
Al civico 24 di Rua Agusta, nel cuore della Capitale portoghese, è stata appena inaugurata PARA QUE SERVEM AS COISAS?, un'esposizione che è un viaggio retrospettivo nella storia del design degli ultimi 120 anni, dall'abbigliamento alla progettazione industriale, dalla costumistica teatrale alla gioielleria. Contenitore degli oggetti di questo viaggio l'ex sede del Banco Nacional Ultramarino, riaperta al pubblico lo scorso luglio dopo un restauro durato più di 8 anni
a cura di Costanza Ruggeri

Come e perché gli oggetti vengono progettati, comunicati, percepiti e consumati? In che modo ci accompagnano nella nostra quotidianità? Come influiscono sulla nostra vita? A queste domande cerca di dare una risposta PARA QUE SERVEM AS COISAS? ("A cosa servono le cose?"), la mostra appena inaugurata al MUDE, il Museo del Design di Lisbona
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Riaperto nella sua sede storica lo scorso 25 luglio dopo una chiusura di otto anni (a causa di lavori di restauro che si sono prolungati ben oltre il previsto e con tre anni di interruzione dovuti al fallimento della prima ditta appaltatrice) il MUDE si conferma istituzione museale di riferimento per gli appassionati di moda e design
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Situato all'interno della vecchia sede del Banco Nacional Ultramarino, nel quartiere della capitale portoghese più colpito dal terremoto del 1755 e poi ricostruito nella seconda metà del XVIII secolo, il MUDE conta quasi 17.000 pezzi che vanno dall'abbigliamento al design industriale, dalla costumistica teatrale alla gioielleria
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La sua collezione permanente è tra le più significative a livello mondiale per quanto riguarda il design. Con pezzi che spaziano dagli anni ’30 fino ai giorni nostri, include opere di grandi maestri come Philippe Starck, Charles e Ray Eames, e Dieter Rams. Una sezione speciale è dedicata alla moda, con abiti iconici di stilisti come Vivienne Westwood e Jean Paul Gaultier
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PARA QUE SERVEM AS COISAS? mette in luce il design portoghese in dialogo con pezzi italiani, scandinavi e francesi e copre un periodo che va dal 1900 al 2020: 500 pezzi (tra i 17mila della collezione MUDE), quasi la metà dei quali mai esposti al pubblico. Tra le opere inedite c'è la giostra in legno degli anni Cinquanta rinvenuta all'interno dell'antica Loja da Rampa, a Lisbona
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L'esposizione si sviluppa al terzo e quarto piano dell'edificio, su più di tremila metri quadrati, e rispetta il concetto di mostra come "opera aperta". Per dare l'esempio di “lotta agli sprechi e riduzione dei costi”, è stato chiesto ai progettisti di Coletivo Warehouse di riutilizzare materiali provenienti da vecchie mostre o considerati rifiuti durante la ristrutturazione
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Tra le opere dell'allestimento troviamo un espositore modernista in legno creato da Vitor Palla e Bento de Almeida (1956) per un parrucchiere nel Chiado, mobili per la camera da letto della pittrice portoghese Maria Keil (1914-2012) e una dozzina di cappelli, compresi oggetti di scena del vecchio Teatro da Cornucópia
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Oltre alle sezioni cronologiche/tematiche, la mostra presenta una sezione specificamente dedicata al design come disciplina progettuale basata sulla recente incorporazione dei file personali dei designer nella collezione MUDE, nello specifico di Carlos Galamba, José Brandão, Maria Gambina e Cristina Reis
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La riapertura del MUDE dello scorso luglio è stata segnata dall'inaugurazione di una mostra intitolata BUILDING ON DISPLAY, che ha consentito ai visitatori del museo di "visitare praticamente l'intero edificio e di conoscerne l'architettura, l'evoluzione e gli interventi effettuati, dal punto di vista del design, nel corso delle varie epoche"
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"L'edificio MUDE torna a essere il polo culturale dedicato a tutte le espressioni del design, nel centro storico di Lisbona - ha commentato la sua direttrice, Bárbara Coutinho -, con spazi per l'esposizione, la creazione, l'educazione, lo studio, il dibattito e il tempo libero, l'incontro, la conversazione e la condivisione"
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