Il premier israeliano spiega che l'esercito avanzerà nel sud della Striscia "a prescindere dall'accordo" eventuale con Hamas, le cui richieste vengono definite "folli". Poi fa riferimento a un nuovo possibile impegno militare nello scontro con gli Hezbollah in Libano. I ministri del G7 hanno "chiesto un'azione urgente per affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza, in particolare la difficile situazione di 1,5 milioni di civili che si rifugiano a Rafah"
Netanyahu: "Forse necessaria un'operazione militare al nord"
"Forse sarà necessaria un'operazione militare al nord". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu riferendosi allo scontro con gli Hezbollah in Libano. Netanyahu ha poi confermato che le richieste di Hamas per un cessate il fuoco "sono folli". "Il loro significato è sconfiggere Israele e noi - ha aggiunto - non lo possiamo accettare". Poi ha ribadito che solo "una pressione militare forte e trattative determinate porteranno al ritorno degli ostaggi". Il premier ha quindi confermato l'operazione a Rafah, previo "lo sgombero dei civili verso zone sicure". "Coloro che voglio impedirci di agire a Rafah, in pratica ci dicono di perdere la guerra. Così ho detto anche al presidente Biden. E ai leader mondiali - ha aggiunto - dico i che Israele combatterà fino a ottenere la vittoria completa. E questo include, ovviamente, anche l'azione a Rafah". " "Operiamo ora - ha proseguito - a Khan Yunis nella capitale del terrorismo. I capi di Hamas sono in fuga da un tunnel all'altro, chiuderemo i conti con loro". Sulla nascita di uno stato palestinese, Netanyahu ha detto che Israele "non accetta i diktat internazionali. Una intesa con i palestinesi avverrà colo con trattative dirette tra le parti e senza un riconoscimento unilaterale dello stato palestinese. Non c'e' premio maggiore per il terrorismo".
Shoukry: "Conseguenze devastanti da operazione militare a Rafah"
Lo sfollamento dei palestinesi, "che è una violazione del diritto umanitario internazionale, sia esso interno o esterno, non può essere tollerata. Le sue conseguenze e le minacce che pone alla sicurezza nazionale dell'Egitto sono immense". Lo ha detto il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry nel suo intervento alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, ribadendo che è una questione che "mette a dura prova le nostre relazioni bilaterali con Israele".
"E dobbiamo evitare le tragiche conseguenze sui civili di Gaza che ora sono ammassati - 1,3, 1,4 milioni - nell'area più densamente popolata del mondo. Potete immaginare che qualsiasi azione militare di vasta portata avrà un effetto devastante sulla situazione umanitaria. Le persone stanno già soffrendo", ha affermato.
Cnn, raid israeliano su parte centrale di Gaza: 30 morti
Almeno 30 palestinesi sono stati uccisi e decine di altri feriti in raid israeliani contro diverse aree di Deir al-Balah, nella parte centrale di Gaza. Lo hanno detto alla Cnn medici degli ospedali dei Martiri di Al-Aqsa e Al-Awda.
Hamas avverte: "Colloqui sospesi fino a quando non arrivano aiuti a Gaza"
Hamas "intende sospendere i negoziati fino a che non entreranno nella Striscia di Gaza gli aiuti". Lo ha detto un responsabile del movimento ad al Jazeera, secondo cui "i negoziati non possono tenersi mentre il popolo palestinese lotta per sopravvivere alla fame".
Egitto: "Nessun piano di emergenza per i profughi da Gaza"
Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha negato che il Cairo stia preparando un piano di emergenza per la gestione di profughi provenienti da Gaza in caso di attacco israeliano a Rafah: "no, non lavoriamo sulle ipotesi e continueremo ad appellarci ai tutti i nostri amici e tutti coloro che comprendono la complessità e il pericolo associati a ciò", ha detto riferendosi implicitamente ad un operazione di Israele sulla città meridionale della Striscia al confine con l'Egitto. Shoukry ha fatto la dichiarazione rispondendo a una domanda posta durante un incontro nell'ambito della Conferenza della sicurezza di Monaco. Nel negare che l'Egitto abbia intenzione di fornire "aree sicure o strutture", Shoukry ha detto comunque "se fosse il caso (...) agiremmo con la necessaria umanità e forniremmo sostegno ai civili innocenti".
Qatar: "Intesa su tregua non sia condizionata a ostaggi"
L'accordo sulla tregua a Gaza fra Israele e Hamas "non sia condizionato" alla liberazione degli ostaggi. Lo afferma il premier del Qatar al Thani parlando a Monaco di Baviera.
