Militante espulso dall'associazione di Vannacci denuncia minacce dai vertici

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Marco Belviso, giornalista ed editore della rivista il Corsaro della Sera, che ha creato la sigla Amici del nord-est per Vannacci racconta l'accaduto a Repubblica (e sporge querela per violenza privata e minacce)

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Tensione nell’associazione Il mondo al contrario dopo che in tre si sono presentati a casa del giornalista Marco Belviso a Udine e lo stesso ha deciso di sporgere querela. A raggiungerlo a casa il presidente del comitato Fabio Filomeni, Bruno Spatara segretario dell'associazione, Gianluca Priolo tesoriere della stessa associazione politica. Belviso ha raccontato a Repubblica la dinamica della visita, a seguito di alcuni dissidi politici intercorsi.  “Ho ricevuto un messaggio da Filomeni che mi diceva "tra venti minuti sono lì”. E ha aggiunto: “Pensavo che Filomeni, che vive in Toscana, avesse fatto tanta strada per chiarirsi, ero anche uscito a comprare qualche birra”. 

La dinamica della "visita"

Poi l’imprevisto non previsto: “Mi hanno detto che dovevo stare zitto, fermo e seduto sul divano”. A seguire, pare lo abbiano caldamente invitato a firmare l’espulsione dal movimento, anche a causa del suo aver espresso giudizi politici sulla Lega: “Volevano che lo firmassi, oppure che rinunciassi alla mia attività giornalistica, cosa che non posso fare perché è il mio lavoro, così mi sono rifiutato”. Successivamente un amico ha suonato al citofono di casa di Belviso e i tre si sono allontanati (secondo la testimonianza dell’amico di Belviso, ad aspettarli giù c’era una quarta persona). Belviso ha però confermato che “per quanto io ne sappia, Vannacci non è coinvolto in questa storia”.

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La replica di Filomeni

Proprio Fabio Filomeni in merito alla querela ha replicato: “La questione sollevata dal dottor Belviso riguardo la sua espulsione dal comitato è contenuta, senz'altro aggiungere, nella lettera a lui diretta e consegnata personalmente, con preavviso, correttezza e rispetto, in quanto coordinatore d'area. Ci tuteleremo nelle sedi opportune dalle espressioni lesive della onorabilità propria dell'associazione e dei suoi appartenenti pubblicate a margine di questa vicenda”. 

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