
"Israele continuerà la guerra fino a quando non raggiungerà tutti gli obiettivi, che sono l'eliminazione di Hamas, il ritorno di tutti gli ostaggi e la promessa che Gaza non rappresenterà più una minaccia per il paese". Lo ha detto il premier israeliano nel corso di una conferenza stampa in coincidenza con il 100esimo giorno dall'attacco di Hamas a Israele. Tel Aviv ha informato il Cairo che sta programmando il lancio di un'operazione militare per prendere il controllo della frontiera tra Gaza e l'Egitto
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Israele continuerà la guerra "fino a quando non raggiungerà tutti gli obiettivi, che sono l'eliminazione di Hamas, il ritorno di tutti gli ostaggi e la promessa che Gaza non rappresenterà più una minaccia per il paese". Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, nel corso di una conferenza stampa in coincidenza con il 100esimo giorno dall'attacco di Hamas a Israele.
Tel Aviv ha informato il Cairo che sta programmando il lancio di un'operazione militare per prendere il controllo della frontiera tra Gaza e l'Egitto stesso. Lo ha riferito il Wall Street Journal.
Squadre della protezione civile "hanno recuperato corpi di 20 martiri, tra cui bambini e donne, all'alba di oggi, dopo che l'occupazione ha bombardato una casa nel quartiere di Daraj nella città di Gaza". Lo ha riferito un corrispondente dell'agenzia palestinese Wafa nella Striscia.
L'esercito americano ha colpito un altro sito controllato dagli Houthi nello Yemen che, secondo quanto riferito, metteva a rischio le navi commerciali nel Mar Rosso. I media dei ribelli yemeniti Houthi hanno confermato i nuovi attacchi nello Yemen all'alba di oggi, all'indomani dei primi bombardamenti americani e britannici contro i siti del movimento che sta minacciando il traffico marittimo internazionale nel Mar Rosso.
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Saleh al-Arouri, chi era il numero due di Hamas: su di lui una taglia da 10 milioni
Ritenuto più pericoloso del leader Sinwar, di cui era vice, il 58enne ucciso nel raid israeliano a Beirut era l'anello di congiunzione con Hezbollah e Iran. Nella periferia sud della capitale libanese, dove si era trasferito dal 2018, era solito cambiare più volte nascondiglio. Gli Usa lo avevano inserito nella lista dei "terroristi su scala globale". LEGGI L'ARTICOLO
Chi sono i leader di Hamas uccisi da Israele, da Yahya Ayyash a Saleh al-Arouri
Dagli anni Novanta diversi esponenti ai vertici dell’organizzazione sono morti durante attacchi mirati condotti da Israele. Fra loro anche Jamila al-Shanti, l'unica donna a essere diventata membro dell'ufficio politico di Hamas nella Striscia di Gaza. Dopo la morte di al-Arouri, fonti diplomatiche coinvolte nei colloqui mediati da Egitto e Qatar che i negoziati per un accordo si sono interrotti. I DETTAGLI
Medioriente, Macron ai parenti degli ostaggi: "La Francia non abbandona i suoi figli"
“La Francia non abbandona i suoi figli. Ecco perché i negoziati per il loro rilascio devono essere ripetuti e rinnovati ancora e ancora”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in un messaggio registrato inviato ai manifestanti di Tel Aviv che chiedono la liberazione degli ostaggi.
Nel suo discorso, Macron ha fatto riferimento a Eitan Yahalomi, Mia Schem, Erez e Sahar Calderon, prigionieri liberati che hanno cittadinanza francese e ha ricordato Elia Toledano, ucciso dopo essere stato rapito il 7 ottobre.
"La nazione francese - ha detto ancora - è determinata a far sì che i genitori ancora prigionieri Ohad Yahalomi e Ofer Calderon ritornino dai loro figli liberati, che Orion Hernandez Radoux venga liberato, che tutti gli ostaggi degli attacchi terroristici del 7 ottobre siano liberati”.
Hamas, è caccia ai leader dell’organizzazione all’estero: chi c’è nel mirino di Israele
Lo Stato ebraico ha creato un'unità speciale denominata Nili, composta da uomini della Difesa e del Mossad e autorizzata a operare a livello internazionale per eliminare i capi del movimento palestinese. Il più ricercato è Yahya Sinwar, leader di Hamas nella Striscia di Gaza e ritenuto fra i principali responsabili dell'attacco dello scorso 7 ottobre. L'APPROFONDIMENTO

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Guerra Hamas-Israele, tre giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza in raid
L'agenzia Wafa ha riportato che due reporter sono rimasti uccisi in un raid Israeliano a Khan Yunis, nel sud della Striscia: sono Mustafa Abu Thraya e Hamza Dahdouh. Il governo di Hamas, poi, ha diffuso la notizia della morte del fotoreporter Ali Salem Abu Ajwa, nipote dello sceicco Ahmed Yassin che fondò Hamas a Gaza nel 1987 e ne fu il leader spirituale finché non fu ucciso da Israele nel 2004, durante un attacco aereo sulla città di Gaza. Hamza Dahdouh è invece il figlio del giornalista di Al Jazeera Wael Al-Dah. LA VICENDA
Medioriente, manifestanti chiedono rilascio ostaggi e bloccano autostrada a Tel Aviv
Un gruppo di israeliani che chiedono il rilascio dei prigionieri detenuti a Gaza, nuove elezioni e la fine del mandato di Benjamin Netanyahu come primo ministro ha bloccato un'autostrada a Tel Aviv, secondo quanto riportato dai media israeliani, che parlano anche di manifestanti trascinati fuori dalla strada dalla polizia.
Medioriente, Netanyahu: "Civili sfollati dal nord di Gaza non potranno tornare durante guerra"
Israele non permetterà agli sfollati del nord di Gaza di ritornare mentre la guerra è in corso. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, spiegando che la decisione è in linea con il diritto internazionale. "Si portano via i civili da una zona di guerra e non li si riporta indietro mentre è ancora pericoloso", ha aggiunto il premier.
Secondo le Nazioni Unite, quasi il 90% dei palestinesi di Gaza sono stati sfollati con la forza a causa della guerra di Israele contro Hamas. I leader palestinesi hanno promesso di non permettere che la guerra allontani permanentemente gli abitanti di Gaza dalle loro case nel territorio.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiarito al governo israeliano durante una recente visita che deve consentire ai palestinesi di tornare a casa "non appena le condizioni lo consentiranno".
Idf: "Hezbollah potrebbe trasformare l’intero Libano in una zona di guerra"
Hezbollah potrebbe trasformare l’intero Libano in una zona di guerra. Lo ha detto il capo di stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi.
"Il Libano meridionale è una zona di guerra e rimarrà tale finché Hezbollah continuerà ad operare al suo interno", ha aggiunto Halevi. "Hezbollah potrebbe trasformare l'intero Libano in una zona di guerra, e ciò avrà conseguenze disastrose", ha avvertito.

