Covid, Spahn: i tedeschi “vaccinati, guariti o morti a fine inverno”

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Si tratta delle parole del ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, in un drammatico appello rivolto alla cittadinanza affinché si vaccini “urgentemente” contro il Covid-19, anche di fronte all'esplosione di nuovi casi di coronavirus emersi nelle ultime settimane. Intanto, il Robert Koch Institut (Rki) ha segnalato il pericolo di una possibile quinta ondata nel Paese, se non verranno ridotti i contatti tra le persone e se la campagna di vaccinazione interna non decollerà

“Quasi tutti i cittadini tedeschi, alla fine dell'inverno, saranno vaccinati, guariti o morti”. Lo ha detto il ministro della Salute della Germania, Jens Spahn, in conferenza stampa a Berlino, rivolgendo un drammatico appello alla cittadinanza affinché si vaccini “urgentemente” contro il Covid-19, anche di fronte all'esplosione di nuovi casi di coronavirus emersi nelle ultime settimane. Le persone non vaccinate, infatti, potranno contrarre il Covid più facilmente, ha spiegato Spahn. “Questo con la variante Delta è molto probabile”, ha aggiunto.

Merkel: "Le attuali misure anti-Covid non bastano"

La situazione sanitaria in Germania, dunque, preoccupa il governo. Angela Merkel, in queste ore, ha affermato che le misure anti-Covid attuali nel Paese "non sono sufficienti" per fronteggiare la gravità della pandemia. "Abbiamo una situazione che sovrasterà tutto quello che abbiamo avuto finora", ha aggiunto. E, sempre secondo la cancelliera, nemmeno la regolamentazione che esclude da una parte della vita pubblica i non vaccinati potrà essere sufficiente. 

Il vaccino per i bambini

Per contrastare il virus, tra l’altro, dal 20 dicembre saranno disponibili in Germania 2,4 milioni di dosi di vaccino Biontech-Pfizer per bambini di età compresa fra i 5 e i 11 anni. Lo ha annunciato sempre Spahn, spiegando che l'autorizzazione dell'Ema per questa fascia di età, per la quale è previsto un dosaggio diverso rispetto a quello somministrato agli adulti, è attesa in questi giorni. Il presidente dell'associazione pediatri, Jakob Maske, ha invitato però medici e genitori ad aspettare prima ulteriori indicazioni, come quella della commissione indipendente Stiko. “Mi aspetto che un'indicazione per i bambini arriverà soltanto l'anno prossimo, e prima ci sarà quella per chi è affetto da patologie gravi e croniche”, ha riferito. “I numeri del contagio crescono anche nell'infanzia, e con questo anche la pressione per fare qualcosa contro. Tuttavia, la politica non dovrebbe esercitare di nuovo pressione sui genitori”, ha segnalato ancora, ribadendo che i casi di un decorso grave della malattia nell'infanzia sono molto rari.

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Il rischio quinta ondata

La Germania, ed in particolare le regioni meridionali e orientali, è stata duramente colpita da una nuova ondata di contagi che gli esperti attribuiscono, nello specifico, ad un tasso di vaccinazione (68%) tra i più bassi nell'Europa occidentale. In quest’ottica, anche il Robert Koch Institut (Rki) ha segnalato il pericolo di una possibile quinta ondata, se non verranno ridotti i contatti tra le persone e se la campagna di vaccinazione interna non decollerà. La Germania, attualmente alle prese con la quarta ondata di contagi da Covid-19, non ha ancora deciso di adottare un lockdown nazionale, come ha fatto l'Austria ad esempio. Rischia però, come detto, di essere investita da un’ulteriore ondata di casi. L'allarme è arrivato proprio dal capo del Robert Koch Institut (Rki), Lothar Wieler. “Se la riduzione dei contatti e la campagna vaccinale non produrranno un effetto drastico, avremo anche una quinta ondata sul modello di quella attuale”, ha avvertito l’esperto.

No ad assembramenti e grandi raduni

Da alcuni giorni, ormai, lo stesso Wieler sta insistendo sulla necessità di evitare assembramenti, grandi raduni o celebrazioni che prevedano concentrazioni di persone in luoghi chiusi, esortando anche a ridurre i contatti, soprattutto nelle aree del Paese meno colpite. “Nelle regioni in cui i numeri dei contagi sono ancora bassi, potremo mantenerli tali con limitazioni nei contatti. Quando i contagi sono molti, in realtà è già molto tardi, se non troppo tardi”, ha specificato. “La seconda cosa che dobbiamo fare ora è aumentare massicciamente le vaccinazioni”, sebbene si tratti di un provvedimento che non ha un effetto così rapido quanto potrebbe avere quello delle limitazioni dei contatti. “Gli effetti si vedrebbero a distanza di tre o cinque settimane, la vaccinazione funziona a medio termine. I vaccini sono il mezzo per uscire dalla pandemia”, ha sottolineato il capo dell’Rki. “Ma non per questo si possono trascurare completamente altre misure”, ha poi aggiunto.

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