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Cose molto italiane, l’Italia raccontata dalle sue icone tra Invicta, Dylan Dog e Barilla

Lifestyle fotogallery
26 nov 2024 - 14:18 28 foto
Credits: Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Il libro della giornalista Camilla Sernagiotto “Cose molto italiane. Le icone che hanno fatto la storia del Made in Italy” celebra gli oggetti-simbolo che rappresentano l’identità italiana. Attraverso 100 prodotti, dalla Vespa alla Nutella, dalla Settimana Enigmistica al Martini, l’autrice mescola storia, design, curiosità e sentimenti personali. Ecco i protagonisti di questa odissea nel cuore del Paese. Sono simboli che uniscono generazioni, territori e visioni fungendo da collante per la nazione

1/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Si intitola Cose molto italiane. Le icone che hanno fatto la storia del Made in Italy (Ultra) ed è il nuovo libro della giornalista Camilla Sernagiotto che celebra gli oggetti-simbolo che rappresentano l’identità culturale italiana. L’opera racconta e illustra oltre cento “cose molto italiane”, dalla Vespa alla Nutella, dalla Settimana Enigmistica al Parmigiano Reggiano, dal miele Ambrosoli all’album F4 di Fabriano. Ne esce un racconto che mescola storia, design, curiosità e sentimenti personali. Ecco alcuni dei protagonisti di questa odissea nel cuore del Paese

Cose molto italiane, l’Italia raccontata attraverso icone senza scadenza del Made in Italy
2/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

La pasta Barilla chiaramente non poteva mancare all’appello. Il libro Cose molto italiane dedica un intero capitolo alla pasta più celebre d’Italia, raccontandone la storia, l’evoluzione, tante curiosità e aneddoti vari. Ogni capitolo è ampiamente illustrato e mostra anche immagini inedite, locandine storiche e tanto materiale messo a disposizione dagli archivi delle oltre cento aziende in cui l’autrice è andata per farsi raccontare la Storia dell’Italia di prodotto in prodotto

Senza scadenza, l’intramontabile packaging made in Italy (dalla colla Coccoina al Campari)
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Il Jolly Invicta, accessorio che ha decorato le spalle della generazione dei cosiddetti “paninari” italiani anni Ottanta, è tra i protagonisti del libro sulle icone del Made in Italy. La sua storia è estremamente affascinante e questo oggetto-simbolo non solo evoca il passato ma continua a unire generazioni, territori e visioni, fungendo da "collante" per un’intera nazione, esattamente come tutti gli altri prodotti di cui il libro parla

Senza scadenza, l’intramontabile packaging made in Italy delle mitiche confezioni italiane
4/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

L’Aranciata San Pellegrino è una vera icona che ci fa grandi nel mondo. Nel libro si racconta come è nata questa bibita, tra le più famose d’Italia. Oltre all’aranciata, è presente tra le pagine di quest’opera anche un’altra San Pellegrino famosissima: l’acqua San Pellegrino. Lo stile di scrittura accattivante e i dettagli poco noti invitano il lettore a riscoprire il valore delle “piccole grandi cose” che definiscono l’identità italiana

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5/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Ecco il brevetto del 1933 con cui venne depositato un oggetto che è a pieno titolo un simbolo tricolore tra i più amati e onorati: la moka Bialetti. Il capitolo dedicato a questa fedele compagna degli italiani racconta genesi, storia e aneddoti legati a questo oggetto mitico e "totemico". Inoltre, come accade in ogni parte del libro Cose molto italiane, ciascun capitolo incomincia con un box che fa una carrellata di ciò che succede in tutto il mondo, e poi in Italia, nell’anno di nascita del tal oggetto, raccontando in questo modo una vera storia dell’umanità

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6/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

I Ferrero Rocher sono praline di cioccolato che non hanno certo bisogno di presentazioni. A loro è dedicato un capitolo in cui si spiega come sia nata la geniale intuizione di questa prelibatezza. I lettori italiani, inoltre, potranno scoprire che i Ferrero Rocher in Asia sono apprezzatissimi, tanto da venire donati ai matrimoni come gesto propiziatorio di fortuna, oltre che essere quintessenza del lusso

