Esplora tutte le offerte Sky

Guerra Israele–Hamas. Netanyahu: no accordo a ogni prezzo. Slitta risposta su tregua

©Ansa
Medioriente, media: Hamas pronto a rifiutare accordo ostaggi
NEWS
Medioriente, media: Hamas pronto a rifiutare accordo ostaggi
00:02:26 min

Il premier israeliano Netanyahu: "Non accetteremo ogni accordo né ad ogni prezzo". Contrariamente alle attese, Hamas non risponderà a breve alla proposta di una tregua e del rilascio degli ostaggi elaborata nei giorni scorsi a Parigi. Secondo il Jerusalem Post sarebbe pronto a respingere l'accordo. Dopo l'attacco in Iraq e Siria contro i gruppi affiliati all'Iran, gli Usa hanno lanciato insieme con il Regno Unito un raid su 36 obiettivi Houthi in 13 località dello Yemen

in evidenza

Non arriverà stasera la risposta di Hamas alla proposta sul rilascio degli ostaggi in cambio di uno stop ai combattimenti. Lo dice la tv israeliana Channel 12, dopo che in giornata una televisione saudita aveva anticipato una risposta per le 19 ora locale. La stessa emittente sostiene che il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, intende chiedere solide garanzie per la fine della guerra ed il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia, condizione che Israele non intende accettare. Un'altra fonte vicina ad Hamas ha detto alla tv palestinese Quds news network che le parti non sono affatto vicine ad un accordo e che il gruppo insiste per la fine della guerra. 


"Voglio essere chiaro riguardo alla nostra politica: l'obiettivo essenziale è innanzitutto l'eliminazione di Hamas", ha ribadito oggi  il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intervenendo all'inizio dell'incontro settimanale del governo a Tel Aviv. Netanyahu ha posto poi tre condizioni affinchè questo avvenga: la distruzione dei restanti battaglioni di Hamas, di cui 17 su 24 sono stati sconfitti; operazioni di rastrellamento, che l'esercito starebbe attuando con raid nel Nord e nel centro della Striscia e la neutralizzazione della rete di tunnel di Hamas, "che richiede piu' tempo".


Almeno due bambini sono stati uccisi in un attacco israeliano contro un asilo nella città di Rafah, nella parte meridionale di Gaza.



Gli approfondimenti:

Per ricevere le notizie di Sky TG24:

Questo liveblog termina qui

Per rimanere aggiornato segui il nuovo live del 5 febbraio

Yemen, chi sono gli Houthi e cosa hanno a che fare con la guerra Israele-Hamas

Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale  yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico,  religioso e militare. Nel dicembre 2023 il Pentagono ha detto di aver  intercettato missili e droni lanciati dagli Houthi "potenzialmente  indirizzati verso obiettivi in Israele" e una petroliera norvegese nel  Mar Rosso è stata colpita da un missile houthi. Il 12 gennaio 2023 Usa e  Gran Bretagna hanno condotto un raid contro obiettivi nello Yemen  utilizzati dai ribelli CHI SONO

Consigliere Biden: l'accordo sugli ostaggi non è vicino

"L'accordo sugli ostaggi rapiti a Gaza non è dietro l'angolo". Lo ha detto in un'intervista ad Abc news il consigliere per la sicurezza americana Jake Sullivan sottolineando che "la palla ora è nelle mani di Hamas". "Questo tipo di negoziati procedono di solito lentamente fino a quando non accelerano all'improvviso. E quindi è difficile stabilire un calendario preciso su quando ci si arriverà o persino se ci si arriverà", ha spiegato il funzionario

Le 20 foto simbolo dal mondo del 2023, dalla guerra a Gaza al naufragio di Cutro

Guerra Israele-Hamas, arrivati in Italia i primi bambini palestinesi feriti

Ad accoglierli all'aeroporto di Ciampino il vicepremier e  ministro degli Esteri Antonio Tajani. I piccoli, dieci in totale, sono  ora ricoverati tra l'ospedale Bambin Gesù di Roma, il Gaslini di Genova e  il Meyer di Firenze. Il generale Figliuolo: "Una bella pagina, ora  altri ponti aerei col nostro Paese" LEGGI

Netflix e Apple frenano le serie tv israeliane a causa della guerra a Gaza

Produzioni rallentate e distribuzione sospesa per i prodotti  targati Tel Aviv sui colossi dello streaming occidentali. La  preoccupazione degli operatori del settore riportate da Haaretz:  "Rischiamo di finire come la Russia" LEGGI L'ARTICOLO

Medioriente, media: Hamas pronto a rifiutare accordo ostaggi

Unrwa, tutti i Paesi che hanno sospeso i fondi dopo le accuse

Sono 10 gli Stati che hanno finora bloccato tutti i finanziamenti  all'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, in seguito alle accuse di  un possibile coinvolgimento di dipendenti nell’attacco di Hamas in  territorio israeliano del 7 ottobre. Gli Usa hanno immediatamente  annunciato lo stop ai finanziamenti. La scelta è stata poi condivisa da  Canada, Australia, Italia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi,  Germania, Giappone e Austria LEGGI

Gaza, 800 funzionari europei e Usa accusano Israele: "Viola il diritto internazionale"

