Covid, le notizie di oggi. Iss, Rt a 0,97 in aumento rispetto a 7 giorni fa

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E' quanto emerge nel report settimanale legato al monitoraggio Covid della Cabina di regia Iss-Ministero della Salute. In lieve diminuzione l'incidenza, con 41 casi ogni 100mila abitanti, il tasso delle terapie intensive scende all'1%, ricoveri in calo al 4,7%. Due regioni a rischio alto, 3 moderato e 16 basso. In Italia 23.988 casi e 216 decessi in ultima settimana, -10,1% e -5,3%: questi i dati del bollettino settimanale del ministero della Salute

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Tecnico Unità crisi, 'sentivo forti spinte a sminuire'

"Mandai una mail con la quale chiedevo ulteriori dati al fine di fornire al decisore politico sempre più dati. In particolare, scrivevo: 'urge dare evidenza della situazione ci sono forti spinte a dire che non è nulla di che'". Lo ha raccontato ai pm di Bergamo Danilo Cereda, un tecnico che faceva parte dell'Unità di crisi della Regione Lombardia di contrasto al Covid e che si occupava della "gestione dati". Cereda ha parlato di una mail del 28 febbraio 2020 in cui erano contenuti i dati sugli scenari devastanti sul contagio, elaborati dal professore Stefano Merler. Scenari che, secondo il teste, erano "solo un elemento in più rispetto ad una situazione la cui gravità era già evidente anche senza questi scenari (...) tra noi tecnici vi era unanimità nel considerare la zona rossa necessaria per mitigare l'epidemia". Cereda ha raccontato di aver preso visione delle "previsioni" di Merler il 28 febbraio, ma anche il 2 e il 4 marzo. Cereda ha spiegato pure che il primo marzo cercò di ottenere anche ulteriori dati di previsione "sull'occupazione dei posti letto in terapia intensiva", perché c'erano "forti spinte - scrisse - a dire che non è nulla di che". In una riunione in Regione anche col ministro Roberto Speranza, ha messo a verbale ancora Cereda, Vittorio Demicheli, direttore dell'Ats di Milano, evidenziò "con una slide che le zone rosse arrivavano in ritardo". 
- di Redazione Sky TG24

Sileri, alcuni tecnici ministero da armata Brancaleone

"Quando mi sono accorto che eravamo davanti alla tragedia della pandemia? Lo capii sulla mia pelle quando il primo febbraio andammo in Cina a riprendere gli italiani rimasti li. In Italia, alcuni avevano contezza, quello che ne aveva di più era Ippolito, che lavorava nella task force ma era allo Spallanzani", mentre alcuni tecnici del ministero "erano da armata Brancaleone". Lo racconta Pierpaolo Sileri, ex viceministro della Salute e senatore M5S, intervistato da Rai Radio1 a Un Giorno da Pecora. Alla domanda se Speranza fosse il più determinato nelle chiusure mentre Conte, allora premier, lo fosse di meno, Sileri risponde "c'era una ovvia differenza; Speranza viveva dentro al Ministero e aveva più opportunità di parlare coi propri tecnici e capire la situazione". Nell'inchiesta su Alzano e Nembro Sileri non è indagato: "Credo che il vero problema - rileva - vada ricercato nella selezione dei tecnici del ministero, che ha portato ad un sistema a mio avviso fatto di scelte non eccellenti (...) alcuni erano da armata Brancaleone. A quanto so dovevano affidarsi ad una società esterna perché non parlavano inglese". Quanto a chi fosse, tra il personale, meno adatto al ruolo, "qualcuno dei segretari e direttori generale non sono mai stati all'altezza a mio avviso. C'è stato un sistema - ha detto Sileri - che ha avuto dei buch
- di Redazione Sky TG24

Long Covid, giovani e donne i pazienti più colpiti secondo il Simg

Sono soprattutto giovani e donne le persone che riferiscono al medico di famiglia sintomi, come stanchezza e difficoltà di concentrazione, che si protraggono dopo il Covid. Alcuni pazienti riferiscono di non sentirsi più bene come prima dell'infezione da Sars-Cov-2 anche a distanza di un anno o due dal contagio. Fortunatamente però i problemi cronici sono molto limitati nella popolazione generale. E' questo il quadro tracciato da Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), a pochi giorni dal 'Long Covid Awareness Day' previsto per il 15 marzo.
- di Redazione Sky TG24

