Milano, suicida al Duomo l’evaso in fuga De Maria. Trovato cadavere collega nel Parco Nord
CronacaIntroduzione
Ieri, sabato 10 maggio, all’hotel Berna, in zona stazione Centrale di Milano un detenuto in permesso ha accoltellato un collega, ferendolo in modo grave. Ma oltre allo scenario dell'aggressione a coltellate, c'è anche il caso della scomparsa di una terza collega. Carabinieri e polizia si sono messi sulle tracce dell'aggressore, Emanuele De Maria, 35 anni, detenuto per omicidio, che era in permesso lavorativo nella struttura alberghiera. Oggi la svolta: un uomo si è gettato dalla terrazza del Duomo di Milano ed è morto sul colpo. Sulla base dei numerosi tatuaggi che aveva sul corpo, gli investigatori della Squadra Mobile ritengono che si tratti di De Maria. Inoltre i carabinieri a seguito di una segnalazione giunta al 118 sono intervenuti all'interno del Parco Nord, dove è stato trovato il cadavere di una donna. Dai primi accertamenti il corpo è quello di Chamila Wijesuriyauna.
Quello che devi sapere
Cosa è successo
- Tutto è cominciato alle ore 6:20 della mattina di ieri, quando Hani Fouad Abdelghaffar Nasra, 50 anni, italiano di origini egiziane e nessun precedente penale, è stato ritrovato in un lago di sangue davanti all’ingresso dell’albergo meneghino a quattro stelle, dove lavorava come barista. Trasportato all’ospedale Niguarda, è stato sottoposto a un delicato intervento e ora si trova ricoverato in terapia intensiva. A colpirlo, secondo gli investigatori, sarebbe stato De Maria, detenuto che lavorava grazie a dei permessi di lavoro alla reception. Cinque le coltellate: una al torace, due alla schiena e una, la più profonda, al collo, che ha raggiunto la carotide e la giugulare
Per approfondire: Comincia la caccia all'aggressore: si teme abbia preso il treno

La ricostruzione
- Secondo la ricostruzione della Squadra Mobile, nel pomeriggio di venerdì 9 maggio, De Maria non si è presentato a lavoro e la sera non è rientrato in carcere a Bollate, di fatto commettendo un'evasione. Alle ore 6 di mattina di sabato 10 maggio, l’uomo avrebbe atteso l'arrivo del 50enne per l'inizio del turno al bar e, dopo una lite, avrebbe sferrato le cinque coltellate. Poi si sarebbe allontanato in direzione opposta a quella della stazione Centrale. Secondo indiscrezioni, sembra che la scena dell'aggressione sia finita almeno parzialmente all'interno dell’inquadratura di una telecamera

La donna sparita
- Nello stesso hotel non si è presentata a lavoro nemmeno una collega dei due, Arachchilage Dona Chamila Wijesuriyauna, 50 anni, di origine cingalese ma con cittadinanza italiana. Anche lei, come l'uomo accoltellato, lavora al bar. Gli investigatori temono che la sua scomparsa sia collegata alla furia omicida del 35enne. I militari hanno anche diffuso un’immagine della donna, invitando chiunque abbia sue notizie o la veda a telefonare immediatamente al 112

L'incontro con De Maria
- Dalle immagini delle telecamere della stazione Bignami della metropolitana lilla è emerso che, venerdì pomeriggio, la donna ha incontrato sotto casa sua De Maria, nella zona del parco Nord al confine tra Milano e Cinisello Balsamo. Ma poi, due ore dopo, le stesse telecamere hanno inquadrato il solo De Maria. Si temeva quindi per la sorte della donna, il cui cellulare è stato trovato da un addetto delle pulizie della metropolitana e riconsegnato al marito, che venerdì sera ha presentato denuncia di scomparsa ai carabinieri
L’identikit di De Maria
- È stata diffusa anche una foto di De Maria: alto 173 centimetri, capelli corti e occhi neri, ha entrambe le braccia tatuate con una frase latina. L’uomo, 35 anni, si trovava in permesso lavorativo dal carcere di Bollate, dove stava scontando una pena definitiva a 14 anni e tre mesi di carcere (con sentenza definitiva della Cassazione datata 26 gennaio 2021) per l'omicidio di Oumaima Racheb, una ragazza 23enne che aveva ucciso il 31 gennaio 2016. Anche in quel caso aveva sferrato una coltellata al collo, mentre la giovane, una prostituta tunisina, si trovava con lui in un albergo dismesso di Castel Volturno, in provincia di Caserta. In quell'occasione De Maria era scappato all'estero ed era stato arrestato due anni dopo, nel 2018, dai carabinieri di Mondragone a Weener, nel Nord della Germania

