L'attacco israeliano ha preso di mira un'auto all'ingresso della città, nel sud del Libano. La pattuglia stava attraversando la zona al momento dell'offensiva. L'Idf, intanto, ha fatto sapere di aver colpito oltre 110 obiettivi terroristici appartenenti a Hezbollah e ad Hamas. Fonti mediche a Gaza affermano che 27 persone sono morte negli attacchi di stamattina, 19 delle quali sono state uccise nella parte settentrionale. Wafa riferisce che tra loro ci sono anche tre bambini
Quattro caschi blu dell'Unifil appartenenti al contingente malese sono rimasti feriti in un raid mentre la loro pattuglia passava vicino a Sidone, in Libano. L'attacco israeliano ha preso di mira un'auto all'ingresso della città, nel sud del Paese, quando la pattuglia stava attraversando la zona al momento dell'offensiva.
L'Idf, intanto, ha fatto sapere di aver colpito oltre 110 obiettivi terroristici appartenenti a Hezbollah e ad Hamas. Fonti mediche a Gaza affermano che 27 persone sono morte negli attacchi di stamattina, 19 delle quali sono state uccise nella parte settentrionale. Wafa riferisce che tra loro ci sono anche tre bambini.
Gli approfondimenti:
- LO SPECIALE
- Chi era Yahya Sinwar, leader e capo politico di Hamas
- Perché Israele ha attaccato la missione dei militari italiani in Libano? Le ipotesi
- Attacco Iran contro Israele, usato per la prima volta missile ipersonico Fatah. Cos’è
- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
- Cos'è Hamas
- Hassan Nasrallah, chi era il leader di Hezbollah ucciso da Israele
- Chi era Safieddine, successore di Nasrallah alla guida di Hezbollah
- Cos'è l'Idf, come sono organizzate e come funzionano le Forze armate israeliane
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Chi è Yoav Gallant, il ministro della Difesa licenziato da Netanyahu
Generale in pensione, è stato l'uomo al centro della sicurezza di Israele. Il primo ministro lo ha licenziato. Al suo posto Israel Katz, finora ministro degli Esteri, che sarà a sua volta occupato da Gideon Saar. Ecco chi è Yoav Gallant
Medio Oriente, leader eliminati da Israele in un anno di guerra
Yahya Sinwar, capo politico di Hamas, è stato ucciso il 16 ottobre dall'Idf. Ma i leader di peso “eliminati” da Israele nell’ultimo periodo, durante la campagna militare che va avanti da oltre un anno nella Striscia di Gaza, sono diversi. Un martellamento che ha preso di mira Hamas, ma anche altri gruppi legati a Teheran, come Hezbollah in Libano o le milizie delle Guardie rivoluzionarie iraniane. L'APPROFONDIMENTO
Cos'è l'Idf, come sono organizzate e come funzionano le Forze armate israeliane
Create nel 1948, ogg contano su 170mila soldati effettivi, grazie alla coscrizione obbligatoria di tre anni per gli uomini e di due per le donne. Dispongono, inoltre, di 3.500 carri armati. COME FUNZIONA
Tunnel, esplosivi e guerriglia: come si sta riorganizzando Hamas dopo la morte di Sinwar
Hamas ha perso tantissimi dei suoi comandanti, dall'inizio della guerra. Su tutti, il capo dell'ufficio politico, Yahya Sinwar, ucciso il 17 ottobre a seguito di uno scontro a fuoco con l'esercito israeliano a Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza. Ritenuto da Israele "il grande assassino, responsabile del massacro e delle atrocità del 7 ottobre", rappresentava una figura fondamentale per il gruppo. Da subito gli analisti hanno concordato sul fatto che per Hamas questo sia stato un colpo quasi "fatale". Ma ciò non vuol dire che la sconfitta di Hamas - prerogativa dell’operazione israeliana a Gaza - sia vicina, anzi. LEGGI QUI
Iran, l’arsenale degli Ayatollah tra droni, missili ipersonici e lo spettro nucleare
Dopo l’offensiva di Teheran dello scorso aprile, il 1° ottobre l'Iran ha attaccato il territorio israeliano prevalentemente con missili balistici e ipersonici. Il 26 ottobre la nuova rappresaglia israeliana con "attacchi di precisione" su obiettivi militari. L'arsenale del regime può contare su diverse soluzioni, dai droni kamikaze Shahed 136 ai missili ipersonici Kheibar e Fatah, fino a quelli da crociera tipo Paveh 351. Sono le armi più sofisticate mai affrontate dalle difese israeliane. LEGGI QUI
Netanyahu vuole fermarsi a Gaza, 'ma prima i rapiti'