Csel, sanatoria per enti locali che non hanno inviato certificazioni perdite gettito

Scatta la sanatoria per gli enti locali che non hanno inviato in tempo le certificazioni che attestano l’entità delle perdite di gettito subite a causa della pandemia. A dispetto delle pesantissime sanzioni previste in caso di ritardo, sono 152 gli enti locali che non hanno ancora provveduto a trasmettere alla Ragioneria generale dello Stato le certificazioni finalizzate a monitorare se i fondi compensativi assegnati dallo Stato attraverso il cosiddetto 'Fondone' erano congrui rispetto alle effettive necessità dei Comuni coinvolti. In 109 casi i ritardi sono riferiti al 2020, e la scadenza mancata è dunque risalente al 31 maggio 2021, vale a dire quasi due anni fa. A rivelarlo un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali (Csel), per Adnkronos, basata sui dati diffusi dalla Ragioneria generale dello Stato 
Ma quali erano le sanzioni previste per gli enti inadempienti che sono state cancellate con un "colpo di spugna", sottolinea Csel, inserito nella legge di conversione del Milleproroghe 2023? Per eventuali ritardi erano previste riduzioni ingentissime dei trasferimenti che gli enti percepiscono a vario titolo dallo Stato in maniera tale da restituire l’equivalente in parte o del tutto le risorse del 'Fondone' già incamerate. Nello specifico, erano stati fissati diversi scaglioni, con sanzioni incrementali a seconda dell’entità del ritardo: una riduzione pari all’80% delle risorse compensative incassate nel caso di ritardi non superiori a un mese; del 90% in caso di ritardi compresi tra uno e due mesi e del 100% in caso di ritardi superiori a due mesi. Gli enti locali avevano l’onore di inviare le certificazioni Covid-19 entro il 31 maggio successivo all’anno a cui erano riferiti; quindi, 31 maggio 2021 per quanto riguarda il 2020 e 31 maggio 2022 per l’anno successivo. 
Tra le voci da quantificare c’erano i costi sostenuti per comprare i dispositivi utilizzati per garantire il distanziamento sociale e per sanificare gli ambienti, quelli legati alle corse aggiuntive nel servizio di trasporto urbano ed extra-urbano che sono state necessarie per garantire la riapertura delle scuole senza costringere i ragazzi a spostarsi in autobus e metro affollate. E, ancora, il minor gettito derivante dai tributi, come quelli per l’utilizzo del suolo pubblico, per i quali sono state disposte esenzioni a sostegno dei commercianti. 
- di Redazione Sky TG24

Aifa,+44% monoclonali in profilassi, calano antivirali

Aumentano le prescrizioni dell'anticorpo monoclonale anti-Covid Evusheld (tixagevimab-cilgavimab) in Italia che in 7 giorni (2-8 marzo), secondo l'ultimo rapporto di Aifa segna un +44% circa di prescrizioni per l'uso in profilassi. Crescono poi le prescrizioni del farmaco come terapia precoce (+16% circa). Calano invece di quasi il 18% le prescrizioni di sotrovimab (Xevudy). Scendono in 7 giorni le prescrizioni degli antivirali anti Covid, con un calo di un terzo per molnupiravir (Lagevrio) di Merck (Msd fuori da Usa e Canada).  Complessivamente sono 93.643 gli italiani che hanno ricevuto anticorpi monoclonali contro Covid-19 dal 10 marzo 2021. Rispetto all'ultima rilevazione, di 2 settimane fa, i pazienti che hanno ricevuto questi medicinali sono stabili (+0,5%). Sul totale di 93.643, sono 78.614 (+0,2%) quelli che hanno ricevuto monoclonali usati in terapia, e 15.029 (+1,8%) quelli trattati in profilassi con Evusheld. In numeri assoluti, Lazio, Veneto e Campania restano in testa per maggiore utilizzo di monoclonali in terapia, mentre Lombardia, Piemonte e Lazio guidano le prescrizioni di Evusheld in profilassi. 
- di Redazione Sky TG24