Centinaia di diplomatici e funzionari (la metà lavora per la  Commissione europea), tra cui anche italiani, hanno sottoscritto un  documento "transatlantico" in cui accusano Israele di "gravi violazioni  del diritto internazionale" per la risposta militare contro la Striscia e  chiedono ai rispettivi governi una reazione più decisa. Altrimenti c'è  "il rischio di rendersi complici di una delle più gravi catastrofi  umanitarie del secolo": fino a scenari di "pulizia etnica e genocidio" LA LETTERA

Haaretz, 'Netanyahu ha orchestrato opposizione ministri ad accordo ostaggi'

I ministri che oggi hanno espresso opposizione all'ipotesi di un accordo sulla liberazione degli ostaggi lo hanno fatto d'accordo con il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Lo afferma una fonte presente al consiglio dei ministri israeliano di oggi, citata dal quotidiano Haaretz.

Secondo la fonte, Netanyahu vuole rispondere alle pressioni americane per arrivare ad un accordo dicendo che a causa degli altri membri del governo non può accettare le richieste di Hamas.


Media, 'Hamas pronto a respingere accordo su ostaggi'**

Hamas sarebbe pronto a respingere l'accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi proposto a Pargi. Lo scrive il Jerusalem Post , citando al Arabiya.



Iran a Gb, continuare la guerra non è soluzione

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha detto al suo omologo britannico David Cameron che "la continuazione della guerra non è una soluzione": lo ha fatto sapere lo stesso capo della diplomazia di Teheran su X, secondo quanto riporta l'agenzia iraniana ufficiale Irna. "Condanniamo fermamente gli attacchi militari statunitensi e britannici allo Yemen e l'aggressione degli Stati Uniti contro l'Iraq e la Siria. Nel mio incontro con il ministro degli Esteri britannico David Cameron, ho chiarito che la continuazione della guerra non e' la soluzione. Non c'è bisogno di far arrabbiare l'area. Consideriamo la sicurezza dell'Iraq, della Siria, dello Yemen e della Palestina (Gaza e la costa) come equivalenti alla sicurezza dell'intera regione".

Fonte Israele, Netanyahu rinunciò all'ultimo a operazione Soleimani

Un alto funzionario della sicurezza israeliana ha confermato che il premier Benyamin Netanyahu si ritirò all'ultimo momento dall'operazione americana nella quale fu ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani nel gennaio di 4 anni fa a Baghdad.

"L'operazione per assassinare Soleimani era in preparazione da vari mesi. All'ultimo momento Netanyahu ci ha ripensato per paura di una rappresaglia iraniana. C'era una finestra di opportunità non ripetibile e Trump decise che, se Netanyahu aveva paura di farlo, lui lo avrebbe fatto. Ed è quello che è successo", ha detto l'alto funzionario all'emittente israeliana Channel 12. "Israele ha fornito informazioni cruciali e gli Stati Uniti hanno realizzato l'assassinio", ha precisato. Le parole dell'anonimo alto funzionario arrivano dopo che Trump si è nuovamente lamentato oggi di essere stato abbandonato all'ultimo momento da Netanyahu per quanto riguarda l'uccisione di Soleimani. 

Media, 'Hamas pronto a rifiutare accordo mediato a Parigi

Hamas è pronto a rifiutare l'accordo mediato a Parigi per gli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza. Lo riferisce il media saudita Al-Arabiya, ripreso anche dagli israeliani Ynet e Jerusalem Post. Hamas chiederebbe, secondo le fonti citate dal media saudita, un maggior numero di detenuti palestinesi da liberare da parte di Israele. La risposta scritta a Egitto e Qatar dovrebbe essere inviata "contemporaneamente" nelle prossime ore e - secondo fonti citate da un altro quotidiano saudita, Al-Sharq - conterrebbe anche la richiesta di un totale cessate il fuoco, da sempre rifiutato da Israele.

Media, Hamas non darà risposta stasera

Contrariamente alle attese, Hamas non risponderà questa sera alla proposta di una tregua e del rilascio degli ostaggi elaborata nei giorni scorsi a Parigi e proposto con la mediazione di Egitto e Qatar. E' quanto si legge sulla stampa israeliana e palestinese. Secondo il canale tv Channel 12, in particolare, il leader di Hamas da Gaza, Yahya Sinwar, chiederà solide garanzie per la fine della guerra e il ritiro delle truppe israeliane, ma è  già noto che Israele non ha intenzione di accettare. La rete di informazioni palestinese Quds cita una fonte di Hamas secondo cui le parti non sono vicine a un accordo e che conferma la richiesta di fine della guerra da parte del movimento palestinese. 

Trump attacca Israele, 'si sono defilati quando abbiamo preso Soleimani'

L'ex presidente americano Donal Trump ha ripetuto l'accusa a Israele di essersi defilato all'ultimo momento dall'operazione americana in cui è stato ucciso in Iraq il generale iraniano Qassem Soleimani nel gennaio 2020. "Quando abbiamo preso Soleimani, sapete che Israele avrebbe dovuto essere con noi. Ma due giorni prima hanno detto che non potevano più farlo", si è lamentato Trump, intervistato da Fox News. 

