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Silvia Romano ringrazia gli amici su Facebook: "Non arrabbiatevi per difendermi"

Lombardia
Credit: Facebook

Così la cooperante 24enne rapita in Kenya nel 2018 e liberata sabato dopo un anno e mezzo di prigionia: “Il peggio per me è passato, godiamoci questo momento insieme”

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“Vi chiedo di non arrabbiarvi per difendermi, il peggio per me è passato, godiamoci questo momento insieme". Lo scrive sul proprio profilo Facebook la cooperante 24enne Silvia Romano (CHI È), rapita in Kenya nel 2018 e liberata sabato dopo un anno e mezzo di prigionia (L’ARRIVO A CIAMPINOFOTOL’ARRIVO A CASA A MILANO). Continuano nel frattempo ad arrivare minacce e insulti via social alla ragazza, al centro di una campagna di odio montata dopo in suo rientro in Italia per via della sua conversione all'Islam e per il presunto riscatto pagato. Da quanto si è saputo, è la stessa giovane a indicare, inviando anche gli screenshot dei messaggi minatori e degli insulti, agli inquirenti e investigatori milanesi che indagano per minacce aggravate.  Inoltre, nell'ambito dell'indagine coordinata da Alberto Nobili, il responsabile dell'antiterrorismo milanese, si starebbero anche monitorando alcuni profili da cui proverrebbero alcuni dei messaggi contro la ragazza. Messaggi dei quali è in corso il lavoro di scrematura per individuare quelli dietro ai quali ci potrebbe essere un concreto pericolo per la vita di Silvia Romano.

Il post su Facebook

Nel post di Silvia Romano si legge: "Sono felice perché ho ritrovato i miei cari ancora in piedi, grazie a Dio, nonostante il loro grande dolore. Perché ho ritrovato voi, tutti voi, pronti ad abbracciarmi. Io ho sempre seguito il cuore e quello non tradirà mai. Io ho sempre seguito il cuore e quello non tradirà mai”. Il testo prosegue: "Non vedevo l'ora di scendere da quell'aereo, perché per me contava solo riabbracciare le persone più importanti della mia vita, sentire il loro calore e dirgli quanto le amassi, nonostante il mio vestito"

I ringraziamenti agli amici

Nel post, la giovane ha voluto dire "grazie, grazie, grazie" a "tutti gli amici e le amiche che mi sono stati vicini con il cuore in questo lungo tempo". E ha ringraziato anche "chi non era un amico, ma un conoscente o uno sconosciuto e mi ha dedicato un pensiero. A tutti coloro che hanno supportato i miei genitori e mia sorella in modo così speciale e inaspettato: scoprire quanto affetto gli avete dimostrato per me è stato ed è solo motivo di gioia, sono stati forti anche grazie a voi e io sono immensamente grata per questo".

Fiori e messaggi davanti a casa

Rose rosse, gigli, margherite colorate: continuano ad arrivare mazzi di fiori davanti al portone del palazzo di via Casoretto, a Milano, dove vive Silvia Romano. "Non sono interessata, qui non ci sono morti", ha detto la madre affacciandosi al portone, prendendo solo i biglietti dei mazzi, ma lasciando a terra i fiori. Nessuna altra dichiarazione dalla donna, che è subito rientrata in casa. Sul portone, intanto, è stato attaccato anche un nuovo cartello dopo che ieri il custode del palazzo aveva tolto tutti i messaggi di solidarietà appesi da qualche giorno. "Quando l'ignoranza urla, l'intelligenza tace! Bentornata Silvia", è scritto sul foglio. La polizia, come ormai accade da giorni, presidia la zona.

I cocci di bottiglia contro le finestre

Nella giornata di ieri la polizia scientifica ha effettuato rilievi all'interno dell'appartamento al piano di sotto rispetto a quello dove vive Silvia Romano. Secondo quanto filtra, la famiglia che abita nell'appartamento avrebbe trovato dei cocci di vetro sospetti vicino a una finestra, che fanno ipotizzare al lancio volontario di una bottiglia contro la palazzina, come segno di sfregio. Da quanto riferito, la scientifica dovrebbe trasmettere ai carabinieri del Ros, delegati alle indagini, gli atti relativi ai rilievi. Nella serata di martedì, inoltre, un egiziano ha tentato di intrufolarsi nel palazzo: voleva dimostrare la propria solidarietà alla giovane.

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Deputato leghista Pagano: “È una neo-terrorista”

Ieri, in Aula, durante l'illustrazione di un ordine del giorno al decreto Covid (GLI AGGIORNAMENTI), il deputato leghista Alessandro Pagano, a proposito di Silvia Romano, ha detto: "Quando è tornata una neo-terrorista, perché questo è El Shabaab, sono andati ad accoglierla". L’onorevole ha poi criticato il governo perché al funerale di un poliziotto morto per coronavirus non era presente nessun rappresentante politico, a differenza di quanto accaduto per il ritorno della cooperante internazionale rapita in Kenya. Immediate le voci di protesta che si sono levate dall'emiciclo, soprattutto da esponenti del Pd.

La madre di Silvia Romano: “Non ho sentito e non mi interessa"

La madre di Silvia Romano, interpellata nella giornata di ieri dai giornalisti durante una breve uscita per fare acquisti in farmacia e in panetteria, non ha inizialmente voluto commentare le dichiarazioni del deputato della Lega. Poi, però, ha affermato: "Non ho sentito e non mi interessa. Non amo la politica, non la seguo".

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