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Lega a Pontida, Salvini: "Far pagare banchieri, non operai". Orban e Vannacci sul palco

Politica
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Tradizionale appuntamento in provincia di Bergamo con i sostenitori del Carroccio. Sul palco anche il leader ungherese Orban e, prima, il generale eletto all'Europarlamento Vannacci. Videomessaggi per Le Pen e Bolsonaro. Ieri l'attacco dei giovani del Carroccio a Tajani: "Sei uno scafista". Salvini prende le distanze ma puntualizza: "Ius Italiae? La legge sulla cittadinanza va bene così com'è"

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A Pontida, paese della Bergamasca, è in corso il tradizionale raduno dei sostenitori della Lega (FOTO). Questa edizione, la numero 36, è quella con più ospiti stranieri per via delle delegazioni di partiti europei che hanno accolto l'invito di Matteo Salvini. Tra di loro c'è anche il leader ungherese Viktor Orban, che ha incassato numerosi applausi dai leghisti. Matteo Salvini è “un eroe, meriterebbe una onorificenza e non un processo”, ha detto. E poi ha minacciato l'Ue di portare i migranti a Bruxelles. Sul palco è salito anche il generale Roberto Vannacci, al debutto a Pontida: "La vera cittadinanza è quella ereditata dai nostri padri con sacrifici. La Lega per me non è un taxi". Per ultimo ha preso la parola il leader, Matteo Salvini.

Salvini: "La cittadinanza non va regalata"

"L'autonomia, dopo 30 anni di battaglie, è realtà e legge dello Stato, e indietro non si torna", ha detto Salvini all'inizio del suo intervento sul palco. Dietro di lui c'erano i capigruppo parlamentari e i ministri della Lega, che il vicepremier ha definito "la nostra pina dorsale". Poi è intervenuto sull'autonomia differenziata. "È il futuro, è merito, efficienza". Parlando della Manovra, invece, il leader leghista ha sottolineato: "Se qualcuno deve pagare qualcosa in più, paghino i banchieri e non gli operai". E ha aggiunto: "Il governo è compatto, è un governo di amici prima ancora di alleati. Ogni tanto ovviamente discutiamo". Riguardo agli stranieri in Italia, "il problema non è il colore della pelle o dove il buon Dio ti ha fatto nascere. Però la ricetta per i prossimi anni non è concedere più cittadinanze o regalarle il più velocemente. La priorità, per la Lega, è di revocare la cittadinanza a quelli che delinquono. La cittadinanza è un atto di fede. È il secondo mazzo di chiavi di casa nostra, ma se tradisci questa fiducia contro chi ti ha garantito scuola, previdenza e sanità, e poi spacci, stupri e uccidi, la soluzione è solo: via la cittadinanza e torna al tuo Paese. Non abbiamo bisogno di altri delinquenti". Spazio anche ai ringraziamenti a "Umberto Bossi e Roberto Maroni" per "averci accompagnato fino a qua". Poi: "Fate un applauso ai nostri ospiti stranieri, perché si senta ovunque. Sono arrivati fin qua di loro spontanea volontà. Grazie fratelli e sorelle. Ci date e mi date coraggio, non siamo soli", ha detto il vicepremier, incitando i militanti del suo partito ad applaudire le delegazioni straniere dei partiti sovranisti europei che l'hanno preceduto sul palco.

Salvini: "Open Arms? Non sono preoccupato"

"Io andrò avanti a testa alta. E anche in caso di condanna" per il processo Open Arms, "processano chi ha fatto il suo dovere, ma non possono processare un intero popolo. Possono arrestare una persona che ha difeso i confini nazionali, ma non un intero popolo. Anzi, la santa alleanza dei popoli europei che oggi nasce a Pontida", ha detto Salvini. "Vi do la mia parola d'onore che non mollo e non mollerò mai, per voi e per i nostri figli". Salvini ha quindi ribadito di non essere "preoccupato, al massimo sono indignato e sorpreso da gente che tradisce, che non ha onore e non ha dignità", ha concluso.

