
Long Covid e fatigue, studio scopre il meccanismo che porta alla stanchezza cronica
I ricercatori hanno scoperto che la spossatezza invalidante della sindrome post-Covid è associata a un'alterazione nel metabolismo dell'arginina, un amminoacido prodotto naturalmente dall'organismo: ripristinarne i livelli potrebbe rappresentare una nuova strategia integrativa efficace. Intanto, in Italia l'epidemia arretra. Aumentano, però, i contagi tra i bambini e i sanitari, così come le reinfezioni

Dopo aver contratto il coronavirus, una persona su tre soffre di Long Covid: uno studio ha ora svelato qual è il meccanismo d’azione che porta allo stato di fatigue, o spossatezza invalidante. Sarebbe innescato da un deficit di arginina, un amminoacido prodotto naturalmente dall'organismo. Intanto, secondo il report dell’Iss, l'epidemia di Covid-19 in Italia arretra e i maggiori indicatori, dall'incidenza all'Rt ai ricoveri ospedalieri, sono in calo. Aumentano, però, i contagi tra i bambini e i sanitari, così come le reinfezioni
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In questa fase della pandemia, il Long Covid è uno dei temi su cui si concentrano maggiormente gli esperti. Uno degli studi più recenti è quello condotto dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS - Università Cattolica Campus di Roma. Come detto, secondo questa ricerca la stanchezza cronica della sindrome post-Covid è associata a un'alterazione nel metabolismo dell'arginina
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L’arginina è un amminoacido che stimola la sintesi dell'ossido nitrico, cruciale per potenziare il sistema immunitario e proteggere l'endotelio. Al momento, in assenza di approcci terapeutici disponibili su larga scala contro il Long Covid, secondo i ricercatori ripristinare i livelli di arginina potrebbe rappresentare una nuova strategia integrativa efficace contro la stanchezza cronica
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La fatigue è uno dei sintomi principali e più diffusi del Long Covid, su cui la comunità scientifica della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) sta lavorando. Provoca una prolungata e invalidante spossatezza associata a debolezza muscolare, insonnia e tachicardia. Il processo di alterazione biomolecolare che è alla base dell'estrema stanchezza legata alla sindrome post-Covid è descritto per la prima volta e i risultati dello studio sono in corso di pubblicazione sulla rivista International Journal of Molecular Sciences
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Secondo i ricercatori, il Covid difficilmente sarà eradicabile e la nuova emergenza è proprio il Long Covid: colpisce una persona su tre, anche tra i giovani. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, sarebbero 65 milioni nel mondo e 17 milioni in Europa le persone alle prese con la coda di infezione da coronavirus. Ancora poche, però, le conoscenze e i progressi della comunità scientifica sul fronte dei trattamenti terapeutici disponibili contro la sindrome post-Covid
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Il nuovo studio, coordinato da Francesco Landi, past president SIGG e direttore del Dipartimento di Scienze dell'invecchiamento ortopediche e reumatologiche del Policlinico Gemelli di Roma, ha dunque messo in luce che nei pazienti con Long Covid si verifica un'alterazione del metabolismo dell'arginina, un amminoacido prodotto naturalmente dall'organismo, che stimola l'ossido nitrico, enzima chiave per una corretta funzione immunitaria e vascolare

Lo studio ha dimostrato che la somministrazione di 1,6 grammi di arginina e 500 mg di vitamina C liposomiale per 28 giorni riporta il metabolismo dell'arginina a un livello normale e consente di contrastare efficacemente la fatigue. Sono state coinvolte 57 persone: 46 adulti con Long Covid a 8 mesi dalla diagnosi e 11 persone abbinate per sesso ed età senza evidenze di precedenti infezioni da Sars-CoV-2. I pazienti con Long Covid sono stati divisi in due gruppi: 23 hanno ricevuto il mix di arginina e vitamina C liposomiale e gli altri 23 un placebo per 28 giorni

“Prima di iniziare il trattamento abbiamo misurato le concentrazioni di arginina nel sangue, osservando livelli significativamente più bassi di arginina nei pazienti con Long Covid. Alla fine dei 28 giorni abbiamo scoperto che le concentrazioni di arginina nel sangue dei pazienti con Long Covid è salita, raggiungendo livelli 'sani' come quelli rilevati nei pazienti appartenenti al gruppo di controllo", ha spiegato Landi

"Abbiamo dimostrato per la prima volta che il metabolismo dell'arginina è alterato nei pazienti con Long Covid rispetto alle persone senza storia di infezione da Sars-Cov-2", ha aggiunto Matteo Tosato, coautore dello studio e Responsabile Unità Operativa Day Hospital post-Covid del Policlinico Universitario Gemelli

“In assenza di trattamenti disponibili contro una sindrome di cui ancora sappiamo ben poco, ripristinare i valori di arginina potrebbe rappresentare una nuova strategia integrativa efficace contro la fatigue da Long Covid, che può essere associata a disfunzioni immunitarie e vascolari, che a loro volta aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari", ha concluso Landi

Intanto, come detto, in Italia il Covid arretra e i maggiori indicatori, dall'incidenza all'Rt ai ricoveri, sono in calo. Ma nell’ultima settimana, come rileva l’Iss nel suo report esteso, aumentano i contagi tra i bambini e i sanitari, così come le reinfezioni. La percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare rispetto al resto della popolazione è al 10,8%, rispetto al 6,8% della settimana precedente. In leggero aumento anche il tasso di incidenza tra i 5 e gli 11 anni e tra i 12 e i 15 anni, mentre è in diminuzione nelle altre fasce d'età

Negli ultimi sette giorni, rileva l'Istituto superiore di sanità, sono in leggero aumento anche i casi tra gli operatori sanitari: 3,4%, rispetto al 3,2% della settimana precedente. Quanto alla percentuale di reinfezioni, pari al 27,8%, risulta anch'essa in aumento rispetto a sette giorni fa (era al 24,9%). Si tratta di segnali da monitorare anche se, assicura il ministero della Salute, al momento la situazione appare sotto controllo

Invita alla prudenza Cesare Cislaghi, past president della Società italiana di epidemiologia: "Tutti gli indicatori sono in chiaro e continuo decremento, anche se i dati sui contagi sono sottostimati perché molte diagnosi sono fatte con tamponi fai da te e non vengono notificate alle Asl. La cautela è però d'obbligo: il decremento dell'incidenza, infatti, sembra stia arrestandosi". Questo vuol dire, dice, che "non è così certo che si stia andando verso la chiusura dell'epidemia. Dovremo avere attenzione e molta prudenza nell'analizzare i dati nei prossimi giorni"
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