Già dopo l'attacco di Hamas il 7 ottobre, Trump aveva dichiarato di "non aver mai dimenticato che Bibi Netanyahu ci ha mollato", riferendosi all'uccisione di Soleimani. Proprio oggi il Wall Street Journal ha pubblicato un'intervista con il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, il politico di estrema destra Itamar Ben Gvir, secondo il quale Trump tratterebbe molto meglio Israele di quanto faccia l'attuale presidente americano Joe Biden. 

Times of Israel, nessuna conferma farmaci Qatar a ostaggi

Circa 3 settimane dopo l'annuncio che farmaci entrati a Gaza, ad iniziativa del Qatar, sarebbero stati trasferiti agli ostaggi israeliani in cattività, non c'è ancora alcuna conferma che questo sia avvenuto. Lo ha riferito Times of Israel che su questo tema ha posto la domanda all'ufficio del premioer Benyamin Netanyahu. Inoltre, una rappresentanza dello staff medico del Forum delle famiglie dei rapiti ha detto che non ci sono nuove informazioni. Lo scorso 16 gennaio il Qatar annunciò che la consegna dei farmaci sarebbe cominciata il giorno successivo in cambio della trasferta di larghe quantità di aiuto umanitario e medico alla popolazione di Gaza. la Croce Rossa - ha ricordato Times of Israel - spiegò di non essere coinvolta nella distribuzione che invece sarebbe stata garantita dal Qatar. 

Media: "Ancora nessuna conferma della consegna dei medicinali agli ostaggi"

Ancora non è arrivata nessuna conferma della consegna di farmaci agli ostaggi rapiti da Hamas, a quasi tre settimane dal loro invio. Lo scrive Times of Israel, spiegando di aver chiesto informazioni in proposito all'ufficio del primo ministro ma di non aver ricevuto nessuna risposta sostanziale. Anche il Forum delle famiglie degli ostaggi ha detto di non sapere nulla.

In seguito ad un accordo mediato da Egitto e Qatar, con la partecipazione della Francia, Doha ha annunciato il 16 gennaio che la consegna di medicine per gli ostaggi sarebbe iniziata il giorno successivo insieme alla fornitura di farmaci e aiuti umanitari per la popolazione civile di Gaza. La Croce Rossa internazionale, che non ha mai potuto vistare gli ostaggi, ha chiarito di non essere coinvolta nell'accordo e la sua realizzazione. Alcuni ostaggi, fra cui degli anziani, soffrono di malattie croniche mentre altri sono stati feriti durante il loro rapimento. il Forum delle famiglie aveva chiesto di poter avere una prova visiva della consegna di farmaci ai loro cari. 

Banca d'Israele congela il conto dell'Unwra per "sospetto trasferimento di fondi ad Hamas"

Una banca israeliana ha annunciato il blocco del conto all'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unwra) a causa di "tangibili sospetti del trasferimento di fondi a gruppi terroristi a Gaza". Lo riferisce Haarezt, aggiungendo che la banca ha detto di aver ricevuto informazioni di attività insolite sul conto dell'Unwra e di aver allertato più vole in proposito l'agenzia Onu.

La notizia arriva dopo che numerosi paesi occidentali hanno sospeso i finanziamenti all'Unwra in seguito a prove sulla partecipazione di alcuni sui dipendenti al massacro perpetrato in Israele da Hamas il 7 ottobre. La stessa agenzia ha aperto una inchiesta e sospeso una dozzina di dipendenti sospetti. Nella lettera inviata dalla banca all'Unwra si legge che la vicenda ha sollevato sospetti sull'uso dei fondi a fini terroristici insieme ad alcuni movimenti di denaro non tracciabili fatti senza fornire spiegazioni. 

Dopo la sospensione dei fondi da parte di diversi paesi donatori, fra cui Stati uniti, Gran Bretagna e Italia, l'Unwra ha sollevato l'allarme sul rischio di non poter più fornire aiuti alla popolazione civile di Gaza.

Israele contro l'Unrwa: "Stai pagando il prezzo per aver impiegato degli assassini"

Medioriente, conti congelati per colono sanzionato dagli Usa

Uno dei quattro coloni estremisti sanzionati dagli Stati Uniti per atti di violenza in Cisgiordania, Yinon Levi, si è già trovato con i conti bancari congelati. La banca israeliana Leumi ha informato Levi del congelamento del suo conto privato e di quello per il business, riferisce l'emittente israeliana Kan, rilanciata da Times of Israel.

Quando sono state annunciate le sanzioni, il dipartimento di Stato americano ha affermato che Levi guida regolarmente gruppi di coloni dell'avamposto di Meitarim farms in assalti contro civili palestinesi e beduini, brucia i loro campi, distrugge le loro proprietà e li minaccia di ulteriori violenze se non lasceranno le loro case. 

Netanyahu: "No al rilascio di migliaia di palestinesi, riferimento è precedente accordo"

A quanto riporta Haaretz, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha detto ai suoi ministri di escludere il rilascio di migliaia di detenuti palestinesi nell'ambito dell'accordo per la liberazione degli ostaggi che viene ora negoziato. Il punto di riferimento, ha detto, deve essere la ratio stabilita nel precedente accordo, quando furono liberati tre detenuti palestinesi per ogni ostaggio. 