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Tel Aviv, al via eventi per 100 giorni cattività a Gaza
A Tel Aviv sono iniziati gli eventi per ricordare che sono trascorsi 100 giorni da quando Hamas ha attaccato Israele e massacrato circa 1.200 persone, catturando come ostaggi altre 240 circa. Decine di migliaia di persone si sono radunate in Piazza degli Ostaggi, dove ha parlato anche l'ambasciatore Usa Jacob Lew che ha promesso alla folla che gli Stati Uniti non smetteranno di lavorare per riportare a casa gli ostaggi nelle mani di Hamas a Gaza.
Israele rivela i piani di Hamas per attacchi all'estero
Il Mossad e lo Shin Bet, le due agenzie di intelligence israeliane, hanno rivelato i piani di Hamas per promuovere attacchi terroristici in tutto il mondo, in particolare in Medio Oriente, Africa ed Europa; e tra questi obiettivi viene espressamente citata "l'ambasciata israeliana in Svezia". "L'organizzazione terroristica di Hamas sta lavorando per portare avanti attacchi contro obiettivi in Medio Oriente, Africa ed Europa sotto il comando di alti dirigenti di Hamas", si legge in una nota delle due agenzie, nota condivisa con l'intelligence di altri Paesi. Tra i piani presunti, l'utilizzo di veicoli aerei senza pilota, con l'obiettivo di compiere attacchi simili a quello del 7 ottobre in Israele. "Con uno sforzo di intelligence, sono state scoperte informazioni considerevoli che dimostrano come l'organizzazione terroristica Hamas abbia agito per allargare la sua attività violenta all'estero al fine di colpire persone innocenti in tutto il mondo", hanno detto il Mossad, che opera all'estero, e lo Shin Bet, che ha una presenza in Israele e nei territori palestinesi. Le autorità israeliane hanno rivelato ai partner internazionali "un quadro completo e approfondito delle attività terroristiche di Hamas, compresi i dettagli delle aree di azione, gli obiettivi degli attacchi e coloro che sono coinvolti". "Hamas si ispira all'attività terroristica del regime iraniano e, come il regime iraniano, aspira ad attaccare obiettivi israeliani, ebrei e occidentali ad ogni costo".
Crosetto: "L'Italia parteciperà alla missione Ue nel Mar Rosso"
"L'Italia parteciperà alla missione europea perché dal Mar Rosso passano il 15% delle navi del commercio marittimo mondiale, l'Italia è il paese più danneggiato". Così il ministro della Difesa Crosetto al Tg1. "Abbiamo già una nostra nave nell'area che protegge le nostre navi, ci auguriamo che l'Europa si muova. Per ora è stata bloccata dalla Spagna che non ha voluto riconfigurare Atlanta. C'è bisogno di una nuova missione e Tajani sta già interloquendo perché parta", ha aggiunto.
Hamas ringrazia il Qatar per invio medicine: "Alcune cureranno ostaggi israeliani"
Un funzionario di Hamas ha ringraziato il Qatar per aver inviato medicinali nella Striscia di Gaza “alla luce dei numerosi rischi che minacciano la vita dei palestinesi”.
“Alcune medicine saranno usate per curare i prigionieri israeliani”, ha aggiunto Osama Hamdan, un leader di Hamas residente in Libano, in una conferenza stampa a Beirut.
Israele aveva annunciato ieri di aver stretto un accordo con il Qatar che avrebbe consentito la consegna di medicinali agli ostaggi tenuti a Gaza da Hamas.
Netanyahu: "Enorme finanziamento aggiuntivo per la Difesa"
Israele prevede una “enorme” aumento per il bilancio della difesa come parte di un piano volto a coprire le esigenze per gli anni a venire. Lo ha annunciato il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Il premier israeliano ha aggiunto che un comitato interministeriale presenterà entro otto settimane i piani per "l'enorme finanziamento aggiuntivo, per creare l'indipendenza di forze e per garantire la nostra sicurezza nei prossimi anni".
Yemen, chi sono gli Houthi e cosa hanno a che fare con la guerra Israele-Hamas
Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico, religioso e militare. Nel dicembre 2023 il Pentagono ha detto di aver intercettato missili e droni lanciati dagli Houthi "potenzialmente indirizzati verso obiettivi in Israele" e una petroliera norvegese nel Mar Rosso è stata colpita da un missile houthi. Il 12 gennaio 2023 Usa e Gran Bretagna hanno condotto un raid contro obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli. L'APPROFONDIMENTO
Attacco agli Houthi in Yemen, le possibili conseguenze e il ruolo dell’Iran
I raid aerei guidati da Usa e Gran Bretagna hanno colpito obiettivi strategici dei ribelli, e il presidente Joe Biden non ha escluso altre azioni di questo tipo. Il gruppo armato ha ribadito che continuerà a "prendere di mira le navi israeliane fino alla fine dell'aggressione contro Gaza", con inevitabili ripercussioni sul commercio globale che già a dicembre è diminuito dell’1,3%. Non sono scontate eventuali mosse di Teheran, che vorrebbe migliorare i rapporti con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. IL PUNTO
Unrwa: "100 giorni che sono macchia nell'umanità"
"La morte su larga scala, la distruzione" e il "dolore degli ultimi 100 giorni" sono "una macchia sulla nostra comune umanità": è l'accorata denuncia di Philippe Lazzarini, direttore dell'agenzia delle Nazioni Unite per gli aiuti ai rifugiati palestinesi, Unrwa. "Sono passati 100 giorni dall'inizio di questa guerra devastante, che ha ucciso e messo in fuga la popolazione di Gaza, causata dagli orribili attacchi di Hamas e di altri gruppi contro la popolazione in Israele. Sono stati 100 giorni di stenti e angoscia per gli ostaggi e le loro famiglie", ha sottolineato nella nota Lazzarini, che si trova nei territori palestinesi.
Netanyahu: "Siamo sulla strada della vittoria, non ci fermeremo finché non sarà raggiuntala vittoria"
"Siamo sulla strada della vittoria e non ci fermeremo finché non avremo raggiunto la vittoria. Non faremo compromessi e non ci fermeremo". E' quanto ha ribadito il premier israeliano Benjamin Netanyahu in una conferenza stampa alla vigilia del centesimo giorno di guerra contro Hamas. "Quello che è accaduto il 7 ottobre non accadrà di nuovo", ha assicurato il primo ministro, che poi, parlando della visita dei giorni scorsi del segretario di Stato americano Antony Blinken, ha detto di avergli fatto presente che "questa non è solo la nostra guerra, è anche la vostra guerra".
Netanyahu: "A Blinken ho detto che è anche la loro guerra'"
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha assicurato, nel corso di una conferenza stampa che coincide con i 100 giorni dall'attacco di Hamas a Israele, che "quel che è successo il 7 ottobre non accadrà più. A questo scopo -ha aggiunto - domani presenteremo una legge finanziaria che porterà più soldi alla difesa". Netanyahu ha sottolineato che Israele continuerà "la guerra fino alla fine senza compromessi. Ho detto al segretario di Stato americano Antony Blinken -ha sottolineato- che continueremo fino a quando non elimineremo Hamas e gli ho detto che questa non è solo la nostra guerra, ma anche la vostra". Lo riferisce il quotidiano israeliano Yedioth Ahronot.