Coronavirus in Italia, il bollettino settimanale del 10 marzo. Ancora in calo casi e morti

Dal 3 al 9 marzo sono stati registrati 23.988 nuovi casi di Covid e 216 morti: la settimana precedente erano stati rilevati 26.684 contagi e 228 decessi. Le vittime diminuiscono del 5,3% e scendono anche i casi di positività (-10,1%). Sono stati effettuati 477.908 tamponi, in calo del 10,4% rispetto alla settimana precedente (533.212). Il tasso di positività è al 5%, invariato negli ultimi 7 giorni.
- di Redazione Sky TG24

In Calabria 71 nuovi contagi, -1 terapie intensive, +2 ricoveri e 1 morto

Secondo i dati giornalieri relativi all’epidemia da Covid-19 comunicati dai Dipartimenti di Prevenzione delle Aa.Ss.Pp. della Regione Calabria, sono 71 i nuovi contagi registrati (su 1.811 tamponi effettuati), +82 guariti e 1 morto (per un totale di 3.353 decessi). Il bollettino, inoltre, registra -12 attualmente positivi, +2 ricoveri (per un totale di 69) e, infine, -1 terapie intensive (per un totale di 3). 
- di Redazione Sky TG24

Tasso di positività stabile al 5% in ultima settimana

Si stabilizza il tasso di positività per Covid-19 in Italia nell'ultima settimana: si attesta al 5%, invariato rispetto alla settimana precedente. E' quanto emerge dal bollettino settimanale del ministero della Salute, relativo al periodo 3-9 marzo, che fotografa l'andamento della situazione epidemiologica da Covid-19 nel Paese. Tornano a calare i test eseguiti in 7 giorni: il bollettino riporta un totale di 477.908 tamponi, pari al 10,4% in meno rispetto alla settimana precedente (533.212).
- di Redazione Sky TG24

In Italia 23.988 casi e 216 decessi in ultima settimana, -10,1% e -5,3%

Questi i dati diffusi dal Ministero della Salute nel bollettino settimanale. Tasso di positività stabile al 5%.
- di Redazione Sky TG24

Covid: rischio long-Covid dimezzato con arrivo Omicron

Con l'avvento della variante Omicron e delle sue sotto-varianti il rischio che le persone che si ammalano di Covid sviluppino i sintomi del long-Covid si è dimezzata rispetto alle prime fasi della pandemia, passando da un +67% rispetto a chi non è stato infettato da Sars-CoV-2 della prima fase della pandemia a un +37%. È il dato che emerge da uno studio condotto da ricercatori dell'Ospedale Cantonale di San Gallo, in Svizzera, che sarà presentato al prossimo European Congress of Clinical Microbiology & Infectious Disease che si terrà a Copenhagen, dal 15 al 18 aprile. "Il long-Covid è un problema di salute pubblica significativo", afferma in una nota Carol Strahm, tra gli autori dello studio. "Tuttavia, la maggior parte dei dati proviene da individui che hanno contratto il Covid-19 relativamente presto durante la pandemia, prima dell'emergere della variante Omicron verso la fine del 2021". Il team ha analizzato i dati di circa 1.200 lavoratrici sanitarie svizzere, seguiti a intervalli regolari fin dall'estate del 2020.
- di Redazione Sky TG24

Covid Usa, Biden firmerà la fine dello stato d'emergenza nazionale l'11 maggio

Il presidente americano firmerà così la dichiarazione che sancisce la fine dell’emergenza sanitaria contro il Covid-19, iniziata il 13 marzo del 2020 quando alla Casa Bianca c'era Donald Trump. LEGGI L'ARTICOLO
- di Redazione Sky TG24

