Ginori 1735, viaggio nella manifattura dove nasce la porcellana famosa in tutto il mondo

Lifestyle

Nicoletta Di Feo

La rubrica Flash ci porta questa volta a Sesto Fiorentino, all'interno della Manifattura Ginori 1735, dove nasce la porcellana conosciuta in tutto il mondo. Qui abbiamo incontrato modellisti e pittori per scoprire questa arte antica, quel savoir-faire che in questo caso si incontra con innovazione e tecnologia

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Non solo tableware ma lifestyle a tutto tondo. Ginori 1735, nome del marchio dopo l’acquisizione da parte del gruppo Kering e il rilancio dell’azienda nel 2020, è oggi sinonimo dell'eccellenza artigiana.

Per scoprire questa arte siamo andati a visitare la famosa manifattura alle porte di Firenze. Qui abbiamo scoperto un mondo dove l’artigianato diventa arte, dove lavorano giovani dai 18 ai 25 anni. 

Tra le antiche statute ancora presenti nella sezione della modellatura abbiamo incontrato Alain Prost, CEO di Ginori 1735, protagonista del rilancio della storica Maison.

 

Come si riesce a modernizzare un brand che ha quasi 300 anni di vita?

“Abbiamo modernizzato il brand sulle basi del nostro passato, introducendo innovazione, creatività e attraverso progetti ‘out of the box’. Per esempio, dal punto di vista strategico, abbiamo ampliato i nostri prodotti. Ora non produciamo solo porcellane ma anche lampade, mobili, insomma home decor. Il tableware era legato molto alle liste di nozze, un business che ora è scomparso. La gente invece oggi è interessata a decorare la casa e i nostri prodotti sono pezzi particolari, colorati, allegri, di grande design, perfetti per tutta la casa. Pezzi che rappresentano il lifestyle italiano.
In secondo luogo, abbiamo scelto di lavorare con partner come Jake Gyllenhaal, il nostro ambasciatore nel mondo. Una scelta inconsueta quella di legare un brand come Ginori 1735 a un attore di Hollywood, ma essendo lui stesso un appassionato di design e di Ginori, ci siamo scelti reciprocamente.

Sempre in linea con il percorso di modernizzazione del brand è quello che facciamo ogni giorno,  cioè inventare nuove esperienze da far vivere ai nostri clienti, per esempio nel mondo dell’hospitality di lusso, degli alberghi 5 stelle.

Nella vostra visita a questa meravigliosa manifattura avrete inoltre notato lavorare moltissimi giovani. Questo è infatti un lavoro che viene tramandato, ma è anche un lavoro che interessa alle nuove generazioni. Dopo il rilancio dell'azienda nel 2020 abbiamo dovuto reclutare il 30% di persone nuove perché il business era in continua crescita. Per me è stata una scommessa, perché pensavo che sarebbero stati più interessati al digitale che all'artigianalità. Invece mi sbagliavo, queste ragazze e questi ragazzi erano affascinati dal lavoro artigiano e grazie alla loro cultura digitale abbiamo dato una nuova dimensione hitech alla manifattura, ora per esempio abbiamo macchine più tecnologiche e sofisticate. Insomma, siamo riusciti ad unire il nostro antico savoir-faire con innovazione e tecnologia.”

 

Ed è proprio questa unione tra cratfmanship e tecnologia a tenere alto il nome del brand nel mondo, per esempio il modo in cui ancora oggi si impastano i colori o si realizzano, a mano, molte  filettature.

“Questa unione è la nostra forza. Noi siamo Made in Italy per il 100%, Made in Firenze. E il 70/75% delle nostre operazioni sono ancora fatte a mano, dunque abbiamo sviluppato la tecnologia per automatizzare le cose basiche e dare l'opportunità alla nostra squadra di volgere verso il lato artistico un  savoir-faire che esiste da 300 anni e che è il DNA dell’azienda. Vogliamo essere, e lo siamo, la referenza mondiale nel mondo della porcellana artistica.”

 

Oggi c’è anche una sorta di rinascita dell'amore per la porcellana, anche come tendenza moda e design.  

“La porcellana è una cosa sorprendente. Io 5 anni fa non ne ero appassionato e ora mi sono innamorato. Prima di tutto è iper sostenibile perché la materia prima è la sabbia, quindi qualcosa di assolutamente naturale. In secondo luogo, l’arte è sempre stata all’origine di Ginori. Nel 1700 il marchese Ginori realizzava infatti statue per i palazzi toscani. Da sempre dunque abbiamo nel nostro DNA la tendenza ad immaginare una porcellana diversa. Per questo motivo quando sono arrivato ho dato alla mia squadra come principale obiettivo quello di reinventare la porcellana. Abbiamo iniziato a produrre lampade, tavoli, oggetti non legati unicamente al tableware, abbiamo introdotto moltissimo colore, colore sinonimo di quell’allegria italiana apprezzata in tutto il mondo."

 

Il vero lusso oggi è il fatto a mano.

“Questo è un capitale incredibile. Abbiamo investito molto per sviluppare una collezione di arte che oggi è venduta nelle più importanti gallerie del mondo e lavorando con artisti conosciutissimi, sia italiani che americani, che francesi.”

 

In un certo senso si può dire che Ginori 1735 sia artigianato ma anche arte?

"Esattamente, io direi arte nel senso artistico ma anche creativo e italiano, perché l'italianità è apprezzata in tutto il mondo."

 

Quali sono le nuove sfide?

“Le nuove sfide riguardano l’innovazione, la creatività e nuove iniziative. Per esempio,

abbiamo rilanciato in modo moderno, lussuoso e raffinato il Compasso d'oro che ha ottenuto l'azienda nel 1954. Stiamo parlando della collezione ‘Colonna’ realizzata da Gio Ponti e ora riprodotta in versione moderna. Si tratta di ‘Diva’,  una collezione molto colorata, molto italiana, molto sensuale. Un’altra iniziativa è quella de ‘I Tesori di Ginori’, una capsule che arriverà verso fine anno e che sarà perfetta per i regali di Natale."

 

Ginori 1735, qualche curiosità

La manifattura in Viale Giulio Cesare 50 a Sesto Fiorentino è attiva dal 1950.

Produce ogni giorno 8.000 pezzi di porcellana bianca e decorata.

Ciascuno dei piatti subisce 25 lavorazioni individuali passando attraverso 7 paia di mani.

Per diventare un Master occorrono almeno 10 anni di lavoro in un’unica arte della produzione della porcellana.

Gio Ponti è stato direttore artistico di Ginori dal 1923 al 1933. Dalla sua creatività sono nate collezioni iconiche, tra queste 'Colonna' ispirazione per la nuova collezione 'Diva'.

Oggi per dipingere a mano una Ponti Bowl, lavoro affidato a due Master Painter, ci vogliono 40 ore.

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