House of the Dragon, la politica al centro del secondo episodio. Trama e recensione

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Gabriele Lippi

Il Regno di Viserys è messo in pericolo da minacce esterne e tensioni interne. Fitte trame si muovono all'interno del Concilio per occupare il posto accanto al Re e rimettere in discussione i piani per la successione. Rhaenyra, intanto, è sempre più indipendente e decisa a seguire la sua strada. House of the Dragon è in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. In versione originale sottotitolata e, dal 29 agosto, anche doppiato in italiano. Disponibile anche on demand

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Lunedì 29 agosto, in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW, alle 3 del mattino, in contemporanea con la messa in onda americana su HBO, è arrivato il secondo episodio in lingua originale sottotitolata di House of the Dragon. Stasera, alle 21:15, va invece in onda il primo episodio doppiato in italiano, sempre in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW. Gli episodi sono disponibili anche on demand su Sky e NOW.

House of the Dragon, episodio 2: la trama

Il Regno di Re Viserys è in pericolo. Le Stepstones sono alla mercé di pirati che cercano di rendersi indipendenti, la flotta guidata da Ser Corlys Velaryon si oppone a loro ma al costo di gravi perdite. Presente al Concilio Ristretto, Rhaenyra prende la parola senza essere interpellata e propone di spedire i cavalieri di draghi per sedare la rivolta, ma la sua idea viene respinta dal padre, che per tutta risposta la manda a selezionare il nuovo capo della Guardia Reale. Qui Rhaneyra passa in rassegna alcuni candidati fino a optare per Criston Cole, il giovane cavaliere che aveva sconfitto Daemon nel torneo e che si rivela essere l’unico con reale esperienza sul campo di battaglia.

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Intanto Alicent e Viserys sembrano sempre più vicini. Le visite della figlia del Primo Cavaliere al Re si fanno sempre più frequenti, i due sembrano sviluppare un’intesa ma Viserys chiede ad Alicent di non parlare dei loro incontri con Rhaenyra. Sono ormai passati sei mesi dalla morte di Aemma e in molti, nel Concilio Ristretto, spingono perché Viserys prenda moglie e rafforzi la sua stirpe con nuovi eredi. Corlys e Rhaenys offrono la mano della loro figlia Laena, 12 anni, per saldare una volta di più il legame tra i Targaryen e i Velaryon e, naturalmente, per avere quella linea di discendenza al trono che anni prima era stata negata dal Gran Concilio a Rhaenys.

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Viserys e Laena iniziano a frequentarsi, ma la differenza d’età tra i due è evidente. La bambina riempie il Re di domande, alle quali lui risponde gentilmente, poi gli conferma di essere pronta a unirsi a lui in matrimonio. Viserys gioca a carte scoperte, le dice di sapere che quelle parole le sono state dettate dal padre e le chiede cosa le abbia invece detto la madre: "Che non dovrò dormire con voi fino ai 14 anni”, è la risposta della bambina.

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Dall’alto, Rhaenys e Rhaenyra osservano la scena. Rhaenys si rivolge alla giovane nipote chiedendole se la prospettiva di un nuovo matrimonio del padre e di poter essere scavalcata nella linea di successione la disturba. Lei replica chiedendo se invece a lei disturba che la figlia possa andare in moglie, così giovane al Re. Rhaenys ammette la sua preoccupazione ma si mostra cinica e disillusa. E quando Rhaenyra si mostra sicura del suo diritto al trono, le spiega come i nobili abbiano già una volta rifiutato una regina. “Hanno rifiutato te – è la risposta di Rhaenyra – la Regina che non fu”. La risposta di Rhaenys è tagliente e caustica: “Gli uomini preferirebbero vedere il reame in fiamme, piuttosto che avere una donna sul Trono di Spade”.

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Mentre è a colloquio con Alicent, il Re viene richiamato per un’emergenza dal Concilio Ristretto. Un uovo di drago è stato rubato e il ladro è tutt’altro che ignoto. Daemon, infatti, ha lasciato un biglietto in cui annuncia di aver ripreso possesso di Roccia del Drago e di essere pronto a sposare una nuova moglie, Mysaria, la prostituta e sua concubina con cui ha lasciato Approdo del Re, e invita Viserys al suo matrimonio. Ulteriore provocazione, l’uovo rubato per collocarlo nella culla del suo erede – usanza questa riservata agli eredi al trono legittimi – è lo stesso che Rhaenyra aveva scelto per Baelon, il neonato morto di Viserys ed Aemma. Il Re è pronto a rispondere presentandosi al fratello per intimargli di recedere dal suo intento e riconsegnare l’uovo, ma Otto Hightower sostiene che sarebbe troppo pericoloso, così si offre di andare lui con dei soldati.

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All’arrivo a Roccia del Drago, Otto, Criston e i soldati di Viserys vengono accolti da Daemon e Mysaria. Daemon ha in mano l’uovo di drago, Otto gli ordina di restituirlo e lasciare Roccia del Drago. Daemon non cede, forte del suo drago che minaccia gli avversari. A sbloccare la situazione è l’arrivo di Rhaenyra a cavallo di Syrax, il suo drago. La Principessa erede si avvicina allo zio e si offre a lui: “Uccidimi”, lo sfida. Daemon, le lancia l’uovo, le volta le spalle e si ritira. Mysaria, all’oscuro fino a quel momento delle trame di Daemon, si mostra molto contrariata perché sente che la sua vita è stata messa in pericolo.