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Egitto: "Nessun accordo con Israele per gestione confine Gaza"
Un funzionario egiziano ha negato l'esistenza di una sorta di coordinamento con Israele che riguarderebbe un'operazione al confine tra Egitto e la Striscia di Gaza. Lo riporta Sky News Arabia, precisando che a rivelare tale supposto "coordinamento" è stato il Wall Street Journal. Stando al quotidiano Usa - che cita fonti israeliane ed egiziane - lo Stato ebraico dovrebbe prendere il controllo del valico di frontiera di Rafah e dovrebbe schiererebbe forze lungo il cosiddetto Corridoio Filadelfia che separa l'Egitto dall'enclave palestinese. L'asse Salah al-Din, noto come Asse Filadelfia, si estende all'interno della Striscia di Gaza dal Mar Mediterraneo a nord fino al valico di Kerem Shalom a sud lungo il confine egiziano, ed è di circa 14 chilometri.
Israele: "L'operazione a Gaza deve continuare per gli ostaggi"
"Per ottenere risultati concreti" per il ritorno degli ostaggi israeliani, l'operazione a Gaza deve continuare. Lo ha detto il capo di stato maggiore dell'esercito Herzi Halevi secondo cui Israele non deve cedere ai "tentativi di ricatto" per un cessate il fuoco, "che probabilmente non porteranno a risultati tangibili". "Il tempo - ha aggiunto - sta scadendo per restituire i nostri ostaggi, non li dimenticheremo né abbandoneremo questa missione superiore".
Netanyahu: "Non ci fermerà L'Aia né l'asse del male"
Israele continuerà la guerra fino a quando non raggiungerà tutti gli obiettivi, che sono l'eliminazione di Hamas, il ritorno di tutti gli ostaggi e la promessa che Gaza non rappresenteraà più una minaccia per il paese. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, nel corso di una conferenza stampa in coincidenza con il 100esimo giorno dall'attacco di Hamas a Israele; e poi ha aggiunto: "Ripristineremo la sicurezza e nessuno ci fermerà, nè l'Aia nè l'asse del male". Lo riferisce il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.
Israele accusa: "Rete di Hamas in Europa gestita dal Libano"
Hamas gestisce una rete in Europa diretta dal Libano. Lo ha denunciato l'ufficio del premier, il Mossad e lo Shin Bet sottolineando i tentativi della fazione islamica di colpire obiettivi israeliani all'estero. La rete di Hamas - hanno continuato la stessa fonte - aveva in programma di "attaccare l'ambasciata israeliana in Svezia per mezzo di droni e usando organizzazioni criminali europee a sostegno degli attacchi". Le agenzie di intelligence israeliane, e i loro partner stranieri, - hanno spiegato le fonti - sono stati in grado di "costruire un globale e profondo" quadro degli sforzi di Hamas di portare a termine attacchi in Europa, come mostrato di recente in Germania, Olanda e Danimarca. Israele ha detto di aver scoperto "dettagli dei teatri delle operazioni, degli obiettivi terroristici e di coloro coinvolti nel condurre attacchi, dai comandanti in Libano fino agli ultimi degli operativi".
Onu: "100 giorni di guerra a Gaza sono macchia per umanità"
I cento giorni di guerra a Gaza sono "una macchia sulla nostra comune umanità". Lo afferma l'Onu alla vigilia della triste ricorrenza della guerra tra Hamas e Israele.

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Medioriente, inneggiano al 7 ottobre: 3 arresti a Londra durante manifestazione
La polizia di Londra ha arrestato tre persone per aver distribuito volantini inneggianti all'attacco di Hamas del 7 ottobre durante una manifestazione contro l'offensiva militare di Israele a Gaza. I volantini - scrivono su X le forze dell'ordine - esprimono “sostegno incondizionato e sincero e solidarietà alla lotta palestinese, che ancora una volta sfocia nella resistenza armata". La polizia sospetta che i tre fermati sostengano un'organizzazione terroristica.
“Noi comunisti - si legge sui volantini - ci uniamo a tutta l’umanità progressista nel congratularci con il popolo e con la leadership palestinesi per l’audace, coraggiosa ed efficace azione militare che stanno intraprendendo contro Israele sionista, l’ultimo stato di apartheid coloniale e colonizzato, quel mostruoso procuratore dell’imperialismo anglo-americano, usurpatore delle terre, dei diritti e della nazione palestinese”.
Governo Hamas: "Dal 7/10 uccisi 23.843 palestinesi a Gaza"
Il ministero della Sanità a Gaza, gestito da Hamas, ha detto che almeno 23.843 persone sono state uccise nel territorio in 99 giorni di guerra. Il ministero ha dichiarato di aver registrato 60.317 feriti dallo scoppio della guerra il 7 ottobre, mentre migliaia di persone rimangono intrappolate sotto le macerie. Lo rende noto Al Arabiya. Funzionari sanitari nella Gaza governata da Hamas hanno detto che gli attacchi israeliani durante la notte hanno ucciso almeno 60 persone nel territorio assediato, che è anche alle prese con un blackout delle telecomunicazioni.
Nuovo raid contro gli Houthi, colpito porto di Hodeida
Nuovo raid contro gli Houthi in Yemen. Media locali hanno riferito di un'incursione aerea contro una base navale del movimento nel porto di Hodeida, sul Mar Rosso. Avvertite diverse esplosioni.
Medioriente, attesa conferenza stampa di Netanyahu
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu terrà una conferenza stampa alle 18.30 ora italiana, non appena concluso lo shabbat, nella base militare di Kirya. Lo ha reso noto il suo ufficio, senza precisare il tema dell'incontro con i giornalisti, alla vigilia del centesimo giorno di guerra a Gaza.
Al Jazeera: "Nuovo attacco israeliano contro campo profughi di Nuseirat"
L’esercito israeliano ha bombardato una casa nella zona di Al-Sawarha, a ovest di Nuseirat, nella Striscia di Gaza, provocando diversi morti e feriti. Lo riferisce al Jazeera.

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"Nuovo raid su città controllata dagli Houthi in Yemen"
Un nuovo attacco oggi ha colpito una città portuale dello Yemen, Hodeida, controllata dagli Houthi. Lo hanno reso noto fonti di sicurezza legate al gruppo filo-iraniano che governa de facto il Paese sul Mar Rosso. "E' stato colpito il sito da cui è stato lanciato un razzo degli Houthi, alla periferia di Hodeida", è stato riferito, aggiungendo che non è chiaro se l'attacco provenisse dal mare o dall'aria. Negli ultimi due giorni Usa e Gran Bretagna hanno colpito una serie di obiettivi degli Houthi in Yemen.