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7/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Le pagine di Cose molto italiane raccontano oltre cento oggetti del Made in Italy che hanno scritto la storia. La maggior parte di questi, come la pasta per modellare Didò, sono ancora presenti sul mercato. Soltanto pochi casi riguardano prodotti non più in commercio, ossia la Fiat 500 originale, il Ciao e la macchina da scrivere Olivetti Lettera 22. Tutti gli altri, sono ancora vivi e vegeti sul mercato

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8/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Anche i fumetti, così come altre pubblicazioni editoriali (dal Giallo Mondadori a La Settimana Enigmistica) sono presenti. Tra i fumetti tipici italiani, non mancano Tex e Dylan Dog. Come in quasi tutti i capitoli, l’autrice Camilla Sernagiotto racconta anche molto del suo personale vissuto, associando alle sue “cose molto italiane” parenti, amici e persone care che sono indissolubilmente legate al tal oggetto. Nel caso di Dylan Dog, per esempio, il suo racconto personale narra di Mario, il cugino che la iniziò al rito del brivido horrorifico di Dylan Dog

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9/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Il libro di Sernagiotto mostra tantissimo materiale iconografico, da locandine e pubblicità storiche a brevetti e immagini speciali. Nel caso del dentifricio Pasta del Capitano, ecco per esempio un frame della pubblicità televisiva degli anni Cinquanta della mitica pasta dentifricia. Ogni capitolo del libro esplora il significato culturale di un oggetto, raccontando il progresso tecnologico, i cambiamenti sociali e l’estetica del Made in Italy

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10/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Anche il settore beauty viene celebrato, tra crema Venus, crema Cera di Cupra, bagnoschiuma Pino Silvestre, Brillantina Linetti e tanto altro ancora. La prefazione del libro, scritta dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, definisce l’autrice Camilla Sernagiotto come una “biografa del Made in Italy”, riconoscendone il contributo unico nell’indagare il potere evocativo degli oggetti e la loro capacità di costruire un senso di appartenenza



 

11/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Non poteva mancare il panettone Motta, simbolo del Natale milanese ma anche del Natale italiano in generale. E nelle pagine di quest’opera non manca nemmeno il pandoro Bauli, un altro totem delle feste dicembrine targate Italia. Il libro esplora oltre cento oggetti simbolo italiani. Il design italiano è il filo conduttore, ma quest’opera va oltre il libro di marketing, di design o di arte, ponendosi come un diario emozionale di un Paese

12/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

La pasta da modellare Das è protagonista di un capitolo del libro. Il marchio DAS è l’acronimo del nome dell’inventore, Dario Sala, come spiega Cose molto italiane. Ogni oggetto racconta una storia unica e condivisa e tutti diventano simboli che uniscono generazioni

13/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

La Fiat 500 originale è protagonista di uno dei tanti capitoli che compongono questa storia d’Italia. Ecco un’immagine d’epoca della Fiat 500, che arriva direttamente dall’archivio storico della Fiat, messo a disposizione per il libro Cose molto italiane, un libro che celebra la semplicità, il genio creativo e la bellezza, tre ingredienti fondamentali della ricetta esclusiva del Made in Italy

14/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Il Cornetto Algida è il gelato più simbolico d’Italia, dunque è uno dei tanti protagonisti dell’opera sulle icone nostrane. Ne viene raccontata la storia e l’evoluzione, senza tralasciare aneddoti familiari dell’autrice, un modo per personalizzare e arricchire di emozioni un racconto tutto italiano

15/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Una foto d’epoca in cui si vede un cartellone pubblicitario del Borotalco Roberts, anch’esso protagonista di Cose molto italiane. Il Borotalco è uno dei pochi oggetti di cui Sernagiotto aveva già parlato nel suo precedente libro, Senza scadenza. L’intramontabile packaging Made in Italy (Ultra, 2023). “Alcune ‘cose molto italiane’ di Senza scadenza non potevo tralasciarle in questa nuova opera. Quindi ho contemplato ancora una volta la Nutella e il Borotalco Roberts, di cui nel libro scorso ho parlato del loro mai variato packaging”, spiega l’autrice

16/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Alcune immagini d’archivio dell’azienda Borsalino, uno dei marchi di cappello più celebri al mondo. Nel libro di Sernagiotto viene raccontata la storia di questo copricapo iconico, un simbolo che ha avuto un enorme impatto anche sulla cultura, sul cinema, sui fumetti e sull’arte. Il testo combina grande Storia e storie personali, come se fosse un vero e proprio album di famiglia

