La trappola atomica, la bomba ha una potenza tale da aver contaminato anche la cultura pop

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È uscito un libro che per la prima volta nella storia racconta e analizza tutte le opere culturali che trattano di bomba atomica. Si intitola “La trappola atomica. Come la bomba ha contaminato la cultura pop” e presenta film, canzoni, videogiochi, romanzi, opere d'arte, serie TV, fumetti e addirittura cartoni animati che riguardano la bomba. Di opere culturali che ne hanno parlato e che continuano a farlo ce ne sono tante, da Il Dottor Stranamore di Kubrick al disco War degli U2 fino a un insospettabile Twin Peaks

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La bomba atomica è tornata a fare tanta paura, anche se in realtà non ha mai smesso di terrorizzare l'umanità. Nell'ultimo anno ha ripreso prepotentemente il suo posto fra i nostri peggiori incubi, da quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina. Le continue tensioni tra Russia e Nato rendono questo timore qualcosa che sta assumendo sempre di più i contorni del terrore.  

“L'uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi” disse Albert Einstein, il più famoso scienziato della storia. Proprio in riferimento a quella celebre citazione, un libro fresco di stampa ha scelto come titolo La trappola atomica. Come la bomba ha contaminato la cultura pop (edizioni Ultra, 2023). Porta la firma di Camilla Sernagiotto, giornalista di Sky TG24 e del Corriere della Sera, la quale per la prima volta in assoluto racconta, raccoglie e analizza tutte le opere culturali che trattano della tematica più attuale di oggigiorno: la bomba atomica.
Per la prima volta nella storia, un libro riunisce tutti i film, le canzoni, i videogiochi, i romanzi, le opere d'arte, le serie televisive, i fumetti e addirittura i cartoni animati che riguardano la bomba a fissione nucleare. Di opere culturali che ne hanno parlato e che continuano a parlarne ce ne sono tantissime, dal film Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick al disco War degli U2, giusto per fare due esempi.
Questo libro è la prima “enciclopedia analitica”, anche se molti capitoli sono discorsivi e coinvolgenti in stile romanzo thriller. Ma perché raccogliere tutto lo scibile umano con declinazione bomba atomica? L'obiettivo è apertamente dichiarato dall'autrice stessa nelle prime pagine del libro: vuole raccontare cosa accadrebbe se quel micidiale tasto che l’umanità ha in mano venisse schiacciato ancora una volta, dopo Hiroshima e Nagasaki.

Un libro che è un “tesoretto” di orrori e devastazioni di stampo atomico

Ponendosi come un “tesoretto” che raccoglie orrori e devastazioni di stampo atomico, La trappola atomica di Camilla Sernagiotto intende rendere più chiaro ai nostri occhi cosa accadrebbe se lo scoppio dell'atomica non rimanesse solo nei nostri incubi ma diventasse realtà.
Il libro si apre con una prima parte che racconta il Progetto Manhattan, il programma militare statunitense top secret che negli anni ’40 portò alla costruzione di una vera e propria città segreta nel cuore del deserto di Los Alamos, dove andarono a vivere numerosi scienziati per progettare la bomba. È ciò che racconterà anche uno dei film più attesi di quest'anno: Oppenheimer di Christopher Nolan, che uscirà negli Stati Uniti nel luglio 2023 e in Italia ad agosto (e che è ampiamente presente anche nel capitolo sui film del libro di Camilla Sernagiotto).

La trappola atomica racconta la nascita di Gadget, il primo ordigno che verrà esploso nel deserto di Los Alamos nell'ambito del Trinity Test. Poi si passa ai vari passaggi che hanno portato allo sgancio delle bombe atomiche denominate “Little Boy” e “Fat Man”, rispettivamente fatte esplodere sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

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La trappola atomica: film, dischi e serie a tema bomba atomica

L’arte atomica in ogni sua declinazione, dal cinema alle serie, dai quadri ai videogame