Premier Palestina: "I cristiani hanno un ruolo fondamentale"
"I cristiani rappresentano una componente molto importante del popolo palestinese. Il loro alto livello educativo appreso nelle vostre eccellenti scuole, la loro spiccata attitudine all'imprenditorialità e al commercio, come pure nelle libere professioni, e la loro appassionata appartenenza al destino del nostro popolo, li costituiscono come un elemento decisivo per la costruzione e lo sviluppo di uno stato finalmente libero e indipendente". Lo dice il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh in una intervista all'Osservatore Romano. "Non è solo un omaggio, è il riconoscimento di un ruolo importante che i cristiani hanno avuto nella nostra storia. Per esempio le scuole cristiane sono state il centro di gravità per molti movimenti politici sorti in Palestina. Molti nostri leader del passato erano cristiani. I cristiani hanno sempre rappresentato un ceto intellettuale di prestigio all'interno del nostro popolo", aggiunge il rappresentante di Fatah. "Nella nostra storia mai si sono date differenze tra musulmani e cristiani, anche perché l'occupazione israeliana non ha fatto certo differenze nel perseguitare gli uni e gli altri: anche i cristiani si sono ritrovati a essere dei rifugiati dopo il 1948, anche i cristiani vengono fermati ai check point, anche i cristiani sopportano soprusi, anche i cristiani rischiano le loro vite per la protervia dei soldati israeliani. È triste ammetterlo: ci unisce un comune destino", sottolinea. Sul futuro il premier ribadisce: "Gaza è Palestina. Non ci costringeranno a ritenere Gaza una cosa diversa dal resto della Palestina".
Israele, un altro soldato ucciso a Gaza, bilancio ora a 187
Israele ha annunciato la morte di un altro soldato ucciso in combattimento a Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui si tratta del riservista Dan Wajdenbaum (24 anni). Il bilancio dei soldati uccisi dall'inizio dell'operazione di terra a Gaza è ora di 187.
Israele: "Quasi 100 giorni"
Idf: "Colpite infrastrutture terroristiche di Hezbollah nel sud del Libano"
Gli aerei da combattimento dell'aeronautica israeliana hanno continuato a colpire le infrastrutture terroristiche di Hezbollah nel sud del Libano. Lo ha riferito l'Idf, dopo il lancio di ieri sera di razzi contro le città di confine israeliane. L'esercito ha affermato che le sue forze aeree hanno colpito un'area di provenienza dei missili che hanno colpito una casa nel moshav settentrionale di Shtula.
Nessuno è rimasto ferito nell'attacco. Tuttavia, i danni alla casa sono stati ingenti. I caccia israeliani hanno portato a termine anche un attacco contro le postazioni di Hezbollah nell'area dei villaggi di Meiss El Jabal e Yarine, nel sud del Libano.
In una dichiarazione, l’esercito israeliano ha sottolineato che “l’attività terroristica in corso di Hezbollah e gli attacchi contro Israele violano la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L'Idf continuerà a difendere i suoi confini da qualsiasi minaccia".
Il Vicario apostolico d’Arabia: "Da Gaza agli Houthi preoccupa l’escalation"
L’escalation innescata dagli attacchi Houthi contro le navi mercantili dirette verso il mar Rosso e la risposta di Washington e Londra con il bombardamento contro postazioni dei ribelli filo-iraniani “può rendere più difficile la ripresa dello Yemen”. Lo sottolinea mons. Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia meridionale (Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen) ad Asianews. “Nonostante la buona volontà di tanta gente - osserva - permane la difficoltà obiettiva di trovare un equilibrio stabile delle forze in gioco, per una definitiva ripartenza. Speriamo che il lavoro iniziato e che lentamente stava proseguendo non si fermi ora”. L’attacco deciso da Stati Uniti e Gran Bretagna “è accaduto da poco”, osserva ancora Martinelli, e sino ad ora “non ci sono cambiamenti percepibili a livello della vita pubblica. Direi che questo attacco si va ad aggiungere alla grande preoccupazione che è e rimane quella per il conflitto fra Israele e Hamas a Gaza”.
Da Londra all'Indonesia, giornata di proteste pro-palestinesi.
Nel 100esimo giorno di guerra in Medio Oriente, si registrano tantissime manifestazioni a favore del popolo palestinese. Dal Regno Unito al Giappone, i partecipanti chiedono un "cessate il fuoco immediato" e lo "stop al genocidio". LE FOTO
Houthi diffondono video che simula attacco a Israele come quello di Hamas
Gli Houthi yemeniti hanno diffuso un video che simula un attacco contro una comunità israeliana, simile a quello condotto da Hamas il 7 ottobre scorso. Nella clip, ripresa su X dalla tv israeliana Kan, si vedono commandos Houthi entrare in un edificio dopo aver assaltato un falso villaggio. In una scena, in miliziano spara contro un poster del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Quindi si vede una coppia di uomini che indossa l'abbigliamento tipico degli ultraortodossi che prende alcuni ostaggi.
Sirene di allarme razzi da Gaza nel sud di Israele
Le sirene di allarme anti razzi da Gaza sono risuonate nelle comunità israeliane a ridosso della Striscia. Lo ha detto il portavoce militare.
Inviato Onu per lo Yemen: "Tutte le parti esercitino moderazione"
L'inviato speciale dell'Onu per lo Yemen Hans Grundberg esprime preoccupazione per i recenti sviluppi nel Paese ed esorta "tutte le parti coinvolte ad esercitare la massima moderazione". In un dichiarazione diffusa dopo i raid condotti dagli Stati Uniti e Gb contro le postazioni dei ribelli Houthi, Grundberg ribadisce l'appello del segretario generale António Gueterres ad evitare azioni che "peggiorino la situazione nello Yemen, aumentino la minaccia per le rotte marittime commerciali o alimentino ulteriormente le tensioni regionali in questo momento critico".
L'inviato Onu sottolinea inoltre la necessità di "proteggere i civili yemeniti e salvaguardare i progressi degli sforzi per la pace" fatti dalla tregua dell'aprile del 2022.
Grundberg nel comunicato evidenzia "con grave preoccupazione il contesto regionale sempre più precario e l'impatto negativo sugli sforzi di pace nello Yemen e la stabilità e sicurezza nella regione". E conclude esortando tutte la parti coinvolte "a dare priorità ai canali diplomatici rispetto all'opzione militare e alle richieste di de-escalation".
Wsj: "Israele programma azione alla frontiera Gaza-Egitto"
Israele ha informato il Cairo che sta programmando il lancio di un'operazione militare per prendere il controllo della frontiera tra Gaza e l'Egitto stesso. Lo ha riferito il Wall Street Journal (Wsj) che cita fonti israeliane ed egiziane secondo cui Israele prenderebbe il controllo del valico di frontiera di Rafah e schiererebbe forze lungo il cosiddetto 'Corridoio Filadelfia' che separa l'Egitto da Gaza. L'operazione tuttavia - ha spiegato il Wsj, ripreso dai media israeliani - non ha ancora ottenuto il via libera da parte dei leader a Gerusalemme e l'attuazione è legata ai tempi dei colloqui con il governo egiziano visto che questo è al lavoro per mediare un nuovo accordo sugli ostaggi con Hamas. Israele inoltre - secondo la stessa fonte - ha cercato di tranquillizzare il Cairo preoccupato che l'operazione possa causare danni accidentali all'Egitto e ai limiti del Trattato di pace del 1979 tra i due Paesi per quanto riguarda i "limiti" della presenza di truppe nell'area in questione.
