Manovra 2026, dalla flat tax al taglio dell'Irpef: come cambiano gli stipendi

Economia
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Introduzione

Il governo sta mettendo a punto gli ultimi ritocchi alla Manovra 2026, il cui fulcro è il taglio dell'Irpef, con un abbassamento dello scaglione dal 35% al 33%. La Lega vuole confermare la possibilità di applicare la flat tax sui redditi autonomi anche con redditi da lavoro dipendente inferiori a 35mila euro. E non è tutto: dal primo gennaio 2026 potrebbe scattare l'aliquota agevolata del 10% sugli aumenti di stipendio per i dipendenti privati, con benefici sulla busta paga. Vediamo quali

Quello che devi sapere

Il taglio dell'Irpef

Partiamo dal taglio dell'Irpef, la misura centrale della nuova Legge di Bilancio. Il governo, com’è noto, guarda al ceto medio, per il quale viene previsto un abbassamento dello scaglione dal 35% al 33%. La norma peserà 9 miliardi in tre anni. Resta da capire se ci sarà o meno una sterilizzazione del beneficio per i redditi più alti: un indizio in questo senso lo ha dato il vicepremier Antonio Tajani, che fa intendere come la misura possa essere "per tutti". Se la platea interessata dovrebbe essere quella tra i 28mila e i 50mila euro, Forza Italia spinge a portare il limite a 60mila euro, con un beneficio che arriverebbe a un massimo di 440 euro l'anno.

 

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Beneficio fino a 60mila euro?

Per il taglio dell'Irpef "l'ideale è che si arrivi a 60mila euro" di reddito, ha spiegato Tajani, "ma bisogna vedere le coperture". Il vicepremier, lasciando la Camera dopo l’informativa su Gaza, ha spiegato che la Manovra 2026 verrà "conclusa venerdì" 17 ottobre "in Consiglio dei ministri", per questo l’esecutivo è "ancora al lavoro" sugli ultimi dettagli della legge. "Mi pare che si stia andando nella giusta direzione: ci interessano aumenti salariali e ceto medio, e la sanità con nuove assunzioni di medici e infermieri e aumento degli stipendi", ha affermato il leader azzurro. Che, sulla questione Irpef, ha poi puntualizzato che si tratta di "un percorso che abbiamo avviato. Se non si riesce a fare ora" la riduzione per i redditi fino a 60mila euro "si farà l'anno prossimo".

 

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"Benefici limitati per redditi più alti"

Come riporta il Documento programmatico inviato alla Commissione Ue e pubblicato sul sito del ministero dell'Economia e delle Finanze, I benefici del taglio dell'Irpef previsto in Manovra saranno limitati per i redditi più alti. "In materia di fisco, prosegue il percorso di riduzione della tassazione sui redditi da lavoro che il governo sta portando avanti dall'inizio della legislatura", si legge nel testo. "In particolare, la Manovra riduce la seconda aliquota Irpef che, dall'attuale 35% passa al 33%, limitando i benefici per i redditi più alti", viene specificato.

 

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"Ulteriore riduzione delle imposte"

"La prossima Manovra di Bilancio prevede un'ulteriore riduzione del prelievo delle imposte dirette per le fasce di reddito finora escluse da interventi simili, nonché il rafforzamento del sostegno alle famiglie più numerose. Questi interventi determineranno un graduale impulso favorevole sui consumi rispetto al quadro tendenziale", si legge ancora nel Documento programmatico di Bilancio inviato a Bruxelles e in Parlamento.

 

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Le richieste di Confcommercio

Sulla Legge di Bilancio e il taglio dell'Irpef è intervenuto anche Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. "Se con la prossima Manovra si vuole davvero andare nella direzione dello sviluppo e della crescita, è fondamentale ridare fiducia alle famiglie e rivitalizzare i consumi. E questo va fatto attraverso la riduzione delle tasse". Nell'incontro con il governo, ha ricordato Sangalli, "abbiamo ribadito l'urgenza di ridurre la seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, innalzando il corrispondente scaglione di reddito da 50mila euro a 60mila euro, e di valutare interventi di alleggerimento del prelievo fiscale sugli aumenti contrattuali e sulle tredicesime". Anche perché, ha aggiunto Sangalli, "le nostre stime evidenziano come, anche nel 2025, ampie aree del Paese presentano livelli di Pil e di consumi ancora inferiori a quelli registrati nel 2007".

 

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La flat tax sui redditi autonomi

Veniamo ora alla questione della flat tax. La Lega punta a confermare la possibilità di applicare la flat tax sui redditi autonomi anche se si hanno redditi da lavoro dipendente inferiori a 35mila euro. Come spiega il responsabile Economia della Lega Alberto Bagnai, il Carroccio "sta lavorando per consolidare a 35mila euro, e laddove compatibile con gli altri obiettivi, innalzare il tetto ai redditi da lavoro dipendente e assimilati oltre il quale è precluso l'accesso al regime di miniflat". Il riferimento è alla misura contenunta nella scorsa Manovra che ha previsto l'innalzamento da 30mila a 35mila euro della soglia di reddito da lavoro dipendente che permette di beneficiare della flat tax al 15% sui redditi autonomi. "Si tratta di una misura a favore di quella classe media che vuole integrare il reddito da lavoro dipendente con una attività libero-professionale in piena trasparenza, contribuendo all'erario ma senza subire indebiti gravami burocratici", ha sottolineato Bagnai.