Tre anni fa il primo medico morto, in totale 379 deceduti

Era il presidente dell'Ordine dei Medici della Provincia di Varese e medico di base a Busto Arsizio, Roberto Stella, il primo camice bianco colpito sul campo dalla pandemia Covid. Morì l'11 marzo 2020. La notizia della sua morte, dopo aver contratto il Covid, fece il giro del mondo: un necrologio comparve anche sul New York Times. Oggi, tre anni dopo, sono 379 i medici, soprattutto di famiglia, e gli odontoiatri caduti per il Covid, e ricordati sul portale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, con un fiocco nero simbolo dei colleghi caduti nel corso della pandemia. Una pagina che "resterà listata a lutto in loro memoria, in un triste elenco che viene via via aggiornato", sottolinea la Fnomceo. 
Nell’elenco la Federazione ha deciso di includere tutti i medici, pensionati o ancora in attività. Alcuni dei medici a riposo, inoltre, erano rimasti in attività o erano stati richiamati durante la pandemia e alcuni di loro avevano risposto a una chiamata d’aiuto. Una chiamata che è costata loro la vita. "Il nostro Roberto Stella, come gli altri colleghi dopo di lui, ha pagato con la vita quei valori di prossimità, di vicinanza, di cura senza discriminazione alcuna e in qualsiasi condizione operativa che sono i capisaldi del nostro codice dentologico", commenta il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che ricorda: "E' ancora più significativo che l’anniversario della sua scomparsa cada proprio alla vigilia della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari".
- di Redazione Sky TG24

Lancet: "65 mln con sindrome post virus, per loro si fa troppo poco"

Era l'11 marzo 2020 quando il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, dichiarava Covid-19 una pandemia. In quei giorni lo tsunami si stava alzando per poi abbattersi con tutta la sua violenza sul mondo. Sono passati 3 anni e, ora che l'onda si è ritirata, i 'fantasmi' di una pandemia che tutti vorrebbero lasciarsi alle spalle sono circa 65 milioni di persone strette nella morsa del Long Covid, imprigionate in un infinito 2020. Il tampone negativo ha decretato che il virus li ha lasciati, eppure è sempre con loro e li obbliga a una vita in bianco e nero, vago ricordo di quella di prima. Su questo esercito silenzioso la rivista 'The Lancet', una delle bibbie della comunità scientifica, accende i riflettori con un editoriale: 'Covid lungo: 3 anni dopo'. Il messaggio è chiaro: "Il Long Covid viene spesso facilmente liquidato come una condizione psicosomatica. Dato ciò che ora sappiamo sui suoi effetti e sulle sue basi biologiche, deve essere preso sul serio".
I volti del Long Covid sono donne, uomini, anche bambini. Affaticamento, mancanza di respiro, nebbia cerebrale e disfunzioni cognitive sono alcuni dei sintomi che li accompagnano nelle loro giornate. E' "una condizione multisistemica post-infezione debilitante", ricorda Lancet, che "compromette le capacità di svolgere attività quotidiane per diversi mesi o anni. Sebbene la maggior parte dei pazienti infettati da Sars-CoV-2 guarisca entro poche settimane, si stima che il Long Covid si verifichi nel 10-20% dei casi e colpisca persone di tutte le età, compresi i bambini, con la maggior parte dei casi che si verificano in pazienti con malattia acuta di tipo lieve. La conseguenza è un diffuso danno globale alla salute, al benessere e ai mezzi stessi di sussistenza delle persone. Si stima infatti che una persona su 10 che sviluppano Long Covid smetta di lavorare, con conseguenti ingenti perdite economiche". 
Nel 2021, si legge nell'editoriale, "abbiamo chiesto un programma coordinato di ricerca e assistenza sanitaria per affrontare questa nuova sfida medica. Tuttavia, i progressi sono stati terribilmente lenti a causa della mancanza di attenzione e risorse". 
- di Redazione Sky TG24

Covid Italia, quali regioni sono tornate a rischio alto secondo l'Iss

Sono due quelle classificate a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Tre sono a rischio moderato e sedici a rischio basso. Tredici regioni e province autonome riportano almeno una allerta di resilienza. Cinque invece ne riportano molteplici. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute. I DATI 
- di Redazione Sky TG24