Media israeliani: "4.000 soldati disabili a causa della guerra a Gaza"
Circa 4.000 soldati israeliani hanno subito disabilità dall'inizio della guerra nella Striscia di Gaza, secondo quanto riportato dal sito web di notizie israeliano Walla!, che aggiunge che il numero potrebbe salire a 30.000.
L’esercito israeliano non fornisce registri pubblici delle vittime tra i suoi ranghi, afferma il sito, allo scopo di evitare un calo del morale nella società israeliana. Ai 4.000 soldati è stata riconosciuta la disabilità secondo la “Classificazione 3”. Ciò significa che hanno diritto a tutte le cure e a tutti i diritti concessi ai disabili dell'esercito israeliano, ha detto ancora Walla.
Dopo lanci dal Libano, Israele colpisce Hezbollah
Dopo i lanci di questa mattina dal Libano verso aree diverse del nord di Israele, l'esercito ha riposto colpendo obiettivi oltre confine da cui erano partiti i tiri. Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che aerei da guerra hanno "obiettivi terroristici in Libano, inclusi strutture degli Hezbollah nelle zone di Meiss El Jabal e Yarine". "Le attività terroristiche degli Hezbollah - ha sottolineato il portavoce - e gli attacchi contro Israele violano la Risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell'Onu".
Yemen, Onu: "Escalation con Usa mette a rischio il processo di pace"
La missione delle Nazioni Unite in Yemen afferma che i bombardamenti da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna e gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi nel Mar Rosso stanno mettendo a rischio gli sforzi per raggiungere la pace nel martoriato Paese arabo, coinvolto in una guerra dal 2014. Il capo della missione Onu, Hans Grundberg, ha dichiarato in un comunicato di "notare con grande preoccupazione il contesto regionale sempre più precario e il suo impatto negativo sugli sforzi di pace nello Yemen e sulla stabilità e sicurezza della regione", invitando alla "massima moderazione" per ridurre la tensione. Il diplomatico interviene dopo due giorni consecutivi di bombardamenti statunitensi sulle postazioni militari Houthi. Di fronte all'escalation della tensione, Grundberg ha invitato le parti a evitare azioni che possano peggiorare la situazione nello Yemen, dove l'80% della popolazione ha bisogno di aiuti umanitari dopo quasi un decennio di guerra tra gli Houthi e il
governo saudita, riconosciuto a livello internazionale.
In centinaia in piazza a Roma: "Stop al genocidio a Gaza, 9mila bimbi uccisi"
"Stop al genocidio del popolo palestinese: 9mila bambini uccisi, 22mila morti e 109 giornalisti uccisi". Con questo slogan diverse centinaia di persone sono tornate in piazza oggi a Roma per manifestare contro l'offensiva di Israele a Gaza. Tra largo Corrado Ricci e via dei Fori Imperiali sventolano bandiere della Palestina e della Pace in attesa della partenza del corteo che dovrebbe raggiungere piazza dell'Esquilino. Alla manifestazione promossa dal Movimento studenti palestinesi in Italia, Udap (Unione democratica arabo palestinese) e Api (Associazione dei palestinesi), hanno aderito tra gli altri i collettivi universitari, l'Osa, i movimenti di lotta per la casa, Arci e Anpi.
"In queste ore l'offensiva dell'esercito israeliano contro Gaza continua senza tregua - si legge sui volantini distribuiti in piazza - I bombardamenti colpiscono indiscriminatamente la popolazione civile, bambini, operatori sanitari, giornalisti. Oramai sono oltre 23mila le vittime, purtroppo il numero è destinato a crescere nei prossimi giorni. Le condizioni di vita sono disperate, tutte le infrastrutture sono state colpite, cibo e acqua scarseggiano, la maggioranza degli ospedali è ridotta a un cumulo di macerie, il 90% della popolazione è sfollata senza più vie di fuga e sono presi di mira anche gli aiuti umanitaria. L'offensiva israeliana non è una guerra contro Hamas, ma un vero e proprio genocidio".
Generale Usa: "Ci aspettiamo altri attacchi Houthi, siamo pronti"
Gli Stati Uniti si aspettano altri attacchi Houthi, nonostante i raid di stanotte e della notte precedente mirati a distruggere le loro capacità. Lo ha ammesso il generale americano Douglas Sims, direttore delle operazioni dello Stato maggiore congiunto, in un incontro con i giornalisti, riferendo che gli Houthi hanno già lanciato "almeno un missili" in risposta agli ultimi raid. "La loro retorica è stata piuttosto forte, e piuttosto alta, e ci aspettiamo che tenteranno una sorta di ritorsione. Spero che non lo facciano, ma siamo pronti nel caso in cui lo facciano”.
Bbc: "Gli Stati Uniti lanciano il secondo attacco contro gli Houthi nello Yemen"
Brigate Qassam colpiscono pattuglia israeliana, feriti 4 miliari
Le Brigate Qassam hanno reso noto di aver fatto esplodere un ordigno antiuomo contro una pattuglia israeliana a est di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, provocando il ferimento di almeno quattro soldati.
Il braccio armato di Hamas - scrive al Jazeera - ha aggiunto di aver attaccato un gruppo di veicoli militari israeliani con colpi di mortaio di grosso calibro e di essere riuscito a colpire un elicottero a est della città con un missile terra-aria.
Anche un bulldozer israeliano e due carri armati Merkava israeliani sono stati colpiti con ordigni esplosivi, ha riferito il gruppo armato.
Ministero Sanità: "Solo 6 ambulanze rimaste operative nella Striscia di Gaza"
Soltanto sei ambulanze restano operative in tutta la Striscia di Gaza. Lo afferma il ministero della Sanità, aggiungendo attraverso un comunicato stampa che “stiamo ancora lottando per gestire alcuni servizi essenziali, comprese le unità di terapia intensiva e gli asili nido”.
Nella città meridionale di Rafah, dove sono fuggite centinaia di migliaia di famiglie, le infrastrutture e i servizi sanitari “sono fragili” e non possono sostenere i bisogni di 1,3 milioni di persone, ha detto ancora il ministero.
Ministero Sanità: "A Gaza un palestinese su 20 è morto, ferito o disperso"
A Gaza un palestinese su 20 è morto, ferito o disperso. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità della Striscia nel suo ultimo aggiornamento, aggiungendo che nel 99mo giorno dell’aggressione israeliana a Gaza sono in corso "ulteriori massacri, distruzioni e razzie dei quartieri residenziali".
Le forze israeliane hanno ucciso 135 persone e ne hanno ferite 312 nelle ultime 24 ore. Numerose vittime sono ancora sotto le macerie e sulle strade dove le ambulanze e i soccorsi non riescono a raggiungere.
