Lo ha riferito, in un’intervista concessa al “Corriere della Sera”, il sottosegretario alla Salute. “Mi aspetto possano aumentare i numeri del contagio, ma non quelli dei ricoverati. In ospedale finiranno i non vaccinati. Certo, a meno di varianti a noi ancora non note e dagli esiti imprevedibili. E a patto che i cittadini si facciano somministrare la terza dose”, ha detto Sileri
Un Natale “sereno”. E’ quello che prevede, per l’Italia, il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, anche in riferimento alla situazione emergenziale riferita alla pandemia di Covid-19. “Mi aspetto possano aumentare i numeri del contagio, ma non quelli dei ricoverati. In ospedale finiranno i non vaccinati. Certo, a meno di varianti a noi ancora non note e dagli esiti imprevedibili. E a patto che i cittadini si facciano somministrare la terza dose”, ha detto in un’intervista concessa al “Corriere della Sera”.
L’obbligo del Green pass e lo stato di emergenza
Con la nuova ondata di contagi ormai in corso, seppur nel nostro Paese la situazione sia migliore rispetto ad altri, come confermato anche a Sky Tg24 dal professor Walter Ricciardi, ci si dovrà aspettare il ritorno alle restrizioni? In realtà, ha proseguito Sileri, “non abbiamo ancora riacquistato il 100% della nostra libertà: è in vigore l’obbligo di indossare la mascherina al chiuso, il distanziamento, e per andare in palestra, solo per fare un esempio, sono in vigore rigidi protocolli. E sono in vigore perché l’emergenza non è ancora archiviata”, ha spiegato. Ma l’Italia, come detto, anche grazie all’obbligo legato al Green pass, unitamente “all’ottima risposta degli italiani alla campagna vaccinale”, non è coinvolto “da situazioni di contagio fuori controllo”. In Francia, ha detto Sileri facendo un confronto, “non c’è un obbligo di Green pass così stringente ed il tasso di ospedalizzazione è ben più severo. La nostra strategia spinge la vaccinazione e, attraverso i tamponi di chi non si vaccina, permette di far emergere i contagi che altrimenti non conosceremmo”, ha aggiunto. Anche per questo motivo, ha confermato, “non è pensabile che cada l’obbligo del Green pass, diciamo che sarà l’ultimo obbligo a venire meno. E ci vorranno molti mesi. Così come, considerando la nuova ondata, è improbabile si possa fare a meno dello stato di emergenza”.
Il vaccino nella fascia d’età 5-11 anni
Per quanto riguarda, poi, la terza dose del vaccino anti-Covid, secondo Sileri dovranno farla tutti. Si tratta di una fase non “imminente, ma ritengo che sarà indispensabile: la platea si allargherà tra dicembre e gennaio, cioè alla scadenza dei sei mesi dall’avvio della campagna di vaccinazione di massa”, ha commentato ancora il sottosegretario. Perché decidere per l’ulteriore dose? “L’immunità data dai vaccini va rafforzata”, ha ribadito Sileri. “L’ulteriore richiamo non è strano, anzi è comune a tutti i vaccini. L’estensione a tutta la popolazione sarà progressiva e basata su valutazioni scientifiche: non c’è ragione di diffidare”, ha suggerito. Infine, a proposito, dell’ormai prossimo ok al vaccino destinato alla fascia d’età 5-11 anni, l’esperto ha detto di aspettarsi una “resistenza da parte dei genitori”. “Anche tra i 12 e i 15 anni, del resto, la percentuale di vaccinati è più bassa. Ma, da medico, mi auguro almeno la metà dei 3,2 milioni italiani tra i 5 e gli 11 anni, si vaccini”, è l'auspicio di Sileri. “Prima ancora che per bloccare la circolazione del virus, nell’interesse dei bambini. Gli effetti della malattia, nel lungo periodo, sono subdoli e non risparmiano i giovani. Il Covid è meglio non prenderselo, a nessuna età”, ha concluso.