Durante il consiglio dei ministri di questa mattina, scrive Haaretz, Netanyahu ha anche detto che non vi sarà una totale cessazione dei combattimenti nell'ambito dell'accordo e che un cessate il fuoco permanente con il ritiro israeliano da Gaza saranno possibili solo dopo lo smantellamento del governo e le capacità militari di Hamas. Alcuni ministri hanno chiesto che l'accordo sia presentato a tutti i ministri e ottenga l'approvazione dell'intero governo prima di essere implementato. 

Intanto il gabinetto ristretto di guerra, scrive Times of Israel,  è convocato per le 19 (le 18 in Italia). Secondo media arabi, Hamas dovrebbe dare più o meno alla stessa ora la sua risposta su un possibile accordo per la liberazione degli ostaggi.

Il Papa: "Mai nel mondo la pace è stata così a rischio". VIDEO

Houthi: "Raid Usa e Gb alimentano odio verso i colonialisti"

"I raid aggressivi (di Usa e Gran Bretagna), sia contro lo Yemen che contro Iraq e Siria, alimenteranno le fiamme dell'odio del nostro popolo e lo uniranno contro la presenza coloniale americana nella regione". L'avvertimento è arrivato da Mohammed Abdulsalam, portavoce degli Houthi in Yemen, secondo quanto riferisce Al Jazeera. Il portavoce ha ammonito che l'aggressione di Wahington e Londra "non raggiungerà alcun obiettivo" se non quello di trascinare i due Paesi nel pantano della regione. "La decisione dello Yemen di sostenere Gaza è ferma, basata su principi e non sarà influenzata da alcun attacco", ha assicurato ", ha affermato Abdulsalam. "Invece di intensificare l'escalation e aprire un nuovo fronte di guerra nella regione, l'America e la Gran Bretagna dovrebbero ascoltare l'opinione pubblica internazionale che chiede l'immediata cessazione dell'aggressione israeliana, la revoca dell'assedio di Gaza e la fine della protezione di Israele a spese del popolo palestinese", ha aggiunto. 

Houthi

©Ansa

Tajani condanna l'atto di intolleranza contro abate a Gerusalemme

"Condanno l'atto di volgare intolleranza subito a Gerusalemme dall'abate benedettino Schnabel cui va la nostra solidarietà. La libertà di religione è una priorità. Il Governo italiano ritiene necessario il rispetto della convivenza tra popoli e religioni in Terra Santa". Lo scrive su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Dopo 15 razzi dal Libano, Israele colpisce Hezbollah

Dopo 15 lanci di razzi dal Libano, Israele ha colpito una serie "siti di Hezbollah" oltre confine. Lo ha detto il portavoce militare secondo cui i raid aerei hanno centrato postazioni "a Blida e Mays al-Jabal, incluso un sito di lancio gestito da operativi di Hezbollah". Secondo la stessa fonte un tank israeliano ha colpito "una cellula di Hezbollah e Blida" e i soldati ora stanno rispondendo verso "la fonte dei lanci di razzi" dall'altra parte del confine. 

Idf: "A Khan Yunis le truppe hanno operato all'interno di un complesso e localizzato fucili AK-47, munizioni, equipaggiamento militare e risorse tecnologiche. Inoltre, hanno localizzato armamenti anche all’interno delle residenze dei terroristi"

Usa, su accordo ostaggi "la palla è nelle mani di Hamas"

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha dichiarato che un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas che dia una pausa alle ostilità a Gaza è nell'interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ma che ora "la palla è  nelle mani" del gruppo palestinese che controlla la Striscia, in quanto Israele ha avanzato la sua proposta. Sullivan ha specificato che la situazione umanitaria a Gaza è  una "priorità massima" dell'imminente visita del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in Medio Oriente. Blinken è in viaggio verso la regione per una missione che includerà tappe in Israele, Egitto, Qatar, Arabia Saudita e Cisgiordania. l consigliere per la sicurezza nazionale ha poi sottolineato che i palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case a Gaza. 

Manifestanti per Gaza fuori casa Blinken, 'criminale di guerra'

Da qualche giorno fuori dalla residenza di Antony Blinken nel nord della Virginia, stazionano oltre 100 manifestanti pro-Gaza che si sono accampati lungo la strada con tende e sedie da campeggio. Lo riporta il New York Times. Il segretario di Stato parte oggi per la sua missione in Medio Oriente e in settimana farà tappa in Israele e Cisgiordania per la quinta volta dagli attacchi del 7 ottobre. Tuttavia le proteste contro di lui continuano con tanto di cartelli che lo accusano di essere un "criminale di guerra". "Qui abita Blinken il sanguinario", si legge su un altro, mentre sul marcipiede qualcuno ha scritto: "Segretario del genocidio". "Sfidiamo il freddo, il vento e la pioggia 24 ore al giorno per implorare Blinken a sostenere un cessate il fuoco immediato a Gaza", hanno scritto in una nota gli organizzatori della protesta chiamata 'Occupy Blinken'',  dal nome della protesta fuori dalla Borsa di New York di qualche anno fa 'Occupy Wall Street'.  Il segretario di Stato non è stato l'unico preso di mira dai manifestanti in questi mesi: proteste sono state organizzate anche davanti alla residenza del segretario alla Difesa Lloyd Austin e del Consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan.