Dopo il racconto storico di come si sia arrivati ad avere in tasca il tasto dell'autodistruzione, La trappola atomica passa al vaglio “l’arte atomica” in ogni sua declinazione, dall’arte pittorica e scultorea con le opere della pop art di James Rosenquist e Andy Warhol, le bombe dello street artist Banksy, le sculture fatte con materiale radioattivo di Tony Price e tante altre opere affascinanti, molte delle quali lasciano davvero a bocca aperta. Per esempio ci sono parecchi scultori che si procurano le materie prime a Los Alamos, scegliendole tra i resti degli ordigni atomici esplosi nei test del Manhattan Project (assicurandosi attraverso l’apposito contatore Geiger - che è lo strumento di misura delle radiazioni - che il livello radioattivo non superi la soglia di tolleranza per la salute umana).
Ci sono la letteratura, il teatro, i fumetti, la musica. E ancora: videogiochi, cinema, radio, televisione, giornali, riviste, serie televisive, persino cartoni animati.

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La trappola atomica: in un libro film, serie TV e dischi sulla bomba

Il dottor Stranamore e tutti i film con cui abbiamo imparato a preoccuparci e a odiare la bomba

La parte dedicata al cinema racconta sia i film di propaganda - quando la bomba veniva presentata dal governo statunitense come "amica del progresso" - sia quelli altamente critici, tra cui capolavori come Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba di Stanley Kubrick e Il pianeta delle scimmie. Sono tanti anche i film meno noti, con un interessante focus sui film indiani che seguono uno schema che potremmo definire “di Propp” molto particolare: la bomba non viene mai maneggiata da un attore indiano, ma solo ed esclusivamente da attori stranieri. La trappola atomica spiega bene questa scelta di registi e produttori indiani, che furono i primi a parlare nei propri film della bomba come del male puro. La bomba era qualcosa di così diabolico, malefico e osceno con cui non potevano “sporcare” la propria cultura, e infatti nei film indiani la bomba va sempre a braccetto con personaggi di nazionalità straniera.

Cillian Murphy as J. Robert Oppenheimer in OPPENHEIMER, written and directed by Christopher Nolan

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Oppenheimer, le immagini del film di Nolan sulla nascita dell'atomica

Dagli U2 all’heavy metal, tanta musica canta i pericoli connessi alla bomba

La sezione sulla musica è ampia e varia, andando da nomi cult come quelli di Bob Dylan, Crosby, Stills & Nash, Jefferson Airplane e U2, tra gli altri, a quelli di band punk rock meno conosciute, ma non meno interessanti sotto il punto di vista dell'analisi di come la cultura veda l’atomica. Un interessante focus è dedicato all'heavy metal: questo genere musicale si rivela indissolubilmente legato alla bomba atomica, che fin dalla nascita dell'heavy metal fa da fil rouge a canzoni, album e addirittura a nomi di etichette (Nuclear Blast) e gruppi (Megadeth, il cui nome è una storpiatura di “megadeath", termine coniato da Herman Kahn e diventato popolare grazie al suo libro del 1960, On Thermonuclear War, per indicare un milione di morti per lo scoppio di una bomba atomica).
Molti dei diretti interessati - gli artisti ancora viventi oppure i loro eredi - sono stati interpellati dall’autrice Sernagiotto. Le parole dei protagonisti dell'era atomica offrono una visione inedita della bomba, impreziosendo il primo testo che racconta le tante declinazioni dell’apocalisse descritte dagli autori della cultura del Novecento e del Nuovo Millennio.

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Twin Peaks: la serie-bomba è una citazione dell’atomica?

Le serie televisive più sospettabili (Manhattan) e quelle invece insospettabili (Twin Peaks)

Lato serie TV, qualsiasi show televisivo che abbia trattato chiaramente tra le righe la bomba è preso in considerazione, da Manhattan (che racconta il Progetto Manhattan nel deserto di Los Alamos) a Lost, da Jericho a Sacred Games.
Ma ci sono anche le serie che inseriscono la bomba tra le righe, come Twin Peaks. Quella di David Lynch è una serie televisiva da cui non ci si aspetterebbe tematiche atomiche (se si pensa alle prime due stagioni, quelle originali prima del “ritorno” del 2017).
La trappola atomica. Come la bomba ha contaminato la cultura pop illustra per la prima volta in un volume la suggestiva teoria di Camilla Sernagiotto (teoria nata proprio su Sky TG24 nel lontano 2016, in tempi non sospetti, dato che soltanto nel 2017 è uscita la nuova stagione di Twin Peaks che, tra scene di esplosione dell'atomica e spiegazioni di come il cattivissimo BOB sia nato - espulso proprio dal materiale radioattivo che si libera durante l'esplosione della bomba - sembra attestare la tesi formulata da Sernagiotto).

