
Covid, la pandemia torna a correre. Dai contagi alle terze dosi, il punto della situazione
Salgono gli indicatori del contagio in tutte le Regioni italiane, con Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto-Adige capofila. Il governo cerca di dare una spinta alla somministrazione di prime dosi ai non vaccinati e di ulteriori richiami agli over 60 e ai soggetti fragili, aprendo a un ampliamento della popolazione interessata alla terza dose nei prossimi mesi. Si valuta poi di immunizzare i bambini dai 5 agli 11 anni. Franco Locatelli (Consiglio superiore di Sanità): ipotesi "ragionevole entro Natale"

Torna a peggiorare l'andamento della pandemia da coronavirus in Italia, con i dati settimanali che evidenziano una ripresa della diffusione del virus, anche se più lenta che in altri Paesi europei. Salgono gli indicatori del contagio in tutte le Regioni, con Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige capofila. Il governo spinge sulla somministrazione di prime dosi ai non vaccinati e di terze dosi agli over 60 e ai soggetti fragili, aprendo nel mentre a un ampliamento dei vaccinabili con dosi addizionali nei prossimi mesi. Il punto della situazione
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I NUMERI DELLA PANDEMIA - In tutto, questa settimana (dati da lunedì 1 a sabato 6 novembre) il numero di nuovi casi è stato di 30.273. I decessi sono stati 265
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"C'è un incremento dei casi di Covid-19 sotto i 12 anni e in particolare nella fascia di età tra 6 e 11 anni, mentre tra i 12 e 19 anni c'è una crescita più contenuta dei casi: questo è dovuto anche al numero di vaccinazioni che in questa fascia di popolazione sono state eseguite", ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro (in foto). L'età media di chi contrae l'infezione, ha aggiunto, si attesta intorno ai 42 anni, quella del ricovero in terapia intensiva a 68 anni e l'età di chi decede rimane costantemente sopra gli 80 anni
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INCIDENZA E INDICE RT - Il report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità evidenzia un aumento sia dell’incidenza settimanale che dell’indice Rt. La prima fotografa il numero di nuovi positivi ogni 100mila abitanti, su base nazionale. Questa settimana è salita a 53 casi, contro i 46 della scorsa settimana. L’indice Rt misura invece quante persone potrebbero essere contagiate da un individuo infetto ed è calcolato sui positivi sintomatici: negli ultimi sette giorni, da 0,96, è passato a 1,15. I dati si riferiscono al periodo dal 29 ottobre al 4 novembre
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LA SITUAZIONE NEGLI OSPEDALI - Con l'aumento dei contagi sale anche il numero di ricoverati nei reparti ordinari e in quelli di terapia intensiva. Sulla base dei dati Agenas, aggiornati alla serata di sabato 6 novembre, il tasso di occupazione dei posti letto, a livello nazionale, è del 6% per le aree mediche ordinarie e del 4% per quelle critiche. Parametri ancora inferiori a quelli fissati come soglia critica, il 15% nei reparti ordinari e il 10% nelle terapie intensive
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Questo il quadro dell'occupazione nei reparti ordinari e di terapia intensiva in ogni Regione: Abruzzo (5%, 4%), Basilicata (8%, 0%), Calabria (12%, 5%), Campania (8%, 3%), Emilia-Romagna (4%, 4%), Friuli-Venezia Giulia (9%, 10%), Lazio (7%, 6%), Liguria (5%, 4%), Lombardia (5%, 3%), Marche (6%, 11%), Molise (3%, 3%), P.A. Bolzano (11%, 3%), P.A. Trento (4%, 2%), Piemonte (3%, 3%), Puglia (5%, 4%), Sardegna (3%, 3%), Sicilia (9%, 5%), Toscana (5%, 5%), Umbria (6%, 8%), Valle d'Aosta (11%, 0%), Veneto (3%, 4%)
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LE ZONE PIÙ COLPITE - In generale, emerge dal report dell’Iss, la recrudescenza della pandemia accomuna tutta Italia. Tutte le Regioni e le due Province autonome di Trento e Bolzano risultano classificate a rischio moderato. La settimana scorsa erano 18, quella prima quattro. Quindici territori sono classificati in "allerta di resilienza": significa che inizia a preoccupare l’impatto che l’ulteriore diffusione del virus potrebbe avere sulla tenuta delle strutture sanitarie
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Nonostante il peggioramento della situazione sia generalizzato, alcune zone italiane stanno attraversando un aumento di casi più forte di altre. Sono 13 i territori che questa settimana hanno registrato un’incidenza di casi sopra la soglia critica di allerta fissata a 50 positivi ogni 100mila abitanti, sopra la quale diventa difficile riuscire ad eseguire il tracciamento dei casi
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I valori maggiori si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (189,1 casi) e in Friuli-Venezia Giulia (139,6 casi). Seguono Veneto (75,3), Campania (66,3), Lazio (63), Trento (63), Toscana (57,7), Emilia-Romagna (56,1), Calabria (52,5), Liguria (52,1), Sicilia (51,7), Umbria (51,4) e Marche (50,2)
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Se si guarda alle singole province, i dati rilasciati dalla Fondazione Gimbe (relativi al periodo che va dal 27 ottobre al 2 novembre) evidenziano un’incidenza sopra la soglia critica in 43 città. Tutte le province venete superano la soglia, mentre i livelli più alti di tutti li registra Trieste, con 376 casi ogni 100mila abitanti

