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Guerra Ucraina Russia, Lavrov: "C'era accordo con Ucraina, ma Johnson fu contrario"

©Ansa

Così il ministro degli Esteri russo, che ha attribuito all'ex primo ministro britannico la colpa del mancato accordo tra Ucraina e Russia. La guerra in Ucraina "è in una nuova fase" con l'inverno che promette di complicare i combattimenti, dopo una controffensiva estiva che non è riuscita a produrre i risultati desiderati a causa della persistente carenza di armi e forze di terra". Lo ha riferito il presidente ucraino Zelensky nel corso di un'intervista

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La guerra in Ucraina "è in una nuova fase" con l'inverno che promette di complicare i combattimenti, dopo una controffensiva estiva che non è riuscita a produrre i risultati desiderati a causa della persistente carenza di armi e forze di terra. Ad affermarlo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista all'Ap.

Per il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, c'era un accordo con l'Ucraina per porre fine alla guerra, ma Boris Johnson non fu d'accordo e chiese la continuazione delle ostilità.

L'esercito russo ha lanciato nella notte 25 droni di produzione iraniana, razzi  e un missile teleguidato sul sud e l'est del territorio ucraino. Lo riferisce su Telegram l'aeronautica militare, citata da Rbc-Ucraina. La contraerea ucraina ha distrutto 18 droni e un missile guidato Kh-59.


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Le parole del segretario generale arrivano alla vigilia della ministeriale Esteri. “Continueremo a sostenerla nell’attuazione delle riforme necessarie nel suo percorso verso l’adesione”. LEGGI QUI

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Kiev: colpiti cinque depositi di munizioni russi

Le forze armate ucraine hanno colpito con missili tre aree di concentrazione di personale, armi e attrezzature militari, nonché cinque depositi di munizioni russe. Lo riferisce lo Stato maggiore ucraino secondo quanto riferisce 'Ukrainska Pravda'.
Secondo le fonti di Ukrainska Pravda i russi sono diventati significativamente più attivi sul fronte di Marinka, nell'oblast' di Donetsk. Le forze russe stanno prendendo d'assalto le posizioni delle Forze di Difesa da più lati contemporaneamente, sia a Mariinka che nelle aree limitrofe.

Guerra Israele-Hamas, ecco come potrebbe complicare la situazione per l’Ucraina

Il timore è che il conflitto in Medio Oriente distolga l’attenzione e il sostegno militare ed economico dell’Occidente da Kiev. Gli Stati Uniti si dicono però determinati a supportare entrambi i Paesi, e rassicurazioni a Volodymyr Zelensky sono arrivate anche dal summit della Nato. Fra i possibili problemi la fornitura di sistemi anti missile Patriot, la cui richiesta se dovesse aumentare sarebbe difficile da soddisfare. L'ANALISI

Russia, Putin revoca la ratifica del Trattato sul divieto dei test nucleari

L'accordo del 1996 mette al bando tutte le esplosioni, compresi i test dal vivo di armi nucleari, ma non è mai entrato in vigore perché alcuni Paesi chiave - tra cui Stati Uniti e Cina - non lo hanno mai ratificato. LEGGI L'ARTICOLO

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Gennady Chastyakov, stretto consigliere di Valery Zaluzhny, comandante in capo delle forze armate di Kiev, è stato ucciso oggi in un'esplosione. Sulla sua morte sarà aperta "un'indagine preliminare". LA VICENDA

Trattato Cfe, Nato e Usa annunciano la sospensione dopo l'uscita della Russia

Un altro accordo siglato alla fine della Guerra Fredda per non far degenerare la situazione in Europa va verso la sua fine. Dopo che il Cremlino ha concluso la procedura per l'uscita dal Trattato sulle forze convenzionali, Washington e gli Alleati hanno fatto sapere che anche loro si muoveranno verso la sospensione. La notizia arriva a poca distanza dal ritiro della ratifica di Mosca a un altro trattato, quello che mette al bando gli esperimenti nucleari (Ctbt). IL FOCUS

Putin ordina l'aumento del numero dei militari del 15%

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto - con effetto immediato - per aumentare il numero dei militari nelle forze armate russe di quasi 170mila persone, pari a circa il 15%. "L'aumento dell'organico a tempo pieno dell'esercito è dovuto alle crescenti minacce al nostro Paese legate all'operazione militare speciale e alla continua espansione della Nato", si legge nel decreto. Secondo quanto precisato dal ministero della Difesa, non è tuttavia prevista la mobilitazione in relazione a questo decreto.

Stoltenberg a Erdogan, approvare adesione Svezia nella Nato

 Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha ribadito al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan la necessità di far entrare la Svezia nell'alleanza militare. "Ho incontrato il Presidente Erdogan questa mattina e ho ribadito il mio precedente messaggio che i tempi sono maturi per portare a termine il processo di adesione della Svezia" ha dichiarato Stoltenberg a Dubai, al margine del vertice sul clima Cop28, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa svedese Tt.

