Il capo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi afferma che Israele non approverà più i convogli alimentari dell'Unrwa verso il nord di Gaza. "Questo è oltraggioso e rende intenzionale ostacolare l'assistenza salvavita". L'Oms chiede la revoca del blocco. La delegazione israeliana a Doha ha accettato una proposta di compromesso sul rapporto che dovrebbe essere stabilito fra la liberazione di ciascun israeliano ostaggio di Hamas e il numero di prigionieri palestinesi reclusi in Israele
La delegazione israeliana a Doha ha accettato una proposta di compromesso, avanzata dagli Usa, circa il rapporto che dovrebbe essere stabilito fra la liberazione di ciascun israeliano ostaggio di Hamas ed il numero di prigionieri palestinesi reclusi in Israele che dovrebbero essere rilasciati. Lo afferma oggi la stampa israeliana secondo cui si attende adesso una reazione di Hamas a quella proposta. La scorsa notte, secondo la radio pubblica Kan, sono rientrati il capo del Mossad David Barnea ed il capo dello Shin Bet (sicurezza interna) Ronen Bar, ma hanno lasciato nel Qatar i loro collaboratori per portare avanti i contatti.
L'esercito israeliano ha nuovamente assediato gli ospedali Naser e Al Amal, entrambi nella città di Khan Yunis -con intensi bombardamenti e sparatorie nell'area intorno a entrambi i centri medici- e intanto continua l'operazione ad al-Shifa, l'ospedale di Gaza City, per il settimo giorno consecutivo.
Il capo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Philippe Lazzarini afferma su X che Israele ha informato le Nazioni Unite che non approverà più i convogli alimentari dell'Unrwa verso il nord di Gaza. "Nonostante la tragedia che si sta consumando sotto i nostri occhi, le autorità israeliane hanno comunicato all'Onu che non approveranno più alcun convoglio alimentari Unrwa verso il nord. Questo è oltraggioso e rende intenzionale ostacolare l'assistenza salvavita durante una carestia provocata dall'uomo".
Gli approfondimenti:
- LO SPECIALE
- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
- Dalla A di Ali Qadi alla Z di Zaka: le parole-chiave del conflitto
- Cos'è Hamas
- Le cause del conflitto
- Cos'è Hezbollah
- Cosa sono i kibbutz
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Israele-Hamas, cosa c'è da sapere sul conflitto in corso
Con la situazione sul campo che è in costante evoluzione, abbiamo deciso di raccogliere qui di seguito alcune informazioni che permettano di farsi un'idea del contesto più ampio in cui gli eventi di queste settimane si inseriscono. L'APPROFONDIMENTO
Marco Mancini, l'ex agente segreto a Sky TG24: "Bisogna catturare Sinwar a Gaza"
Dall'inizio carriera nella squadra speciale dei carabinieri guidata dal Generale Dalla Chiesa, fino ai 35 anni trascorsi nell'intelligence del nostro Paese. L'ex 007, che ha da poco pubblicato un libro intitolato "Le regole del gioco", si racconta. Soffermandosi anche sulla guerra in Medio Oriente, il rischio di attentati in Italia e il cyberterrorismo di origine russa L'INTERVISTA
La cantante Noa: "In Israele non ci mostrano la sofferenza di Gaza"