I FOCOLAI PIÙ GRANDI - Tra i focolai più grandi dell’ultima settimana se ne segnalano diversi in Veneto, soprattutto nella zona delle Terme Euganee in provincia di Padova, a pochi chilometri da Vo', nella stessa zona dove si registrò il primo decesso ufficiale per Covid a inizio pandemia. Sette alberghi sono stati interessati da oltre cento contagi, che per il 90% riguardano turisti. Poco distante, a Conselve, 60 ospiti e 8 operatori di una Rsa sono risultati positivi al virus

A Trieste, ha dichiarato Fabio Barbone – capo della task force sanitaria regionale – 150 persone sono risultate positive dopo aver partecipato alle manifestazioni contro il Green Pass obbligatorio sui luoghi di lavoro che per qualche giorno, a partire dallo scorso 15 ottobre, hanno interessato la città. Guardando alla Regione, i casi di Covid sono più che triplicati negli ultimi giorni

Per questo, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha emesso un'ordinanza che prevede l’utilizzo della mascherina e il rispetto del distanziamento interpersonale nelle prossime manifestazioni di piazza. Intanto, il prefetto della città, Valerio Valenti, ha vietato le proteste in piazza Unità d’Italia, simbolo del capoluogo e teatro di molti dei recenti cortei contro il Green Pass

SCUOLA - Con il diffondersi del virus, si torna a guardare alle scuole come veicoli di contagio. Abbandonata dallo scorso settembre la didattica a distanza, in provincia di Padova questa settimana 34 classi sono state messe in quarantena per casi di positività. Lo stesso succede in diversi istituti in tutta Italia, da Taranto a Belluno e da Bologna a Milano

IL NUOVO PROTOCOLLO SCOLASTICO - Mantenere le lezioni in presenza rimane però uno degli obiettivi primari del ministero dell’Istruzione che, insieme a Iss, ministero della Salute e Regioni, negli scorsi giorni ha varato un nuovo protocollo per le regole in caso di positività nelle classi: non si andrà più in didattica a distanza con un solo caso di Covid-19. Si partirà invece da una "quarantena selettiva", a seconda che si sia vaccinati o meno, se i positivi a scuola sono due, per arrivare alla sospensione della presenza dai tre casi in su

VACCINI AI BAMBINI - Il tema delle positività a scuola si incrocia con quello dei vaccini alla popolazione più giovane. Al momento gli immunizzabili vanno dai 12 anni in su, ma - sulla scia del via libera negli Stati Uniti alla somministrazione del medicinale prodotto da Pfizer ai bambini dai 5 agli 11 anni - anche in Italia si parla sempre di più della possibilità di ampliare la platea di vaccinabili

Nessuna conferma o certezza, ma forti aperture in tal senso. Il commissario straordinario all’emergenza Covid Francesco Figliuolo, in una circolare inviata alle Regioni per ribadire l’importanza delle campagne vaccinali, ha definito come "probabile" l’estensione vaccinale ai bambini. Così anche il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, che a Sky TG24 ha definito l’ipotesi "ragionevole", fissando "entro Natale" l'inizio delle operazioni, sempre che per quella data sia arrivato il via libera dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema)

"LA PANDEMIA DEI NON VACCINATI" - In ogni caso, come ha sottolineato Figliuolo, primo obiettivo delle autorità sanitarie è procedere con l’immunizzazione di chi ancora non si è vaccinato. Negli ultimi giorni si è iniziato a parlare di "pandemia dei non vaccinati", riprendendo una dichiarazione del ministro della Salute tedesco Jens Spahn

La formula è stata ripresa da Locatelli (in foto), che ha ricordato come ci si trovi "in un momento in cui il rischio di sviluppare la patologia grave e fatale è significativamente diverso tra chi è vaccinato e chi non lo è". L’Iss ha fatto sapere che "chi non è vaccinato rischia di contagiarsi sei volte in più dei vaccinati con meno di 39 anni e quattro volte in più dai 40 anni in su"

Per quanto riguarda le ospedalizzazioni, l’Iss informa che ogni cinque ricoveri almeno tre riguardano cittadini senza copertura vaccinale e che nessuna persona immunizzata, di età tra i 12 e i 59 anni, è finita in terapia intensiva

