È stata costruita negli anni Sessanta grazie alla volontà di Josyf Slipyj, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina che dal 1945 fu imprigionato in un gulag per diciotto anni dal regime sovietico
La Chiesa di Santa Sofia, uno dei principali centri di preghiera per il popolo ucraino, è attualmente anche un centro di raccolta di aiuti per le zone invase dai russi. (LA VISITA DI MATTARELLA - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - IL RACCONTO DEGLI INVIATI DI SKY TG24 - I NEGOZIATI TRA RUSSIA E UCRAINA - LE ARMI INVIATE DALL'ITALIA A KIEV - LE RICADUTE SULL'ECONOMIA E SUL GAS IN ITALIA)
La storia della chiesa di Santa Sofia
La chiesa di Santa Sofia, Chiesa nazionale a Roma degli ucraini, è stata costruita negli anni Sessanta grazie alla volontà di Josyf Slipyj, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina che dal 1945 fu imprigionato in un gulag per diciotto anni dal regime sovietico. Santa Sofia fa capo all'Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia. L'Esarcato è stato eretto nel 2019 da Papa Francesco. Dal 2020 Esarca Apostolico è Mons. Paulo Dionisio Lachovicz. Cattedrale dell'Esarcato è la Chiesa dei Santi Sergio e Bacco, in Piazza della Madonna dei Monti.
La costruzione della chiesa di Santa Sofia
Nel 1963, subito dopo il suo ritorno dalla prigionia in un gulag siberiano, l'arcieparca Josyf Slipyj avviò una raccolta fondi per costruire a Roma una chiesa per la comunità della Chiesa greco-cattolica ucraina. L'edificio fu progettato dall'architetto Lucio Di Stefano sulla base dei piani originali per la costruzione della cattedrale di Santa Sofia a Kiev. La costruzione, iniziata nel 1967, terminò nel 1969, quando, nel mese di settembre, l'arcieparca Josyf Slipyj e 17 vescovi, alla presenza di papa Paolo VI, la consacrarono, trasferendovi le reliquie di Papa Clemente I, provenienti dalla basilica di San Clemente al Laterano. La chiesa, dedicata alla Divina Sapienza, nel 1985 è divenuta titolo cardinalizio e nel 1998 è stata elevata al rango di Basilica minore. I mosaici dell'altare sono dell'artista ucraino Sviatoslav Hordynsky. Nel settembre del 2011 si sono conclusi i lavori di restauro dell'edificio promossi dall'Associazione "Santa Sofia" che è proprietaria della chiesa e degli edifici annessi. Nella cripta della basilica sono sepolti, tra gli altri, alcuni metropoliti e arcivescovi ucraini, oltre ad altre personalità ucraine. Un tempo vi era sepolto anche il cardinale Josyf Slipyj, la cui salma, dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica e l'indipendenza dell'Ucraina, è stata traslata a Leopoli. Adiacente alla chiesa si trova l'edificio che è stata sede dell'Università cattolica ucraina a Roma. Attualmente il Rettore della Chiesa di Santa Sofia è Don Marco Yaroslav Semehen, nato a Ternopil' (Ucraina) nel 1980, sacerdote dal 2008 e dal 2020 presidente dell'Associazione religiosa "Santa Sofia" per i cattolici ucraini, che ha sede presso la Basilica.