim nominato dal gruppo'', ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri tedesco a Bild. Il portavoce ha aggiunto che Hts ha agito ''finora con prudenza''. Tuttavia, ha proseguito, la Germania e gli altri paesi occidentali ''li valuteranno dalle loro azioni. Qualsiasi cooperazione richiede che le minoranze etniche e religiose siano protette e che i diritti delle donne siano rispettati''.

La delegazione tedesca arrivata a Damasco è guidata dal rappresentante per il Medio Oriente del ministero degli Esteri tedesco e comprende anche un rappresentante del ministero federale per la cooperazione e lo sviluppo economico. Nel frattempo anche una delegazione francese e una britannica sono arrivate nella capitale siriana per colloqui con le nuove autorità.

Siria, delegazione tedesca a Damasco, si valuta riapertura ambasciata

I diplomatici tedeschi terranno oggi a Damasco i primi colloqui con la nuova leadership siriana guidata da Hayat Tahrir al-Sham (Hts) dopo la deposizione del presidente Bashar al-Assad e con il 'ministro degli Esteri' indicato da Mohammed al-Jawlani. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri di Berlino rilanciata dalla Bild. ''Stiamo monitorando da vicino le nuove autorità siriane'', ha dichiarato un portavoce del ministro degli Esteri tedesco.

I colloqui, ha spiegato, si concentreranno sul ''processo di transizione inclusivo in Siria e la tutela delle minoranze''. Inoltre, ha aggiunto il portavoce, viene esplorata ''la possibilità di una presenza diplomatica di Berlino a Damasco''. Secondo la Bild, se i colloqui con i leader di Hts avranno successo si procederà con i preparativi per riaprire l'ambasciata tedesca a Damasco.

Siria, delegazione tedesca a colloquio con governo transizione

Una delegazione tedesca in missione in Siria terrà oggi a Damasco i primi colloqui con i rappresentanti del governo di transizione istituito dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. Lo ha riferito il ministero degli Esteri tedesco. "Si tratterà di un processo di transizione inclusivo in Siria e della protezione delle minoranze. Verranno esplorate anche le possibilità di una presenza diplomatica a Damasco", ha detto un portavoce del ministero.

Ambasciatore Israele a Roma: "Occidente prossimo bersaglio se vincessero nemici"

''Sulle prospettive per il Medio Oriente sono prudentemente ottimista. Sulle relazioni tra Israele e Italia assolutamente ottimista''. Così il nuovo ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Peled, 63 anni, ha parlato in una intervista al Corriere della Sera dell'obiettivo di ''riportare le relazioni tra Israele e Italia a prima delle stragi compiute da Hamas il 7 ottobre 2003, quando si era concentrati su nuove tecnologie, spazio, energia, acqua''. Peled ha spiegato di ''apprezzare molto la posizione avuta dal governo italiano dal 7 ottobre e la forte amicizia tra i rispettivi popoli. Adesso c’è da riprendere un forte flusso di scambi accademici, commerciali, tecnologici, politici. Per fine ottobre 2023 era previsto un incontro da noi tra i due governi. Non fu possibile tenerlo. Speriamo si possa nel 2025''.

Intanto, rispetto alla possibilità che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu possa recarsi in visita a Roma, Peled ha detto che ''al momento non ci sono inviti sul tavolo'' e sull'ipotesi che l'Italia applichi il mandato di arresto chiesto dalla Corte penale internazionale, risponde che ''è una domanda ipotetica che andrebbe posta alle autorità italiane''. Intanto, per invertire la tendenza di Israele percepito negativamente nella continuazione della guerra di Gaza, Peled suggerisce che ''innanzitutto si dovrebbe distinguere tra il diritto di Israele all’autodifesa, la guerra che il Paese combatte per l’Occidente e anche per l’Italia, e la sua leadership politica''. Insomma, ha affermato, ''non è un segreto che la nostra è una democrazia molto autocritica. Parti di Israele criticano il governo, tuttavia nessuno mette in dubbio che Israele stia facendo ciò che deve fare a Gaza e su un totale di sette fronti, dagli attacchi degli Houthi dallo Yemen a quelli di milizie irachene. Questa guerra la stiamo vincendo, però se non la vincessimo il prossimo nemico di chi ci attacca sarebbe l’Occidente''.

Siria, von der Leyen: "Prepararsi a eventuali rientri da regione"

"La caduta del regime di Assad avrà un impatto diverso su tutti i vicini della Siria e il loro ruolo sarà fondamentale nel dare forma al futuro della regione. Sono immediatamente colpiti dai movimenti dei rifugiati siriani e alcuni hanno già attraversato il confine, desiderosi di tornare a casa. Dovremo aiutare Libano, Giordania e Turchia a prepararsi per diverse eventualità, tra cui la pianificazione di emergenza per movimenti imprevedibili di persone e nuove sfide alla sicurezza. Ciò deve essere fatto dalla Commissione in stretta collaborazione con gli Stati membri, in uno spirito di Team Europe. E' importante garantire che l'incertezza prolungata non inneschi nuovi flussi di rifugiati". Lo ha scritto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella sua consueta lettera di aggiornamento sulle politiche migratorie indirizzata ai capi di Stato o di Governo in vista del Consiglio europeo.