Usa, 'ci saranno nuovi raid contro gruppi pro-Iran'

"Ci saranno nuovi raid Usa contro i gruppi affiliati all'Iran". Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un'intervista alla Cnn. "Se attacheranno noi risponderemo", ha insistito il funzionario della Casa Bianca. 

Inviato Usa vede vertici Israele per accordo con Hezbollah

Il consigliere speciale americano Amos Hochstein è in visita in Israele dove incontrerà il primo ministro Benjamin Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e il leader di Unità nazionale Benny Gantz. Come riporta Haaretz, questi incontri fanno parte di uno sforzo per raggiungere un accordo con l'organizzazione Hezbollah in Libano. 

Sunak, con i raid in Yemen 'proteggiamo vite innocenti'

Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha affermato che gli attacchi aerei del suo paese hanno colpito specifici obiettivi militari Houthi nello Yemen, degradando ulteriormente le capacità del gruppo armato. "I recenti attacchi contro navi britanniche e internazionali sono inaccettabili. È nostro dovere proteggere vite innocenti e preservare la libertà", ha scritto su X. Le forze statunitensi e britanniche hanno colpito congiuntamente gli Houthi sabato notte, la terza volta da quando il gruppo ha iniziato i suoi attacchi contro le navi al largo dello Yemen in solidarietà con Gaza martoriata dalla guerra.

Netanyahu smentisce Ben Gvir, "apprezziamo sostegno Usa"

Il premier israeliao Benjamin Netanyahu ha commentato le critiche pubbliche del suo ministro della Sicurezza nazionale, l'esponente di estrema destra Ben-Gvir, all'amministrazione Biden. "Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno per capire come gestire le nostre relazioni con gli Stati Uniti e la comunità  internazionale", ha detto il premier nella riunione settimanale

della Knesset, come riporta Haaretz. Secondo il canale israeliano Channel 12 Netanyahu, senza fare il nome di Ben Gvir, ha affermato che l'intervista del ministro ha messo in pericolo "interessi vitali" di Israele.  Anche il leader dell'opposizione Yair Lapid e l'alto ministro israeliano Benny Gantz hanno criticato i commenti di Ben-Gvir. Il controverso ministro aveva dichiarato che "con Trump la condotta Usa della guerra a Gaza sarebbe stata diversa". Netanyahu oggi ha tenuto così a ribadire la sua "riconoscenza all'amministrazione americana per il sostegno avuto sin dall'inizio della guerra". "Ciò non significa che non abbiamo disaccordi, ma finora siamo riusciti a superarli con decisioni determinate e ponderate", ha aggiunto.

Medico arrestato in ospedale a Gaza, subiti abusi per 45 giorni

Un medico palestinese afferma che le forze israeliane a Gaza lo hanno arrestato dopo aver fatto irruzione in ospedale e lo hanno sottoposto ad abusi durante i 45 giorni di prigionia, inclusa la privazione del sonno, lasciandolo incatenato e bendato per tutto il tempo, prima di rilasciarlo la scorsa settimana. Lo scrive Reuters online.  Il dottor Said Abdulrahman Maarouf stava lavorando all'ospedale al-Ahli al-Arab di Gaza City quando questo è stato circondato dalle forze israeliane a dicembre. Ha raccontato di essere stato ammanettato, con le gambe incatenate e gli occhi bendati per le quasi sette settimane della sua prigionia. Ha aggiunto di essere stato costretto a dormire su ciottoli, senza materasso, cuscino o coperta e con musica ad alto volume.  L'esercito israeliano non ha risposto alla richiesta di commento della Reuters, limitandosi a dire che avrebbe rilasciato una dichiarazione più tardi. In precedenza ha negato di aver preso di mira o di aver abusato di civili e accusa Hamas di utilizzare gli ospedali per operazioni militari, cosa che Hamas nega. 

Netanyahu: no ad accordo con Hamas a qualsiasi prezzo

"Voglio essere chiaro riguardo alla nostra politica: l'obiettivo essenziale e' innanzitutto l'eliminazione di Hamas", ha ribadito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intervenendo all'inizio dell'incontro settimanale del governo a Tel Aviv. Lo riporta il Times of Israel. Netanyahu ha posto poi tre condizioni affinche' questo avvenga: la distruzione dei restanti battaglioni di Hamas, di cui 17 su 24 sono stati sconfitti; operazioni di rastrellamento, che l'esercito starebbe attuando con raid nel Nord e nel centro della Striscia e la neutralizzazione della rete di tunnel di Hamas, "che richiede piu' tempo".


