Inchiesta Covid, il procuratore a Sky TG24: “Migliaia di vite potevano essere risparmiate”

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Antonio Chiappani commenta l'inchiesta sulla gestione della pandemia nella Bergamasca, chiusa a carico, tra gli altri, dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza. I pm scrivono che "Brusaferro impedì l'adozione di misure". E aggiungono: zona rossa avrebbe evitato 4mila morti

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"Migliaia di vite potevano essere risparmiate". Così, ai microfoni di Sky TG24, il procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani, commentando l'inchiesta sulla gestione della pandemia di Covid nella Bergamasca, chiusa a carico, tra gli altri, dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza.

"Criticità nella valutazione del rischio pandemico”

Il procuratore ricorda che comunque “siamo davanti a una mera ipotesi dell’accusa che dovrà essere confrontata con quanto ricostruiranno le difese e i loro consulenti e con quanto valuterà il giudice”. Poi, riguardo all’oggetto dell’indagine, chiarisce che ci si è soffermati sul “primo periodo di diffusione della pandemia, dal 5 gennaio 2020 fino alla chiusura della Lombardia”, cioè a inizio marzo di quello stesso anno. L’attività si è quindi concentrata su qual è stata “la risposta data dalle autorità sanitarie in questo primo periodo”. “Noi abbiamo valutato che ci siano state delle criticità nella valutazione del rischio pandemico”, sottolinea dunque il procuratore. E aggiunge: “A noi interessa ricostruire cosa è successo perché dobbiamo dare delle risposte ai familiari dei morti e alla città di Bergamo”. Questa inchiesta, per Chiappani, sarà poi importante per “capire cosa in futuro si può evitare”.

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I pm scrivono che "Brusaferro impedì l'adozione di misure"

Intanto, secondo quanto scrivono i pm di Bergamo nell'avviso di chiusura dell'indagine, emerge che il direttore dell'Iss, Silvio Brusaferro, nonostante le raccomandazioni e gli alert lanciati dall'Oms a partire dal 5 gennaio 2020, avrebbe proposto "di non dare attuazione al Piano pandemico, prospettando azioni alternative, così impedendo l'adozione tempestiva delle misure in esso previste". Brusaferro è uno degli indagati per epidemia colposa e rifiuto di atti d'ufficio. Inoltre, il governatore lombardo, Attilio Fontana, avrebbe causato "la diffusione dell'epidemia" in Val Seriana con un "incremento stimato non inferiore al contagio di 4.148 persone, pari al numero di decessi in meno che si sarebbero verificati" se fosse stata "estesa la zona rossa a partire dal 27 febbraio 2020", scrive la Procura di Bergamo.

 

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