17/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Una locandina storica del marchio Cirio, di cui il libro parla. Un capitolo è infatti dedicato alla mitica passata Cirio. In queste pagine, gli oggetti diventano lenti per osservare il cambiamento. Ogni pagina invita a riscoprire ciò che è familiare, dando il giusto valore anche a quelle piccole cose a cui forse si tendeva a non pensare più

18/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Una foto storica del miele Ambrosoli, un’altra dolcissima icona raccontata e illustrata dal libro Cose molto italiane. Il miele Ambrosoli è in buona compagnia per ciò che riguarda la dolcezza: dalla Nutella ai gianduiotti Caffarel, ci sono tutti i più grandi simboli della dolcezza italiana

19/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Un capitolo racconta anche l’incredibile e affascinante storia dei Moon Boot. Anche il settore della moda e delle calzature è contemplato da quest’opera, tra scarpe Superga e zaino Jolly di Invicta. Il libro è un inno alla cultura e alla tradizione italiana

20/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Le figurine Panini rappresentano un piacere senza tempo. Hanno fatto la storia del nostro Paese e ci fanno grandi nel mondo. Ecco una foto della produzione delle figurine Panini, presente nel libro Cose molto italiane. Anche questi oggetti sono cose semplici possono farci sentire connessi, oltre che orgogliosi di essere italiani. È proprio questo l’intento delle pagine di quest’opera, secondo la stessa ammissione dell’autrice nell’introduzione

21/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Anche le icone più celebri, come la Vespa Piaggio, sono parte integrante di questa grande storia d’Italia. Ecco un modello storico della Vespa. Parliamo di un veicolo, di un prodotto, di un oggetto e di un’icona che è considerata a pieno titolo un simbolo potentissimo della nostra cultura e identità nazionale

22/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Ecco la brillantina Linetti, un prodotto dal retrogusto squisitamente vintage mai cambiato nel tempo che ancora si trova sugli scaffali dei supermercati e dei negozi italiani, oltre a essere sulle mensole dei bagni di tantissimi italiani che ne apprezzano l’eccelsa qualità e la meravigliosa essenza d’antan

23/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Ed ecco anche l’acqua San Pellegrino, che è tra i protagonisti del libro con un capitolo a lei interamente dedicato (oltre a esserci un capitolo sull’aranciata San Pellegrino). Quest’acqua, come ben sappiamo, ha fatto la storia della nostra tavola, una storia che continua a fare. Nel libro di Sernagiotto ci sono anche altre etichette di acque iconiche, come per esempio la Ferrarelle

24/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Ecco una confezione in metallo per le bustine di Zafferano 3 Cuochi del 1957. Anche questo iconico marchio gastronomico è tra i protagonisti di Cose molto italiane, così come molti altri prodotti famosi e culturalmente rilevanti dell’enogastronomia del nostro Paese

25/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Le gomme da masticare italiane per eccellenza, le Brooklyn, sono al centro di un capitolo del libro. Se ne racconta la nascita e l’evoluzione, mostrando tantissime locandine, pubblicità e foto d’epoca, come questa super vintage

26/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Ed ecco il mitico Ciao, uno dei “destrieri” di tantissimi giovani italiani. Il Ciao è uno dei pochi oggetti non più in commercio “cantati” in questo libro (diciamo “cantati” come se si trattasse di un’epica d’eroi, dato che queste “cose molto italiane” sono davvero da considerare eroi alla stregua di quelli omerici). Ma anche nel caso dei prodotti non più in commercio, si tratta di icone che continuano a vivere nella memoria nazionale e nel cuore degli italiani

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L'autrice di Cose molto italiane. Le icone che hanno fatto la storia del Made in Italy (Ultra edizioni), la giornalista e scrittrice Camilla Sernagiotto

28/28 Cose molto italiane (Ultra, © Lit Edizioni)

Cose molto italiane. Le icone che hanno fatto la storia del Made in Italy. La moka Bialetti, la Vespa, l'Invicta, le scarpe Superga, il caffè Lavazza. Dopo il grande successo di Senza scadenza. L’intramontabile packaging Made in Italy, le aziende italiane raccontano a Sernagiotto i propri fiori all’occhiello

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