Netanyahu: "Israele riconoscente per sostegno degli Usa"

Israele "è molto riconoscente all'amministrazione Usa per il sostegno avuto sin dall'inizio della guerra". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu dopo le parole del ministro Itamar Ben Gvir, secondo cui "con Trump la condotta Usa della guerra a Gaza sarebbe stata diversa" da quella di Joe Biden. "Questo non vuol dire - ha aggiunto - che con gli Usa non possano esserci divergenze di opinioni. Le abbiamo superate con decisioni ponderate e determinate". Netanyahu ha poi detto "di non aver bisogno di nessuno" nel gestire i rapporti con gli Usa nel contesto "della difesa degli interessi di sicurezza di Israele". 

Netanyahu

©Ansa

Sejourné al Cairo: "Rifiutiamo sfollamento forzato di palestinesi"

"La nostra posizione è ferma: rifiutiamo lo sfollamento forzato dei palestinesi". Lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourné, in conferenza stampa al Cairo con il collega egiziano, Sameh Shoukry, nella prima tappa del viaggio in Medio Oriente da capo della diplomazia francese che lo porterà poi in Giordania, domani in Israele e Territori palestinesi e infine in Libano martedì. Sejourné ha poi affermato: "Siamo preoccupati del bombardamento israeliano di Rafah", mentre il ministro degli Esteri egiziano ha messo in guardia "del pericolo che il conflitto si estenda al Medio Oriente", scrive al Arabiya. "Diamo il benvenuto al ministro degli Esteri francese al Cairo e appreziamo le nostre relazioni strategiche. Siamo impazienti di lavorare insieme per spingere la nostra partnership verso nuovi orizzonti e rafforzare il nostro coordinamento nell'affrontare le sfide", ha scritto su X il ministero degli Esteri egiziano accompagnando le dichiarazioni con una foto di Sejourné e Shoukry.

Wafa, 2 bambini uccisi in bombardamento su asilo a Rafah

Almeno due bambini sono stati uccisi in un attacco israeliano contro un asilo nella città di Rafah, nella parte meridionale di Gaza, ha detto il ministero della Sanità della Striscia citato dall'agenzia Wafa.   L'attacco è avvenuto durante la notte. Ci sarebbero anche decine di feriti. Nell'asilo avevano trovato rifugio molti sfollati. 

Hamas denuncia "escalation che trascinerà altro caos"

Il movimento islamista palestinese Hamas ha condannato gli attacchi effettuati da Stati Uniti e Regno Unito contro obiettivi Houthi nello Yemen e ha denunciato la "escalation" che minaccia la stabilità nella regione. "Condanniamo fermamente il bombardamento dello Yemen da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna e lo consideriamo un palese attacco alla sovranità di un Paese arabo fraterno e un'escalation che trascinerà la regione in ulteriori disordini e instabilità", ha denunciato in una nota. "Washington e l'occupazione sionista -ha denunciato il movimento islamista hanno la piena responsabilita' per le ripercussioni" degli attacchi.

Aperto il valico di Rafah per il passaggio di aiuti umanitari

Il valico di frontiera di Rafah, tra l'Egitto e la Striscia di Gaza è stato aperto questa mattina per il passaggio di aiuti umanitari, cibo, medicinali e carburante, nonché per l'uscita di palestinesi feriti, stranieri e persone con la doppia cittadinanza da Gaza. Lo rende noto Raed Abdel Nasser, segretario generale della Mezzaluna Rossa nel Sinai del Nord. Le autorità egiziane continuano a mantenere aperto il valico e questo ha permesso il passaggio di 120 camion di aiuti umanitari, medici e alimentari e 6 camion di carburante, consegnati poi all'Unrwa e alla Mezzaluna Rossa palestinese. 

Papa: "La pace oggi più che mai è messa a rischio"

“Invito a pregare per la pace, alla quale il mondo tanto anela, e che oggi più che mai è messa a rischio in molti luoghi. Essa non è una responsabilità di pochi ma dell’intera famiglia umana, cooperiamo tutti a costruirla, con gesti di compassione e di coraggio. Continuiamo a pregare per le popolazioni che soffrono per la guerra, specialmente in Ucraina, Palestina e Israele”. Lo ha detto il Papa al termine dell’Angelus in piazza San Pietro.

Iran accusa Usa e Gb di alimentare "caos e disordine"

In Iran, il ministero degli Esteri ha accusato gli Stati Uniti e il Regno Unito di alimentare il caos in Medio Oriente con gli ultimi bombardamenti effettuati nello Yemen, un'azione che Teheran ha descritto come una violazione della sovranità e l'integrità territoriale di quel Paese. "Gli Stati Uniti e il Regno Unito con le loro azioni militari nella regione stanno alimentando il caos, il disordine, l'insicurezza e l'instabilità con l'obiettivo di dare respiro a questo regime criminale (Israele) accusato di genocidio dei palestinesi", ha affermato in una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani. Il diplomatico ha definito gli attacchi congiunti di ieri sera dei caccia di Washington e Londra - sostenuti da Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Paesi Bassi e Nuova Zelanda - una "violazione ripetuta della sovranità e dell'integrità territoriale dello Yemen e una flagrante violazione del diritto internazionale". Teheran ritiene che questi attacchi nella regione "contraddicano le ripetute affermazioni di Washington e Londra secondo cui non vogliono che la guerra e i conflitti si espandano nella regione" come conseguenza della guerra israeliana nella Striscia di Gaza, dove sono già morti più di 27.000 persone nell'enclave paalestinese. 

