Sea Watch, dal salvataggio dei migranti allo sbarco: le tappe del caso

Cronaca

La nave ha salvato 47 persone al largo della Libia il 19 gennaio ma per 12 giorni, tra scontri e polemiche, all’imbarcazione è stato impedito di attraccare. Dopo l’arrivo a Catania, a dare accoglienza sono Germania, Francia, Portogallo, Romania, Malta e Lussemburgo

Sono stati a bordo della Sea Watch 3 per 13 giorni i migranti approdati al porto di Catania (IL LIVEBLOG). I naufraghi una volta a terra saranno accolti, oltre che in Italia, in altri 7 Paesi europei. Le 47 persone sono state soccorse dalla nave battente bandiera olandese al largo delle coste libiche sabato 19 gennaio. Da allora è iniziato un lungo braccio di ferro prima dell’autorizzazione allo sbarco sulla costa siciliana.

I primi no all’approdo di Malta e Italia

La prima contesa è tra Malta e l’Italia: entrambi i Paesi, i più vicini per il “porto sicuro” chiesto a più riprese dalla Ong, non danno l’autorizzazione allo sbarco. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ribadisce: “I porti italiani restano chiusi”. Il rifiuto ad accogliere i naufraghi innesca una serie di polemiche. Si moltiplicano anche gli appelli affinché si facciano sbarcare i migranti.

La lettera di Salvini all’Olanda

Venerdì 25 gennaio, Salvini con una lettera chiede al governo olandese di accogliere i migranti visto che la nave batte bandiera olandese. Lo stesso invito arriva dall’altro vicepremier Luigi Di Maio. Ma la risposta dell’Olanda è negativa. Per la nave, intanto, la situazione si complica. A causa del peggioramento delle condizioni meteorologiche, l’imbarcazione è in balia della tempesta con onde alte 7 metri, pioggia e vento gelido. Sono diversi gli appelli che la Ong lancia anche attraverso Twitter.

La Sea Watch verso le coste siciliane

Sabato 26 gennaio la Sea Watch 3, nel tentativo di trovare riparo, si spinge verso le coste siciliane, a un miglio da Siracusa. La nave però rimane bloccata al largo perché il governo italiano, così come gli altri Paesi europei, negano l’arrivo al porto. Il vicepremier Luigi Di Maio interviene sulla vicenda e spiega che l’imbarcazione riceverà supporto medico e sanitario, ma poi dovrà fare rotta verso Marsiglia, in Francia.

Il blitz dei politici

Domenica 27 gennaio, nonostante il divieto di Salvini ad avvicinarsi alla nave, il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni e i parlamentari Stefania Prestigiacomo (Forza Italia) e Riccardo Magi (+Europa), con un gommone guidato proprio dalla deputata Prestigiacomo, raggiungono la Sea Watch e salgono a bordo (FOTO). Con loro anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. Durante il blitz verificano le condizioni dei naufraghi e si accorgono che molti di loro portano i segni di torture subite in Libia. I politici chiedono che i migranti vengano fatti sbarcare. Salvini non ci sta e attacca: “Spiace che i parlamentari violino le leggi”.

L’ordinanza della Capitaneria

La Capitaneria di porto di Siracusa, sempre nella giornata di domenica 27 gennaio, con un'ordinanza firmata dal comandante Luigi D’Aniello, stabilisce che lo specchio d’acqua per un raggio di mezzo miglio dalla Sea Watch 3, "è interdetto alla navigazione, ancoraggio e sosta con qualunque unità non espressamente autorizzata". Secondo quanto si legge nel documento, "la presenza e/o la navigazione di altre imbarcazioni attorno alla stessa motonave possono creare problemi riguardanti l'ordine pubblico e la sanità pubblica".

Il rischio emergenza sanitaria

Martedì 28 gennaio sulla Sea Watch viene lanciato l’allarme per il rischio di un’emergenza sanitaria. Il comandante spiega infatti che i bagni a bordo sono quasi inutilizzabili. Intanto sulla nave sale una delegazione del Pd costituita da Matteo Orfini e Maurizio Martina che, di ritorno al porto, fanno sapere di essere stati iscritti nel registro degli indagati per la loro iniziativa: "Riteniamo che quanto stia avvenendo è illegale. Riteniamo che la permanenza dei 47 persone in questo modo sia fuori da ogni norma. Per il rispetto dei diritti umani e delle leggi del nostro Paese”. Ma la procura di Siracusa smentisce: "Nessuna iniziativa nei confronti dei parlamentari del Pd". Palazzo Chigi intanto attacca la Ong e l’Olanda e decide di portare il caso davanti alla Cedu, Corte europea dei diritti dell’uomo.

Il pronunciamento della Cedu

Martedì 29 gennaio, la Cedu di Strasburgo si pronuncia sul caso della Sea Watch. Non vengono accolte le richieste dei richiedenti di essere sbarcati, ma viene chiesto all’Italia di prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua. Per i minori non accompagnati, inoltre, viene chiesto al governo di garantire anche una “tutela legale” adeguata.

Il vertice notturno e il sì allo sbarco

Mercoledì 30 gennaio arriva la soluzione. Il premier Giuseppe Conte annuncia l’avvio delle operazioni di sbarco e anche Matteo Salvini parla di “missione compiuta”. Parole che arrivano dopo che si è giunti a un accordo con altri 7 Paesi Ue disposti ad accogliere i 47 migranti della Sea Watch 3. Dopo lo sbarco a Catania, saranno accolti oltre che dall’Italia anche da Germania, Francia, Portogallo, Romania, Lituania, Malta e Lussemburgo.

L'approdo a Catania

Giovedì 31 gennaio, Sea Watch 3 intorno alle 10, scortata da motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza, entra nel porto di Catania. All'attracco al molo di Levante i 47 migranti, tra cui 15 minori non accompagnati, e i componenti dell'equipaggio si abbracciano. Lo sbarco arriva con qualche ora di ritardo rispetto al previsto, a causa di un guasto al verricello dell'ancora. La ong Sea Watch su Twitter pone dubbi sul porto di destinazione: Catania, città "dove - scrive Sea Watch - c'è un procuratore noto per la sua agenda sulle ong che salvano in mare. Se questa non è una mossa politica non sappiamo cosa sia. Speriamo per il meglio, ma ci aspettiamo il peggio".

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