
Ucraina, l'Unesco si attiva per proteggere i siti: quali potrebbero essere a rischio
Dalla cattedrale di Santa Sofia al centro storico di Leopoli, alcune bellezze ucraine sono diventate osservate speciali da quando è scoppiato il conflitto. La comunità internazionale teme anche per le opere custodite nei musei: per alcune è già troppo tardi

Quanto a lungo e in che condizioni possono resistere monumenti, luoghi di cultura e siti storici in un Paese dove non si colpiscono più solo obiettivi militari? L’Unesco sembra essersi dato una risposta: poco. Per questo, si è mobilitato per inserirli sotto l'emblema della Convenzione dell'Aja del 1954, nata proprio per proteggere i beni culturali in caso di conflitto armato
GUARDA IL VIDEO: Ucraina, Blinken: sicurezza europea è in bilico
Il timore potrebbe non essere eccessivo. Già nei giorni scorsi, l’ambasciata russa presso la Santa Sede aveva detto che tra gli obiettivi delle truppe russe poteva esserci la cattedrale di Santa Sofia a Kiev. “L’intelligence ritiene che l’esercito russo starebbe preparando un attacco aereo sulla cattedrale, patrimonio dell’Unesco”, aveva fatto sapere
Santa Sofia, il simbolo di Kiev tra "i possibili obiettivi dei raid russi"
Costruita dal sovrano Jaroslav I nel 1037, è uno dei luoghi più famosi della capitale ed è stato il primo sito ucraino a essere inserito tra i patrimoni dell'Umanità dell'Unesco. Da allora ne sono stati aggiunti altri sei, inclusa la residenza dei metropoliti bucovini e dalmati a Černivci (in foto)
Guerra Ucraina, la pressione occidentale e la paura di sanzioni bloccano il petrolio russo
Gli altri siti patrimonio dell’umanità nel Paese sono il complesso del centro storico di Leopoli, l’Antica città di Chersoneso Taurica e la sua Chora a Sebastopoli, l’Arco geodetico di Struve, le Tserkvas in legno della regione dei Carpazi e le Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, che condivide con altri Stati ed è l’unico di tipo naturalistico
Guerra in Ucraina, il racconto degli inviati di Sky TG24. VIDEO
Per ora nessuno di questi è contrassegnato in rosso sul sito dell’Unesco, colore che indica un pericolo e che contraddistingue, per esempio, il sito di Palmira. Molti di quelli che ora si trovano in questa lista vi sono stati, però, aggiunti per motivi riconducibili allo sviluppo industriale o alle guerre, e ora se ne sta combattendo una anche in Ucraina
Sospeso il tour del Balletto Yacobson di San Pietroburgo: "L'Arte unisce, non divide"
Le preoccupazioni non finiscono qui. Come riporta l’Ansa, nel corso degli anni sono state inviate 17 candidature per inserire altrettanti siti ucraini nella lista dei Patrimoni dell’umanità. Tra questi, ci sono i resti dell'antica città di Tyras, antico porto commerciale del mondo antico fondato alla fine del VI secolo a.C., l’osservatorio astronomico di Mykolayiv, l'intero centro storico di Odessa, e la mitica "scalinata Potemkin" (in foto). Oggi anche loro sono osservati speciali
Guerra Russia-Ucraina, tutti gli aggiornamenti
D'altronde gli attacchi sono avvenuti anche a Kharkiv, città creativa della musica Unesco, ed è stata colpita un'antenna nell’area del memoriale di Babi Yar. Entrambe le scelte sono state condannate dall'Unesco. In questo clima, nemmeno i musei sono considerati al sicuro

Già nei giorni scorsi l’ICOM, la principale organizzazione internazionale non governativa che rappresenta i musei e i suoi professionisti, ha espresso “profonda preoccupazione per le implicazioni che questa incertezza avrà sulla sicurezza dei membri dell’ICOM, del personale del museo e del patrimonio culturale in Ucraina”

Ora alcuni parlano di una “catastrofe culturale”. Per evitarla, si sono già attivati diversi musei esteri. Lo Smithsonian, per esempio, ha annunciato una nuova missione della sua Cultural Rescue Initiative che, sull'esempio di quanto già fatto in Iraq, Haiti e Portorico, ha attivato contatti con gli esperti ucraini per mettere in sicurezza monumenti e musei. Per alcuni siti è, però, già troppo tardi. Un museo di Storia Locale a Ivankiv, che ospitava una ventina di opera della pittrice Maria Prymachenko, è stato distrutto nella notte tra il 27 e il 28 febbraio 2022

In una mail al Getty il direttore del museo di Kiev, Fedir Androshchuk, ha detto che quattro musei - a Vinnytsia, Zhytomyr, Sumy e Chernihiv - sono riusciti a disinstallare e proteggere le loro esposizioni principali: "Il museo di Vinnytsia è ora parzialmente usato per ospitare sfollati. Non ci sono finora notizie di saccheggi"

“Dobbiamo salvaguardare questo patrimonio culturale come testimonianza del passato ma anche come vettore della pace per il futuro", ha detto Audrey Azoulay, direttrice generale dell'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura. "La comunità internazionale ha il dovere di proteggerlo e preservarlo per le future generazioni. Anche per proteggere il futuro, le istituzioni educative devono essere considerate dei santuari"