Kallas: "Pronti a rivedere le sanzioni Ue contro la Siria"

"Siamo pronti ad aumentare l'assistenza umanitaria" per la Siria, "dobbiamo adattare i nostri parametri di ripresa alla nuova realtà politica in vista di un'eventuale ricostruzione" e "iniziare a riflettere su una possibile revisione del nostro regime di sanzioni, al fine di sostenere il percorso della Siria verso la ripresa mantenendo al contempo la nostra influenza". Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, nel suo intervento sulla Siria alla plenaria del Parlamento europeo. 

Siria, Ue: "Pronti a rivedere sanzioni a favore transizione"

"Stiamo già intensificando l'assistenza umanitaria per soddisfare le esigenze emergenti. Abbiamo un interesse fondamentale nel successo della transizione della Siria, dobbiamo adattare i nostri parametri di ripresa alla nuova realtà politica in vista di un'eventuale ricostruzione, per iniziare a riflettere su una possibile revisione del nostro regime di sanzioni al fine di supportare il percorso della Siria verso la ripresa mantenendo la nostra leva e per supportare ulteriormente gli sforzi di responsabilità in questa fase cruciale al fine di gettare le basi per la giustizia e la riconciliazione, questo approccio è guidato da due obiettivi, impegno preventivo e prudenza". Lo ha dichiarato l'Alta rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, nel suo intervento in plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

Siria, delegazione francese a Damasco con inviato speciale

Una delegazione francese guidata dall'inviato speciale per la Siria, Jean-Francois Guillaume, e' arrivata a Damasco, dove ha visitato i locali dell'ambasciata. Inizialmente caute, le cancellerie occidentali hanno adottato misure per stabilire un contatto con il nuovo potere islamico in Siria dopo la caduta di Bashar al-Assad. L'Unione Europea ha annunciato l'invio di un rappresentante a Damasco e anche Londra ha inviato una delegazione ufficiale.  

Iran: riapertura ambasciata Siria con condizioni necessarie

L'Iran riaprirà l'ambasciata a Damasco, quando in Siria ci saranno le "condizioni necessarie": lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Esmail Baghaei. 

A Gaza 10 membri stessa famiglia uccisi in raid israeliano

Dieci membri di una stessa famiglia, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi in un bombardamento israeliano che ha colpito il loro appartamento nei pressi di Piazza Palestina, nella capitale devastata di Gaza City. Lo riferiscono fonti sanitarie locali. "Le nostre squadre si stanno dirigendo verso l'appartamento residenziale nella zona di Palestine Square, nel centro di Gaza City", ha riferito intorno all'una di notte la Protezione Civile di Gaza, responsabile delle ambulanze e del salvataggio dei feriti. Circa quattro ore dopo e' arrivato il bilancio delle vittime, tutte della famiglia identificata come Al Turk Tabatibi. Secondo l'agenzia palestinese Wafa, il raid israeliano ha causato la distruzione diffusa dell'edificio "in mezzo a estreme difficolta' nelle operazioni di salvataggio ed evacuazione a causa dei continui bombardamenti".


Gaza, capo Oms: questo inferno deve finire

Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha chiesto la "tutela dell'assistenza sanitaria" per i pazienti ricoverati negli ospedali di Gaza, dopo una recente visita all'ospedale Kamal Adwan, nel nord della Striscia. "Le condizioni dell'ospedale sono semplicemente spaventose", ha scritto su X il capo dell'Oms: "Chiediamo la tutela dell'assistenza sanitaria e la fine di questo inferno! Cessate il fuoco!", ha aggiunto. 

Siria, le navi russe lasciano la base di Tartus. Cosa ci dicono le immagini satellitari

Continua a essere cauta la posizione della Russia nei confronti della situazione in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, in particolare per quanto riguarda la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartus, considerate da Mosca punti di appoggio strategici nel Mediterraneo. Nonostante il Cremlino abbia fatto sapere di essere in contatto con i ribelli jihadisti i quali avrebbero assicurato di voler garantire la sicurezza delle due strutture, alcune immagini satellitari degli ultimi giorni mostrano che le navi della marina russa hanno lasciato Tartus e alcune di queste hanno gettato l'ancora al largo della costa. LE IMMAGINI

Che cos'è il Captagon, la "droga della Jihad" trovata in Siria e che effetti produce

Si tratta di una metanfetamina conosciuta anche come "droga dei kamikaze", spesso mischiata con la caffeina. Non è molto diffusa in occidente, mentre è una sostanza che si trova relativamente in abbondanza in Medio Oriente. In Siria sono stati scoperti diversi laboratori per la produzione del Captagon. Ecco di cosa si tratta e quali sono gli effetti. DI COSA SI TRATTA

Jolani: fazioni sciolte e integrate nell'esercito

Abu Mohammad al-Jolani, capo della coalizione dominata dagli islamisti che ha preso il potere in Siria, ha annunciato che le fazioni saranno "sciolte" e i loro combattenti integrati nell'esercito del nuovo governo che ha rovesciato Bashar al-Assad. "Le fazioni saranno sciolte e i combattenti preparati a entrare nei ranghi del Ministero della Difesa, e tutti saranno soggetti alla legge", ha detto al-Jolani, che ora si fa chiamare con il suo vero nome, Ahmad al-Chareh, nelle osservazioni riportate dal canale Telegram della coalizione guidata dal gruppo radicale sunnita Hayat Tahrir al-Sham (HTS).

Katz: mano libera a Gaza dopo la sconfitta di Hamas

Il ministro della difesa israeliano Katz sottolinea che lo Stato ebraico avrà mano libera a Gaza dopo la sconfitta di Hamas.

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