Migranti, Salvini: "Sea Watch verso Italia, provocazione". Di Maio: "Vada in Francia"

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La nave si trova da 5 giorni in mare con 47 persone a bordo. Tra di loro 8 minori. L'appello dell'equipaggio: "In arrivo un ciclone con onde di sette metri, abbiamo bisogno di un riparo". Il leader M5s: sì a supporto medico, ma "puntino la prua verso Marsiglia"

Mentre la nave Sea Watch si trova per il quinto giorno consecutivo in mare con 47 migranti a bordo e lancia un appello per un porto sicuro viste le condizioni di maltempo, con un ciclone in arrivo, il ministro dell’Interno Matteo Salvini attacca: "Ennesima provocazione in vista: dopo aver sostato per giorni in acque maltesi, la nave olandese Sea Watch 3 si sta dirigendo verso l'Italia. Ribadisco che la nostra linea non cambia, né cambierà. Nessuno sbarcherà in Italia”. E poi assicura, da Twitter: “Pronti a mandare medicine, viveri e ciò che dovesse servire ma i porti italiani sono e resteranno chiusi". Un messaggio ribadito anche dall’altro vicepremier, Luigi Di Maio: la nave, che sta navigando verso la Sicilia, "avrà da parte del governo italiano, qualora ne avesse bisogno, supporto medico e sanitario. Dopo di che, invito a puntare la prua verso Marsiglia e far sbarcare le persone sul suolo francese", afferma su Facebook. E ricorda: "Come stabilito a giugno 2018 nel consiglio europeo, le responsabilità dell'Europa sull'immigrazione sono condivise".

L’equipaggio: "In arrivo ciclone con onde di 7 metri"

Intanto l’equipaggio della nave della ong lancia un allarme meteo, motivando così gli spostamenti nelle ultime ore verso la Sicilia: "Ci troviamo di fronte a un ciclone mediterraneo, un fenomeno meteorologico piuttosto raro con onde di 7 metri, pioggia e vento gelido", scrive in un tweet in cui informa che sta navigando "in questa tempesta e in cerca di riparo".

I migranti soccorsi

I 47 migranti a bordo, tra cui ci sono otto minorenni, erano stati soccorsi il 19 gennaio scorso a bordo di un gommone in difficoltà, nelle acque internazionali a nord di Zuwarah, in Libia. Subito era stato chiesto aiuto a Libia, Italia, Malta e Olanda, senza che però ci fosse alcuna risposta.

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