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L’intervento di Orban

Viktor Orban è stato accolto sul palco di Pontida da numerosi applausi. Il primo ministro ungherese e leader di Fidesz ha ringraziato il pubblico mettendosi la mano sul cuore. Poi ha parlato di Matteo Salvini, dicendo: “Noi in Ungheria festeggiamo Salvini come un eroe perché ha chiuso i confini e ha difeso le case degli italiani. Anzi, ha difeso anche l'Europa e meriterebbe una onorificenza e non un procedimento giudiziario. Quello in corso è una vergogna". Poi Orban ha aggiunto: se continuerà l'immigrazione irregolare in Europa, "noi da Budapest i migranti li porteremo a Bruxelles e li deponiamo davanti agli uffici di Bruxelles. Se vogliono quei migranti che se li tengano!". Il leader ungherese ha ricordato che "in Ungheria il numero dei migranti è zero, noi non diamo in mano altrui il nostro Paese. Non facciamo entrare gli illegali, noi difendiamo i confini. Chi vuole entrare deve aspettare il permesso e deve farlo fuori dai nostri confini". "In Ungheria il numero di migranti è zero e l'Europa per questo ci punisce con le multe, questa è la vergogna di Bruxelles. Se continueranno a punirci, i migranti dall'Ungheria li portiamo davanti agli uffici di Bruxelles, che se li tengano loro", ha ribadito. Sulle politiche sociali, invece, ha sottolineato che “da noi il padre è uomo e la madre è donna e questo resta così anche se la sinistra internazionale si mette contro. Oggi l'Ungheria è il Paese più sicuro d'Europa".

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L'intervento del generale Vannacci

Come detto, uno dei grandi protagonisti del raduno a Pontida è stato Vannacci. "La cittadinanza è l'eredità che ci siamo guadagnati e che si sono guadagnati i nostri nonni sul Carso e i nostri padri con sacrifici e lavoro, avendo poi il diritto di tramandarla ai nostri figli. Questa è la nostra cittadinanza", ha affermato il generale. Poi ai militanti: "Voi se andate in Arabia Saudita, dopo 5 anni vi sentireste degli arabi? Anche perché non c'è neanche la reciprocità". "Oggi sono qua. Chi l'avrebbe detto, vero? Dicevano che per Vannacci la Lega era un taxi, invece no. Io sono qua, io ci credo nella parola data e nell'onore - ha continuato -. Andremo avanti tutti insieme e non ci fermeranno". Prima di parlare sul palco, Vannacci è stato circondato da decine di persone in cerca di un selfie o una stretta di mano. In uno stand viene venduto il suo libro Il mondo al contrario. E a chi gli chiedeva se fosse sorpreso da tanta accoglienza, il generale ha risposto: "Ad agosto sono venuto a Pontida per la prima volta. Non mi aspettavo tanto ed è molto bello". Su un'eventuale tessera della Lega, il generale ha risposto: "Ne parleremo, vedremo. Ma ciò non toglie nulla: io sono qua con la Lega e faccio campagna elettorale per la Lega".

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Governatori leghisti in difesa dell'autonomia

Tra i primi a parlare sul palco, il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo. "Processare Salvini significa processare un'intera comunità e processare la volontà popolare. Difendere i confini non solo non è reato ma è sacrosanto, altroché. Ma che si vergognino, questa è gente contro il nostro Paese, contro il nostro popolo e contro tutti noi. Ma non ci arrenderemo mai". In seguito è toccato a Massimiliano Fedriga, il governatore del Friuli-Venezia Giulia: "In mezzo al mare di menzogne sull'autonomia differenziata, che spacca il Paese, che è un dramma, noi come Regione autonoma testimoniamo che migliora i servizi dei cittadini e da risposte ai cittadini". A fargli eco il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana: "Siamo a un punto di non ritorno", ha detto riferendosi all'iter avviato sulla legge Calderoli, sottolineando che "non è una questione di soldi in più per le Regioni" ma di "essere più liberi a casa nostra". Poi è stato il turno di Luca Zaia, governatore del Veneto: "Per noi questa è la Pontida delle Pontide, e voglio ricordare a chi dice che siamo egoisti e che stiamo portando avanti la secessione dei ricchi, che invece la Lega porta come contributo una grande riforma per l'intero Paese. Noi non siamo per l'equa divisione del malessere ma l'equa divisione del benessere". Poi un passaggio sul processo a Salvini: "Io ho fiducia nella magistratura, dobbiamo avere fiducia. Ascoltatemi bene". Ma il pubblico, appena citati i magistrati che hanno chiesto 6 anni di carcere al leader leghista, ha iniziato a fischiare e a urlare "Buuu". Sul palco anche il ministro per le Autonomie, Roberto Calderoli: "Sono 35 anni che vengo qui e sono ancora emozionato. Stamani ho riesumato questa maglietta che portai a Catania con la scritta 'Processate anche me' perché ha portato buono a Catania e lì Salvini è stato assolto. E perché per me difendere i confini è un dovere e non un reato e io avrei fatto le stesse cose".

