Guerra MO, Macron: "Basta armi ad Israele". Gaza, 30 morti per raid su sfollati. LIVE

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Le basi della missione Unifil nel sud del Libano sono state di nuovo prese di mira da Israele: due caschi blu cingalesi feriti. Dichiarazione congiunta di Roma, Parigi e Madrid, Meloni: "Inaccettabile, rafforzare le forze armate libanesi". Macron: "Basta armi a Israele". L'Idf si difende: abbiamo aperto il fuoco contro una "minaccia" a loro vicina. L'agenzia di protezione civile della Striscia di Gaza ha dichiarato che almeno 30 persone sono state uccise dagli attacchi israeliani nel campo profughi di Jabalia

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Le basi della missione Unifil nel sud del Libano sono state nuovamente prese di mira da Israele, con due caschi blu cingalesi rimasti feriti. 

Dichiarazione congiunta di Roma, Parigi e Madrid al Med9 di Cipro dopo il nuovo attacco. Meloni: "Inaccettabile, rafforzare le forze armate libanesi", Macron: "Basta armi a Israele, unica leva contro la guerra". L'Idf si difende: "Abbiamo aperto il fuoco contro una "minaccia" a loro vicina. E annuncia l'apertura di un'inchiesta per far luce sui fatti.

L'agenzia di protezione civile della Striscia di Gaza ha dichiarato che ieri almeno 30 persone sono state uccise dagli attacchi israeliani nella città e nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza.

Due droni lanciati da Hezbollah colpiscono una casa di riposo a Herzliya. Raid israeliano contro un campo profughi a Gaza, "30 morti". Hezbollah afferma di aver lanciato un attacco missilistico contro una base dell'esercito israeliano (Idf) vicino ad Haifa, nel nord del Paese.


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Ministero della Sanità di Hamas, i morti a Gaza sono 42.175

Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 42.175, di cui 49 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 98.336, secondo la stessa fonte. 

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Tajani: "Su Unifil vogliamo sapere cosa è successo"

Sull'attacco israeliano all'Unifil, "vogliamo sapere se è stata una scelta politica o di militari sul terreno. Perché i nostri militari non sono terroristi di Hezbollah.  e noi siamo amici di Israele. Aspettiamo risposte dall'inchiesta israeliana": lo ha detto intervenendo alla festa de Il Foglio il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani.  "Sono settimane che chiediamo garanzie al governo israeliano - ha proseguito - e ci sono state date assicurazioni", ma "troppe volte ci sono stati attacchi contro i militari dell'Unifil, ci sono stati feriti".  "I militari italiani non si toccano", ha ribadito. 

Media Israele: "Nessun attacco di Hezbollah alla base Idf vicino Haifa"

Hezbollah ha comunicato di aver lanciato alle 6 del mattino, ora locale, una raffica di razzi contro una base militare nel sud di Haifa, ma nell'area non sono suonate le sirene né ci sono segnalazioni di attacchi. Lo riportano i media israeliani. Inoltre non ci sono stati avvisi del comando del fronte Interno dell'Idf all'ora in cui - secondo Hezbollah - ci sarebbe stato l'attacco. 

Sirene di allarme suonano vicino a Nazareth

Le sirene dell'allarme aereo stanno suonando a nord di Nazareth, nella Galilea centrale in Israele, per mettere in guardia dal lancio di razzi. Lo riferisce Times of Israel spiegando che le sirene stanno suonando in città come Eilabun, Massad e Tafahot. Al momento non si hanno notizie di danni.

Iravani: "Attacco di Israele a Mezzaluna Rossa iraniana è crimine di guerra"

"Prendere deliberatamente di mira strutture umanitarie e mediche da parte del regime israeliano è una palese violazione del diritto umanitario internazionale e costituisce un crimine di guerra innegabile", ha dichiarato l'Ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite Saeed Iravani, in lettere al segretario generale dell'ONU Antonio Guterres e al presidente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Descrivendo l'attacco di mercoledì come 'odioso e selvaggio', la lettera ha invitato il Consiglio di Sicurezza dell'ONU a condannare l'attacco con la massima fermezza e a prendere azioni immediate e decisive per prevenire ulteriori violazioni da parte del regime sionista. "Tali crimini gravi non possono rimanere impuniti", ha aggiunto, secondo quanto riportato dall'IRNA. 

