
Introduzione
A tutti è capitato di acquistare un oggetto online ma dopo averlo visto non esserne soddisfatti e quindi decidere di restituirlo. Quella che sembra una procedura semplice e lineare però sempre più spesso è l’inizio della “truffa del reso”: il pacco arriva vuoto a destinazione, soprattutto se all’interno ci sono cellulari o prodotti tecnologici. L'Unione nazionale consumatori ha cercato di fare luce su questo fenomeno.
Quello che devi sapere
Il diritto di reso
- Online è possibile comprare praticamente qualsiasi cosa. E gli utenti si sentono al sicuro perché si ha diritto di fare il reso entro 14 giorni. Per beneficiare del diritto di recesso devono esserci due condizioni. 1) L’acquisto deve essere di consumo, cioè effettuato da un consumatore che compra da un venditore professionale. Sono esclusi i contratti tra privati o quelli tra imprese. 2) L’acquisto deve essere fatto online (o comunque a distanza: ad esempio per telefono, televendita o sulla pubblica via).
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La truffa sul diritto di recesso
- Una truffa, ormai molto comune, riguarda proprio i pacchi mandati indietro da chi esercita il diritto di recesso. Funziona così: il consumatore rispedisce il suo acquisto al venditore (privato o un market-place), ma la spedizione non va a buon fine. Qualcosa va storto durante il processo e il pacco arriva a destinazione vuoto. Per il consumatore è difficile dimostrare di avere spedito realmente l’oggetto e non si vedrà restituito il suo denaro.
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Molto complicato capire quando è avvenuta la truffa
- Difficile stabilire con certezza in che momento si è consumata la truffa, perché il colpevole potrebbe essere uno qualunque tra i soggetti coinvolti nella spedizione, oppure addirittura qualcuno di estraneo che riesce ad intercettare il pacco. Chi spedisce potrebbe provare a truffare il venditore spedendo un reso senza il prodotto, chi trasporta potrebbe sottrarre il contenuto del pacco durante il tragitto dall’utente al venditore, oppure il pacco potrebbe essere stato aperto in magazzino.
Come scongiurare la truffa del reso?
- L'Unione nazionale consumatori suggerisce tre consigli per mettersi al riparo dai tentativi di frode. Il primo riguarda il reso di dispositivi elettronici: in questo caso è sempre bene annotare il numero di serie. Si tratta del codice identificativo ed è indicato sulla scatola del prodotto. Attraverso questo codice sarà possibile, nell’ipotesi in cui il nostro reso non arrivi a destinazione, bloccare il dispositivo sporgendo denuncia all’autorità. In questo modo chiunque rubi quell’oggetto non potrà comunque utilizzarlo. La denuncia potrà essere poi allegata alla richiesta di rimborso per dimostrare la propria buona fede.
L’imballaggio
- Il secondo consiglio riguarda il packaging. Per imballare il pacco che si vuole restituire il consiglio è quello di utilizzare scatole integre e non rovinate, di sigillarle utilizzando uno scotch anti-effrazione e fotografarle mentre sono su una bilancia.
L’assicurazione
- Un’assicurazione sulla spedizione potrebbe essere la soluzione migliore per evitare scocciature, specialmente nel caso oggetti di alto valore. In caso di furto si potrà infatti richiedere un rimborso pressoché totale. I costi della spedizione certo aumentano, ma per un maggiore sicurezza questa è un’ipotesi da tenere in considerazione.
La truffa del pacco
- Attenzione poi alla truffa del pacco da aprire. In sostanza, si riceve al proprio indirizzo di un pacco contenente qualcosa che non è mai stato ordinato, in arrivo da importanti piattaforme di marketplace. Data la presenza di un marchio affidabile, l’utente è tentato di aprire il pacco. A quel punto scatta la frode: una volta scannerizzato il codice, la vittima viene reindirizzata ad un sito web in cui viene chiesto di inserire informazioni sensibili come numero della carte di credito e conto corrente, contatti in rubrica e password. Il consiglio delle autorità è di non aprire mai alcun pacco, se si è sicuri di non aver effettuato alcun ordine. Inoltre, quando si riceve un pacco contenente un codice QR, dopo la scansione non bisogna cliccare sul link se l’anteprima sembra falsa e soprattutto non inserire mai informazioni personali.
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La truffa al contrario
- Un anno fa la National Retail Federation (NRF) – la Confcommercio statunitense – ha stimato in oltre 100 miliardi di dollari il giro di affari della cosiddetta “truffa dei resi” che impazza oltreoceano. Si tratta di una situazione in cui il truffatore è però il cliente. In pratica, si acquista un oggetto – spesso costoso – e, sfruttando la possibilità di restituirlo gratuitamente con conseguente rimborso, nell’imballaggio si mette tutt’altro. C’è chi acquista scarpe di lusso e restituisce imitazioni di bassa qualità. Oppure chi acquista un televisore e riconsegna una scatola di mattoni. Ad agire così non sono solo gruppi criminali ma anche semplici clienti, allettati dalla possibilità di farsi qualche regalo a costo zero. Un fenomeno esteso e in netta crescita.
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