Il ministro Giorgetti: "So chi fa sacrifici e chi no"

"State tranqulli e sereni. Chi è pratico di Pontida sa che siamo figli di Pontida e che siamo dalla parte della gente che lavora, produce e fa sacrifici. E io, lo dico con grande tranqullità, da figlio di un pescatore e operaia tessile so distinguere chi fa sacrifici e chi li può fare", ha detto dal palco il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che ha dedicato tutto il suo intervento a un chiarimento delle sue dichiarazioni dei giorni scorsi a Bloomberg sui "sacrifici" chiesti nella prossima Manovra. Anche Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione, ha parlato a Pontida: "Dedico un ricordo commosso a Sammy Basso", deceduto nelle scorse ore (CHI ERA). "Vorrei intitolare una scuola a questo splendido ragazzo". Poi ha attaccato la sinistra: "Ci sono politici e intellettuali militanti che da due anni cercano di delegittimare il governo sperando di determinare l'alternativa con le menzogne, si rassegnino. La Lega vuole stimolare il cambiamento. La sinistra ha fallito su immigrazione e sicurezza ma anche sulla scuola e non ha proposte serie: come quando la Schlein dice che sottopaghiamo i docenti, ma loro per 11 anni non hanno aumentato gli stipendi degli insegnanti. Hanno idee vecchie e stantie; noi abbiamo fatto una grande riforma dell'istruzione tecnica professionale. La sinistra ci accusa di creare una scuola classista; dal tempo del partito comunista non si sentivano scemenze su questo tipo".

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Da Vox a Fpö, gli ospiti stranieri

Dopo gli esponenti italiani della Lega, è toccato a quelli stranieri. "I Patrioti europei guardano qui, al prato di Pontida, come un rinnovato esempio di resistenza e sperana in tempi di nemici feroci", ha detto il portavoce di Vox, Jose Antonio Fuster, che ha scherzato inizialmente sulla sua somiglianza fisica con Salvini. "Molti mi confondono con il Capitano ma per lui dovete aspettare ancora un po'". E poi: "Noi abbiamo vinto e vinceremo ma solo se resteremo insieme. A nome del popolo spagnolo, vi dico: avanti senza paura di niente e nessuno". In seguito è stato il turno di Marlene Svazek, vicepresidente del Partito della libertà (Fpö): "È questa l'Europa che vogliamo? Un'Europa che tradisce e abbandona la propria cultura e identità? No, io vorrei raccontare un'Europa forte, con le sue radici e capace di prendere decisioni chiare come ha fatto Salvini mettendo la sicurezza del suo Paese al di sopra del partito e difendendo i valori dell'Europa". "Stiamo diventanto sempre di più: siamo in Ungheria, in Germania, in Fancia e ora anche in Austria - ha continuato -. In tutta Europa lo spirito dei movimenti patriottici si sta risvegliando. Per alcuni ci vorrà ancora un po'". Quindi ha concluso: "Io sto con Matteo e viva la Lega". Ospite anche Andrè Ventura, deputato di Chega, il partito della destra portoghese: "Salvini è perseguitato perché continua a credere che questo paese va protetto. Noi tutti noi dobbiamo difenderlo".

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Bandiere venete, formaggi sardi e pupi siciliani

Alla manifestazione ci sono diversi stand regionali: in quello della Sardegna i militanti preparano assaggi di formaggio dell'isola; a fianco c'è lo stand siciliano, dove è stato appeso un pupo della tradizione isolana, che luccica con la sua armatura di metallo. E mentre la fila dei giornalisti per gli accrediti stava crescendo, qualcuno ha mostrato una mega volume in pergamena, dal titolo "La Bibbia di Arcore". Qui, dice un leghista, c'è il verbo di Bossi e Berlusconi: "Noi siamo per lo ius solitario, altro che ius scholae". Tra le bandiere che sventolano sotto il palco, prevalgono quelle venete del Leone di San Marco, alcune asburgiche di militanti friulani e una gigante dei leghisti di Livorno. Sul pratone anche un maxi striscione di leghisti lombardi, con una scritta riferita ai problemi giudiziari del loro leader: "Ha difeso i confini. Crema e Cremona uniti per Salvini".

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La polemica a distanza con Tajani

Malgrado il clima di festa, l'edizione 2024 di Pontida è stata "inaugurata" con una polemica a distanza con il vicepremier Antonio Tajani. Lo "ius Italiae" presentato dal leader di Forza Italia ha infatti alimentato una grande bagarre nel Centrodestra, con i giovani militanti del Carroccio che ieri, sul pratone, hanno attaccato duramente l'alleato di governo, definendolo "scafista" in uno striscione e poi mandandolo a quel paese a voce. Salvini ha preso le distanze: "Sono 4-5 scemi", per poi chiedere "scusa a nome loro". Successivamente ha aggiunto: "Tajani è un amico e alleato. Gli avversari non sono in maggioranza, ma fuori. Chi non l'ha capito, fuori dalle balle". Infine ha puntualizzato: "La cittadinanza va bene così com'è, non penso sia l'emergenza degli italiani. La Lega presenterà una proposta di legge per toglierla a chi commette reati in Italia".

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