Secondo il bilancio del ministero di Gaza, almeno 23.843 persone sono state uccise e 60.317 ferite dagli attacchi israeliani dal 7 ottobre.
Algeria all'Onu: "No allo sfollamento della popolazione di Gaza"
L'Algeria ha invitato i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a parlare con "una sola e forte voce", respingendo "i tentativi di sfollare i palestinesi di Gaza dalla loro terra", poiché ciò "viola le disposizioni del diritto internazionale". Lo ha dichiarato venerdì sera l'ambasciatore dell'Algeria presso le Nazioni Unite, Ammar Ben Djamaa, durante una sessione del Consiglio di sicurezza convocata da Algeri per esaminare "i tentativi di sfollamento forzato dei palestinesi". Secondo quanto riportato sabato dall'agenzia di stampa ufficiale Aps, Ben Djamaa ha sottolineato che "la nostra posizione deve essere chiara nel rifiutare lo sfollamento dei palestinesi dalla loro terra. Tutti devono capire che non c'è posto per i palestinesi se non nella loro terra e che qualsiasi loro spostamento costituisce una flagrante violazione delle disposizioni del diritto internazionale, in particolare dell'articolo 49 della quarta convenzione di Ginevra". "Nessuno in questa sala può rimanere in silenzio di fronte a questi piani. Il silenzio qui è considerato complicità. Mentre ci concentriamo su Gaza, perché le cose lì vanno oltre il peggio che ci viene in mente, non dobbiamo trascurare la Cisgiordania e Gerusalemme", ha detto ancora il diplomatico algerino.

©Ansa
Giornata di proteste pro-palestinesi, da Londra all'Indonesia
Da Londra a Giacarta, passando per Amsterdam, dove sono state esposte scarpette per bambini a simboleggiare l'infanzia vittima della guerra a Gaza, oggi, che coincide col centesimo giorno di guerra in Medio Oriente e viene pubblicizzato dai movimenti pro-Palestina come "Giornata di mobilitazione globale", si sono moltiplicate nel mondo manifestazioni per il cessate il fuoco immediato e di denuncia nei confronti di Israele. Ne dà notizia la tv qatariota Al Jazeera, che mostra diverse foto delle proteste, aprendo con la capitale britannica. Qui il reporter inglese di Al Jazeera scrive che i manifestanti "si stanno radunando" per marciare su Parliament Square a Westminster e a Trafalgar Square e di aspettarsi una partecipazione "enorme", forse di "centinaia di migliaia" di persone, dai quattro angoli della Gran Bretagna, dal Galles come da Newcastle e da Brighton, stimolate - scrive -, oltre che dal crescente numero di vittime civili a Gaza, anche dall'attacco Usa-Regno Unito allo Yemen. In una foto si vede un manifestante con la maschera del premier israeliano Netanyahu davanti a una bandiera israeliana schizzata di sangue e con in mano una bambola insanguinata, a simboleggiare i bambini morti sotto i raid, che Hamas quantifica approssimativamente in 10.000 in 100 giorni. In un'altra immagine si vedono nelle strade londinesi bandiere palestinesi e un cartello con la scritta "Giornata di mobilitazione globale". Proprio i bambini vittime della guerra sono al centro della protesta ad Amsterdam, dove sulla centrale piazza Dam sono state disposte sul selciato migliaia di paia di scarpette da bambini, di tutti i colori e le fogge, in file parallele. Dalla capitale indonesiana Giacarta, Al Jazeera mostra una foto di manifestanti con in mano cartelli con le scritte "Cessate il fuoco subito" e l'immagine di una clessidra e la foto di Netanyahu con la dicitura "Ricercato per genocidio": un'allusione al procedimento intentato dal Sudafrica contro Israele presso la Corte internazionale di Giustizia dell'Aja. Infine dalla Thailandia Al Jazeera pubblica un'immagine di una donna musulmana che tiene una grande bandiera palestinese davanti all'ambasciata israeliana a Bangkok.
Video messaggio di Macron a manifestazione Tel Aviv sugli ostaggi
Un video-messaggio del presidente francese, Emmanuel Macron, aprirà stasera la manifestazione organizzata a Tel Aviv delle famiglie degli ostaggi, a 100 giorni dal loro rapimento da parte di Hamas. Lo hanno annunciato gli organizzatori, secondo cui Macron chiederà l'immediato rilascio degli ostaggi da parte di Hamas.
Houthi, alta tensione, Biden: "Se continueranno risponderemo"- VIDEO
Israele: "In un mondo normale, Hamas, un’organizzazione terroristica genocida, sarebbe sotto processo. Hamas è la più grande minaccia per i palestinesi di Gaza"
Famiglie ostaggi visitano copia del tunnel di Hamas a Tel Aviv
"Solo entrare li dentro mette terrore. Non possiamo neanche immaginare quello che si può provare in uno vero e da 100 giorni". Lo ha detto Omer Lifschitz, il cui padre Oded è ostaggio a Gaza, visitando la copia di uno dei tunnel di Hamas a Gaza dove da più di 3 mesi sono tenuti in cattività gli oltre 130 rapiti israeliani. La copia del tunnel è stata realizzata nella Piazza degli ostaggi a Tel Aviv per far capire, solo in parte, dalle famiglie degli ostaggi le condizioni dei loro familiari rapiti e portati nella Striscia. "Solo in parte", perché, è stato sottolineato, in quelli reali, alcuni anche 40 metri sottoterra, c'è solo buio e freddo. L'iniziativa fa parte delle numerose manifestazioni organizzate da stasera in tutto Israele dalle famiglie per ricordare i 100 giorni di prigionia e di guerra. Nella piazza - ormai diventata un simbolo della richiesta di rilascio degli ostaggi e che si trova di fronte il ministero della Difesa - c'è anche una lunga tavolata imbandita di tutto punto le cui sedie portano i nomi degli ostaggi. Compresi quelli dei fratellini Bibas ancora in prigionia - uno di appena 1 anno -, i cui genitori sono stati uccisi nell'attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. "Devono tutti essere liberati subito - ha aggiunto Lifschitz - e riportati a casa". Ela Ben Ami, il cui padre Ohad è stato rapito dal kibbutz Beeri, dopo aver visitato il tunnel ha detto di "essere scossa. Per 100 giorni mio padre e gli altri non hanno potuto lasciare quei posti".
Nyt: "Cia ha creato task force per localizzare leader Hamas e ostaggi"
La Cia ha creato una task force dopo l'attacco a Israele del 7 ottobre per raccogliere informazioni di intelligence che aiutino a localizzare i leader di Hamas a Gaza e gli ostaggi israeliani ancora detenuti nella Striscia. Lo rivela il New York Times, citando fonti dell'amministrazione, secondo cui la direttiva per creare la nuova task force è stata inviata dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, mentre l'Ufficio del direttore dell’Intelligence Nazionale degli Stati Uniti ha elevato l'urgenza nei confronti di Hamas da 4 a 2 nella 'classifica' che vede al primo posto Russia, Cina, Corea del Nord e Iran.