"Qui, in Israele, nessuno vede la sofferenza di Gaza. Non viene mostrata, nei media israeliani: la nostra pena, e la nostra rabbia, occupano tutta la scena. E lo stesso vale per loro: non vedono il nostro dolore". Lo ha detto la cantante israeliana Noa in un videomessaggio a Tedx Napoli, l'iniziativa nata negli Usa ed esportata in tutto il mondo per dare voce alle "idee che meritano di essere diffuse". Noa, che da decenni è impegnata nella causa della convivenza fra israeliani e palestinesi e che a più riprese ha duramente criticato il governo Netanyahu, anche stavolta ribadisce che "non dovrebbe rimanere insediato nemmeno un giorno in più. Hanno un'enorme responsabilità, nell'orribile incubo che stiamo vivendo, perché non hanno garantito la pace in questo Paese. Dal 7 ottobre, noi israeliani stiamo vivendo un incubo. I brutali atti terroristici commessi da Hamas sono indescrivibili. E poco dopo, per giunta, violenza ha chiamato altra violenza: il nostro esercito è entrato a Gaza, a combattere una guerra che non capiamo. Quello di Israele è un esercito popolare. E chi guida questo esercito? Questo orribile governo", fatto di persone "che non contemplano la pace, né un futuro migliore per noi". "Per questo scendiamo in strada - ha sottolineato la cantante israeliana - a manifestare contro questo governo, io, i miei amici, e centinaia di migliaia di israeliani, che aumentano ogni settimana". "Dobbiamo fare di tutto - ha aggiunto - per un accordo diplomatico che metta fine a questa guerra, sradichi Hamas ed elimini gli estremismi anche da Israele. È l'unico scenario auspicabile, e per cui battersi: la pace tra Israele e Palestina, con una soluzione a due stati, Israele a fianco della Palestina. Chiedo a tutte le nazioni di riunirsi, e aiutare a raggiungere un accordo tra Israele e Palestina".
Palestinesi marciano verso ambasciata Israele ad Amman
Manifestanti filo palestinesi stanno marciando verso l'ambasciata di Israele ad Amman, in Giordania, per protestare contro la guerra a Gaza. Lo riporta il sito di Ynet e il quotidiano Maariv, spiegando che la polizia giordana ha chiuso le strade attorno all'ambasciata. I video condivisi sui social media mostrano folle di uomini che intonano: ''Tutta la Giordania è con Hamas''.
Unrwa, cosa è e come funziona l'agenzia Onu per i palestinesi
È stata per molto tempo un'ancora di salvezza vitale nella Striscia di Gaza e motivo di contesa con Israele, molto prima che alcuni dipendenti dell'agenzia fossero accusati di essere coinvolti nell'assalto di Hamas del 7 ottobre scorso. LEGGI
Borrell, 'confisca terre viola diritti, Ue non riconoscerà modifiche confini 1967'
''La confisca delle terre occupate viola il diritto internazionale. La Ue non riconoscerà le modifiche ai confini del 1967, inclusa Gerusalemme, se non concordato dalle parti''. Lo ha scritto in un tweet l'Alto rappresentante della Politica estera dell'Unione europea Josep Borrell affermando che ''tali azioni illegali servono solo ad alimentare le tensioni e a minare la sicurezza di Israele, in cui la Ue è impegnata''.
Premier Norvegia: Consiglio di Sicurezza Onu impotente su Gaza
Il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre ha espresso forti critiche contro il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per l'incapacità d'agire sulla situazione a Gaza. "È in atto una brutale carestia, come sottolineano l'Oms e l'Unicef. È una tragedia senza precedenti che colpisce soprattutto i bambini. Non è un qualcosa che semplicemente passerà". ha dichiarato, intervistato dall'emittente pubblica norvegese Nrk. Per il premier è urgente che ci sia coesione sulla richiesta di un cessate il fuoco immediato e ha espresso rammarico per il fatto che una decisione non sia ancora stata raggiunta: "Si va avanti e indietro, tra veti degli americani e veti di altre potenze. Penso che debbano rendersi conto della loro responsabilità come Consiglio di Sicurezza", ha rimarcato Støre.
