Gli esperti: prossima pandemia potrebbe essere causata dal virus dell’influenza
Lo dice un’indagine che ha coinvolto un totale di 187 scienziati ad alto livello, i cui dettagli saranno rivelati al congresso della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive che si terrà a Barcellona nel corso della prossima settimana. Si tratterebbe, spiegano, di "pandemie controllate"
- Secondo un sondaggio internazionale fra medici, come riporta The Guardian, il prossimo agente patogeno che scatenerà una nuova pandemia sarà il virus dell’influenza
- I dettagli dell'indagine - che ha coinvolto un totale di 187 scienziati di alto livello - saranno rivelati al congresso della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (ESCMID) a Barcellona il prossimo fine settimana
- Come ha sottolineato in uno studio Jon Salmanton-García dell'Università di Colonia, il virus dell’influenza è in continua evoluzione e mutazione. Provocherebbe, perciò, “pandemie più o meno controllate, perché i diversi ceppi che le causano non sono abbastanza virulenti”. Tuttavia, “non sarà necessariamente così per sempre”
- Secondo il 21% degli esperti che hanno partecipato all’indagine, la prossima causa più probabile di una pandemia, dopo l'influenza, sarà un virus - soprannominato Malattia X - ancora sconosciuto alla scienza. Potrebbe essere un microrganismo che apparirà all’improvviso, proprio come ha fatto il virus Sars-CoV-2
- Alcuni scienziati ritengono inoltre che il Sars-CoV-2 rimarrà una minaccia. Lo pensa il 15% degli scienziati intervistati, secondo cui questo virus è la più probabile causa di una pandemia nel prossimo futuro
- Altri microrganismi letali, come i virus Lassa, Nipah, Ebola e Zika, sono stati considerati una seria minaccia globale solo dall'1% al 2% degli intervistati. "L'influenza è rimasta, in larga misura, la minaccia numero uno in termini di potenziale pandemico agli occhi della grande maggioranza degli scienziati mondiali", ha aggiunto Salmanton-García
- Intanto, la scorsa settimana l’Organizzazione mondiale della Sanità ha espresso timori per la diffusione dell’influenza aviaria in tutto il mondo (ceppo H5N1). L'epidemia è iniziata nel 2020 e ha portato alla morte o all'uccisione di decine di milioni di capi di pollame, oltre a spazzare via milioni di uccelli selvatici
- Il virus si è di recente diffuso alle specie di mammiferi, compresi i bovini domestici che sono stati infettati in 12 Stati degli Usa, e ha aumentato ulteriormente i timori sui rischi per gli esseri umani. Più specie di mammiferi il virus infetta, più possibilità ha di evolversi in un ceppo pericoloso per l'uomo, ha dichiarato la scorsa settimana Daniel Goldhill, del Royal Veterinary College di Hatfield, alla rivista Nature
- La prospettiva di una pandemia influenzale è allarmante, anche se gli scienziati sottolineano che sono già stati sviluppati vaccini contro molti ceppi, compreso l'H5N1. "Se si verificasse una pandemia di influenza aviaria, sarebbe comunque una sfida logistica enorme produrre vaccini alla scala e alla velocità necessarie", ha spiegato Ed Hutchinson della Glasgow University
- “Tuttavia”, ha proseguito Hutchinson, “saremmo molto più avanti di quanto non lo fossimo con Covid-19, quando è stato necessario sviluppare un vaccino da zero"