 

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L'aliquota agevolata per i dipendenti

Nella Legge di Bilancio 2026 ci saranno anche misure di "sostegno" ai rinnovi contrattuali per un totale di 2 miliardi, ha annunciato la ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone, specificando di "stare limando le norme insieme al ministero dell'Economia e delle Finanze". La ministra ha aggiunto che "c'è sensibilità del governo a sostenere il lavoro in tutte le sue forme" e ha espresso “soddisfazione per aver potuto accogliere le sollecitazioni dei sindacati e del mondo delle imprese". In proposito, come riporta il Corriere della Sera, dall’1 gennaio 2026 potrebbe scattare per i lavoratori dipendenti privati (una platea di 14,6 milioni di persone) l'aliquota fiscale agevolata del 10% sugli aumenti di retribuzione stabiliti col rinnovo dei contratti nazionali.

 

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Le simulazioni

Il ministero dell’Economia e delle Finanze è al lavoro con conteggi e simulazioni, riportati dal Corriere della Sera. La misura - che potrebbe essere esclusa per i redditi alti - porterebbe ad aumenti di retribuzione netta più elevati. Ipotizzando con i rinnovi dei contratti un incremento medio di 800 euro lordi annui (il 3,5% della retribuzione media dei dipendenti privati, pari a 24mila euro lordi), il prelievo Irpef scenderebbe da 200 euro circa a 80 euro. E quindi, spiega il quotidiano, l'aumento netto salirebbe da 600 euro a 720 euro, con un guadagno pari a 120 euro l'anno.

 

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Fdi: "Buste paga più pesanti"

"Il recente Consiglio dei ministri, che ha evidenziato la cornice all'interno della quale verrà costruita la prossima Legge di Bilancio, evidenzia come il governo Meloni mantenga gli impegni presi con i cittadini: anche con la prossima Legge di Bilancio interverremo per ridurre la pressione fiscale e sostenere i redditi dei lavoratori", ha sottolineato il Senatore di Fratelli d'Italia Nicola Calandrini, presidente della 5a commissione Bilancio. "La riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, per un valore complessivo di 9 miliardi di euro nel triennio, è una misura strutturale che si tradurrà in buste paga più pesanti e in un segnale chiaro a chi produce e lavora", ha aggiunto. "In un contesto economico complesso, abbiamo scelto di dare priorità a famiglie e lavoratori, accompagnando questa misura con 2 miliardi di euro per l'adeguamento salariale al costo della vita nel 2026", ha concluso Calandrini.

 

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Avs: "Taglio Irpef? Cifre irrisorie"

La Manovra che il governo si appresta a varare è "l'ennesimo esempio di iniquità sociale", sostiene invece Avs. I due leader Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli fanno i conti di quanto, a loro parere, entrerebbe in tasca ai lavoratori con il nuovo taglio dell'Irpef immaginato dall'esecutivo. "Prima cosa: il 72% dei contribuenti non ne usufruiranno", osservano. Il beneficio per i redditi fino a 28mila sarebbe pari solo a "un euro e 70 centesimi al mese; per i redditi fino a 50mila il vantaggio salirebbe a 33 euro al mese". Cifre, dunque, "irrisorie", in particolare se paragonate agli incrementi che si avrebbero "con la nostra proposta sblocca-stipendi: i redditi fino a 20mila euro avrebbero al mese 125 euro in più, quelli fino a 28mila 175 euro in più e infine quelli fino a 55mila avrebbero 343 euro in più", spiegano Fratoianni e Bonelli.

 

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Le richieste della Cisl

Non solo Confcommercio. Nelle scorse ore, sulla Manovra, è intervenuta anche la Cisl. Per il sindacato, lavoratori e pensionati "hanno contribuito in modo determinante al gravoso risanamento dei conti pubblici attraverso il fiscal drag", quindi servono "misure decise di sostegno" anche "attraverso la defiscalizzazione delle tredicesime, la detassazione del lavoro scomodo, l'abbassamento della seconda aliquota Irpef fino a 60mila euro e l'adeguamento pieno delle pensioni all'inflazione". Non solo: nel documento approvato all'unanimità dal Comitato esecutivo del sindacato, si esprime la necessità di rilanciare "investimenti ad alto moltiplicatore sociale, a partire da competenze, innovazione e sanità, e una gestione della finanza pubblica che non sacrifichi più crescita e coesione". Tra le priorità indicate dalla Cisl ci sono anche l'alleggerimento fiscale per il ceto medio, la defiscalizzazione degli accordi negoziati sul secondo livello, ma anche "il contrasto alle disuguaglianze e all'estensione della flat tax per gli autonomi, che penalizza lavoratori dipendenti e pensionati". Il sindacato chiede, inoltre, "sostegno ai rinnovi contrattuali, rilancio del welfare, della sanità pubblica e della non autosufficienza".

 

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