Bombe israeliane sulla Bekaa, ucciso un siriano
Nuovo bombardamento israeliano sulla valle della Bekaa, nel Libano orientale: terzo attacco contro questa regione lontana dal confine dall'8 ottobre. L'agenzia nazionale libanese di stampa (ANN) ha riferito che un cittadino siriano identificato come Mahmud Rahb, è morto in un ospedale della zona dopo aver perso gli arti nell'attacco israeliano, che ha preso di mira l'auto su cui viaggiava con altre tre persone, rimaste ferite. Secondo l'esercito israeliano, gli aerei da combattimento
dell'Idf hanno attaccato nelle prime ore del mattino un sito di
produzione di armi di Hezbollah nell'area di Baalbek e il gruppo
sciita ha risposto sparando più di 50 colpi di artiglieria
contro il nord dello Stato ebraico. Hezbollah ha rivendicato il lancio di oltre 60 razzi Katyusha contro la base militare israeliana di Yoav, dove sono installati i pezzi di artiglieria che martellano il Libano e verso la base aerea israeliana di Keila, dove si addestrano i soldati della brigata Golani tornati da Gaza.
Rafah, la disperazione della popolazione dopo il raid israeliano
Gallant in Usa "per il vantaggio militare" nella regione
In partenza per Washington, dove incontrerà l'omologo e "amico" Lloyd Austin, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che la sua visita sarà dedicata al mantenimento del "vantaggio militare" di Israele in Medio Oriente. "E' un viaggio molto importante", ha affermato Gallant, che incontrerà anche il segretario di Stato Antony Blinken, il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, e il
direttore della Cia. "Durante la mia visita, mi concentrero' sulla preservazione del vantaggio militare qualitativo di Israele e sul raggiungimento dei nostri obiettivi comuni: la vittoria su Hamas e il ritorno degli ostaggi". Questa visita si concentrera' inoltre sul mantenimento "dei legami essenziali con gli Stati Uniti e sull'importanza di raggiungere i nostri obiettivi a Gaza (...) e di garantire le esigenze di sicurezza di Israele, legate alla Striscia di Gaza e al Libano". Quello cui Gallant fa riferimento è la politica del "Qualitative military edge" (QME), o "vantaggio militare qualitativo", attuato dagli anni '60 e in base al quale gli Stati Uniti garantiscono che Israele disponga del miglior equipaggiamento militare nella regione. Su iniziativa del Congresso nel 2018, questa misura è diventata legge americana. Questa sarà la prima visita di Gallant a Washington dall'inizio della guerra tra il suo paese e Hamas e avviene subito dopo il giro di Blinken nella regione, durante il quale ha avvertito che un'offensiva di terra israeliana sulla citta' di Rafah, nel sud di Gaza, "rischia di isolare ulteriormente Israele a livello mondiale". Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha replicato annunciando chje Israele è pronto a portare avanti l'offensiva a Rafah, dove sono ammassati 1,5 milioni di abitanti di Gaza, anche senza il sostegno di Washington.
Unrwa, tutti i Paesi che hanno sospeso i fondi dopo le accuse
Sono 10 gli Stati che hanno finora bloccato tutti i finanziamenti all'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, in seguito alle accuse di un possibile coinvolgimento di dipendenti nell’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre. QUALI SONO
Media: Israele rilascerà 800 detenuti palestinesi per 40 ostaggi
Israele avrebbe deciso di rilasciare tra i 700 e gli 800 palestinesi detenuti nelle sue carceri nell'ambito di un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il conseguente ritorno degli ostaggi. Lo riporta l'emittente israeliana Channel 12 citando proprie fonti anonime, secondo le quali Israele avrebbe sottoposto a Hamas una nuova proposta di accordo in tre fasi.
Sottolineando che le autorità israeliane hanno mostrato ''maggiore flessibilità'', Channel 12 ricorda che il piano elaborato a Parigi a febbraio prevedeva nella prima fase il rilascio di 400 prigionieri di sicurezza palestinesi in cambio di 40 ostaggi, donne, bambini, malati e anziani, con una tregua di 6 settimane. Ora, invece, Israele è pronto a liberare "quasi il doppio di quel numero", riferisce Channel 12. Nella lista dei detenuti da liberare ci sarebbero anche ''100 assassini''. Altri media ebraici affermano che Israele è pronto a rilasciare 700 prigionieri di sicurezza in cambio dei 40 ostaggi.