Covid, teste: "Saltò il sistema di mappatura dei contatti"

"Sicuramente il sistema è saltato (...) abbiamo fatto il massimo che potevamo fare pur con risorse ridotte". Così, sentita dai pm di Bergamo nel maggio 2021, Livia Trezzi, all'epoca della prima ondata Covid responsabile dell'Unità operativa prevenzione e sorveglianza delle malattie infettive dell'Ats di Bergamo, ha raccontato come andò in difficoltà il sistema di "raccolta dati relativa al contact tracing e di inchiesta epidemiologica". Tra gli argomenti affrontati nel verbale anche i primi casi all'ospedale di Alzano, in Val Seriana, che fu chiuso e poi riaperto nel giro di poche ore, senza essere sanificato, secondo l'accusa. "Noi non sapevamo - ha detto - che l'ospedale di Alzano non avesse ricevuto la comunicazione della positività di due pazienti". E ha spiegato anche che il "Mainf", un data base regionale nel quale "qualsiasi medico" segnalava una "malattia infettiva contagiosa", non comportava, però, l'indicazione delle "polmoniti atipiche". Il personale per fare "le indagini epidemiologiche", per Trezzi, non era sufficiente e "Mainf è saltato tra fine marzo e aprile (...) il sistema regionale è stato migliorato poi per la seconda ondata". E ha riferito che la risposta di fronte alle loro richieste sulle carenze "è sempre stata 'siete in molti, riorganizzatevi'". 
- di Redazione Sky TG24

Covid, associazione Felicita: "Parole sconvenienti da periti Pat"

Sono state "sconvenienti" e "inopportune" alcune "dichiarazioni pubbliche rilasciate da alcuni periti nominati dal Pio Albergo Trivulzio durante le interviste alla stampa, volte a negare il senso stesso dell'inchiesta" sulle morti per Covid al Pat secondo Felicita - associazione diritti Rsa, di cui fanno parte i famigliari delle vittime.  "Dichiarazioni inopportune - hanno scritto in un comunicato -, innanzitutto, per la manifesta mancanza di rispetto verso i parenti delle vittime, parti lese coinvolte che non sono in cerca di una sommaria vendetta ma in attesa, attraverso la via processuale, di quel dovuto accertamento delle eventuali responsabilità penali per quanto accaduto" e anche  "rispetto alla serietà del proprio ruolo professionale di consulente tecnico, seppure di parte".  "Appurare la verità a fronte di un dramma che ha colpito l'intera comunità cittadina - concludono da Felicita - dovrebbe invece essere interesse di tutti, a partire dalle stesse parti chiamate a compiti di cura e protezione dei più fragili". 
- di Redazione Sky TG24

Basilicata, 74 contagi e 1 decesso

In Basilicata sono 74 i nuovi contagi da Sars Cov-2, su 1723 tamponi eseguiti, e si registra 1 decesso per Covid-19. Sono i dati del bollettino settimanale della task force regionale che rileva un ulteriore miglioramento nella situazione complessiva. Il tasso di positività, al 4%, è in calo rispetto al 5% della precedente settimana; così anche l'incidenza su 100mila abitanti, sceso da 19 a 14. Nello stesso report sono state registrate 196 guarigioni. I ricoverati per Covid-19 sono 10 (-7) di cui 0 in terapia intensiva: 3 nell'ospedale di Potenza; 7 in quello di Matera. Il tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per pazienti Covid-19 cala dal 5 al 3 per cento; per i posti letto di terapia intensiva sempre 0%. Nel complesso gli attuali positivi residenti in Basilicata sono 7.920 (-122).
 