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Rhaenyra rientra ad Approdo del Re, dove Viserys scopre della sua disobbedienza, la convoca per rimproverarla, ma scopre poi che la mossa della figlia ha risolto l’intricata situazione senza alcuno spargimento di sangue. Il Re si confronta con la Principessa sulla possibilità di prendere moglie, Rhaenyra gli dice di comprendere quali sono i suoi doveri verso il Reame. Viserys convoca dunque il Concilio Ristretto per annunciare la sua decisione: prenderà moglie. La prescelta, però, non sarà Laena Velaryon ma Alicent Hightower. L’annuncio del Re fa infuriare Corlys e sconvolge Rhaenyra, che lascia la sala contrariata. Corlys, invece, convoca Daemon nel suo palazzo per offrirgli un’alleanza e chiedergli di combattere con lui la guerra delle Stepstones.

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Approdo del Re continua a essere una polveriera, una pentola a pressione sul punto di esplodere lacerata dalle tensioni interne al Concilio Ristretto e dalle provocazioni di Daemon, il Principe diseredato ed esiliato. Il secondo episodio di House of the Dragon è denso di intrighi, l’azione lascia spazio alla politica, i momenti di tensione non mancano ma finiscono sempre a esser risolti con la diplomazia. Guerra e violenza rimangono sullo sfondo, lontani dalla capitale e dalla corte, impressi nello sguardo di Ser Corlys Velaryon, preoccupato per la situazione nelle Stepstones e decisamente più volitivo e incattivito rispetto a un esordio quasi compiacente nei confronti di Viserys.

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Le inquadrature e i primi piani stretti mostrano i volti dei personaggi che continuano a essere scavati e levigati, andando a perfezionare e completare una caratterizzazione che aggiunge ogni volta complessità e dettagli. La Rhaenyra di queste secondo episodio appare già diversa rispetto a quella del primo. Ha la stessa voglia di incidere, la stessa personalità, ma una nuova consapevolezza a cui non vuole rinunciare. Se prima, infatti, non sembrava interessata all’ascesa al Trono, ora pare desiderare quel ruolo per sé con nuova forza.

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Resta comunque la Rhaenyra indipendente e impulsiva che avevamo conosciuto una settimana fa, capace di prendere la parola tra i Lord di Westeros senza essere da loro interpellata, di mettere in discussione i ruoli di genere coi suoi atteggiamenti prima ancora che con la decisione del padre, decisa a lasciare il segno e pronta ad assumersi le sue responsabilità anche a costo di rischiare la propria vita in prima persona.

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In questo episodio vediamo anche il confronto con Rhaenys, che è uno scontro generazionale, di frustrazioni e ambizioni uguali e contrarie: Rhaenys porta ancora in sé la ferita del trono negato e non accetta l'idea che Rhaenyra possa ottenere ciò che lei non ha avuto e non avrà mai. In qualche modo ha già rinunciato alla velleità di cambiare il mondo, ha accettato il suo ruolo di donna e lo status quo patriarcale. Rhaenyra ha appena iniziato a intravedere una possibilità diversa e non sembra intenzionata a rinunciarvi.

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Di contro, Viserys appare ancora più fragile, incapace di togliere il lutto per la moglie di Aemma, oggetto delle trame interne di chi, nel Concilio, cerca di prendere almeno un brandello del suo potere. Dopo aver respinto Daemon, il Re finisce al centro di un triangolo che vede da un lato Corlys e Rhaenys e dall’altro Otto Hightower. Una gara che ha come premio il ruolo di nuova moglie del re, che Corlys e Rhaenys giocano alla luce del sole, mentre Otto rimane nell’ombra, sottotraccia, affidandosi alle doti e al fascino della figlia Alicent, sempre più vicina a Viserys.

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La recitazione di Olivia Cooke è perfetta in questo senso. Poco appariscente, lieve, quasi sottovoce, incarna alla perfezione il ruolo di una giovane donna che blandisce il proprio sovrano e lo seduce mentre tutti, persino la sua migliore, amica, sono girati dall’altra parte, troppo impegnati a guardare gli interessi di potere per comprendere le ragioni del cuore. Ma Viserys è un re che fatica a tenere in equilibrio affetti e Ragion di Stato, è un monarca estremamente umano, e questo suo aspetto rischia di essere la sua maggiore debolezza.

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La scelta con cui si chiude l’episodio è dunque il preludio a nuove divisioni e spaccature nella corte e tra i Targaryen. Viserys, che ha già subito il tradimento di Daemon, ora rischia di perdere anche l’appoggio di una Rhaenyra sempre più restia ad accettare e osservare gli ordini del padre. E le mire di Corlys verso il Trono, frustrate dal rifiuto del Re di prendere in sposa Laena, sono destinate a tradursi in nuovi complotti.

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