Mezzaluna Rossa, persi contatti con staff in ospedale al-Amal
La Mezzaluna Rossa palestinese ha riferito di aver perso i contatti con il suo staff presso l'ospedale al-Amal a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, per mancanza di segnale wi-fi. Su 'X', la Mezzaluna Rossa ricorda che i servizi di comunicazione terrestre e cellulare, nonché Internet sono fuori uso nel governatorato di Khan Younis da 72 giorni.
Macron condanna ultimo annuncio Israele su confisca territori
Il presidente francese Emmanuel Macron ha alzato oggi la voce nei confronti del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, sottolineando ancora una volta "la sua ferma opposizione" all'offensiva israeliana su Rafah e avvertendo che "il trasferimento forzato della popolazione costituisce un crimine di guerra". Durante un colloquio telefonico con il capo del governo israeliano, il leader francese ha inoltre ribadito il suo appello per "un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza" e "ha condannato fermamente gli ultimi annunci israeliani sulla colonizzazione". Venerdì Israele aveva infatti annunciato la confisca di 800 ettari di terreno nella Cisgiordania occupata con l'obiettivo di costruirvi nuovi insediamenti.
Netanyahu: entreremo a Rafah e uccideremo Sinwar
"Entreremo a Rafah, otterremo la vittoria assoluta ed elimineremo Sinwar": lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha celebrato la festa ebraica di Purim con gli ufficiali del battaglione Erez della polizia militare. Yahya Sinwar è il leader di Hamas a Gaza, considerato da Israele l'ideatore dell'attacco del 7 ottobre. Lo scrive la stampa locale.
Macron a Netanyahu, 'esodo forzato sarebbe crimine guerra'
Il presidente francese Emmanuel Macron ha avvertito il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu che qualsiasi "trasferimento forzato della popolazione" costituirebbe un "crimine di guerra".
Oms, Israele revochi il blocco dei convogli Unrwa per Gaza
"Bloccare le consegne di cibo da parte dell'Unrwa significa di fatto negare alle persone che muoiono di fame la possibilità di sopravvivere. Questa decisione deve essere urgentemente revocata. I livelli di fame sono acuti. Tutti gli sforzi per consegnare il cibo non solo dovrebbero essere consentiti, ma ci dovrebbe essere un'immediata accelerazione delle consegne di cibo". Lo scrive su X il direttore dell'OmsTedros Adhanom Ghebreyesus commentando il post del capo dell'Unrwa Philippe Lazzarini nel quale afferma che Israele ha informato le Nazioni Unite che non approverà più i convogli alimentari dell'Unrwa verso il nord di Gaza.
Israele conferma operazioni all'ospedale Amal di Khan Yunis
Le forze armate israeliane hanno cominciato ad operare nel rione al-Amal di Khan Yunis (a sud di Gaza) "sulla base di informazioni precise di intelligence secondo le quali i terroristi fanno uso di infrastrutture civili". Lo ha reso noto il portavoce militare. "Facciamo appello a Hamas - ha aggiunto il portavoce - a cessare di utilizzare gli ospedali ed altre strutture civili quali scudi per le sue attività terroristiche che danneggiano i civili innocenti". Israele "continuerà ad agire nel rispetto del diritto internazionale e a prendere misure per garantire la sicurezza ed il benessere dei civili".
Kamala Harris, 'operazione Rafah errore enorme, Usa non escludono conseguenze'
Sarebbe ''un errore enorme qualsiasi importante operazione militare israeliana'' a Rafah. Lo ha dichiarato la vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris intervistata dall'Abc, affermando di ''non escludere'' conseguenze da parte di Washington se le truppe israeliane dovessero entrare nella città a Sud della Striscia di Gaza.
Harris spiega di aver ''studiato tutte le mappe'' e di essere giunta alla conclusione che ''non c'è nessun posto dove possano andare le persone'' sfollate che hanno trovato rifugio a Rafah. ''Circa un milione e mezzo di persone sono a Rafah perché è stato detto loro di andare lì'', ha aggiunto Harris.