Superlega, Agnelli: "Non possiamo proseguire". Lo stop dopo l'addio dei club inglesi

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Il presidente della Juventus sancisce la fine del progetto: "Non è il caso". Anche l'Inter, l'Atletico Madrid e il Milan annunciano ufficialmente il proprio ritiro. Il presidente Uefa Ceferin: "Ammettere di aver sbagliato è ammirevole, ora ricostruire l'unità di questo sport". Nella notte era arrivato il comunicato della Superlega: "Progetto da riconsiderare"

A poco più di 48 ore dall'annuncio della sua nascita la Superlega si sfalda e giunge già al capolinea (SUPERLEGA, RIVOLUZIONE FALLITA IN 48 ORE), dopo l’addio da parte delle sei squadre inglesi nella serata di ieri e dell'Inter, che in mattinata lo ha comunicato ufficialmente, seguita successivamente anche dal Milan. Il presidente della Juve, Andrea Agnelli, tra i principali promotori della Superlega, sancisce che il progetto non potrà progredire dopo i numerosi dietrofront (VIDEO). Rispondendo a Reuters alla precisa domanda se il piano rimanga in piedi dopo le uscite, ha detto: "Ad essere sincero e onesto, no... evidentemente, non è il caso". E ha aggiunto: "Resto convinto della validità del progetto e del valore che avrebbe sviluppato per la piramide del calcio”. In una nota ufficiale, il presidente della Uefa Ceferin commenta soddisfatto: "Ammettere di aver sbagliato è ammirabile, ora ricostruire l'unità di questo sport". Tra i club che hanno rinunciato, Arsenal e Liverpool hanno anche pubblicato dei messaggi di scuse con i propri tifosi (DALL'ANNUNCIO ALLO STOP: LE TAPPE).

 

L'addio di Inter, Milan e Atletico Madrid

Con un comunicato l'Inter ha annunciato che "il Club non fa più parte del progetto Super League. Siamo sempre impegnati a dare ai tifosi la migliore esperienza calcistica", si legge. "L'innovazione e l'inclusione sono parte del nostro DNA fin dalla nostra fondazione. Il nostro impegno con tutte le parti interessate per migliorare l'industria del calcio non cambierà mai". Successivamente pure il Milan ha abbandonato. "La voce e le preoccupazioni dei tifosi in tutto il mondo rispetto al progetto di Super League sono state forti e chiare, e il nostro Club deve rimanere sensibile e attento all'opinione di chi ama questo meraviglioso sport", scrive il club rossonero in un comunicato. Il Milan spiega di aver "accettato l'invito con genuina intenzione" per creare migliore competizione possibile e "tutelare gli interessi del club". Successivamente, Paolo Maldini, dirigente rossonero chiede scusa ai tifosi: "Non sono stato coinvolto nelle decisioni, ma questo non mi impedisce di chiedere scusa ai tifosi, non soltanto quelli del Milan". E anche l'Atletico Madrid si è sfilato. Lo annuncia lo stesso club spagnolo in un comunicato nel quale annuncia di ritirarsi dal progetto. "L'Atlético Madrid aveva deciso lunedì scorso di aderire a questo progetto in risposta a circostanze che oggi non esistono più", spiega la nota. "La rosa della prima squadra e l'allenatore hanno mostrato la propria soddisfazione", aggiunge il comunicato (COME FUNZIONA - LE SQUADRE- QUANTO VALE - LE REAZIONI - IL DOCUMENTO NASCOSTO).

La Juventus: "Ridotte possibilità, ma progetto fondato"

Una nota è stata diffusa anche dalla Juventus. "Pur rimanendo convinta della fondatezza dei presupposti sportivi, commerciali e legali", la società bianconera ritiene che il progetto Superlega "presenti allo stato attuale ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito". Nella nota si aggiunge che "la Juventus rimane impegnata nella ricerca di costruzione di valore a lungo termine per la Società e per l'intero movimento calcistico".

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Il comunicato

Dopo l'annuncio dell'addio dei 6 club inglesi, nella nottata si era tenuta una riunione d’urgenza dei club fondatori, seguita da un comunicato: "La situazione attuale nel calcio europeo ha bisogno di un cambiamento e la nostra proposta è pienamente conforme alle leggi. Ma alla luce delle circostanze attuali valuteremo i passi opportuni per rimodellare il progetto", si legge. "La Super League Europea è convinta che l'attuale status quo del calcio europeo debba cambiare”, ha ribadito la Superlega. “Proponiamo una nuova competizione europea perché il sistema esistente non funziona. La nostra proposta è finalizzata a consentire allo sport di evolversi generando risorse e stabilità per l'intera piramide calcistica, anche aiutando a superare le difficoltà finanziarie incontrate dall'intera comunità calcistica a causa della pandemia. Fornirebbe anche pagamenti di solidarietà materialmente migliorati a tutte le parti interessate del calcio”. E ancora. “Nonostante l'annunciata uscita dei club inglesi, costretti a prendere tali decisioni a causa della pressione esercitata su di loro, siamo convinti che la nostra proposta sia pienamente allineata alla legge e ai regolamenti europei come è stato dimostrato oggi da una decisione del tribunale per proteggere la Super League da azioni di terze parti. Date le circostanze attuali, riconsidereremo i passaggi più appropriati per rimodellare il progetto, avendo sempre in mente i nostri obiettivi di offrire ai tifosi la migliore esperienza possibile, migliorando i pagamenti di solidarietà per l'intera comunità calcistica".