Libano, 60 morti e 168 feriti nei raid dell'Idf nelle ultime 24 ore

Sono almeno 60 i libanesi che hanno perso la vita e 168 quelli rimasti feriti in raid condotti dai caccia israeliani nelle ultime 24 ore. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità di Beirut parlando di 54 raid aerei che nello stesso arco di tempo hanno colpito il Paese dei Cedri. I raid sono stati concentrati soprattutto nel sud del Libano, nei quartieri meridionali di Beirut e nella Valle della Bekaa.

Idf: "I civili lascino Gaza City nord, è una zona di combattimento pericolosa"

Le Idf hanno diffuso un ''messaggio importante'' in arabo per i cittadini che vivono del nord di Gaza City, dicendo che ''l'area deve essere evacuata immediatamente tramite Salah El-Din Street verso l'area umanitaria'' perché ''è considerata una zona di combattimento pericolosa''. L'Idf spiega che vanno evacuati anche ''i rifugi lì situati'' perché i militari israeliani stanno ''operando con grande forza contro le organizzazioni terroristiche e continueranno a farlo per molto tempo''.

Onu: "Dall'1 ottobre nessun aiuto alimentare è entrato nel nord di Gaza"

Dal primo ottobre ''nessun'' aiuto alimentare destinato alla popolazione palestinese è entrato nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato Farhan Haq, portavoce dell'Onu. "I principali valichi verso il nord sono stati chiusi e saranno inaccessibili se l'attuale escalation continua. Gli aiuti per Gaza sono al livello più basso degli ultimi mesi. Nessuno ha ricevuto pacchi alimentari questo mese a causa dell'accesso limitato alle forniture di aiuti", ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa.

Secondo i dati del Programma alimentare mondiale (Pam) citati dal portavoce dell'Onu, l'organizzazione ha distribuito le ultime riserve rimaste nel nord della Striscia, "ma basteranno appena per due settimane". "Molte cucine, punti di distribuzione e panifici sono stati costretti a chiudere, e altri rischiano di farlo se il conflitto continua su questa scala", ha spiegato Haq.

Anche la situazione nel sud dell'enclave palestinese è ''sull'orlo del baratro'' ha aggiunto Haq, che ha difeso le organizzazioni umanitarie che "stanno rispondendo nel miglior modo possibile". L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) insieme ai suoi partner "stanno distribuendo pane, pasti pronti o cibi cotti, nonché farina, all'interno e all'esterno dei rifugi designati'', ha spiegato.

Tajani: "I nostri militari non sono terroristi di Hezbollah"

"La richiesta di spostarsi dal Libano è stata respinta: non è una scelta italiana stare là, ma delle Nazioni Unite. I nostri soldati non sono terroristi di Hezbollah, è inaccettabile che siano stati attaccati dall'esercito israeliano". Lo spiega in un'intervista a La Stampa il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dopo un altro attacco alla base Unifil. "La situazione è peggiorata, ma i nostri militari non corrono rischi gravi e rimarranno là. Ci sono stati episodi inaccettabili che non devono più ripetersi - prosegue -. Mandiamo un messaggio forte a tutti: i nostri militari non si toccano. Israele non ha aperto il fuoco solo una volta e abbiamo protestato ripetutamente, con forza, con i ministeri di Esteri e Difesa". Il ministro Crosetto ha parlato di 'crimine di guerra'. "Voleva lanciare un segnale chiaro per fermare l'offensiva. Bisogna vedere se dal punto di vista giuridico si configuri il crimine di guerra - spiega Tajani -. Aspettiamo i risultati dell'inchiesta che ha annunciato Israele, io sono garantista. Ma ribadisco, è inaccettabile che soldati impegnati in missione di pace finiscano nel mirino. Non è neppure leale: hanno armi leggere, non ci sono reparti corazzati per respingere quegli attacchi". La missione Unifil, sottolinea infine Tajani, "è una scelta delle Nazioni Unite: l'Onu non è uno Stato, non si può dire 'Togliti da lì' - conclude -.  Per questo sono necessarie decisioni adottate al Palazzo di Vetro".