Il governo israeliano ha festeggiato la schiacciante vittoria di Donald Trump negli Usa mentre Benyamin Netanyahu ha fatto un rimpasto di governo piazzando nei posti chiave ministri che non si metteranno di traverso. La destituzione del titolare della Difesa, a cui l'Alta Corte non si è opposta respingendo le petizioni contrarie, ha di fatto rafforzato la coalizione estromettendo la spina nel fianco Yoav Gallant. Che in giornata si è tolto due sassolini dalle scarpe, riferendo ai familiari dei rapiti che soltanto Bibi detta le decisioni per trattare sulla liberazione degli ostaggi e che l'Idf sta restando a Gaza senza motivo poiché tutti gli obiettivi sono stati raggiunti. Tuttavia, fanno notare gli analisti israeliani, supporre che il voto americano abbia spianato la strada al premier su qualsiasi decisione è un'ipotesi lontana dalla realtà. Pensare che il primo ministro abbia le mani libere in virtù dei buoni rapporti con the Donald non è immaginabile. Funzionari vicini al governo hanno riferito al Times of Israel l'impazienza di Bibi di mettere fine alla guerra e andare avanti al più presto sull'accordo con Riad. Ma, pur essendo l'Arabia Saudita al primo posto dell'agenda mediorientale degli Usa oltre che di Gerusalemme, la via è incerta e lastricata di trappole. A cominciare dalle modalità con le quali porre fine alla campagna di Gaza. Il conflitto non può finire finché Hamas non libererà gli ostaggi e continuerà a insistere sul mantenimento del potere nella Striscia. E Netanyahu, dicono i commentatori più accorti, sa che non ci sarà nessun tavolo negoziale se prima non riporta a casa i rapiti.
Israele-Iran, cronologia di una rivalità storica: le tappe dello scontro
Le pesanti tensioni tra Israele e l'Iran hanno una storia lunga decenni, tra minacce, proclami, guerre clandestine e attacchi via terra, mare, aria e cyberspazio. I raid incrociati che hanno segnato il 2024, in ordine cronologico sono solo l'ultimo stadio di una escalation tra i due Paesi, esacerbata un anno fa dall’inizio dell’operazione militare a Gaza. Ecco i principali eventi che hanno scandito il passaggio da una guerra ombra al conflitto aperto. LE TAPPE
Israele replica a Parigi, sicurezza era stata concordata
Le questioni di sicurezza in merito alla visita del ministro francese Jean-Noel Barrot a Gerusalemme erano state "chiarite in precedenza". Così Israele replica alle polemiche sull'incidente diplomatico al Santuario di Eleona, territorio francese, dove era entrata la polizia israeliana. "Le procedure erano state chiarite in precedenza nelle discussioni preparatorie con l'ambasciata di Francia in Israele", si legge in un comunicato del ministero degli Esteri israeliano.
Cosa può succedere dopo l’attacco di Israele all’Iran? Gli scenari in Medio Oriente
L’attacco condotto da Israele nella notte fra venerdì e sabato contro l’Iran potrebbe aver scongiurato l’ipotesi di una guerra totale. O almeno è quello che ritengono la maggior parte degli analisti, secondo cui la portata contenuta dell’azione - che non ha colpito strutture strategiche, petrolifere o nucleari - rientrerebbe nella strategia della risposta "forte ma non abbastanza forte da obbligare Teheran a rispondere per non sembrare debole". LEGGI L'ARTICOLO
Blinken continuerà a lavorare per porre fine a guerra a Gaza
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken intende continuare a lavorare per porre fine alle guerre di Gaza e in Libano fino alla fine del suo mandato. Lo ha detto il ;;portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller in un briefing con la stampa. "Continueremo a perseguire la fine della guerra a Gaza, la fine della guerra in Libano, un aumento degli aiuti umanitari fino a mezzogiorno del 20 gennaio, quando il Il presidente eletto entrerà in carica", ha detto il funzionario.
Libano, 53 morti nei raid israeliani nelle ultime 24 ore
Gli attacchi israeliani sul Libano hanno causato almeno 53 morti e 161 feriti nelle ultime 24 ore. Lo riferisce il ministero della Sanità libanese. Sale così a 3103 morti e quasi 14 mila feriti il bilancio dall'inizio delle ostilità tra Israele e Hezbollah nell'ottobre 2023, riferisce il giornale libanese L'Orient Le Jour.