Studenti palestinesi, battaglia non è religiosa ma politica

"Non è corretto spostare la nostra battaglia su un piano religioso. Sicuramente noi non ci sentiamo di rispondere" alle Comunità Ebraiche "come comunità musulmana, ma come palestinesi. Da palestinesi riteniamo che non è assolutamente una questione religiosa. Ebrei, cristiani, musulmani, hanno vissuto anche in pace in Palestina. Quella è riconosciuta come la terra della Pace. Per molti la Terra Santa. La questione per noi è politica. Le nostre critiche, le nostre piazze, sono contro il progetto sionista. Noi quello contestiamo. Non siamo contro gli ebrei o la religione ebraica". Lo dice Maya Issa, la presidente degli studenti palestinesi, a margine della manifestazione organizzata a piazza Sempione a Roma, rispondendo all'appello della presidente dell'Ucei alle comunità musulmane. "Il nostro problema è con l'ideologia sionista - ribadisce Maya -. Netanyahu ha portato all'Onu la cartina di un nuovo Medio Oriente dove non c'era la Palestina - afferma la studentessa -. Quello che stiamo vedendo ora è il progetto che lui e il suo governo stanno portando avanti: cancellare la Palestina dalle mappe con la pulizia etnica del popolo Palestinese, a Gaza e in Cisgiordania".

"Nel 2022 Putin voleva lasciare i tedeschi senza gas ma fallì"

Il presidente russo Vladimir Putin voleva creare il caos energetico in Germania poco dopo l'invasione dell'Ucraina nel 2022, chiudendo la filiale tedesca di Gazprom e lasciando i tedeschi senza gas. Solo la rivelazione a Berlino del piano, da parte di due manager russi, permise di rispondere all'operazione. Lo sostiene oggi una lunga inchiesta di Handelsblatt. Un "uomo di paglia" di Mosca avrebbe agito nella primavera del 2022 in Germania, con suoi rappresentanti, in nome della neonata società Jsc Palmary, il cui solo scopo era rilevare Gazprom Germania e tagliare l'approvvigionamento sul territorio tedesco. I russi volevano scatenare così una reazione di piazza tra i tedeschi e sabotare il sostegno a Kiev. Due manager russi hanno però avvertito Berlino del piano. Ancora oggi queste due persone "devono temere per la loro vita" a causa della loro scelta, riporta il giornale. L'operazione su Gazprom da parte russa aveva diverse debolezze, ma a inizio aprile Berlino ha dovuto ugualmente trovare subito una soluzione e rispondere al pericolo. Gazprom Germania è stata così messa sotto amministrazione fiduciaria e poi nazionalizzata dallo Stato tedesco.

Kiev rivendica l'attacco a un treno nella Siberia russa

L'Ucraina ha affermato di aver orchestrato attacchi contro una linea ferroviaria russa in Siberia, a migliaia di chilometri dalla linea del fronte, tra gli ultimi episodi di sabotaggio segnalati all'interno del territorio russo. "I russi sono caduti due volte nella trappola della Sbu (il servizio di sicurezza ucraino): un altro treno di carburante è esploso sulla ferrovia Baikal-Amur", ha detto all'Afp una fonte delle forze dell'ordine ucraine, aggiungendo che il presunto attacco è stato il seguito di un'esplosione avvenuta mercoledì notte che ha coinvolto un treno in transito nella remota regione russa della Buriazia. Non c'è stata una risposta immediata da parte russa all'ultimo incidente, ma Mosca ha confermato che all'inizio di questa settimana il personale di un treno aveva notato del fumo in un serbatoio di carburante e ha chiamato i vigili del fuoco sul posto. Il quotidiano economico russo Kommersant ha citato venerdì fonti che affermano che gli investigatori hanno aperto un'indagine penale sull'incidente di mercoledì e che l'incendio sul treno è stato probabilmente causato da un ordigno esplosivo non identificato. "I servizi speciali russi dovrebbero abituarsi al fatto che i nostri uomini sono ovunque. Anche nella lontana Buriazia", ha detto la fonte ucraina. La ferrovia Baikal-Amur è lunga oltre 4.000 chilometri (2.500 miglia) e corre adiacente ai confini di Cina e Mongolia. La Russia ha annunciato oggi di aver arrestato un uomo con doppia cittadinanza italo-russa per aver effettuato attacchi di sabotaggio su una ferrovia e contro una base aerea, agendo sotto gli ordini dell'Ucraina.

Kiev: "La situazione al confine con la Polonia è catastrofica"

La situazione alla frontiera tra Ucraina e Polonia, bloccata dai camionisti polacchi e dove sono fermi migliaia di tir, "è catastrofica". Lo ha dichiarato il commissario ucraino responsabile per i diritti umani, Dmytro Lubinets. "La situazione è catastrofica. Gli autisti ucraini sono in una situazione così terribile che stanno pianificando di iniziare uno sciopero della fame se le cose non migliorano", ha scritto Lubinets su Telegram.

Lavrov, c'era accordo con Ucraina, ma Johnson fu contrario

Per il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, c'era un accordo con l'Ucraina per porre fine alla guerra, ma Boris Johnson non fu d'accordo e chiese la continuazione delle ostilità. "C'era un accordo e lui era lì, a Istanbul, alla fine di maggio (del 2022), dopo diversi turni di trattative. Tre sessioni in Bielorussia, e l'ultimo a Istanbul. E l'accordo era stato raggiunto, come ha confermato uno dei partecipanti al negoziato, del gruppo di Zelensky, David Rahamja, componente della delegazione a Istanbul. Ma Boris Johnson venne e disse: "no, dovreste continuare la guerra", ha detto Lavrov in conferenza stampa oggi a Skopje, come riferito dalla Tass.

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