Gaza, 800 funzionari europei e Usa accusano Israele: "Viola il diritto internazionale"

Centinaia di diplomatici e funzionari (la metà lavora per la Commissione europea), tra cui anche italiani, hanno sottoscritto un documento "transatlantico" in cui accusano Israele di "gravi violazioni del diritto internazionale" per la risposta militare contro la Striscia e chiedono ai rispettivi governi una reazione più decisa. Altrimenti c'è "il rischio di rendersi complici di una delle più gravi catastrofi umanitarie del secolo": fino a scenari di "pulizia etnica e genocidio". LEGGI L'ARTICOLO

Cameron: "Attacchi Gb-Usa agli Houthi dopo ripetuti avvertimenti"

- Gli attacchi degli Stati Uniti e del Regno Unito contro obiettivi Houthi nello Yemen sono stati effettuati dopo "ripetuti avvertimenti". Lo ha detto il ministro degli Esteri del Regno Unito, David Cameron, sottolineando che gli attacchi Houthi alle spedizioni internazionali stanno "minacciando vite innocenti" e "devono finire". Lo riporta SkyNews. 

Cameron

©Ansa

Hamas consegnerà una risposta su accordo ostaggi in serata, secondo la Tv saudita

Hamas e le fazioni palestinesi daranno la loro risposta alla proposta di accordo sugli ostaggi formulata a Parigi alle 19:00 ora locale. Lo riferisce il canale saudita Al-Hadath. La notizia, che non è stata confermata dai diretti protagonisti, non è apparso su altri media del mondo arabo. Per oggi in Israele è prevista la convocazione anche del gabinetto di guerra del governo. 

Anp: "I ministri di Israele responsabili degli sputi a Gerusalemme"

Il ministero degli Esteri palestinese ha condannato i due ebrei ortodossi che ieri hanno sputato su un sacerdote cristiano in Città Vecchia a Gerusalemme insultando anche Gesù. Ed ha addossato la responsabilità "all'istigazione" da parte dei ministri israeliani di estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich come espressione di una "cultura coloniale razzista" che "nega l'esistenza dell'altro". Il ministero ha poi sostenuto che "milizie di coloni" si sentono incoraggiate da un "senso di impunità politica e legale" che le incoraggia a persistere nel "seminare odio" e nel "provocare cittadini palestinesi e membri di altre religioni". 

Ferma condanna Israele per sputi a cristiani a Gerusalemme

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha condannato "fermamente i brutti atti contro membri di altre religioni". "Ancora una volta - ha denunciato - un brutto episodio di sputi contro i chierici cristiani a Gerusalemme". "Sotto il governo dello Stato di Israele, tutti i membri delle religioni - ha sottolineato - potranno godere di completa libertà di culto, come mai prima d'ora. Come ha detto il profeta: 'perché la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni'".

Sputi contro cristiani in Città Vecchia a Gerusalemme

Nuovo episodio di "sputi" contro cristiani in Città Vecchia a Gerusalemme da parte di due ebrei ortodossi. Lo ha denunciato Wadie Abunassar, portavoce dell'Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa. Gli sputi - secondo la stessa fonte - sono stati indirizzati ieri verso Nikodemus Schnabel, abate della Dormizione di Gerusalemme. L'altro ortodosso - secondo Abunassar - ha invece insultato Gesù. I due, tra cui un minore di 17 anni, sono stati fermati dalla polizia.

Usa e Gb attaccano Houthi in Yemen, colpiti 36 obiettivi. VIDEO

Iran: "Raid in Yemen contraddicono affermazioni Usa e Gb contro escalation"

L'Iran condanna i nuovi raid Usa-Gb in Yemen affermando che sono "in chiara contraddizione con le ripetute dichiarazioni di Washington e Londra riguardo al atto che non vogliono un'espansione della guerra e del conflitto nella regione". E' quanto ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, accusando Usa e Gb di "alimentare il caos, il disordine, l'insicurezza e l'instabilità" con il loro sostegno ad Israele nella guerra a Gaza.

Ministero della Sanità di Gaza: "27.365 palestinesi uccisi"

Sono almeno 27.365 i palestinesi morti nella Striscia di Gaza a causa degli attacchi israeliani dal 7 ottobre scorso, mentre altri 66.630 sono rimasti feriti. Lo rende noto il ministero della Sanità dell'enclave, controllato da Hamas. 

Ben Gvir contro Biden: "I suoi aiuti a Gaza vanno a Hamas, con Trump sarebbe diverso"

"Invece di darci il suo pieno sostegno, Joe Biden è occupato a dare aiuti umanitari e carburante a Gaza che finiscono ad Hamas, se ci fosse Trump al potere, il comportamento degli Stati Uniti sarebbe completamente diverso". E' quanto ha detto Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza Nazionale del governo di Benjamin Netanyahu. In un'intervista al Wall Street Journal, l'esponente dell'estrema destra israeliana ha detto che Netanyahu è "ad un bivio" e deve "scegliere quale direzione prendere", ma ha ribadito che non intende ritirarsi dal governo.