Media, Trump potrebbe riproporre piano pace del 2020
Il piano di pace israelo-palestinese avanzato dal presidente eletto Donald Trump durante il suo primo mandato sarà probabilmente di nuovo sul tavolo quando tornerà in carica. Lo ha detto Brian Hook, ex inviato speciale di Trump per l'Iran, che secondo la Cnn sarà l'uomo che guiderà il team di transizione di Trump presso il Dipartimento di Stato. Il piano di pace di Trump prevedeva che Israele potesse annettere tutti i suoi insediamenti in Cisgiordania, concedendo al contempo ai palestinesi un percorso verso uno stato semi-contiguo sul territorio rimanente. Il piano era stato immediatamente respinto dall'Autorità Nazionale Palestinese, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lo aveva accolto con riserve. I partiti di estrema destra espressione dei coloni, che ora fanno parte della coalizione di Netanyahu, avevano respinto la proposta a causa dell'inclusione di un potenziale stato palestinese. In un'intervista con la CNN, Hook, rispondendo a una domanda sulle parole del ministro degli Esteri saudita secondo cui la normalizzazione dei rapporti con Israele è fuori discussione senza la creazione di uno Stato palestinese, ha risposto che "gran parte del piano di pace del 2020 di Trump è ancora rilevante oggi", aggiungendo che la proposta contiene tutte le condizioni che Riyadh sta cercando per normalizzare i rapporti con Israele. Hook aggiunge il Times of Israel, riconosce tuttavia che nessuno è "dell'umore giusto" per discutere una soluzione a due stati dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre. "Ci sono molti israeliani in questo momento che sono concentrati su altre cose, in particolare su come proteggersi da questo tipo di terrorismo malvagio che hanno dovuto sopportare il 7 ottobre", ha aggiunto.
media, Netanyahu ha rassicurato Usa non ci saranno altre epurazioni
Subito dopo aver licenziato il ministro della Difesa Yoav Gallant, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha rassicurato l'Amministrazione Biden sul fatto che non ci saranno altre epurazioni al vertici dell'esercito, della sicurezza e dell'intelligence dello Stato ebraico. Lo hanno riferito due funzionari americani ad Axios, i quali tuttavia hanno espresso qualche dubbio sulle rassicurazioni di Netanyahu.
Alta Corte boccia petizione contro destituzione di Gallant
L'Alta Corte di giustizia israeliana si è pronunciata all'unanimità contro diverse petizioni che chiedevano di annullare la decisione del primo ministro Benyamin Netanyahu di destituire il ministro della Difesa Yoav Gallant, affermando che non vi è alcuna giustificazione per l'intervento della Corte.
Herzog a Trump: "Necessario ritorno urgente degli ostaggi"
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha avuto un colloquio telefonico con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. Durante il colloquio, Herzog ha chiesto a Trump di mantenere alta l'attenzione sulla questione degli ostaggi sottolineando l'''urgente necessità di accelerare il loro ritorno''. E' quanto si legge in una nota dell'ufficio del presidente israeliano, ricordando che gli ostaggi sono stati ''tenuti prigionieri da Hamas per 400 giorni tra terribili sofferenze".
Secondo quanto riportato dal Times of Israel, Trump ha sottolineato il suo amore e il suo sostegno per Israele.
Francia convoca ambasciatore Israele per incidente Eleona
La Francia convocherà l'ambasciatore di Israele a Parigi in seguito all'incidente diplomatico di oggi a Gerusalemme a Eleona, territorio francese di quella città. Lo ha reso noto il Quai d'Orsay.
Gallant a parenti ostaggi: "Solo Netanyahu decide, obiettivi Gaza raggiunti"
Il primo ministro israeliano Benjamin ''Netanyahu è il solo che decide sull'accordo per il ritorno degli ostaggi'' ancora trattenuti nella Striscia di Gaza e le sue considerazioni in merito ''non sono né militari, né politiche''. Lo ha dichiarato Yoav Gallant, sollevato da Netanyahu dall'incarico di ministro della Difesa, in un incontro con i familiari degli ostaggi, ''L'esercito israeliano ha raggiunto tutti gli obiettivi che si era posto nella Striscia di Gaza'', ha aggiunto secondo una fonte a conoscenza dei colloqui, citata da Haaretz.
Secondo la stessa fonte, Gallant ha affermato che Netanyahu è l'unica persona che può decidere se raggiungere o meno un accordo. Per Gallant e per i responsabili delle forze di sicurezza, le condizioni per un accordo erano mature già a luglio.