Il movente
- Per quanto riguarda il movente, gli inquirenti non escludono motivi sentimentali: l'ipotesi più probabile è che siano i rapporti di entrambi gli uomini con Chamila Wijesuriyauna la causa dell'accoltellamento. Maggiore chiarezza sull'accaduto si potrà avere dopo che la polizia avrà sentito il ferito, che nel frattempo si è svegliato nel letto di terapia intensiva. Le sue condizioni sono in miglioramento
Il suicidio in Duomo
- Oggi intorno alle 13.40 un uomo si è gettato dalla terrazza del Duomo di Milano ed è morto sul colpo. Da subito si è ipotizzato che si trattasse di Emanuele De Maria. L’uomo non aveva documenti con sé. La zona di corso Vittorio Emanuele è stata transennata. Sulla base dei numerosi tatuaggi che aveva sul corpo, gli investigatori della Squadra Mobile ritengono che si tratti proprio di Emanuele De Maria.
Cadavere in laghetto, è la collega scomparsa
- Intanto i Vigili del fuoco di Milano, coadiuvati dai nuclei sommozzatori e da due mezzi di Sesto San Giovanni e Monza, stanno battendo su richiesta dei carabinieri di Sesto San Giovanni alcuni punti del parco nord di Milano alla ricerca Arachchilage Dona Chamila Wijezuryia, la 50enne scomparsa dopo la fuga di Emanuele De Maria. Le ricerche sono concentrate dalle parti di un laghetto alle spalle dell'Ospedale Bassini, nella zona nord di Milano.
- Infine i carabinieri a seguito di una segnalazione giunta al 118 sono intervenuti all'interno del Parco Nord, dove è stato trovato il cadavere di una donna. Dai primi accertamenti il corpo sarebbe di Chamila Wijesuriyauna.
Sul corpo della donna colpi d'armi da taglio a gola
- Aveva due ferite da taglio alla gola e ulteriori lesioni simili in corrispondenza dei polsi la donna trovata nel pomeriggio dei carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni all'interno del Parco Nord. Lo ha stabilito il medico legale. Le prime verifiche hanno inoltre consentito di ricondurre l'identità della vittima a Chamila Wijesuriyauna, la donna di origine srilankese, di 50 anni, la cui scomparsa era stata denunciata il 10 maggio e che era collega di Emanuele De Maria.
"Ci sono falle nel sistema penale"
- Sulla vicenda è intervenuto il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria (S.PP) Aldo Di Giacomo: "La storia di Emanuele De Maria, il detenuto di origine napoletana, autorizzato grazie a un permesso di lavoro diurno a uscire dal carcere di Bollate (Milano), che dopo aver accoltellato in un hotel un collega di lavoro si è dato alla fuga, rappresenta un nuovo monito per il sistema giudiziario italiano". Ma una domanda sorge su tutte: "Come è stata possibile la concessione della semilibertà a un individuo che nel 2016 ha sgozzato a Castelvolturno una giovanissima tunisina, di soli 23 anni, sempre in un hotel considerato ritrovo di prostituzione e che per due anni è stato latitante in Germania?", si chiede Di Giacomo. Che aggiunge: "È lecito chiedersi se il sistema penale sia adeguatamente attrezzato per valutare il rischio di recidiva e se esistano misure sufficienti per proteggere la società da individui pericolosi come De Maria, tanto più che nello stesso hotel dove il detenuto "in permesso premio" ha commesso l'accoltellamento risulta irreperibile una donna"
"Non si tratta di un caso isolato"
- Per il sindacalista, inoltre, "non siamo purtroppo di fronte a un caso isolato. È la stessa storia di Angelo Izzo, che insieme a due complici, si rese protagonista del massacro del Circeo. Un crimine che sconvolse l'Italia per la sua brutalità e che vide Izzo condannato all'ergastolo. Tuttavia, dopo 30 anni di reclusione, Izzo ottenne un regime di semilibertà, un provvedimento che avrebbe dovuto rappresentare un'opportunità di reinserimento sociale, ma che si trasformò in un tragico errore di valutazione perché Izzo a Ferrazzano, in provincia di Campobasso, tornò ad uccidere", assassinando "barbaramente Maria Carmela e Valentina Maiorano, madre e figlia". Per Di Giacomo, "la cosiddetta seconda possibilità non può diventare un tiro alla roulette, tanto per vedere come va a finire, ma richiede grande attenzione"
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- Cosa è successo
- La ricostruzione
- La donna sparita
- L'incontro con De Maria
- L’identikit di De Maria
- Il movente
- Il suicidio in Duomo
- Cadavere in laghetto, è la collega scomparsa
- Sul corpo della donna colpi d'armi da taglio a gola
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