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L'Iran teme una rappresaglia di Israele, intenso lavoro di diplomazia per limitarla

Il governo dell'Iran è impegnato in un ''intenso e urgente'' lavoro diplomatico con i Paesi del Medioriente per cercare di limitare la rappresaglia israeliana per l'attacco missilistico lanciato da Teheran il primo ottobre. Lo riporta la Cnn citando proprie fonti ben informate secondo le quali, se proprio l'attacco israeliano dovesse esserci, l'obiettivo è almeno quello di proteggere Teheran.

Secondo le fonti citate dalla Cnn, la preoccupazione dell'Iran deriva dall'incertezza sulla possibilità che gli Stati Uniti convincano Israele a non colpire i siti nucleari e gli impianti petroliferi iraniani. Gli Stati Uniti hanno già detto a Israele che non vogliono che prenda di mira i siti nucleari o i giacimenti petroliferi iraniani. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato mercoledì con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, la loro prima conversazione in quasi due mesi , dicendogli che la rappresaglia di Israele sia "proporzionata".

Anche gli alleati degli Stati Uniti nel Golfo, tra cui Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Qatar, hanno espresso preoccupazione per un possibile attacco agli impianti petroliferi iraniani, che potrebbe avere un impatto negativo sull'economia e sull'ambiente dell'intera regione, ha detto un diplomatico arabo alla Cnn.

Guerra in Mediorente, i compiti della missione Unifil in Libano. VIDEO

Sri Lanka, ferma condanna per il ferimento dei peacekeeper dell'Unifil

Il ministero degli Esteri dello Sri Lanka ha ''condannato con fermezza'' il ferimento, da parte di militari israeliani, di due peacekeeper cingalesi che fanno parte della forza Unifil schierata a Naqura nel sud del Libano. In una nota si legge che ''lo Sri Lanka chiede rispetto degli obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale Onu e l'inviolabilità dei locali Onu in ogni momento''.

Inoltre ''l'ambasciata dello Sri Lanka a Beirut è in contatto con l'Unifil per fornire assistenza medica e garantire la rapida guarigione dei peacekeeper dello Sri Lanka. Lo Sri Lanka apprezza il coraggioso contributo dei suoi peacekeeper Onu in tutto il mondo'', prosegue la nota.

Di Segni (Ucei): "Noi ebrei lacerati da come questa guerra viene condotta"

"Israele, gli ebrei nel mondo, io stessa: siamo tutti lacerati sul modo di condurre questa guerra. E il dolore è terrificante: se a Gaza il proseguimento degli attacchi è legato alla ricerca degli ostaggi, in Libano è più evidente che c’è un’organizzazione terroristica, la guerra lì è più mirata e più circoscritta per evitare che mezza Israele sia paralizzata".  Così, in una intervista a 'La Repubblica', Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane.

Sugli attacchi alla base Unifil, Di Segni spiega che "l’accaduto va chiarito tra governi alleati di Paesi amici come Italia e Israele, e un ulteriore chiarimento sarà forse a questo punto opportuno anche riguardo la funzione di Unifil in quel territorio. Poi è chiaro che i fatti recenti potrebbero porre nuove criticità nelle relazioni tra Italia e Israele. Per noi però è importante che anche questi ultimi accadimenti non si prestino a una demonizzazione. Un chiarimento però è necessario. Israele poi avvisa sempre i civili primi di intervenire, si figuri se non lo fa con i soldati di un esercito alleato". Di Segni sull’accaduto nella base Unifil ha scritto alla premier Meloni e ai ministri Tajani e Crosetto: "la lettera doveva restare riservata. Il governo italiano è stato coerente alle esigenze di Israele e delle comunità ebraiche, ma quanto accaduto mette tutti in stato di allerta". 