Ambasciatore di Israele in Brasile: "Nostro diritto e obbligo difesa da Hamas"
L'ambasciatore israeliano in Brasile, Daniel Zohar Zonshine, ha commentato le più recenti critiche a Israele del presidente brasiliano, Luís Inácio Lula da Silva, ed ha sostenuto che lo Stato israeliano non solo ha "il diritto ma anche l'obbligo" di difendersi da Hamas, contro il quale continuerà ad agire "con la forza". "Abbiamo ascoltato il discorso al Cairo, poi abbiamo visto l'incontro con il presidente Al-Sisi e i leader della Lega Araba, citando Hamas, ma anche menzionando le sanzioni israeliane e ciò che sta accadendo a Gaza. Non è solo un diritto di Israele difendersi, ma è un obbligo contro l'intenzione di Hamas di farlo di nuovo", ha detto il diplomatico a Diário do Poder. Zonshine ha poi ricordato che il gruppo terroristico usa i palestinesi come scudo umano, agendo "dall'interno della popolazione". "Hamas ha investito tutti i suoi sforzi nella costruzione di città sotterranee", ha aggiunto.
Mar Rosso, nuovo attacco Usa-Gb nello Yemen
Almasirah, organo di stampa affiliato agli Houthi, ha riferito oggi che un attacco aereo congiunto USA-Regno Unito ha colpito la regione di Ras Issa nello Yemen. La notizia è rilanciata dal sito israeliano 'Ynetnews'.
Qatar: "Negoziati per la tregua non sono molto promettenti"
I negoziati in questi ultimi giorni per un cessate il fuoco a Gaza "non sono molto promettenti". Lo ha detto Sheikh Mohammed bin Abdul Rahman Al Thani, primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar. "Credo che potremo vedere un accordo realizzarsi molto presto. Eppure lo schema degli ultimi giorni non è stato molto promettente", ha precisato il primo ministro del Qatar, parlando alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco e riferendosi alla "parte umanitaria di questi negoziati". "Rimarremo sempre ottimisti, continueremo a spingere", ha aggiunto, parlando in inglese.
Hamas minaccia la fine dei negoziati senza gli aiuti a Gaza nord
Hamas ha minacciato che sospenderà ogni negoziato su una possibile intesa con Israele se gli aiuti umanitari non arriveranno nella parte nord di Gaza. Lo ha detto un esponente della fazione islamica alla rete del Qatar Al Jazeera, ripresa dai media. "Non si possono tenere negoziati mentre la fame divora il popolo palestinese", ha aggiunto.
Herzog a Blinken: "La priorità è finire di sradicare Hamas"
"La priorità è che venga preservata la sicurezza di Israele e per fare questo dobbiamo completare il lavoro di sradicamento delle strutture di Hamas". Così il presidente israeliano Isaac Herzog ha risposto a Antony Blinken che oggi a Monaco ha parlato delle "reali opportunità che abbiamo di fronte, per un futuro più sicuro per israeliani, palestinesi e tutti gli amici nella regione".
"Ho sentito il suo discorso oggi - ha detto Herzog incontrando il segretario di Stato Usa a margine dei lavori della conferenza di Monaco- e credo che l'ho trovato interessante, credo che vi siano opportunità che debbano essere studiate". Ma Herzog ha insistito sul fatto che, oltre la distruzione di Hamas, per Israele "in questi momenti difficili", la priorità è la liberazione degli ostaggi.
"Li vogliamo a casa e stiamo lavorando con la comunità internazionale, con voi sulla questione degli aiuti umanitari in modo da poterli aumentare in regola con le leggi umanitarie dove e quando sia necessario", ha concluso il presidente israeliano.
Blinken a Herzog: "No operazione a Rafah senza piano per la sicurezza di un milione di rifugiati"
"Gli Stati Uniti non possono sostenere un'operazione militare di terra a Rafah senza un credibile ed applicabile piano per garantire la sicurezza dell'oltre un milione di rifugiati". E' quanto ha ribadito Antony J. Blinken nel suo incontro oggi a margine dei lavori della Conferenza per la Sicurezza di Monaco con il presidente israeliano Isaac Herzog.
I due leader, rende noto ancora il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, "hanno discusso gli sforzi per garantire il rilascio degli ostaggi e ottenere una pausa umanitaria che possa rendere possibile l'aumento del flusso di aiuti umanitari ai civili palestinesi a Gaza.
Il segretario di Stato infine ha "sottolineato la necessità per tutte le parti di adottare misure adatte a proteggere la vita dei civili ed impedire l'allargamento del conflitto". E ha ribadito "l'impegno degli Stati Uniti per una pace duratura nella regione che comprenda la creazione di uno stato palestinese con garanzie di sicurezza per Israele".
Migliaia di manifestanti filo-palestinesi marciano a Madrid
Sventolando bandiere e striscioni filo-palestinesi, migliaia di persone hanno marciato oggi per le strade di Madrid per chiedere un cessate il fuoco immediato nella guerra tra Israele e Hamas. La folla ha attraversato in una giornata assolata le strade della capitale spagnola, dalla stazione ferroviaria di Atocha alla centrale Plaza del Sol, dietro un grande striscione con la scritta "Libertà per la Palestina". Al corteo hanno preso parte sei ministri del gabinetto del primo ministro Pedro Sanchez: tutti e cinque del partito di estrema sinistra Sumar, partner minori della coalizione, nonché il ministro dei trasporti Oscar Puente del partito socialista del premier.
