Covid, atti inchiesta Bergamo, Guerra: "Tampone a tutti una scemenza"

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Emergono nuovi particolari nelle indagini sull'inizio della pandemia: "Fare i tamponi a tutti adesso è la scemenza del secolo", scriveva in una chat il numero due dell'Oms al presidente dell'Iss Brusaferro il 15 marzo 2020

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A tre anni dallo scoppio della pandemia l'inchiesta partita da Bergamo su quei drammatici mesi del 2020 si arrichisce di nuovi dettagli. Sono state rese note infatti, tra le altre, le chat di quei giorni, tra il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro e l'allora numero 2 dell'OMS Ranieri Guerra.

Ruocco: "È la guerra mondiale"

"Non si può non segnalare il ritardo del Ministero della salute nella gestione dell’emergenza. Solo il 4 marzo 2020, infatti, approntava una prima stima dei costi per l’acquisto di attrezzature ospedaliere, allorquando ormai in Lombardia vi erano già 1.820 casi, 73 deceduti e 209 persone in terapia intensiva", sottolinea la procura di Bergamo negli atti di chiusura delle indagini. 2.500 pagine in cui sono stato raccolti documenti, chat e testimonianze di politici ed esperti impegnati in prima linea contro l'emergenza. "Sta succedendo di tutto: pareri del comitato difformi da Conte e ministro, ripensamenti sollecitati, gente richiamata a venire qui... la guerra mondiale" scriveva all'interno di una chat il 23 febbraio 2020 Giuseppe Ruocco, allora segretario generale del ministero della Salute. Il 22 febbraio 2020, poco prima delle 2 di notte, Ruocco scriveva: "A mezzogiorno viene Conte a fare il punto; è molto molto preoccupato. Stasera non faceva altro che dire: 'che guaio'". Il dirigente raccontava a una funzionaria del Ministero, nelle ore successive alla scoperta del Paziente 1, quello che accadeva nei palazzi romani. In un messaggio del giorno dopo scriveva "qui si stanno demoralizzando tutti, e il Ministro ormai è nel pallone".

Speranza a Brusaferro: "Scuole vanno chiuse e funerali sospesi"

"Dobbiamo chiudere le scuole. Ne sono sempre più convinto. Credo sia bene approfondire gli scenari". E' quanto si legge in una chat tra il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, contenuta nelle carte dell'inchiesta sul Covid. La conversazione avviene la sera del 3 marzo. Brusaferro chiede: "Vuoi metterlo già domani all'odg?". "Domani dobbiamo fare dpcm - risponde Speranza - io metterei anche questo dentro". "Non abbiamo però parere Cts - dice ancora Brusaferro - che non è omogeneo su questo". La mattina dopo Brusaferro scrive di nuovo al ministro: "Ho sentito Imperial College Vineis (Paolo, epidemiologo, ndr) vicepresidente Css e Locatelli. Che ne dici di chiedere loro un parere e decidi venerdì sentendo anche ministri Eu?". "Sarei per non perdere tempo. Problemi anche in Puglia e Campania" risponde Speranza. Tra Speranza e Brusaferro, emerge dall'informativa della Gdf, c'è un dialogo costante. Il 3 marzo Speranza chiede ancora consiglio a Brusaferro: "Estendiamo le misure delle tre regioni a tutta Italia. Avrebbe senso?" "Ci penso un attimo" risponde l'altro. E poi, più tardi: "Gli ho dato previsione almeno fino a fine aprile, ma dobbiamo capire a fine settimana". In un'altra occasione, il 5 marzo 2020, Speranza scrive a Brusaferro: "Dovremmo sfruttare la ricerca che afferma che il primo caso è stato in Germania. Aiuterebbe immagine Italia. Attenzione a non replicare con allargamento zona rossa vicenda di ieri. Conte vedendo i numeri crescenti dappertutto ha molti dubbi che abbia senso". Il giorno dopo, è sempre Speranza: "I funerali blocchiamoli in tutta Italia che sono pericolosissimi". Il 15 marzo, ancora il ministro a Brusaferro: "In conferenza sarebbe da far notare che tutti i Paesi europei stanno disponendo le misure che abbiamo adottato noi".

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Guerra: "Fare i tamponi a tutti è la scemenza del secolo"

Pochi giorni dopo, siamo al 15 marzo, nel pieno del lockdown con  la situazione che andava aggravandosi giorno per giorno, Ranieri Guerra scriveva a Silvio Brusaferro: "Ma fare tamponi a tutti adesso è la cazzata del secolo", con il presidente dell'Iss che rispondeva: "No è che ognuno va per conto suo", e Guerra rassicura: "Ho parlato con Galli, poi, e gli ho detto di desistere dal proporre scemenze come tamponi per tutti... ha convenuto, spero".

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Brusaferro: "Tutti pensano che il test serva a qualcosa"

Altre conversazioni, riguardanti invece il 22 febbraio 2020, sono intercorse tra Silvio Brusaferro e Francesco Curcio, direttore del Dipartimento di medicina di Laboratorio di Udine. "Come puoi immaginare siamo in continuazione in comitato di crisi" scrive il presidente dell'Iss, poi Curcio "Ho immaginato. Noi siamo preparati. Qui il problema adesso è l'iperafflusso: in un paio di ore abbiamo già un centinaio di richieste di test. Rischiamo di saturare i sistemi di accoglienza e quelli di diagnosi". Brusaferro allora risponde: "Il tema è che tutti pensano che il test serva a qualcosa".

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Il problema degli asintomatici

Nei giorni di fine febbraio 2020 si è optato per eseguire tamponi solamente ai casi di sindrome simil-influenzale o di stress respiratorio acuto, come sottolineano gli investigatori nella loro indagine: "Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, evidenziava l'inutilità di sottoporre a tampone le persone asintomatiche ed il Ministero faceva propria questa indicazione, benchè il 25 febbraio 2020, i tecnici, tra cui lo stesso Brusaferro, avessero ricevuto una mail da Londra su problema degli asintomatici. Sempre il 25 febbraio il Presidente dell'Iss in un messaggio aveva affermato: la polemica su tutte le sindromi simil influenzali da tamponare sta scoppiando! Dobbiamo proporre rapidamente una soluzione". Una delle principali problematiche emerse ancora dall'inchiesta è che: "Né il Ministero, né la task force istituita presso il Gabinetto, né il CTS, né, tantomeno le regioni, avevano previsto lo stoccaggio di tamponi e di reagenti, ma si erano limitati ad una semplice ricognizione dell'esistente. Nulla era stato fatto nemmeno riguardo l'ampliamento del numero di laboratori in grado di diagnosticare il Covid, nelle prime settimane dell'epidemia i tamponi processati nei laboratori regionali dovevano poi essere trasmessi a Roma per la conferma da parte del laboratorio dell'ISS".

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