CAMPAGNA VACCINALE – A oggi, ha detto Figliuolo (in foto), sono circa 7 milioni gli italiani non ancora vaccinati. Guardando ai dati aggiornati alla serata di sabato 6 novembre, i cittadini che hanno completato il ciclo vaccinale sono 45.096.263 (83,5% della popolazione over 12), quelli che hanno ricevuto almeno una dose sono invece 46.729.462 (86,52% della popolazione over 12)

PRIME DOSI IN CALO - Gli appelli a vaccinarsi sono motivati dai dati: i nuovi vaccinati, questa settimana, sono in calo del 5,1% rispetto alla scorsa. Dopo aver sfiorato le 440mila prime dosi nella settimana tra l’11 e il 17 ottobre, a cavallo dell’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro, la discesa è stata costante: si è passati prima a 239mila, poi ai 144mila. La Fondazione Gimbe indica una diminuzione giornaliera di prime dosi di circa 20mila unità
IL CALO DELLA PROTEZIONE DELLA COPERTURA VACCINALE - A undici mesi di distanza dall’inizio ufficiale della campagna vaccinale in Italia, la copertura contro il Covid-19 per gli immunizzati inizia a registrare "un calo di efficacia lento ma che spiega, insieme al diffondersi crescente della nuova variante Delta e Delta plus, l'aumento dei ricoveri per queste fasce d'età e la necessità di procedere celermente con le terze dosi di richiamo”, ha detto il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta (in foto)

Le analisi riguardano le fasce di età più anziane, per cui la chiamata ai vaccini è iniziata prima che per le altre. Negli over 60, ha fatto sapere Fondazione Gimbe, si segnalano primi segnali di "riduzione lenta ma progressiva dell'efficacia del vaccino sulla malattia Covid-19 grave"

Si evidenzia inoltre che, per gli over 80, l'efficacia dei vaccini rispetto ai ricoveri in terapia intensiva è calata dal 95,9% del periodo 4 aprile-11 luglio al 90,4% del periodo 5 luglio-24 ottobre. Per i ricoveri in area medica, invece, l'efficacia dei vaccini per la stessa fascia di età è passata per il medesimo periodo di riferimento dal 94,2% all'88,9%. Per la fascia 60-79 anni, l'efficacia dei vaccini rispetto ai ricoveri in area medica è passata (sempre per gli stessi periodi di riferimento) dal 95,2% al 91,6% e per le terapie intensive dal 98,2% al 94,8%

TERZE DOSI – Le ultime stime portano inevitabilmente al tema delle terze dosi. Il commissario Figliuolo ha ribadito "con forza la necessità di incrementarne il ritmo di somministrazione". Se da un lato viene ricordato come, per il momento, gli unici destinatari delle dosi ulteriori a quelle di completamento del ciclo primario siano "over 60, over 18 con fragilità, personale sanitario e ospiti delle residenze per anziani", dall’altro si fa sempre più certa la consapevolezza che tutti saranno chiamati a farle

"Lavoreremo dalla prossima settimana per allargare la dose booster anche ad ulteriori fasce generazionali”, ha detto nella conferenza stampa settimanale sull’andamento pandemico il ministro della Salute Roberto Speranza. Il commissario Figliuolo ha invece specificato che "il picco quotidiano di terze dosi lo avremo tra dicembre e febbraio. Per il 2022 abbiamo già opzionato dosi tali per cui siamo in grado di effettuare la terza dose a tutti quelli che hanno completato qualsiasi tipo di ciclo vaccinale, quindi anche ad alte cifre"

Ai dati aggiornati alla serata di sabato 6 novembre, in totale in Italia sono state somministrate 335.623 dosi addizionali (37,99 % della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale) e 1.770.204 di dosi booster (34,50 % della popolazione potenzialmente oggetto di dose booster che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno sei mesi)

STATO DI EMERGENZA - Si avvicina nel mentre la scadenza dello stato di emergenza, prevista per il prossimo 31 dicembre. Sul punto, il ministro Speranza (in foto) ha detto: "Il governo deciderà nelle giornate immediatamente precedenti alla scadenza. Ciò che è sotto gli occhi di tutti è che i dati ci indicano una crescita della curva epidemica"

TERAPIA ANTIVIRALE - Questa settimana, intanto, l’Agenzia regolatoria del farmaco britannica ha approvato il Molnupiravir, prima pillola indicata per il trattamento del Covid a essere registrata. La medicina, realizzata e illustrata nelle settimane scorse dall'azienda americana Merck Sharp & Dohme, in partnership con Ridgeback Biotherapeutics, potrà essere prescritta a chiunque risulti positivo al Covid e abbia almeno un fattore di rischio legato a un possibile contagio grave come obesità, cardiopatia, diabete o in genere un'età superiore ai 60 anni

La pillola, stando a quanto dichiarato da Locatelli, potrebbe arrivare a breve in Italia: "L'Aifa si è già attivata per acquisire una quantità adeguata del farmaco antivirale orale per il Covid-19 Molnupiravir, autorizzato in Gran Bretagna. Ciò al fine che anche l'Italia possa avere a disposizione anche questa arma"