Hezbollah: "Attaccata base dell'Idf vicino ad Haifa"

Hezbollah afferma di aver lanciato un attacco missilistico contro una base dell'esercito israeliano (Idf) vicino ad Haifa, nel nord del Paese. Il movimento filo-iraniano ha reso noto in un comunicato di aver bombardato con "una salva di missili una base situata a sud di Haifa, colpendo una fabbrica di materiali esplosivi". 

Blinken: "Massimo impegno diplomatico per evitare un conflitto più ampio"

Occorre arrivare a una soluzione diplomatica in Libano per evitare un confitto più ampio nella regione. Lo ha dichiarato il Segretario di Stato americano Antony Blinken ribadendo che Israele ''ha il diritto a difendersi'', ma dicendosi ''allarmato'' per la crisi umanitaria causata dalla guerra. "Continuiamo a impegnarci intensamente per prevenire un conflitto più ampio nella regione", ha detto Blinken ai giornalisti dopo un vertice in Laos.

"Abbiamo tutti un forte interesse nel cercare di contribuire a creare un ambiente in cui le persone possano tornare a casa, in sicurezza e protezione, e i bambini possano tornare a scuola", ha affermato. "Quindi Israele ha un interesse chiaro e molto legittimo'' nel lavorare per la propria sicurezza, ma ''il popolo del Libano vuole la stessa cosa''. Per cui, ha aggiunto Blinken, ''crediamo che il modo migliore per arrivarci sia attraverso un'intesa diplomatica, una su cui stiamo lavorando da un po' di tempo e su cui ci concentriamo in questo momento".

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L'Idf ordina l'evacuazione ai residenti del nord di Gaza

Le forze armate israeliane hanno ordinato ai residenti di una zona nel nord di Gaza di evacuare, spostandosi verso sud. Con un messaggio su X, il portavoce militare in lingua araba Avichay Adraee, si è rivolto agli abitanti della "zona D5", sottolineando che "l'area designata, compresi i rifugi ivi situati, è considerata una zona di combattimento pericolosa. L'area deve essere evacuata immediatamente attraverso Salah El-Din Street verso la zona umanitaria". Da oltre una settimana, le truppe israeliane hanno lanciato un'operazione nel nord della Striscia, in particolare a Jabaliya. "L'Idf sta lavorando in modo molto aggressivo contro le organizzazioni terroristiche e continuerà a farlo per molto tempo", ha aggiunto Adraee. 

Medioriente, Meloni: "Attacchi a Unifil inaccettabili. Violano diritto internazionale"

Nella conferenza stampa congiunta con tutti i capi di Stato o di  governo che hanno preso parte al Med9, la premier ha condannato gli  attacchi israeliani alle basi in Libano: "Il governo ha protestato con  decisione". Per risolvere la situazione mediorientale, ha detto, servono  un "cessate il fuoco a Gaza e in Libano, il rilascio degli ostaggi  israeliani, assistenza alle popolazioni civili coinvolte". LEGGI QUI

Protezione civile Gaza, 30 morti in raid campo profughi

L'agenzia di protezione civile della Striscia di Gaza ha dichiarato che ieri almeno 30 persone sono state uccise dagli attacchi israeliani nella città e nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Il portavoce dell'agenzia Mahmud Bassal ha detto che un attacco avvenuto ieri sera ha causato  "12 morti, tra cui donne e bambini" aggiungendo che 14 persone sono "ancora disperse e probabilmente intrappolate sotto le macerie". In precedenza e sempre nella giornata di ieri Ahmad al-Kahlut, direttore dell'agenzia nel nord di Gaza, aveva riferito che 18 persone erano state uccise da diversi raid, compresi gi attacchi contro "otto scuole" del campo che fungevano da rifugio per gli sfollati. 

Media, sirene antimissile nella Galilea occidentale

Sirene di allarme antimissile risuonano nelle città di Hila e Mi'ilya, nella Galilea occidentale. Non ci sono segnalazioni immediate di impatti. Lo riferisce The Times of Israel.

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