Paul McCartney, un brano muto per protestare contro l'intelligenza artificiale

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La canzone Bonus Track fa parte dell'album silenzioso Is This What We Want?, realizzato lo scorso febbraio e composto interamente da rumori magnetici, echi e clic. L'intento? Tutelare la creatività degli artisti dal potenziale furto di copyright delle aziende di IA

Paul McCartney ha protestato con una silent track sia contro la normativa del governo del Primo ministro del Regno Unito Keir Starmer che intende facilitare l’espansione del business tecnologico nel Paese, sia contro il potenziale furto di copyright da parte delle aziende di intelligenza artificiale. La leggenda dei Beatles, 83 anni, desidera infatti tutelare la creatività degli artisti grazie alla traccia vuota intitolata Bonus Track, che dura 2 minuti e 45 secondi e che fa parte dell’album “muto” Is This What We Want?, realizzato lo scorso febbraio e composto interamente da rumori magnetici, echi e clic e non, invece, da voci o strumenti. Tra i co-autori compaiono circa mille musicisti come i Clash, Kate Bush, Annie Lennox, Tori Amos, Damon Albarn, Billy Ocean, Yusuf/Cat Stevens, Jamiroquai e il compositore Hans Zimmer. Ogni canzone della versione digitale dell’album aveva un titolo formato da una sola parola che, letto per intero, recitava: “Il governo britannico non deve legalizzare il furto di musica a beneficio delle aziende di intelligenza artificiale”. Il progetto, infatti, nasce per attirare l’attenzione sulle modalità con le quali le aziende di intelligenza artificiale potrebbero sfruttare non solo la musica registrata, ma anche altre forme di arte, come base per i propri progetti, e il tutto grazie a una proposta di modifica della legge sul copyright nel Regno Unito. “Ci sono ragazzi e ragazze che si stanno affermando, scrivono una bellissima canzone e non ne sono i proprietari”, aveva dichiarato alla BBC McCartney all’inizio dell’anno. “Non c’entrano niente, e chiunque voglia può semplicemente copiarla. Quando arriva sulle piattaforme di streaming, qualcuno ci guadagna, e dovrebbe essere la persona che l’ha creata. Non dovrebbe essere solo un gigante della tecnologia da qualche parte. Qualcuno viene pagato. Perché non dovrebbe essere la persona che si è seduta e ha scritto Yesterday?”. Secondo una dichiarazione degli organizzatori dell’album rilasciata all’epoca, l’uso del silenzio nel disco dovrebbe quindi simboleggiare “l’impatto che prevediamo che le proposte del governo avrebbero sui mezzi di sussistenza dei musicisti”. L’album uscirà in vinile lunedì 8 dicembre e i profitti saranno devoluti all’organizzazione benefica Help Musicians.

LE PROTESTE DEGLI ARTISTI

Nei mesi scorsi, Paul McCartney e altri 400 artisti, compresi i Coldplay, Elton John e Dua Lipa, avevano firmato una lettera di protesta per sollecitare il governo laburista a proteggere l’industria musicale britannica dall’avvento dell’intelligenza artificiale in un quadro di sostanziale deregulation. Nel Regno Unito era infatti in discussione una proposta di legge sul diritto d’autore, che avrebbe permesso alle aziende tecnologiche di usare le canzoni presenti in rete per addestrare i programmi di intelligenza artificiale, salvo il rifiuto esplicito dell’autore. “Ci sono ragazzi e ragazze che potrebbero scrivere canzoni bellissime e di cui altri si potrebbero appropriare. Questo distruggerà la loro carriera prima ancora di iniziare e comporterà una perdita generale di creatività”, aveva commentato all’epoca McCartney. “Noi siamo il popolo, voi siete il governo. Il vostro compito è proteggerci. Assicuratevi di salvaguardare i pensatori creativi e gli artisti, altrimenti rischiate di perderli”. Alla protesta si era unito Elton John: “È sempre più difficile sostenere economicamente la carriera di un artista emergente, soprattutto per i costi sempre più alti dei tour, è necessaria una normativa che protegga il diritto d’autore al massimo, in modo da far guadagnare il giusto agli artisti per la loro musica. Se non dovesse succedere, la posizione dell’Inghilterra nel mondo della musica sarebbe in serio pericolo. Il futuro creativo della musica dipende da questo”.

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