Frodi finanziarie, fino a 20mila euro di indennizzo per le vittime: requisiti e domande
EconomiaIntroduzione
Il Fondo indennizzi per le vittime di frodi finanziarie verrà "riempito" con 200 milioni di euro provenienti dai conti "dormienti". L'obiettivo è risarcire, in parte, chi ha subito un "ingiusto danno patrimoniale concernente azioni o obbligazioni" emesse da società che si sono macchiate di truffa o bancarotta fraudolenta, o chi è stato danneggiato dal default dei "tango bond" argentini. Ci sono tuttavia dei requisiti che devono essere rispettati per ricevere l'indennizzo, pari al massimo a 20mila euro.
Quello che devi sapere
Lo stanziamento
È stato fissato in 204,5 milioni di euro il limite complessivo dei risarcimenti del Fondo indennizzi per le vittime di frodi finanziarie, costituito nel 2006 dal ministero dell’Economia. Si tratta, più precisamente, del Fondo dedicato ai risparmiatori, vittime appunto di frodi finanziari, che hanno sofferto un danno ingiusto non altrimenti risarcito e ai risparmiatori danneggiati dal default dei titoli obbligazionari della Repubblica argentina, i cosiddetti tango bond.
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Da dove arrivano i soldi
Come previsto dalle disposizioni attuative del Fondo indennizzi contenute nel decreto del presidente del Consiglio datato 30 luglio 2025 e appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, la somma stanziata - 204,5 milioni di euro, come detto - è alimentata "dall'importo dei conti correnti e dei rapporti bancari definiti come dormienti all'interno del sistema bancario", nonché "del comparto assicurativo e finanziario, definiti con regolamento da adottare, ai sensi dell'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del ministro dell'Economia e delle Finanze".
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L'affidamento alla Consap
Come viene spiegato nel Dpcm, la gestione del Fondo indennizzi è affidata dal ministero dell'Economia e delle Finanze alla Consap, la Concessionaria servizi assicurativi pubblici - interamente partecipata dal Mef - con oneri complessivi di 4,5 milioni di euro per il triennio 2025-2027. Come previsto dal decreto, "si provvede, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica" a "uno o più versamenti all'entrata del bilancio dello Stato, per la successiva riassegnazione al Fondo", di somme di denaro pari a "1,5 milioni per l'anno 2025, 61,5 milioni nell'anno 2026 e 141,5 milioni per l'anno 2027". Il totale fa, appunto, 204,5 milioni di euro. Il Mef ha affidato la gestione del Fondo alla Consap attraverso la stipulazione di una convenzione della durata di tre anni.
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I requisiti legali
Per ottenere gli indennizzi, si legge ancora nel decreto, i risparmiatori vittime di truffe finanziare "devono aver subìto alla data del 1° gennaio 2006, investendo sul mercato finanziario" un "ingiusto danno patrimoniale, non altrimenti risarcito, concernente azioni o obbligazioni emesse da società quotate nei mercati finanziari regolamentati italiani, diverse da quelle di intermediazione finanziaria, bancaria o assicurativa, aventi sede legale in Italia e sottoposte a liquidazione giudiziale o a liquidazione coatta amministrativa o ad amministrazione straordinaria". Tale "ingiusto danno patrimoniale" deve essere causato "da condotte poste in essere dalle società di cui al numero o dai loro amministratori, costituenti reato di truffa, ai sensi dell'articolo 640 del codice penale, o di bancarotta fraudolenta, ai sensi degli articoli 322 e 329 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14". Non solo: questo "ingiusto danno patrimoniale" deve anche essere "accertato, in sede civile o penale con sentenza passata in giudicato ovvero con lodo arbitrale non impugnabile, precedentemente alla data di entrata in vigore del decreto".
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I requisiti anagrafici
Per richiedere l'indennizzo bisogna essere, "alla predetta data di entrata in vigore della disposizione istitutiva del Fondo, persone fisiche, imprenditori individuali, anche agricoli o coltivatori diretti" e "avere la residenza o la sede legale in Italia alla data della sentenza di liquidazione giudiziale o del decreto di liquidazione coatta amministrativa o del provvedimento di messa in amministrazione straordinaria delle società".
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Nel caso dei tango bond
Nel caso dei cosiddetti tango bond, "i risparmiatori devono, al 23 dicembre 2001, data del default della Repubblica argentina, cumulativamente: essere titolari di titoli obbligazionari della Repubblica argentina; aver subìto, in conseguenza del predetto default, un ingiusto danno patrimoniale, non altrimenti risarcito" e "accertato, con sentenza passata in giudicato ovvero con lodo arbitrale non impugnabile, precedentemente alla data di entrata in vigore del presente decreto". Non solo: come detto in precedenza, devono anche "essere persone fisiche, imprenditori individuali, anche agricoli o coltivatori diretti" con "la residenza o la sede legale in Italia".
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Quanto è l'importo
Come disposto dal Dpcm, l'indennizzo al risparmiatore vittima di una truffa finanziaria è determinato nella misura del 50% del danno accertato e riconosciuto nelle sentenze e nei lodi arbitrali. In ogni caso, viene ulteriormente specificato, tale indennizzo non può superare i 20mila euro.
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Come fare domanda
I risparmiatori che rispettano i requisiti richiesti dal decreto possono ottenere gli indennizzi presentando una domanda telematica tramite piattaforma dedicata che Consap creerà prossimamente. Il procedimento si conclude entro 180 giorni dalla scadenza del termine di presentazione, con possibile sospensione fino a 90 giorni per esigenze istruttorie.
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Il pagamento
Il pagamento degli indennizzi verrà effettuato in base a piani di riparto, nel limite complessivo di 200 milioni di euro. E se le richieste superano le risorse disponibili, l’indennizzo sarà proporzionale all'importo riconosciuto a ciascun beneficiario.
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