Biden

©Ansa

Portavoce Houthi: "I raid non ci fermeranno, ci sarà risposta e punizione"

I nuovi raid Usa e Gb "non ci fermeranno" e "non passeranno senza risposta e distruzione". E' quanto ha affermato il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, precisando che i raid hanno colpito la capitale dello Yemen Sana'a ed altre aree controllate dai ribelli. In un post su X, Saree assicura che questi raid non smuoveranno la "nostra solida posizione in sostegno del popolo palestinese a Gaza".

Iran, attacchi Usa-Gb in Yemen aumentano caos nella regione

"Gli attacchi aerei degli Usa e del Regno Unito rappresentano una ripetuta violazione della sovranità e dell'integrità territoriale dello Yemen e sono contro il diritto internazionale - ha affermato Kanani, sottolineando - La continuazione di tali mosse arbitrarie è un chiaro avventurismo e una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale", ha affermato.  "La misura di questi paesi si basa sulla loro politica sbagliata che prevede l'uso del militarismo per raggiungere i loro obiettivi illegittimi nella regione, ed è in contraddizione con le loro ripetute affermazioni di essere preoccupati per l'espansione della guerra a Gaza", ha aggiunto, citato dall'Irna.

Iran, attacchi Usa-Gb in Yemen aumentano caos nella regione

Il portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kanani ha condannato gli attacchi aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti contro obiettivi degli Houthi sostenuti dall'Iran nello Yemen, in risposta ai recenti attacchi della milizia contro le navi nel Mar Rosso. "Le mosse militari degli Stati Uniti e del Regno Unito alimentano il caos, l'insicurezza e l'instabilità nella regione", ha sottolineato. 

Guerra Medioriente, Onu: la vita a Gaza è "insostenibile"

Il Papa: contro l'odio e la guerra serve tolleranza e fraternità

In un mondo segnato dalle guerre e dall'odio occorre riaffermare il valore della fraternità: è quanto dice in sintesi Papa Francesco nel Messaggio che ha inviato al segretario generale del Premio Zayed per la Fratellanza Umana. "Non possiamo non riconoscere gli effetti di un'assenza di fraterna solidarietà", scrive il Papa. "L'impatto negativo della distruzione ambientale e del degrado sociale continua a causare immense sofferenze per un vasto numero di nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo. Quanto è opportuno, quindi, dare attenzione ai principi che possono guidare l'umanità attraverso le ombre oscure dell'ingiustizia, dell'odio e della guerra nello splendore di una comunità mondiale segnata da quei valori" di fraternità che "includono l'amore tollerante per coloro che sono diversi, un'attenzione vera ai poveri e ai malati, in particolare ai bambini, e il desiderio di contribuire alla riabilitazione dei detenuti e al loro reinserimento nella società". Occorre dunque nel mondo "una maggiore solidarietà sociale e maggiore amore fraterno", conclude Papa Francesco.

Austin: 'inviato messaggio chiaro a Houthi per fermare loro attacchi illegali'

"Questa azione collettiva invia un chiaro messaggio agli Houthi sul fatto che continueranno a subire conseguenze se non metteranno fine ai loro attacchi illegali su navi internazionali". E' quanto ha dichiarato il segretario alla Difesa Usa,  Lloyd Austin, dopo la nuova ondata di raid in Yemen. "Noi non esiteremo - ha aggiunto - a difendere vite e il libero flusso del commercio in una delle rotte più cruciali del mondo". "Abbiamo già colpito con successo lanciatori e arsenali legati agli attacchi degli Houthi e sono fiducioso nel fatto che questi nostri ultimi raid hanno ulteriormente indebolito le loro capacità militari", gli ha fatto eco il ministro della Difesa britannico, Grant Shapps.

Usa: distrutto missile antinave Houthi nello Yemen

Un missile antinave Houthi è stato distrutto nello Yemen. Lo riporta la Bbc. Il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom), in un post sui social, afferma che le sue forze "hanno condotto un attacco per legittima difesa contro un missile da crociera antinave Houthi pronto a essere lanciato contro le navi nel Mar Rosso. Le forze statunitensi  hanno identificato il missile da crociera nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi e hanno stabilito che rappresentava una minaccia imminente per le navi della marina americana e le navi mercantili nella regione". 

Houthi: 'risponderemo all'aggressione di Usa e Gb'

"Il bombardamento da parte della coalizione anglo-americana di un certo numero di province yemenite non cambierà la nostra posizione. Le nostre operazioni militari contro Israele continueranno fino a quando i crimini di genocidio a Gaza non saranno fermati e l'assedio non sarà tolto, non importa quanto costi il sacrificio". Lo ha affermato su X Mohammed al-Bukhaiti, membro dell'ufficio politico degli Houthi "L'aggressione americano-britannica contro lo Yemen non rimarrà senza risposta, e andremo incontro a un'escalation con un'escalation", ha aggiunto.

Londra, 'gli ultimi raid nello Yemen non sono un'escalation'

Gli ultimi attacchi nello Yemen "non sono un'escalation". Lo ha affermato il ministro della Difesa britannico Grant Shapps - citato dalla Bbc - dopo i raid condotti insieme agli Usa contro i ribelli Houthi nello Yemen.

Mondo: I più letti