Secondo il quotidiano americano, gli Stati Uniti hanno già iniziato a trasferire informazioni a Israele sulla localizzazione dei leader del gruppo terroristico, per quando non sia chiaro quanto efficaci siano queste informazioni, dal momento che finora nessuno dei capi di Hamas - in primis Yahya Sinwar, il leader del gruppo nella Striscia, e Mohammed Deif, il capo delle operazioni militari - è stato ucciso o catturato.
Il New York Times comunque chiarisce che gli Stati Uniti non hanno passato a Israele informazioni che hanno portato all’assassinio del numero 2 di Hamas Saleh al-Arouri, ucciso in un'operazione a Beirut il 2 gennaio scorso.
Yemen, Tajani: "Insistere perché missione Atlanta si allarghi"
"Siamo pronti a insistere perché i compiti della missione Atalanta" dell'Unione Europea, che contribuisce a garantire la sicurezza nel Mar Rosso, "si allarghino: oggi sono legati soprattutto alla lotta alla pirateria, ma si possono allargare alla Difesa di altro tipo". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di un incontro di Forza Italia a Bologna in vista delle elezioni europee. Tajani ha sottolineato anche come il Governo italiano condivida "dopo la decisione del Consiglio di sicurezza dell'Onu la condanna alle aggressioni Houti". e non possa che "riconoscere il diritto all'autodifesa degli Stati Uniti". "Siamo pronti anche a sostenere una nuova missione europea - ha aggiunto il ministro degli Esteri -, magari diversa da Atlanta, per garantire ancora meglio la tutela dei traffici. Con la Francia stiamo lavorando perché se ne discuta - ha proseguito - e sono ottimista da questo punto di vista, nella prossima riunione del Consiglio Europeo per gli Affari esteri, che si dia una risposta europea, quindi ancora più forte, per la legalità e la libera circolazione delle merci nel Mar Rosso".
Houthi, "raid Usa non fermano nostri attacchi in Mar Rosso"
Gli attacchi statunitensi nello Yemen, incluso quello della notte scorsa contro una base militare a Sanaa, non hanno avuto un impatto significativo sulle capacità degli Houthi di continuare a impedire alle navi commerciali di passare attraverso il Mar Rosso e il Mar Arabico: lo ha affermato il portavoce degli Houthi, Mohammed Abdulsalam, come riportano i media internazionali. Un funzionario degli Houthi, Nasruldeen Amer, ha affermato ad Al Jazeera che non ci sono stati feriti nell'ultimo attacco e ha promesso una "risposta forte ed efficace": "Non ci sono stati feriti, né perdite materiali né umane", ha detto.
Houthi, "raid Usa non ci impediranno azioni contro navi filo Israele"
I raid aerei condotti dagli Stati Uniti sullo Yemen non hanno un impatto significativo sulla capacità dei miliziani sciiti Houthi di impedire alle imbarcazioni vicine a Israele di attraversare il Mar Rosso e il Mar arabico. E' quanto ha sostenuto il portavoce degli Houthi Mohammed Abdulsalam citato dall'emittente al-Arabiya.
Ministero Gaza, "135 palestinesi uccisi e 312 feriti in ultime 24 ore"
Nelle ultime 24 ore 135 palestinesi sono stati uccisi e 312 sono stati feriti a Gaza. Lo rende noto il ministero della Sanità della Striscia, precisando che ora il bilancio delle vittime dall'inizio del conflitto il 7 ottobre è salito a 23.843 morti e 60.317 feriti.
Hamas, bilancio delle vittime a Gaza sale a 23.843 morti
Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che 23.843 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra. Hamas ha riferito anche di 60.317 feriti, mentre migliaia di persone sono ritenute ancora disperse. Secondo la stessa fonte, la maggior parte delle vittime sono donne, adolescenti e bambini.
Idf, "colpite 3 cellule terroristiche in Libano, sventato attacco anti Israele"
Le Forze di difesa israeliana (Idf) hanno riferito di aver colpito tre cellule terroristiche nel sud del Libano e di aver così sventato un attacco che stavano mettendo a punto contro il nord di Israele. Un elicottero militare, ha precisato l'Idf, ha colpito due cellule terroristiche a Marwahin, mentre le forze speciali hanno preso di mira una squadra impegnata nel lancio di missili a Yaroun.
Bremmer: "Così si rischia un conflitto con l'Iran"
"L'operazione in Yemen ha efficacia assai limitata e accelera il rischio di un contagio del conflitto nella regione e non solo". E' lapidario Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici, in un'intervista su La Stampa. Per Bremmer, "è impossibile contenere la guerra al territorio di Gaza, ci sono diversi segnali che dimostrano come le spinte centrifughe siano forti e multidirezionali. Gli Houthi in Yemen, Hezbollah in Libano e le formazioni sciite in Iraq e Siria". Poi aggiunge: "Più vanno avanti azioni del genere, più accelera l'escalation e le probabilità che si finisca per avere un confronto diretto tra Israele e Stati Uniti da una parte e Iran dall'altra. Se Teheran entra direttamente nel conflitto - dice - il prezzo del petrolio rischia di balzare a 150 dollari al barile, ne conseguirà una recessione globale e Trump vincerà le elezioni a mani basse".
Bremmer: "Così si rischia un conflitto con l'Iran"
"L'operazione in Yemen ha efficacia assai limitata e accelera il rischio di un contagio del conflitto nella regione e non solo". E' lapidario Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici, in un'intervista su La Stampa. Per Bremmer, "è impossibile contenere la guerra al territorio di Gaza, ci sono diversi segnali che dimostrano come le spinte centrifughe siano forti e multidirezionali. Gli Houthi in Yemen, Hezbollah in Libano e le formazioni sciite in Iraq e Siria". Poi aggiunge: "Più vanno avanti azioni del genere, più accelera l'escalation e le probabilità che si finisca per avere un confronto diretto tra Israele e Stati Uniti da una parte e Iran dall'altra. Se Teheran entra direttamente nel conflitto - dice - il prezzo del petrolio rischia di balzare a 150 dollari al barile, ne conseguirà una recessione globale e Trump vincerà le elezioni a mani basse".
Petraeus: "Rischi escalation non solo nel Mar Rosso, ma anche Libano, Iraq e Siria"
"Penso che i rischi di escalation siano già sostanziali, ma dipendono più che altro da azioni specifiche e valutazioni in quelle aree anziché da quello che sta avvenendo nel Mar Rosso. Continuo a dubitare che l’Hezbollah libanese voglia provocare una azione più ampia da parte di Israele, dopo il modo in cui è stata martellata nel 2006. Ma il potenziale per l’escalation c’è, come pure in Iraq e in Siria". E' quanto afferma il generale David Petraeus in un'intervista al Corriere della Sera in cui afferma che "difficile" dire in questo momento se i raid Usa e degli alleati contro gli Houthi in Yemen potranno allargare il conflitto.
