La Corte albanese blocca l'accordo Meloni-Rama sui migranti, cosa prevede e quanto costa
Lo stop è arrivato a fronte di alcuni ricorsi: la Corte costituzionale dovrebbe prendere una decisione entro il prossimo 6 marzo. Il protocollo d'intesa firmato il 6 novembre dalla presidente del Consiglio e dal suo omologo albanese prevede che Roma rimborsi a Tirana i costi per l'impiego di forze di polizia locali per la sicurezza esterna delle due strutture e l'eventuale assistenza ospedaliera per i loro ospiti. Ma non solo
- Lunedì 6 novembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato la firma di un protocollo d'intesa tra Italia e Albania in materia di gestione dei flussi migratori. L'accordo è siglato in un documento di 9 pagine per un totale di 14 articoli, che resterà in vigore per 5 anni (rinnovabili di altri 5), salvo che una delle parti avvisi entro 6 mesi dalla scadenza l'intenzione di non rinnovarlo
- L’accordo “non passerà per le Camere”, ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: “È un trattato di collaborazione rafforzata tra Italia ed Albania in tema di immigrazione che è già previsto dagli accordi internazionali precedenti sottoscritti dai due Paesi”
- Il 13 dicembre però la Corte costituzionale albanese ha annunciato la sospensione delle procedure parlamentari per l'approvazione dell'accordo perché chiamata in causa da due ricorsi presentati separatamente dal Partito Democratico albanese e altri 28 deputati. Ciò comporta che la ratifica parlamentare dell'accordo sia sospesa fino a quando la Corte non si esprimerà con una sentenza, per la quale ha tempo 3 mesi dalla data della presentazione del ricorso, ovvero fino al 6 marzo
- Con la firma di questo accordo, l'Albania dà la possibilità all'Italia di utilizzare il porto di Shengjin (in foto) e l'area di Gjader per realizzare, a proprie spese e sotto la propria giurisdizione, due centri dove gestire l'ingresso, l'accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d'asilo e di eventuale rimpatrio dei migranti salvati in mare da navi italiane (non dalle Ong)
- Ma a quanto ammontano le spese per la gestione dei due centri? Stando a quanto scrive il Corriere della Sera, entro 90 giorni dall'entrata in vigore del protocollo l'Italia dovrà versare all'Albania 16 milioni e mezzo di euro a titolo forfettario. E come scrive La Repubblica, dato che l'accordo dura 5 anni, tale somma potrebbe diventare 82 milioni di euro in 5 anni (rinnovabili di altri 5, come detto)
- Non solo. Come scrive La Repubblica citando fonti di stampa albanesi, è previsto anche un fondo di garanzia pari a 100 milioni di euro da versare su un conto corrente. Inoltre, secondo il sito Gogo.al, il primo a rilanciare il testo in esclusiva, si starebbe discutendo su "milioni di euro di cui beneficeranno circa 500mila albanesi in Italia per le loro pensioni". Ma il primo ministro albanese Edi Rama smentisce
- Per gli anni successivi al primo, a cadenza semestrale il governo albanese fornirà a quello italiano una lista delle spese, richiedendone il rimborso
- Come scrive il Corriere, i rimborsi per le spese di Tirana verranno versati su un apposito conto corrente senza scopro di lucro presso la Tesoreria di Stato albanese. Le spese sono le più svariate: dai costi per l'impiego di forze armate e di polizia per la sicurezza esterna dei centri alle spese di assistenza ospedaliera (farmaci, vaccini, attrezzature mediche), ma anche i soldi per mezzi, carburante e spese legali
- In buona sostanza, cosa sarà a carico dell'Italia? Come si legge nel protocollo d'intesa citato da Fanpage, Roma dovrà pagare la costruzione dei due centri per i migranti nonché l'allestimento di una o più strutture d'ingresso in territorio albanese, oltre alle strutture sanitarie per la prima accoglienza
- L'Italia pagherà inoltre la costruzione delle strutture dedicate al personale albanese addetto alla sicurezza esterna dei due centri per i migranti. A nostre spese, secondo il documento pubblicato dai media albanesi, anche l'impiego di mezzi e personale locale per il trasferimento dei migranti o per riportare nei centri quegli ospiti che fuggono in territorio albanese
- All'Italia spetterà anche il costo di vitto, alloggio e cure mediche per i migranti detenuti nei due centri, oltre ai servizi come gas, luce e acqua. A carico di Roma anche gli eventuali costi sanitari dei servizi che le autorità italiane non possono fornire sul momento