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Le scuse di Arsenal e Liverpool

Dopo che tutti e sei i club inglesi hanno detto addio alla Superlega con i rispettivi comunicati ufficiali – con l'Arsenal che ha aggiunto un messaggio di scuse ai tifosi – anche l’Inter in nottata ha fatto trapelare che il progetto “allo stato attuale non è più ritenuto di interesse” dal club milanese. Anche il patron del Liverpool John W. Henry, si è scusato con tifosi: "Voglio scusarmi con tutti i tifosi e i sostenitori del Liverpool Football Club per i disagi causati nelle ultime 24 ore". In un messaggio video, Henry ammette che l'iniziativa non era destinata ad avere "il sostegno dei tifosi". "In queste 48 ore vi abbiamo ascoltati, vi ho ascoltati", prosegue, estendendo le scuse all'allenatore Jürgen Klopp (pubblicamente contrario alla Superlega), a Billy Hogan, ai calciatori della squadra. Ma soprattutto ai tifosi che - ammette - sono stati "quelli trattati più ingiustamente". Ieri, 20 aprile, a Londra è andata in scena una manifestazione dei tifosi del Chelsea, impegnato nel match di Premier League contro il Brighton, fuori dallo stadio Stamford Bridge. Una protesta contro l’adesione del club alla Superlega che si è trasformata in esultanza nel momento in cui è arrivata la notizia di un ripensamento del Chelsea.

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Ceferin: "Ammirabile ammettere di aver sbagliato, ora ricostruire unità"

"Avevo detto che è ammirabile ammettere di aver sbagliato e questi club hanno fatto un grande errore", si legge nella nota ufficiale di Ceferin. "Ma adesso sono tornati in gruppo e so che hanno tanto da offrire, non solo alle nostre competizioni, ma all'intero calcio europeo. La cosa importante adesso è andare avanti insieme e ricostruire l'unità di cui godeva prima questo sport".

Johnson: "Addio dei club inglesi risultato giusto". Interviene anche il principe William

Intanto con un tweet, il premier britannico Boris Johnson afferma di aver "accolto con favore l'annuncio di ieri sera. È il risultato giusto per i tifosi, i club e le comunità di tutto il paese. Dobbiamo continuare a proteggere il nostro amato gioco nazionale". Intanto, anche il principe William si rallegra nella veste di presidente della FA, la Federcalcio inglese, che i tifosi siano stati ascoltati e che il progetto della Superlega sia fallito. "Sono lieto -  si legge in un tweet diffuso da Kensington Palace - che la voce unita dei tifosi del football sia stata udita e ascoltata". "Ora è davvero importante - nota - usare questo slancio per garantire la salute del gioco a ogni livello. Come Presidente della FA m'impegno a fare la mia parte".

Ue: "Vittoria del buon senso, calcio non è per pochi privilegiati"

Sempre  su Twitter, il vice presidente della Commissione Ue Margaritis Schinas considera il fallimento del progetto della Superlega"una vittoria del buon senso". Per Schinas "il calcio europeo non è per pochi privilegiati".

Il Consiglio d'Europa: "Iniziativa infelice"

Anche il Consiglio d'Europa si aggiunge ai governi, le istituzioni sportive, e alle istituzioni europee, che si sono espresse contro il progetto. Giudicando l'iniziativa "infelice", il vice segretario generale del Consiglio d'Europa, Bjorn Berge, ha chiesto all'Epas, l'entità creata dall'organizzazione per salvaguardare i valori etici dello sport, di "organizzare uno scambio tempestivo" tra le autorità pubbliche e il movimento sportivo per valutare le possibili implicazioni derivanti dalla Superlega. In una lettera inviata al presidente dell'Epas, Alexandre Husting, il vice segretario generale scrive di ritenere "fondamentale una discussione su come i principi di solidarietà, merito sportivo, apertura nelle competizioni, integrità e inclusione, potrebbero aiutare i governi e le organizzazioni sportive a proteggere lo sport da iniziative che privano completamente gli organi direttivi dello sport del loro fondamentale ruolo di regolamentazione".

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