Keret: "A Gaza non è genocidio ma neanche crimini Hamas lo sono"
"Il processo dell'Aia è la rappresentazione dell'incomunicabilità di cui è oggi affetto il mondo, due parti contrapposte che raccontano due storie diverse per un pubblico che guarda due film paralleli". A dirlo lo scrittore israeliano Etgar Keret, intervistato dalla Stampa. "Ci sono cose intollerabili nel modo in cui Israele combatte la guerra - sottolinea - e ce ne sono altrettante nel comportamento di Hamas prima e dopo il 7 ottobre, ma parlare di genocidio è estremo. La realtà non è fiction". Parlando del processo all'Aja sostiene: "Assistiamo all'arringa di due propagande emozionali che in simultanea evocano il genocidio. Ma il genocidio è il tentativo di sterminare un'intera popolazione e io credo che il massacro del 7 ottobre non lo sia, sebbene quel giorno gli uomini di Hamas volessero uccidere tutti gli israeliani sulla loro strada. Così come non è genocidio rispondere a un'aggressione feroce bombardando Gaza fino a evacuare tutta la popolazione".
Wafa, "20 morti in raid Israele a Daraj a Gaza City"
Squadre della protezione civile "hanno recuperato corpi di 20 martiri, tra cui bambini e donne, all'alba di oggi, dopo che l'occupazione ha bombardato una casa nel quartiere di Daraj nella città di Gaza". Lo ha riferito un corrispondente dell'agenzia palestinese Wafa nella Striscia.
Usa, nuovo raid contro Houthi per riportare stabilità nel Mar Rosso
Il nuovo raid compiuto dagli Stati Uniti contro i miliziani sciiti Houthi ha come obiettivo quello di ''riportare la stabilità nel Mar Rosso''. Lo ha spiegato l'ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, affermando la necessità di ''ristabilire i principi fondamentali della libertà di navigazione''. Thomas-Greenfield ha aggiunti che gli Stati Uniti non desiderano vedere ulteriori conflitti nella regione, ma ha ribadito che ''gli attacchi a qualsiasi nave nel Mar Rosso, indipendentemente dall'origine o dalla proprietà, sono del tutto inaccettabili''.
Iran, "stop raid su Gaza per fine guerra e no attacchi a Houthi"
Per mettere fine al conflitto in corso tra Israele e Hamas bisognerebbe fermare i raid aerei sulla Striscia di Gaza e non iniziare ad attaccare i miliziani sciiti Houthi. Lo ha scritto in un tweet il ministro degli Esteri dell'Iran Hossein Amirabdollahian. "La mossa dello Yemen per sostenere le donne e i bambini a Gaza e contrastare il genocidio del regime israeliano è encomiabile", ha detto Amirabdollahian, aggiungendo che ''Sana'a è completamente impegnata nella sicurezza marittima''. Il capo della diplomazia iraniana ha aggiunto che ''piuttosto che attaccare lo Yemen, la Casa Bianca dovrebbe immediatamente interrompere il suo totale sostegno militare e di sicurezza a Tel Aviv contro la popolazione di Gaza e della Cisgiordania, affinché la sicurezza ritorni nell'intera regione".
Israele escluso da Mondiali hockey per motivi sicurezza
Tutte le squadre nazionali di hockey su ghiaccio di Israele sono per il momento sospese dalle competizioni internazionali, quindi Campionati mondiali, al fine di "proteggere la sicurezza di tutti i partecipanti, compresi i giocatori israeliani". La decisione è stata presa dal consiglio della Federazione internazionale di hockey (Iihf) a seguito della guerra in atto a Gaza. Il provvedimento ha effetto immediato. La squadra nazionale israeliana è stata esclusa dal Mondiale under 20 di III.Divisionegruppo B che scatterà il 22 gennaio a Sofia dopo che inizialmente era previsto in Israele. Il consiglio ha precisato che la decisione è stata "presa dopo un confronto con il Paese ospitante (Bulgaria, ndr) e le altre Nazioni partecipanti e non è una sanzione contro la Federazione israeliana e non pregiudica lo status".
Petraeus: "Se gli Houthi reagiscono vedremo nuovi attacchi"
"Gli Houthi hanno già detto che risponderanno, è probabile che vedremo nuovi attacchi da parte loro. Ma non sappiamo ancora l'entità dei danni inflitti al loro arsenale di missili e droni". A dirlo, in un'intervista al Corriere della Sera, il generale americano David Petraeus. Che aggiunge: "Non c'è bisogno di dire che, se dovessero attaccare di nuovo, possono aspettarsi ulteriori attacchi dalla coalizione a guida americana". Quanto al rischio di una escalation afferma: "Penso che i rischi di escalation siano già sostanziali, ma dipendono più che altro da azioni specifiche e valutazioni in quelle aree anziché da quello che sta avvenendo nel Mar Rosso. Continuo a dubitare che l'Hezbollah libanese voglia provocare una azione più ampia da parte di Israele, dopo il modo in cui è stata martellata nel 2006. Ma il potenziale per l'escalation c'è, come pure in Iraq e in Siria".
La Cia raccoglie informazioni sui leader di Hamas a Gaza
La Cia sta raccogliendo informazioni sui leader di Hamas a Gaza e sulla localizzazione degli ostaggi israeliani nella Striscia. Lo hanno detto funzionari Usa al New York Times (Nyt) ripreso dai media israeliani. Le informazioni - che sono condivise con Israele - non riguardano tuttavia miliziani di medio e basso livello ma solo i leader dell'organizzazione. Gli Usa ritengono infatti che le figure di quel tipo sono facilmente sostituibili sul campo e che colpirli mette a rischio la popolazione civile.
Israele, scoperto sistema di tunnel nella Striscia di Gaza vicino al valico di Erez
La rete di gallerie, che è stata utilizzata nell'attacco del 7 ottobre, è dotata di impianti elettrici, fognari e porte blindate. “Si divide in vari rami con un'estensione di oltre 4 chilometri, arriva a soli 400 metri dal valico, con una profondità di 50 metri sottoterra", ha fatto sapere l'esercito israeliano. LE IMMAGINI
Israele-Hamas, da Gaza al ruolo degli Usa: la strategia di Netanyahu per il dopoguerra
Mentre nella Striscia si continua a combattere, il premier israeliano pensa già alla tattica da adottare successivamente al conflitto. Già convocato un team ristretto con uomini dello Stato ebraico e del Mossad e previsti colloqui con Stati Uniti, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. LEGGI
Yemen, chi sono gli Houthi e cosa hanno a che fare con la guerra Israele-Hamas
Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico, religioso e militare. In queste settimane il Pentagono ha detto di aver intercettato missili e droni lanciati dagli Houthi e "potenzialmente indirizzati verso obiettivi in Israele". L'11 dicembre una petroliera norvegese nel Mar Rosso è stata colpita da un missile houthi. L'APPROFONDIMENTO
Medioriente, raid Israele su casa a Gaza City almeno 20 morti
È di almeno venti morti il bilancio del raid aereo israeliano che ha colpito all'alba un'abitazione a Gaza City, nel quartiere di Al-Daraj. Lo riferisce l'equivalente della protezione civile palestinese.