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Twin Peaks è una metafora della bomba atomica? Su Sky TG24 lo sosteniamo dal 2016…

Dallo sceriffo di Twin Peaks Harry S. Truman (il cui nome ricalca perfettamente quello del presidente degli Stati Uniti d’America che fra il 6 e il 9 agosto 1945 ordinò di fare esplodere la prima bomba atomica su Hiroshima e la seconda su Nagasaki) alla cugina di Laura Palmer, Maddy Ferguson (il cui cognome è quello del co-pilota del bombardiere Bockscar, che il 9 agosto 1945 sganciò la bomba atomica su Nagasaki), le coincidenze tra i personaggi della serie televisiva di Lynch e gli scienziati e militari collegati alla bomba sono davvero impressionanti. La stessa Laura Palmer ricorda “Ray Palmer, personaggio dei fumetti della DC Comics nato negli anni Sessanta che si trasforma nel Supereroe Atomo. Quando Ray Palmer non veste i super-panni, è un professore di fisica della Ivy University di Ivy Town (cittadina fittizia del New England) ed è specializzato in compressione della materia”, si legge ne La trappola atomica.

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L'opinione pubblica non sa cosa significa bomba atomica. Solo la cultura può insegnarcelo

Le uniche bombe atomiche a uso bellico che finora sono state esplose sono quelle sganciate nel 1945 sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. “L’opinione pubblica all’inizio non sapeva cosa fosse davvero accaduto sotto quell’affascinante fungo atomico. E il motivo è semplice: perché le prime foto rilasciate provenivano soltanto da una distanza non ravvicinata e non contenevano corpi umani”, si legge ne La trappola atomica. “È stato il governo americano a impedire che foto e filmati troppo forti e indigesti venissero diffusi tra i civili, in primis tra i cittadini a stelle e strisce (ma anche al resto del mondo la verità è stata lungamente celata). Nella storia dell’umanità, spesso il filtro che permette all’uomo di rendersi conto di quello che ha fatto è la cultura. Osservando Guernica di Pablo Picasso si può rimanere scioccati, investiti da tanto orrore e violenza benché a delinearla sia ‘solo’ il pennello e non un obiettivo di un fotoreporter di guerra”, prosegue Camilla Sernagiotto nel saggio sull’atomica raccontata dalla cultura.

L’ordigno dell’apocalisse ha segnato la storia e l’immaginario collettivo a partire dalla seconda metà del Novecento.
Solo la cultura è in grado di farci vedere a distanza ravvicinata le immagini di ciò che le bombe chiamate Little Boy e Fat Man hanno fatto a Hiroshima e Nagasaki e impedirci di cancellarle dalla memoria, ricordandoci che micidiale tasto per l’autodistruzione abbiamo in mano. Questo è il motivo per cui Camilla Sernagiotto si è dedicata a questo nuovo testo, che arriva a pochi mesi dal fortunato La maledizione del Dakota. Rosemary’s Baby, Cielo Drive, John Lennon e altri fatti oscuri (Arcana, 2022), il saggio di Sernagiotto uscito l’estate scorsa in cui vengono analizzati risvolti oscuri e inquietanti legati al Dakota Building, l’edificio di New York davanti a cui è stato ucciso John Lennon. Dal cinema alla musica, tra quelle mura newyorkesi sono accadute tante cose strane, analizzate e collegate per la prima volta dalla giornalista. E a cinque mesi dall'uscita de La maledizione del Dakota di Camilla Sernagiotto coincidenza ha voluto che Yoko Ono (la vedova di Lennon) abbia abbandonato il Dakota, in cui viveva da oltre mezzo secolo.

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