G7: "Armi dell'Iran agli Houthi aumentano le tensioni, ferma condanna per gli attacchi nel mar Rosso"
"La continua fornitura di armi e materiale collegato da parte dell'Iran agli Houthi, in violazione della risoluzione 2216 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e ad altri attori non statali nella regione ha aumentato pericolosamente le tensioni". Lo denunciano i ministri degli Esteri del G7 nella dichiarazione fatta da Antonio Tajani a nome della presidenza italiana del gruppo, nella quale rinnovato "la loro più ferma condanna degli attacchi perpetrati dagli Houthi contro le navi commerciali che transitano nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden e le navi della Marina Militare che le proteggono".
I ministri sottolineano che "questi attacchi violano il diritto internazionale, mettono in pericolo vite innocenti e minacciano i diritti e le libertà di navigazione".
G7: "Conseguenze devastanti se Israele attacca Rafah"
I ministri degli Esteri del G7 hanno "chiesto un'azione urgente per affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza, in particolare la difficile situazione di 1,5 milioni di civili che si rifugiano a Rafah, ed hanno espresso profonda preoccupazione per le conseguenze potenzialmente devastanti sulla popolazione civile di un'ulteriore operazione militare su vasta scala da parte di Israele in quella zona". Lo si legge nella dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della riunione G7 Esteri a Monaco.
G7: "Ferma condanna dei raid Houthi, bene l'operazione Ue"
"I membri del G7 hanno rinnovato la loro più ferma condanna degli attacchi perpetrati dagli Houthi contro le navi mercantili in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden e le navi della marina che le proteggevano" e "hanno accolto con favore l'imminente istituzione dell'operazione marittima dell'Ue Aspides e i continui sforzi dell'operazione guidata dagli Stati Uniti Prosperity Guardian insieme al sostegno del Regno Unito per proteggere queste rotte marittime cruciali". Lo si legge nella dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della riunione G7 Esteri a Monaco.
G7: "Lavorare a pause che portino al cessate il fuoco a Gaza"
"I membri del G7 hanno espresso l'intenzione di lavorare per pause prolungate e durature nelle ostilità" a Gaza "che portino a un cessate il fuoco sostenibile e per l'attuazione urgente delle risoluzioni Onu UNSCR 2712 e 2720, compresi corridoi per facilitare l'assistenza urgentemente necessaria, lo spostamento dei civili e il rilascio degli ostaggi". Lo si legge nella dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della riunione G7 Esteri a Monaco. I ministri "hanno ribadito nei termini più forti possibili l'importanza per tutte le parti di proteggere i civili, nel rispetto del diritto umanitario internazionale".
Medioriente, raid israeliani su Gaza: decine di palestinesi uccisi
Decine di palestinesi sono stati uccisi in nuovi raid e combattimenti con le forze israeliane a Gaza. Lo ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia, che denuncia 83 morti e 125 feriti nelle ultime 24 ore.
Leader chiesa afroamericana in Usa chiedono stop fondi a Israele
I leader della Chiesa episcopale metodista africana (Ame), una delle denominazioni cristiane afroamericane più antiche e importanti del paese, hanno chiesto questa settimana agli Stati Uniti di porre fine ai loro aiuti finanziari a Israele, affermando che la sua campagna militare a Gaza equivale a un "genocidio di massa". Lo scrive il New York Times. L'appello è stato lanciato dal Consiglio dei vescovi della Chiesa, il suo ramo esecutivo, e firmato da quattro vescovi senior, tra cui il presidente del consiglio, il vescovo Stafford J. N. Wicker. Le chiese afroamericane e altri gruppi religiosi hanno spinto per mesi per un cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas attraverso spot, lettere aperte e campagne sui social media. Ma l'appello dell'Ame va oltre la richiesta di cessate il fuoco, insistendo affinché gli Stati Uniti interrompano immediatamente il loro sostegno finanziario a Israele.
Nyt: "Israele dietro gli attacchi a due gasdotti iraniani"
Israele ha effettuato attacchi segreti contro due importanti gasdotti all'interno dell'Iran, interrompendo il flusso di calore e gas da cucina verso province con milioni di persone: lo scrive il New York Times citando due funzionari occidentali e uno stratega militare affiliato al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane. Gli attacchi, secondo il Nyt, rappresentano un notevole cambiamento nella guerra ombra che Israele e Iran conducono da anni attraverso attacchi aerei, terrestri, marittimi e informatici. Israele, ricorda il quotidiano, ha a lungo preso di mira i siti militari e nucleari all'interno dell'Iran e ha assassinato scienziati nucleari e comandanti militari iraniani, sia all'interno che all'esterno del paese. Israele ha anche sferrato attacchi informatici per disabilitare i server appartenenti al ministero del petrolio, provocando disordini nelle stazioni di servizio in tutto il Paese. Ma l'esplosione di parte dell'infrastruttura energetica del Paese, su cui fanno affidamento industrie, fabbriche e milioni di civili, segna un'escalation in questa guerra segreta e sembra aprire una nuova frontiera, sostengono hanno i dirigenti e gli analisti contattati dal Nyt. Gli attacchi ai gasdotti richiedono una profonda conoscenza delle infrastrutture iraniane e un attento coordinamento, specialmente perché le due pipeline sono state colpite in più punti contemporaneamente.