- di Redazione Sky TG24

In Toscana 218 nuovi casi e un decesso

Sono 218 i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime ventiquattro ore in Toscana: 51 sono stati confermati con tampone molecolare e gli altri 167 con test rapido.
Il numero dei contagiati rilevati nella regione dall'inizio della pandemia sale dunque a 1.591.551. I nuovi casi sono lo 0,01% in più rispetto al totale del giorno precedente. I guariti crescono dello 0,01% (196 persone) e raggiungono quota 1.571.952 (98,8% dei casi totali).
I dati, relativi all'andamento della pandemia, sono quelli accertati oggi sulla base delle richieste della Protezione civile nazionale.
Al momento in Toscana risultano pertanto 7.999 positivi, +0,3% rispetto a ieri. Di questi 162 (12 in più rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale: 4 (3 in meno) si trovano in terapia intensiva.
La lista dei decessi si aggiorna con 1 nuovo decesso: una donna di 94 anni.
Dall'ultimo bollettino quotidiano sono stati eseguiti 325 tamponi molecolari e 2.214 tamponi antigenici rapidi: di questi l'8,6% è risultato positivo. Sono invece 385 i soggetti testati, escludendo i tamponi di controllo: il 56,6% di questi è risultato positivo. 
- di Redazione Sky TG24

Covid, teste: "Proposi ospedali appositi, la ritennero scemenza"

"Non dormiamo da tre giorni, non abbiamo voglia di leggere le tue cazz...". Così, stando alla versione a verbale di Angelo Giupponi, che era a capo del 118 della provincia di Bergamo, gli avrebbe risposto via messaggio Aida Andreassi, medico della direzione generale Welfare lombardo, quando lo stesso Giupponi, a marzo del 2020, propose di individuare alcuni ospedali da "riservare" solo a pazienti Covid. Giupponi, che è indagato in un filone dell'inchiesta bergamasca, ha spiegato che all'epoca uno dei problemi era che "negli ospedali" venivano "portati sia pazienti positivi al Covid, che pazienti negativi". Sulla risposta che, a suo dire, gli avrebbe dato Andreassi, Giupponi, sentito come teste nel giugno 2021, ha precisato coi pm che forse era "sotto pressione" data la "situazione grave che stavamo vivendo". E ha raccontato che da fine febbraio, dai primi casi accertati ad Alzano, "sino a tutto marzo abbiamo ricevuto oltre 2mila chiamate giornaliere" al 118 "con tempi di attesa medi nelle risposta pari anche a decine di minuti". C'erano, ha aggiunto, "carenze notevoli nella medicina del territorio". 
- di Redazione Sky TG24

15 marzo Long Covid Day, mobilitazione social e nastro simbolo

Era il marzo del 2020, il nuovo coronavirus colpiva duro e molti fra coloro che si contagiarono allora non sono mai usciti dal tunnel: malati mai guariti, pazienti Long Covid alle prese con stanchezza cronica, respiro corto, nebbia cerebrale, difficoltà nelle normali attività quotidiane. In tre anni sono diventati un esercito mondiale, dagli Usa si sono mobilitati sui social e ora chiedono attenzione lanciando il Long Covid Awareness Day, una Giornata internazionale della consapevolezza sul Long Covid, che celebreranno mercoledì 15 marzo. 
L'iniziativa prevede eventi di sensibilizzazione online e spazi informativi e di supporto via Twitter. Sui social media la community Long Covid pubblicherà immagini in bianco e nero di qualcosa che le sequele dell'infezione hanno reso difficile o impossibile fare, accompagnate dagli hashtag #LongCovidAwarenessDay e #LongCovid. La missione è riunire le persone colpite dalla sindrome e i loro sostenitori, e aumentare la consapevolezza su questa malattia dopo la malattia. L'onda lunga di Sars-CoV-2, che se n'è andato però ha lasciato il segno.
A lanciare l'idea di una giornata dedicata è stata Angela Laffin, paziente della prima ondata Long Covid. Nel gennaio scorso, dal divano di casa, ha dato vita a un movimento che cresce e che presenterà una petizione affinché le Nazioni Unite riconoscano ufficialmente il 15 marzo Long Covid Awareness Day. Con tanto di nastro simbolo, un ribbon tricolore disegnato da Tracey Thompson, un'altra voce della prima generazione Long Covid. C'è il grigio a simboleggiare la tristezza della pandemia, il nero della solitudine di chi dal contagio in poi non ha mai smesso di soffrire, e c'è il verde acqua della speranza. 
- di Redazione Sky TG24

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